IL FURTO DEI MUNCH di Barbara Bolzan

IL FURTO DEI MUNCH di Barbara Bolzan

Titolo: Il furto dei Munch
Autore: Barbara Bolzan
Serie: Autoconclusivo
Genere: Thriller
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 2015
Editore: La Corte Editore

TRAMA


Il 5 aprile 2004, un commando mette a segno una spettacolare rapina alla banca di Stavanger, in Norvegia. Il 24 agosto 2004, dal Museo Munch di Oslo vengono sottratti i dipinti L’Urlo e Madonna. Due fatti apparentemente non correlati, ma che trascineranno il lettore in una vertigine di intrighi, pericoli e misteri, portandolo nel cuore del mercato nero, dell’arte e della musica.

Quando i dipinti scompaiono, infatti, lasciando dietro di sé una scia di morte, Agata Vidacovich, coinvolta nel traffico d’arte, tenterà di venire a capo dell’intricata vicenda, mettendo a dura prova le proprie certezze.

Sposata con un pianista di fama internazionale che ha ormai rinunciato alla propria carriera e al quale ha sempre mentito riguardo alla propria vera vita, Agata si ritroverà costantemente sul filo del rasoio, costretta a mettere a repentaglio tutto quello che ha di più caro per venire a capo di questo mistero.

Dove sono finiti i quadri?

Un thriller avvincente, che si snoda tra Milano, Oslo e Trieste e che tiene il lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina.

RECENSIONE


“L’arte nasce dalla disperazione. L’arte impara dall’arte. Si nutre di arte. È un processo costruttivo e distruttivo. Dell’anima dell’uomo.”


Un’opera d’arte, che sia un dipinto o una composizione musicale, prevede estro e impegno. Il risultato, visibile a tutti, è gioia per gli occhi o per le orecchie. E bisogna prendersene cura, come per una relazione d’amore.
In questo thriller è l’amore il protagonista: l’amore tra due persone, l’amore per il proprio lavoro, l’amore per l’arte in tutte le sue forme.

Agata e Giulio sono una coppia che non ha più nulla da dirsi. Lei ha una doppia vita tra famiglia, viaggi e perizie: immersa nel mondo dell’arte, non una donna ma un’ombra; lui invece è un pianista riconosciuto a livello internazionale, rinunciatario nel lavoro e fermo nella vita privata: la musica che un tempo lo spingeva avanti, ora è solo un contorno.
Vivono ancora insieme ma con stanca accettazione: Giulio tranquillo e rassegnato, Agata tutta un’altra storia. Siete pronti a conoscere questa donna misteriosa ed enigmatica?


“Ma cosa sei?” domanda Giulio. La voce trema più della mano. “Una falsaria, una ricettatrice, una trafficante d’arte…?


Una bella domanda a cui Agata non risponderà in piena verità e mi dispiace, non posso farlo neanche io. Posso dirvi che Agata vive di menzogne, di sotterfugi, di mezze verità sciorinate come oro colato; tutto per amore del suo lavoro e dell’arte.
Potrebbe sembrare semplicemente una moglie bugiarda, ambigua, scaltra e senza scrupoli; o magari una probabile criminale patentata che si muove nel mondo nel mercato clandestino tra falsari e ricettatori. Ma sappiate che ogni sua azione porterà al ritrovamento di quadri o opere trafugate da musei. Credo che tutti voi conosciate o abbiate avuto modo di vedere L’urlo e La Madonna di Munch e che conosciate la storia del furto.

L’autrice ne racconta la vicenda, attenendosi scrupolosamente ai fatti reali, e aggiungendo anche del suo per movimentare e rendere accattivante la storia. Leggendo vi ritroverete in magazzini sperduti e sporchi ad ammirare tele, vedrete falsari al lavoro, viaggerete tra Milano, Trieste e Oslo e conoscerete queste diverse città.
Non mancheranno misteri, organizzazioni criminali, omicidi; rimarrete stupiti, angosciati, avrete paura di perdere la vita, un’occasione o una persona cara. Agata combatterà con tutte le sue forze per riportare i quadri, ce la farà e a quale prezzo?

Quando ci si mette in gioco completamente si è consapevoli che si può perdere o vincere, mettendoci sempre il massimo impegno. Agata porta avanti la sua battaglia che alla fine non riguarda solo il lavoro ma diventa una battaglia personale.


LA MIA AMANTE -Frammenti d’amore- di Letizia Cherubino

LA MIA AMANTE -Frammenti d’amore- di Letizia Cherubino

Titolo: La maia amante-Frammenti d’amore-
Autore: Letizia Cherubino
Serie: Autoconclusivo
Genere: Narrativa
Narrazione: Prima persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 15 dicembre 2020
Editore: Youcanprint

TRAMA


Non c’è inizio e non c’è fine. Non c’è tempo che scorre lineare, ma altalena di istanti. Forse non c’è nemmeno una storia… Frammenti… come recita il titolo. Un diario scritto di getto per regalare un vago per sempre a una storia destinata a durare un soffio… eppure… Eppure qui s’insinua il dubbio che scardina sicurezze, non di chi lì dentro “vive”, ma di chi – dal di fuori – giudica. Un amore clandestino non merita dignità? Un amore NON alla luce del sole NON È Amore? Amore è ciò che dura per sempre o ciò che dura il tempo di essere per sempre ricordato? Chissà. Certo è che, qui dentro, il cuore palpita, i sentimenti si toccano con mano, la passione divampa e le anime si svelano in verità. E se non è amore… tant’è… è VITA! Carica di ossigeno. Densa di contraddizioni e… sospesa… Che di vaghe certezze ne è pieno il mondo, ma di Amore vero non se ne ha mai abbastanza.

RECENSIONE


“AMORE è ciò che dura per sempre o ciò che dura il tempo di essere per sempre RICORDATO?”


Oggi vorrei parlarvi di amanti e della differenza tra fare l’amante ed essere l’amante. Può sembrare la stessa cosa, cambia il verbo ma, se ci si ragiona su, non è proprio così. Fare l’amante, avere una avventura extraconiugale o comunque una relazione fuori da un rapporto consolidato, non è poi così difficile: basta lasciarsi andare e il gioco è fatto.

Essere amante è tutt’altra cosa e non è un gioco perché non si gioca con i sentimenti verso l’altro e con il volere bene a sé stessi. Essere amante non prevede promesse, non ci si aspetta nulla, se non amore, non si hanno regole precise né alcuna pretesa. Essere amante vuol dire garantire la propria presenza e il proprio amore e questo basta. A voi basterebbe? Spesso è più facile