Titolo: Il cancelliere e la ballerina. Il potere mette in ombra ogni sentimento
Autore: Miss Black
Serie: Sesso e potere vol.1
Genere: Erotic
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: chiuso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 16 Novembre 2018
Editore: Self Publishing
TRAMA
Tutto comincia con un attentato inspiegabile. Qualcuno, alla Conferenza sulla Fame nel Mondo, droga il cibo di tutti gli invitati. Capi di stato, ministri, ambasciatori, giornalisti, impiegati… e Hanna Faye, ex étoile, ora ambasciatrice di buona volontà. Mentre il mondo le vortica attorno in un caleidoscopio di colori, Hanna finisce a letto con il primo ministro della sua patria natale, le Svetlands. È l’inizio di una relazione improbabile, sotto agli occhi dell’opinione pubblica, molto fisica e poco romantica. E la politica inizia presto a chiedere il suo tributo. Hanna scoprirà che cosa si annida nel cuore di una nazione e di chi la governa: un mondo gretto e carnale, attraversato da improbabili sfumature di sensibilità.
RECENSIONE
Un libro intrigante, ironico, sprezzante e piccante che si legge con il sorriso sulle labbra e che racconta gli intrighi di politica e di sesso di uno Stato immaginario chiamato Svetlands. Alla guida del governo di questa monarchia c’è un Cancelliere e i ministri. Ed è proprio Norman Doyle, il Primo Ministro in persona, il protagonista maschile di questo scandalo. Come avrete letto dalla trama la storia inizia con una conferenza internazionale sulla fame nel mondo durante la quale qualcuno ha drogato il cibo di tutti e la serata si è trasformata in un’orgia.
“Che cos’è stato? Un atto terroristico? Riunisci metà dei potenti del mondo e li obblighi a scopare come dei cani in calore. Perché?”
A parte lo sconcerto iniziale, ognuno torna alla propria vita, sembra che i grandi del mondo abbiano deciso per la linea della riservatezza, ma bisogna pur scoprire chi c’è dietro a tutto questo, chi vuole ricattarli e quali siano le motivazioni. Posso dirvi solo che sono state scattate delle fotografie quella sera e tutti si aspettano che prima o poi vengano rese pubbliche, con le conseguenze che potete ben immaginare da soli. La protagonista femminile invece è Hanna una ex prima ballerina étoile, adesso direttrice del corpo di ballo che è rimasta piacevolmente sorpresa da Norman, non solo per le sue prestazioni a letto.
Diciamo che l’attrazione è reciproca; non c’è solo tanto sesso esplicito nel romanzo ma anche un’analisi attenta e realistica della politica e dei retroscena che sono dietro disegni di leggi ed emendamenti, criminalità organizzata, mercati finanziari e ricerca a tutti i costi del PIL perfetto per la nazione. Il romanzo è raccontato principalmente con dialoghi frizzanti e che arrivano dritti al punto, sia quando si descrivono scene di sesso che quando si narrano fatti e sensazioni. Ed è proprio attraverso i dialoghi che l’autrice caratterizza in modo preciso i protagonisti, sia fisicamente che psicologicamente.
Doyle è un uomo austero e inespressivo, freddo e arido di sentimenti; si tratta di una corazza che indossa per poter sopravvivere nel mondo della politica, sempre pronto a mostrarsi disinteressato e a non lasciar trasparire le proprie decisioni. Lo vediamo nelle riunioni rilassato e sobrio, stringere le mani dei vari statisti e ascoltiamo i suoi commenti pungenti. Nella sfera privata, con Hanna, distribuisce impercettibili sorrisi e il suo solito sguardo freddo diventa languido e più umano.
“Ma di certo sei il tipo d’uomo che mi piace. Il tipo controllato e sicuro. Anche il tipo un po’ bastardo, volendo. Il tipo che quando mente, mente così bene che lo puoi perdonare soltanto per la bravura.”
Hanna invece è una ragazza determinata che ha dedicato la sua vita esclusivamente alla danza con tutti i sacrifici fisici e di relazioni sociali che questa disciplina comporta. La vediamo camminare con il suo portamento elegante e le sue risposte sono sempre pronte e denotano intelligenza e sicurezza di sé
“Quello che mi piace di te è la grazia con cui ti muovi. Quell’implacabile precisione che ha ognuno dei tuoi movimenti. Il modo in cui misuri con lo sguardo lo spazio in cui ti trovi…E mi piace il modo naturale con cui sei chi sei. Non hai nessuna corazza, o quanto meno non ce l’hai con me, e questo ti rende molto sensuale, ai miei occhi.”
Spiegare come funzionano gli ingranaggi del mondo della politica non è semplice ma Norman Doyle riesce a parlarne in modo che Hanna e tutti noi possiamo capirlo. Ci sono regole non scritte da seguire per stare al gioco e cercare di portarsi a casa la vittoria significa poca vita privata, ore di sonno perse, attese snervanti, sgambetti fatti e ricevuti; ma anche tante soddisfazioni e gratificazioni che ripagano tutti i sacrifici
«Sì. Sono stanco di dover dimostrare in continuazione di essere il più intelligente, il più subdolo, il più forte, Hanna. La politica è una faccenda da pornoattori. Devi sempre essere quello che ce l’ha più grosso, più lungo e più duro. Donne comprese.”
Ditemi che vi ho convinto e che siete pronti a leggere questo episodio della serie perché vi confesso che mi sono eccitata e divertita a leggerlo
Link per l’acquisto di Il cancelliere e la ballerinaQUI
Il giorno del mio diciottesimo compleanno pensai che la vita stesse per sorridermi, lungi dall’immaginare cosa in realtà stesse per serbarmi. Qualcosa più grande di me mi avrebbe presto travolta, scossa alle fondamenta, gettando il mio corpo e il mio cuore in pasto a una persona con l’animo di un lupo selvatico. Per tutti sarebbe stato uno scandalo e una vergogna: nessuno avrebbe compreso, perché nessuno conosceva le molteplici verità che quel lupo era stato così bravo a celare. Forse un cuore, seppur logoro, l’aveva anche lui. E forse, se avessi lottato e ignorato le apparenze, prima o poi lo avrei scoperto.
RECENSIONE
Ho conosciuto la Chillon grazie a Alakim e mi sono innamorata all’istate della sua penna. La particolarità, oltre all’eleganza, è il saper esprimere in maniera sottile ma potente il senso del proibito. È un’autrice eclettica, che spazia dallo Urban Fantasy, allo storico, fino all’erotico. E lo fa in maniera egregia, con quella fluidità propria di chi ha un vasto bagaglio culturale e un talento raro per l’arte del raccontare.
Ne ho avuto l’ennesima conferma con l’erotico Giada, un amore colpevole, primo volume autoconclusivo della trilogia pietre preziose.
La storia gira intorno a uno dei cliché più controversi, ovvero il legame tra un uomo maturo e una ragazzina. Tuttavia, l’illecito non si riduce alla sola differenza anagrafica tra i due protagonisti.
Vincent ha quarantatré. È il miglior amico del padre, frequenta da sempre la loro casa, tanto che per Giada è un secondo genitore. A un certo punto, però, smetterà di essere lo zio acquisito che giocava con lei da bambina, si accorge, infatti, di tutta una gamma di peculiarità che lo schermo dell’infanzia le impediva di vedere. Lui possiede quella cupezza che è la cifra del suo fascino. Vincent è oscuro, pericoloso, è il salto nel buio che nessuna brava ragazza si sognerebbe di fare. E Giada è una brava ragazza: ha appena diciotto anni, è studiosa, pacata, introspettiva, insicura di sé, non si crede bella né interessante, per tale motivo cerca conforta nel dolore.
Il punto però è un altro: chi seduce chi?
Il lupo cattivo che attende la vittima nascosto nell’ombra, o la fanciulla che perde consapevolmente la strada maestra? A dividerli c’è un abisso che appare incolmabile e che loro riempiranno di sotterfugi, baci rubati, bugie, carezze e morsi. E mentre il loro amore si plasma intorno a una voracità insaziabile, verità inconfessabili vengono alla luce e rimescolano le carte.
Non è certo la prima volta che viene trattato questo argomento scabroso – come dimenticare Vladimir Nabokow e la passione scandalosa del maturo professor Humbert per la dodicenne Dolores – ma la vena sensuale dell’autrice, il sottofondo proibito e non ultimo lo stile raffinato e introspettivo fanno di questo romanzo un indimenticabile.
Recensione a cura di Estelle Hunt in esclusiva per Reading Marvels
Link per l’acquisto di Giada. Un amore colpevole. QUI
Chiara lavora per una multinazionale energetica. Viene mandata in Libia a occuparsi degli impianti di estrazione in loco, tra i pericoli di una nazione sempre sull’orlo di una guerra civile e quelli della spietata competizione aziendale interna. È durante il suo periodo in Nord Africa che conosce Yidir, il berbero che gestisce la sicurezza degli italiani per conto dell’autorità petrolifera libica, e tra loro scatta qualcosa. Un’attrazione complicata, che si scontra con due modi diversi di vedere il mondo. Yidir è un uomo inquieto, in fondo legato a un’idea di femminile che per Chiara è inconcepibile, Chiara ha sempre messo la carriera davanti a qualsiasi affetto. Ma tra il calore del deserto e il freddo di Milano, tutto possono fare Chiara e Yidir, tranne provare indifferenza l’uno per l’altra. Tra loro cresce un sentimento che ha il potere di annullare ogni distanza, di far superare ogni difficoltà, ogni incomprensione… ma sarà sufficiente?
RECENSIONE
Ho letto molte storie di Miss Black, e fortunatamente ne ho ancora molte da scoprire, attingendo alla sua ampia e variegata bibliografia. Libri che spesso fungono per me da ristoro, regalandomi il perfetto rifugio dalla vita quotidiana, che spesso ci trascina via con molteplici fluttuazioni e per cui la scelta migliore è quella di volersi bene leggendo.
Ammetto che quando ho deciso di conoscere la storia di Yidir e Chiara non immaginavo di trovarmi coinvolta in un libro tanto potente e intimo. Una lettura che mi ha lasciata per giorni un ricordo vivo, un’esperienza indimenticabile vissuta sorvolando il caldo deserto libico, il magnifico anfiteatro di Lecce e il mare delle coste siciliane. Paesaggi significativi che fanno da contorno ad una storia toccante, la più bella letta fino ad oggi di questa sorprendente scrittrice.
Diversità culturale, guerra, razzismo, immigrazione, nonché l’eterno conflitto tra il valore della vita e gli interessi economici di nazioni e grandi multinazionali sono i temi scottanti che si ritrovano in “Senza pace”. Argomenti raccontati con lucidità e straordinaria schiettezza, caratteristiche che rendono unico lo stile di Miss Black, autrice capace di parlare di tematiche attuali e difficili con arguzia, ironia e quel tocco di sensualità ed erotismo che plasma tutto in modo sublime.
Stavolta però a predominare è una storia d’amore commuovente e bellissima, in cui due esseri umani profondamente diversi si conoscono, ritrovandosi a condividere il palcoscenico spietato e crudele della guerra in Libia, scenario militare e politico complicatissimo e ancora oggi attuale, aggravato dalla presenza di interessi economici in aggiunta ai colpi dei Kalashnikov.
“Era silenzioso, discreto, e dopo un po’ non facevi più caso al suo AK-47. Inoltre era bello. Un gran bell’uomo, alto, in forma, con la pelle olivastra e il profilo tagliente della gente del deserto.”
Chiara, donna italiana in carriera tosta e determinata, e Yidir, capo della sicurezza libico dai modi duri e dalla mentalità tradizionale, sono i protagonisti di una storia originale e profonda, che li renderà inizialmente vittime di un’attrazione travolgente alla quale però non vorranno dare un nome, né offrire un futuro a causa di una realtà troppo complicata da gestire e che li rende inconciliabili.
“A volte la guardava con un’intensità da fermarle il cuore. Con affetto, struggimento… amore? Era così impossibile?”
Un popolare detto arabo che dice “L’occhio del sole non si può nascondere con un setaccio” getta la romantica prospettiva che un sentimento che nasce inaspettato non può nascondersi a lungo. Ma in guerra tutto è imprevedibile e nonostante un sentimento possa germogliare nell’aridità del deserto, nulla resta in piedi come lo si è lasciato, nessuno rimane illeso.
“Erano sopravvissuti, e il solo fatto di star loro vicini elevava un po’ anche te.”
Una storia di cambiamento, dolore, rinascita e perdita. Un racconto al cui centro c’è la sopravvivenza interpretata a più livelli: dalla ferocia umana più impensabile alla crudeltà della guerra, da un destino di riscatto improvvisamente strappato alla fragilità di un cuore che non si pensava così debole. Chiara e Yidir sono simboli meravigliosi di speranza e resilienza a sopravvivere oltre il dolore e la rassegnazione, per ricominciare a vivere imparando a riconoscersi, come animali feriti restati troppo a lungo distanti ma che vogliono ridarsi dignità e fiducia, gradualmente.
Un intreccio complesso raccontato con lucidità e perfezionato da un sapiente distacco in grado di offrire una storia in cui il giudizio è sospeso ed è piuttosto la riflessione ad emergere dall’abisso più profondo. Un libro che getta luci e ombre su realtà terribilmente attuali, sommergendo il lettore di domande che parlano al cuore e alla coscienza senza forzature, senza offrire tregua, senza lasciare pace.
Una lettura che per queste ragioni è impossibile dimenticare, come la bellezza di un tramonto nel deserto o l’alba nel mare di Sicilia. Come l’amore che cura, disseta, aspetta, lenisce, abbraccia e salva, al di là di ciò che potrà mai riservare il futuro.
Emma ha una carriera di successo, un compagno con cui ha ritrovato la complicità, un futuro che sembra già scritto. Tutto va in frantumi quando nella sua esistenza compare un uomo così bello da sembrare irreale. E apparentemente lo è, visto che la prima volta Emma lo incontra in sogno, un sogno vivido ed erotico. Da quel momento in poi la vita perfetta di Emma comincia a sgretolarsi. Warad-Sin, l’amante del suo sogno, si presenta in carne e ossa: magnifico, arrogante e tutt’altro che umano. Emma si rende conto di doversi difendere da lui e inizia a studiarlo con l’aiuto del professor Valdes, un antropologo che è quasi stato ucciso da un’esemplare femmina della sua stessa specie: i lilim. I lilim sono antichi come il mondo; belli e letali, si nutrono della forza degli esseri umani durante il sonno. Resistere al loro fascino è quasi impossibile e oltretutto Emma ha un motivo molto solido per non liberarsi di Warad-Sin. Un motivo che le sta crescendo dentro.
RECENSIONE
«Chi non ha mai avuto un sogno, forse ha solo sognato di vivere»
Il sogno come possibile estensione della realtà o proiezione dei propri desideri, quelli più nascosti. Spesso ci chiediamo se queste immagini che si affacciano nella nostra mente nel momento in cui siamo più vulnerabili siano davvero lo specchio di ciò che abbiamo dentro. In realtà non ci sono studi che dimostrano inequivocabilmente la relazione tra il sogno ed il nostro profondo io interiore.
Se nell’antichità i sogni venivano concepiti come segni divini, fu solo con Sigmund Freud che, nel XIX secolo, questi assunsero la caratteristica di rivelatori del nostro inconscio. Freud sosteneva infatti che i sogni rivelassero quelli che sono i nostri desideri più nascosti.
Ad oggi questa visione è stata in parte superata, affermando che il significato dei nostri sogni è quello di essere un’estensione delle emozioni provate quando si è svegli. Nonostante gli studi e le ricerche ad oggi disponibili, il sogno mantiene quell’aurea di mistero profondamente affascinante e capace di intrigare, come questa storia, primo capitolo di una trilogia fantasy che promette molto.
Lei invece si era addormentata e aveva sognato. Nel sogno era lì, a letto.
Emma vive a Londra e incarna una donna moderna e affermata, con una carriera professionale appagante ed una vita sentimentale stabile. Tutto fila liscio se non che a stravolgere la sua vita accade qualcosa di inaspettato, così sconvolgente da rimettere tutto in discussione. Un evento che ha a che fare con un’incontro ravvicinato con una figura che di umano ha ben poco se non l’aspetto, particolarmente conturbante tra l’altro, al punto da togliere il sonno. Letteralmente.
Sopra di lei c’era un uomo dai capelli scuri e sfilati. Un uomo… irreale, nella sua bellezza perfetta. Fisico da modello di intimo e lineamenti squisiti, regolari. Gli occhi allungati e brillanti.
Warad-Sin è bello da mozzare il fiato, perfetto, seducente. Quando appare nei sogni trascina la sua vittima in un turbine di desiderio, annientando ogni volontà di resistenza fino a creare dipendenza. E’ nel sogno che è la sua forza, è nella realtà che si nasconde la sua fragilità.
Il tema di questa storia è intrigante: sogno o realtà? Quanto il sogno rivela della realtà e quanto la realtà nasconde attraverso i sogni desideri repressi o maschere spesse, così tanto da nascondere la vera natura di un individuo, magari sotto una superficie luccicante o un corpo divenuto difettoso.
Miss Black ha la profonda capacità di sorprendere sempre, inventando storie mai banali, con personaggi che non deludono mai, perché sfaccettati e imperfetti. Questa storia strizza l’occhio al genere fantasy, popolato da creature affascinanti e carismatiche che spaziano tra la natura umana e la dimensione divina, con l’aggiunta di quel tocco erotico impeccabile che contraddistingue la firma di questa autrice. Racconti che senza rinunciare ad una sana dose di humour offrono in più prospettive originali, utili ad interpretare in chiave leggera argomenti profondi, come il rapporto ancestrale tra l’uomo e la donna e la maternità, intesa nella sua forma più primitiva.
Un storia in cui la vita e l’amore stanno al centro senza annoiare, in modo originale e mai convenzionale, arrivando a toccare il cuore, che stavolta ha avuto anche qualche sussulto di commozione.
«L’amore a volte è rinuncia.»
Ho percepito quanto a volte la vita riservi amari risvegli, in cui il sogno lascia il posto alla consapevolezza di non essere capaci di vedere oltre l’apparenza, oltre la coltre del pregiudizio, intersecando lo spazio tra bene e male, perdendo l’occasione di guardare con i propri occhi.
Spero di leggere quanto prima il secondo capitolo di questa trilogia, che promette molto bene.
Reagan Desoto ama recitare, ama lo sfavillio del mondo di Broadway così come l’odore dei piccoli teatri, ma una ragazza di Harlem non dovrebbe credere nei sogni, soprattutto quando a spronarla è un giovane con il conturbante aspetto e il naturale talento di James Dean. Noah Dresner sembra mostrare uno strano interesse per lei, nonostante il suo look da maschiaccio e il suo modo sfrontato di dire e fare le cose. Noah è l’uomo che l’ha stregata da subito, che le permette di conoscere le gioie e i dolori del sesso senza tabù, con l’unica regola di escludere dall’equazione l’amore, ciò che si ostina a non concederle e che lei invece non riesce a negargli.
Un’intima amicizia sbocciata dietro le quinte della scena Off Broadway di New York. Una passione che rischia di bruciare come un incendio. L’amore che è impossibile da soffocare, anche in un rapporto all’insegna del sesso privo di limiti. Perché la maschera può essere un mezzo per sentirsi liberi, ma anche la più subdola delle gabbie. Dopo l’erotico The Undressed Series, Moloko Blaze torna con una nuova avventura Hot Contemporary Romance! Si consiglia la lettura di Playing Time a un pubblico adulto e consapevole.
RECENSIONE di Alessia
Il potere dei libri mi sorprende continuamente, come uno spettacolo pirotecnico pieno di luci abbaglianti in grado di illuminare il cielo di notte da ammirare con stupore e meraviglia. Emozioni che non hanno età ma che diventano tesori preziosi se vissute da adulti, quando si è maggiormente consapevoli della presenza di luci e ombre, che si dipanano alternandosi su un enorme palcoscenico, quello della vita, dove nessuno può esistere senza ruoli da interpretare o maschere da indossare.
Playing Time è la sublime celebrazione di questo concetto, ovvero come tutti noi viviamo su un palcoscenico, indossando quotidianamente maschere che ci permettono di agire in ruoli più o meno definiti, imposti da vari contesti, sia essa il nucleo familiare, l’ambito professionale fino alla società in generale.
Fin dalle prime pagine, il libro apre il sipario su un luogo non luogo, un teatro, in cui si sta provando una scena dal sapore intenso e coinvolgente, tanto da mettere in luce immediatamente i profili dei due protagonisti.
«Innamorarsi di uno come Noah è come lanciarsi da un aereo senza paracadute.»
Noah Dresner, 28 anni, dal fascino ribelle e magnetico oltre che dall’indiscusso talento di attore, capace di infiammare l’anima con il suo sguardo tagliente e malinconico e di mordere la vita in ogni istante. La sua filosofia di vita sembra ricalcare quella di James Dean, icona indimenticabile che diede voce al disagio di una generazione smarrita e senza punti di riferimento, alla disperata ricerca della propria identità. In un suo celebre film disse : “Sogna come se potessi vivere in eterno, vivi come se dovessi morire oggi” , un frase diventata leggenda e che delinea indiscutibilmente il profilo di Noah, con la sua perenne voglia di sperimentare, curiosare, andare oltre i propri limiti per capire fin dove spingersi per realizzare i propri sogni e soddisfare desideri, bisogni. Vive ad Hell’s Kitchen, celebre quartiere vicino alla scintillante Broadway e nel cuore della zona dei teatri più importanti, ospitante la sede del famoso Actors Studio, che frequentò proprio James Dean. Una zona elitaria dove l’arte si respira per strada.
Avevo sempre creduto di essere una ragazza invincibile. Ferita, ma invincibile. Fino a che non avevo incontrato Noah Dresner. Ventotto anni, attore di teatro, sceneggiatore a tempo perso.
Reagan Desoto, 21 anni, dalla carnagione mulatta e gli occhi scuri come l’inchiostro, abituata più a nascondersi che mostrarsi e dotata di un’inconsapevole sensualità che la rende intrigante come una perla esotica da scoprire. Insicura ma coriacea, inesperta ma ribelle, vive una continua contraddizione che la definisce senza delineare un contorno preciso, facendo di lei uno dei personaggi femminili tra i più interessanti letti fino ad oggi. Ama recitare, una passione che diventa terapia per fingere, cambiare pelle, sentendosi parte di qualcosa. Il teatro è la sua salvezza per sopravvivere ad una vita difficile, fatta di privazioni affettive e materiali. La sua casa è la periferia di Harlem, quartiere – ghetto in cui disagio sociale e emarginazione predominano sulla vita di chi vi fa parte.
Ambientazioni ben definite identificano il vissuto di due protagonisti profondamente diversi nell’approccio alla vita, nelle scelte che li hanno definiti fino a quando non si conoscono. Sarà il teatro a farli incontrare e sarà lo stesso palcoscenico che li vede calcare la scena come promettenti attori a fondere le loro anime, fatte di spigoli, bruciature, paure, fragilità e nascondigli, che siano questi abiti extra large o colpe da espiare.
Il loro è un percorso di sperimentazione mentale e fisica. Il sesso è uno strumento formidabile attraverso il quale provano a superare le loro paure, a chiedere e donare fiducia, per fidarsi e affidarsi a qualcuno, a credere in loro stessi. Le scene di sesso sono sublimazioni del corpo, raccontate in modo vivo e scritte con immensa bravura. L’eros trova in questo libro la sua celebrazione dei sensi, in cui il piacere e il dolore si compenetrano oltrepassando il puro riferimento carnale per elevarsi verso un significato più profondo ed esteso.
«L’unico modo che abbiamo per essere felici è aver sperimentato il dolore, il metro di paragone per ogni esperienza.» Continuò, conquistando un altro centimetro. «Una cosa può essere bella solo se sei cosciente di cosa non lo è.»
In questo equilibrio sottile trova spazio un terzo personaggio, Rhys, amico fraterno di Noah. Magnetico, carismatico e contraddistinto da un’innata saggezza, Rhys diventa la chiave di volta che plasma il percorso di crescita di questi due ragazzi per aiutarli a comprendersi. Un uomo dalla fortissima sensualità che ricorda Dennis Stock, fotografo e amico di James Dean, che ne capì il talento fin da subito contribuendo a renderlo leggenda con i suoi celebri scatti, ritraendolo, come gli diceva, “dove ti senti felice”, un po’ come fa Rhys con Noah e Regan. Un personaggio che ho adorato e di cui mi auguro di leggere una storia dedicata a lui.
A fare da contorno a questo libro una colonna sonora intrigante, che questa eclettica autrice, appassionata conoscitrice di musica, ha scelto con grande accuratezza. Sonorità d’altri tempi come Ray Charles, Elvis Presley e Nina Simone si alternano a generi musicali più contemporanei come Fatboy Slim e Public Enemy. Un viaggio sonoro che pervade le vicende del racconto in grande stile.
La ricercatezza musicale conferma l’attitudine di Moloko Blaze alla passione per le arti visive, come il teatro, il cinema e la fotografia che fanno da cornice a Playing Time. Una storia meravigliosa che offre il connubio perfetto tra due stili, romance ed erotico, a differenza delle atmosfere più carnali ritrovate nella serie Undressed, in cui l’eros predomina maggiormente celebrando l’arte in senso più figurativo.
Una vena artistica dai poteri afrodisiaci che avvolge di sensualità lo stile raffinato di una scrittrice sapiente e di grande spessore, che mi ha fatta innamorare della lettura come poche. L’esclusivo punto di vista di Reagan amplifica il coinvolgimento trascinando il lettore nei suoi pensieri, paure e sentimenti che deflagrano per Noah, il cui animo si svela solo attraverso gli occhi di lei, mantenendone l’alone di sensuale mistero.
Non era raro che io e Noah, due attori che usavano le parole per vivere, parlassimo senza emettere un suono. Capitò anche quella volta. In silenzio, avevamo parlato di amore, quella strana forma di amore che provavamo l’uno per l’altra.
Chapeau Moloko, alla prossima.
Le luci di questo spettacolo pirotecnico mi hanno fatta sognare e vibrare l’anima. A sipario chiuso e a luci spente si torna a casa, va in scena la vita.
RECENSIONE di Sara
La sfavillante cornice dei teatri di Broadway fa da sfondo al primo incontro tra Noah e Reagan, due ragazzi all’apparenza molto diversi tra loro che si scopriremo essere anime affini.
Noah vive ad Hell’s Kitchen, e somiglia pericolosamente a James Dean, riprendendo le fattezze e la voglia di essere libero e ribelle dal famoso attore.
Reagan è una ragazza di origini afroamericane nata e cresciuta ad Harlem, che nasconde i propri sogni dietro un abbigliamento da uomo che non le rende giustizia, e dietro la paura che un passato tormentato possa portarglieli via.
Conosce Noah durante le prove per lo spettacolo che metteranno in scena, e il ragazzo la cattura e la porta senza fatica portandola nel suo mondo permettendole di essere finalmente se stessa, senza restrizioni o tabu’.
Ma poi… poi sei arrivata tu. E non te ne sei più andata. Hai piazzato una tenda nel mio cervello e nel mio cuore, i ci sei sistemata bene. E più cercavo di allontanarti e più ti desideravo. Non desideravo solo il tuo corpo, desideravo te. Volevo possederti, volevo ascoltarti, parlarti, toccarti. Volevo viverti. Ero… sono schiavo di ogni tuo sogno, di ogni tuo desiderio anche di quelli che ancora non conosci. E oggi, Reagan, mi sono reso conto che sei tu che sei ad essere responsabile della mia tristezza , così come sei responsabile della mia felicità.
Se chiudete gli occhi verrete immediatamente trasportati nella stupenda atmosfera di “Playing time”, e non vi limiterete solo a leggerlo, ma lo vivrete sulla pelle, senza pudore, senza fatica, ma con entusiasmo e immensa curiosità.
Riconoscerete di certo lo stile di Moloko Blaze, toccante fin dalla prima parola, anche se stavolta vi troverete davanti ad una magia, ovvero un bellissimo connubio tra un romanzo erotico ed una storia romantica che vi terrà incollati alle pagine senza respiro.
Incontrerete di nuovo personaggi messi a dura prova dalla vita, feriti anche in modo profondo, ma che non si sono mai arresi, anzi, hanno fatto della loro sofferenza un modo di riuscire a reagire, di rincorrere la sospirata felicità.
Rispetto alla trilogia di “Undressed” però, leggerete delle scene erotiche, mai volgari, di certo descritte in modo più mentale che fisico, ma non per questo meno carnali e appassionate.
E’stupendo il parallelismo col teatro e la fotografia, per tutto il libro infatti i protagonisti si trovano tra la finzione e la realtà culminando nella scena a mio parere più intensa, quella dello spettacolo, dove si donano reciprocamente l’uno all’altra senza veli, maschere o paure.
Anche il letto di una stanza poteva essere un palcoscenico. Un gioco di ruoli ben preciso. Una regia di sguardi, di movimenti, di battute, di luci. Un fuoco artificiale di emozioni sature di colori, un luogo in cui tutto era più acceso, più forte, più intenso. E le parole non erano solo parole.
Molti personaggi fanno da contorno alla storia, spicca su tutti la figura di Rhys, che ammetto ha fatto breccia del mio cuore, fotografo e amico di Noah, di certo una presenza imponente che però riesce sempre a restare da parte senza entrare nel profondo di quello che lega Noah e Reagan.
Se avete voglia di forti emozioni questo è il libro che fa per voi, lasciatevi trascinare da ogni piccolo dettaglio che questa storia vi regalerà, perché non esiste spettacolo migliore di quello che due persone davvero libere riescono a regalarsi a vicenda.
Sul volantino dice: “Mike Reed, marito in affitto”, ed elenca tutte le piccole riparazioni che Mike può fare in casa tua, dall’aggiustarti il lavandino a falciarti il prato. Quello che non dice è che Mike Reed è un vero e proprio splendore, uno che potrebbe fare il modello in una pubblicità di profumi, e che è pure alla mano e simpatico. Quindi dov’è il trucco? Alina lo chiama per una riparazione e poi si trova ad assoldarlo davvero come marito in affitto, o meglio, come fidanzato a una riunione di ex compagni di classe. Mike si comporta in modo perfetto e c’è anche un interludio romantico che Alina non avrebbe mai osato immaginare. È così bello, perché dovrebbe piacerle lei? Proprio lei, con la sua famiglia ingombrante, asfissiante e messicana. Lei che non potrebbe mai fare la modella, nemmeno per una pubblicità di aspirapolveri. Lei che lotta con problemi banali come i concorrenti sul lavoro e non con problemi grossi come quelli di Mike. Perché Mike è splendido, è vero, ma è tutto finto. Una volta scoperta la verità, non c’è più motivo di essere in soggezione. Ma, Alina, aspetta un attimo… sei davvero sicura di aver scoperto la verità?
RECENSIONE
Leggere questa storia è stata una godibilissima distrazione dalla realtà, che fin dalle prime pagine mi ha rapita, scoprendo di questa sorprendente autrice una nuova sfumatura, con tratti più rosa del solito. Una tonalità adorabile che mi ha convinta senza dubbio alcuno, contribuendo a rendere la sua aurea poliedrica ancora più intrigante e completa.
“Il marito in affitto” mi ha intrattenuta con ironia, intelligenza e un ottimo grado di piccantezza, quella tipica della qualità “Habanero” messicano per intenderci.
Una storia che nel suo complesso paragonerei ad una salsa guacamole ben fatta dal sapore perfettamente bilanciato, in cui ogni ingrediente è stato selezionato ad arte. Una pietanza gustosa in cui ho ritrovato alcuni tra i temi più cari a Miss Black, come discriminazioni sociali, razzismo e problemi di dipendenza.
Mi chiamo Alina Suarez, ho trentadue anni e sono un’agente immobiliare. So usare un trapano, un cacciavite e una pinza. Il prato me lo falcio da sola (anche se non abbastanza spesso) e, se necessario, stucco, carteggio e dipingo. Ma i lavandini rotti non li so aggiustare.
Alina è una piccola Bridget Jones di origini latine che ho adorato, in primis per la sua autenticità: assennata, lavoratrice, pragmatica, indipendente e soprattutto consapevole di essere una ragazza normale. Le sue origini messicane la collocano in una cornice precisa, quella tipica della seconda generazione di immigrati nati in America ma cresciuti con un’educazione di cultura latina, fondata su tradizioni e valori in cui la famiglia è al centro di tutto. Un legame molto forte che, se da un lato offre solide certezze, dall’altro invade e pervade la sua vita come una guaina contenitiva troppo stretta, quasi soffocante.
Mike è alto, aitante, biondo, insomma bellissimo. Bellissimo e al verde, tanto da arrangiarsi come “tuttofare a chiamata”, che sopravvive facendo piccoli lavoretti nelle case altrui.
Il loro incontro è spassoso come solo l’abilità di Miss Black è in grado di raccontare, delineando l’inizio di un rapporto di affari che gradualmente diventa qualcos’altro, rivelando quanto l’apparenza sia spesso ingannevole.
Il mio marito in affitto era dritto davanti al cancello, con una grossa valigetta degli attrezzi in mano. Il lampione sulla strada lo illuminava benissimo, purtroppo.
Mike, infatti, è tanto perfetto quanto finto. Scoprire cosa si celi dietro la sua luccicante facciata è la vera forza motrice dello sviluppo della storia, tramite cui svelare un dislivello più profondo che va aldilà della differenza estetica. Un divario che segna il confine tra due vite vissute agli antipodi e che rende i protagonisti di questa storia complementari in modo straordinario.
Da una parte Alina, una ragazza semplice ma soffocata da una famiglia invadente che la ossessiona con tappe da rispettare, obblighi da mantenere, traguardi sociali ai quali ambire e su cui costruire la propria realizzazione personale.
Ero così abituata a non contare niente per nessuno che ormai lo consideravo normale.
Dall’altra parte Mike, un ragazzo complicato e appesantito da un doloroso passato costellato di dipendenze tra droga e alcol e proveniente da una ricca famiglia alto borghese, che lui stesso ha rinnegato perché priva di ogni principio morale.
Ora non avevo più niente, la mia vita era un casino, ma stavo indubbiamente meglio. La mia nuova vita era molto meno semplice di quella precedente… era scomoda, solitaria e piena di privazioni, ma per la prima volta non mi sembrava priva di senso.
Due dimensioni di vita antitetiche che inducono a riflettere su come certi ambienti familiari e sociali generino spesso modalità di azione e interazione difettosi, lasciando dietro di sé tracce indelebili nella psiche di coloro che ne fanno parte. A volte però riconoscerle è il primo passo per superarle, prendendo misure e mettendo distanze per vivere liberi o perlomeno in modo più consapevole, lasciando indietro il giudizio.
La libertà e la schiettezza sono tra i tratti identificativi che maggiormente apprezzo in questa originale autrice che conferma il suo inconfondibile stile asciutto e diretto, arricchito stavolta dall’alternanza tra i punti di vista dei due protagonisti che scava più in profondità del solito.
Una storia che consiglio spassionatamente perché intrattenere con intelligenza non è da tutti, men che meno far scaldare il palato a dovere con scene bollenti scritte in modo impeccabile. Insomma è risaputo che il peperoncino faccia bene, se poi è di qualità “Habanero” è un vero toccasana: contiene vitamina A, che aiuta a mantenere la salute degli occhi, capelli e pelle. Possiede proprietà stimolanti, antisettiche, disinfettanti e digestive.
Quindi, come farne a meno?
E poi ammetto di avere un debole per i suoi protagonisti maschili: sporchi, imperfetti, incasinati e stavolta anche gentili e tuttofare…sai mai che se mi si rompesse il lavandino chiamo l’assistenza e mi mandano Mike.
Reagan Desoto ama recitare, ama lo sfavillio del mondo di Broadway così come l’odore dei piccoli teatri, ma una ragazza di Harlem non dovrebbe credere nei sogni, soprattutto quando a spronarla è un giovane con il conturbante aspetto e il naturale talento di James Dean. Noah Dresner sembra mostrare uno strano interesse per lei, nonostante il suo look da maschiaccio e il suo modo sfrontato di dire e fare le cose. Noah è l’uomo che l’ha stregata da subito, che le permette di conoscere le gioie e i dolori del sesso senza tabù, con l’unica regola di escludere dall’equazione l’amore, ciò che si ostina a non concederle e che lei invece non riesce a negargli.
Un’intima amicizia sbocciata dietro le quinte della scena Off Broadway di New York. Una passione che rischia di bruciare come un incendio. L’amore che è impossibile da soffocare, anche in un rapporto all’insegna del sesso privo di limiti. Perché la maschera può essere un mezzo per sentirsi liberi, ma anche la più subdola delle gabbie. Dopo l’erotico The Undressed Series, Moloko Blaze torna con una nuova avventura Hot Contemporary Romance! Si consiglia la lettura di Playing Time a un pubblico adulto e consapevole.
TEASER
«Quindi tutto ciò che fai è vendere hamburger e patatine e arrossire durante il laboratorio di teatro?» «Hai descritto la trama della mia vita» conclusi, sollevando la mano e mostrandogli il dito medio. «Cazzo» mormorò stropicciandosi la faccia con le mani. «Non mi trattare come una causa persa! Io ho da fare, non ho tempo per i ragazzi, o per le feste, o per qualsiasi altra cosa tu mi voglia proporre. E non verrò a letto con te, se stai facendo tutta ‘sta pantomima per questo.» «Io non scopo le vergini!» Poche parole, ma di fatto mi aveva estratto il cuore dal petto, lo aveva gettato a terra e calpestato con le sue costose Clarks. «Perché no?» Sperai che ignorasse il velo di delusione nel tono della mia voce. «Troppa responsabilità.» Non riuscii a trovare alcuna idea per ribattere, solo un senso di oppressione che mi stritolava lo stomaco. «Ma posso aiutarti.»
Dopo una giornata particolarmente dura in tribunale, Kaia Evans, avvocatessa e socia di un grande studio legale di Boston, decide di concedersi una notte di divertimento con un ragazzo di un’agenzia di gigolò. Ma l’uomo che si presenta alla sua porta, non è quello che ha scelto. È meno giovane, è più complicato e ha un dolore negli occhi che Kaia non riesce a dimenticare. E il sesso con lui è la fine del mondo.
Consapevole che innamorarsi di un professionista dell’amore sarebbe un’idiozia, Kaia decide di non chiamarlo mai più. Dal canto suo Taylor è stato chiaro: le uniche relazioni che concepisce sono a pagamento.
Ma il destino a volte è beffardo, e quando Kaia viene a sapere che il suo studio ha assunto un nuovo caso pro bono che riguarda uno gigolò sfigurato da una cliente, in fondo non si stupisce di scoprire che è Taylor. Le loro vite si intrecceranno in modi che nessuno dei due avrebbe potuto prevedere… nel bene e nel male.
RECENSIONE
Kaia Evans ha 39 anni e dopo l’ennesimo divozio è single convinta. A darle piena soddisfazione c’è il lavoro: Kaia è un avvocato di successo a capo di uno studio legale molto affermato di Boston, rilevato dalla socia fondatrice Christie, ritirata qualche anno prima per motivi d’età.
Dopo anni di successi, le capita improvvisamente una brutta giornata, una di quelle da dimenticare a cui non è più abituata, un’eccezione alla sua inviadibile carriera legale.
Il sistema legale americano era fatto in modo che se spendevi un sacco di soldi in avvocati, di solito vincevi. Vincevi anche se eri colpevole, o comunque limitavi i danni. Quella mattina era stata un’eccezione.
Ed è nei momenti difficili che avere qualcuno a casa ad aspettarti potrebbe fare la differenza, almeno per non sentirsi troppo soli, trovando magari il conforto necessario per staccare la spina e ripartire meglio di prima:
Il brutto di perdere una causa e di essere Kaia Evans, aveva scoperto Kaia, era che nessuno aveva voglia di venire a bersi una cosa con te per tirarti su di morale. Davano per scontato che tu non ne avessi bisogno, perché eri Kaia Evans, una delle avvocatesse afroamericane più pagate e influenti in città. Una che mangiava sassi a colazione e non aveva rimpianti.
Così, per sopperire ad una sconfitta in tribunale, Kaia decide di distrarsi con un buon bicchiere di vino e con della compagnia senza impegno, magari a pagamento.
Kaia se ne tornò al suo attico e pensò che era proprio quando le cose andavano male che una ragazza aveva il diritto di concedersi un premio di riserva.
Ma i suoi piani per la serata hanno un piccolo cambio di programma. Per un’imprevisto improvviso il giovane ragazzo scelto online non è più disponibile per cui l’agenzia alla quale si era rivolta le propone una sostituzione. Quando il campanello di casa suona, Kaia si trova davantia a sé non un giovane simile al prescelto bensì un uomo adulto, maturo che la confonde al primo sguardo, con una singolare e magnetica mascolinità.
Doveva avere più di quarant’anni, le guance segnate da diverse rughe dritte, gli occhi chiari sulla pelle abbronzata, la barba di cinque giorni, così a occhio e croce.
Bisognava ammettere che aveva un bel fisico, era un tizio alto e con due belle spalle, abbigliamento casual: jeans che non nascondevano delle gambe snelle, camicia a scacchi con le maniche rimboccate su dei bicipiti molto okay.
Taylor Vaughan ha 42 anni ed è padre di una ragazza adolescente, Jenny, che cresce da solo quasi da sempre. Taylor lavora come gigolò da 7 anni. I motivi che l’hanno portato su questa strada sono puttosto complicati e legati inesorabilmente a questioni da cui non può più fuggire. Un mestiere che gli riesce bene ma che non è facile gestire, un micidiale mix di divertimento e squallore. Una scelta dettata da pura necessità e trasformata nell’opportunità di guadagnare molti soldi in breve tempo. Un vita dai toni contrastati, in cui mantenere la dignità è diventato un lusso.
Aveva un’espressione seria, concentrata… non molto festiva, per così dire.
L’incontro tra Kaia e Taylor è programmato, pianificato. Un appuntamento fissato con un obiettivo chiaro. Alla fine si tratta di uno scambio commerciale in cui si paga per dare e ricevere piacere. Tutto facile, no? Ma se in questo passaggio di denaro e sesso, un sesso indimenticabile tra l’altro, qualcosa stona, che fare?
C’era qualcosa di triste, nello scambio mercenario appena concluso. Si chiese se Taylor fosse più trasparente del ragazzo con cui era stata un decennio prima, o se fosse più vecchia lei. Al contrario di allora, ora capiva che il professionista che aveva chiamato non si era divertito, aveva solo fatto un lavoro, un lavoro che non gli piaceva nemmeno poi molto.
Difficile gestire l’imprevisto, soprattutto se l’inaspettato crea ricordi che non ti lasciano in pace, neppure dopo giorni. Così quando Kaia decide di richiamare Taylor per rivivere una serata di sesso spettacolare, capisce che a rischiare è proprio lei. Perchè forse non basta una notte per essere soddisfatta, non del tutto, soprattutto se in gioco subentra altro.
Taylor rappresentava il suo ideale maschile, non c’era altro da dire, e l’intensità con cui le piaceva era pericolosa, considerando che era un professionista a pagamento molto bravo a rigirarsi le persone attorno a un dito.
Kaia è molto intrigata da questo aitante quarantenne dallo sguardo sicuro ma triste, capace di darle piacere in modo mai provato prima. Ma percepisce il pericolo di un’ammaliante attrazione verso l’uomo oltre che verso il professionista. Così, consapevole di essere tanto sicura sul lavoro ma altrettanto insicura a livello emotivo, decide di evitare ulteriori incontri e dimenticarlo.
«Vedi come sei diabolico? Il modo sottile che hai di lusingare la gente. Senza mentire, lasciando intendere. Ma sono un avvocato, bambino mio».
«Il che va benissimo, intendiamoci. Le donne con una bassa autostima riguardo alle proprie qualità seduttive sono il sale della mia clientela».
Ma se a metterci lo zampino si mette un destino bizzarro, si può fare poco e ricadere nella trappola delle proprie emozioni è un’attimo.
Kaia e Taylor si ricontrano dopo mesi proprio nello studio legale di lei.
La Williams, Evans & Partners, come molti grossi studi legali, prendeva un sacco di casi pro bono. In parte per le detrazioni fiscali, certo, ma in parte anche per motivi di prestigio. Che uno studio dal fatturato multimilionario come il loro non facesse nulla per la comunità sarebbe stato giudicato in modo molto negativo.
Questa volta però i ruoli sono invertiti e lo scambio che li aveva visti al centro del tavolo la prima volta avviene su un piano diverso, in cui è lui ad avere bisogno di lei.
Da questo ritrovamento, Taylor e Kaia si troveranno difronte a verità inconfessabili, ricatti e tradimenti in cui non sarà facile districarsi. Si troveranno nudi, non solo nel senso primordiale della parola, bensì dal punto di vista dello svelamento di loro stessi. Se da una parte Taylor dovrà imparare ad affidarsi a qualcuno, dall’altra Kaia dovrà mettersi in gioco davvero, senza paracaduti a sostenerla, provando a gestire la nascita di un sentimento conflittuale, senza rinunciare a del sesso divino.
No invece. Te l’ho già detto che mi piaci. Più volte. Se spegni un attimo l’insicurezza puoi anche arrivarci no? Ci sono mille motivi per cui è ovvio che tu piaccia a me. Ma il contrario? A parte il packaging?
Kaia lo guardò. Guardò quegli occhi chiari, e stanchi, e belli, e capì che ormai era fregata. Provava per lui qualcosa di profondo e complesso, non ne sarebbe più uscita.
Un professionista dell’amoremostra alcuni tra i temi più cari a Miss Black, come quello della giustizia, che assume significati contradditori: chi è davvero colpevole e chi innocente? Chi merita di essere salvato e chi deve essere punito?
Oltre alla giustizia, c’è la bellezza, quella autentica. Qual’è la reale bellezza? La canonica oppure quella in cui ci si mostra difronte allo specchio con le nostre imperfezioni? Si è belli nonostante il passare del tempo? Belli nonostante le ferite di una vita sbagliata e aldilà delle proprie insicurezze?
A volte si trovava a ripensare a quegli occhi acuti, stanchi e con dentro una scintilla ironica. Era riuscito dove parecchi dei suoi colleghi fallivano: tenerle testa, ma senza diventare ostile. Riguardo al suo lavoro era riuscito a essere onesto senza essere insultante. E a letto era stato divino.
Le dinamiche delle trame e la scelta di personaggi spesso imperfetti, colpevoli, sbagliati, stanchi e feriti mi hanno fatto amare questa autrice in modo irrimediabile. Kaia e Taylor sono creature meravigliose, capaci di avermi preso per mano durante la lettura e portarmi dietro un grande sipario. Una pesante tenda di velluto color rubino, come quelle della passione che trasuda nel racconto. Dietro al sipario, mi ha mostrato verità nascoste: abili artigiani che muovono fili invisibili utili alla scena, insieme a straordinari truccatori in grado di realizzare maschere perfette, impeccabili e realistiche.
E’ il palcoscenico della vita che va in scena ogni giorno, in cui spesso quello che sembra è molto lontano da quello che è in realtà.
E sarebbe stato difficile. Sarebbe stato un casino, perché era vero che non avevano nulla in comune e che le insicurezze di entrambi remavano contro. Ma non poteva evitare di provarci e se si fosse ferita… be’, almeno, per una volta, avrebbe vissuto.
Ammiro Miss Black per la sua capacità di scavare nell’animo umano con ironia, sensualità e magistrale intelligenza senza mai prendersi troppo sul serio. Personaggi autentici che amo per le loro fragilità, inspessite di una solida corazza ma addolcite da un sense of humour di raffinata intensità, grazie anche a dialoghi intriganti e divertentissimi. Storie d’amore come poche, insomma, arricchite da scene di sesso bollente scritte con rara sapienza, perchè mai volgari, mai inadeguate.
Una magica alchimia difficile da trovare, che mi affascina ogni volta e mi ricorda la bellezza della scoperta, quella di offrire al lettore vivi spunti di riflessione sulle storture della società e sull’approccio alla vita: quello che appare spesso è molto diverso dal quel che si rivela essere. E lo fa con elegante bravura, senza eccedere mai. Senza crederci troppo.
Penso che si possa scrivere romance senza essere stupide e senza cadere negli stereotipi. Le mie cercano di essere storie divertenti e coinvolgenti. Quindi, per favore, prima di pensare “Pff, erotico!”, date un’occhiata. Potreste restare stupiti.
Forse non per tutti ma, per quello che conta, sicuramente per me.
Miss Black I love you!
Indimenticabile.
Link per l’acquisto di Un professionista dell’amorequi
Recensione precedente pubblicata da Alessia sul blog All Colours of Romance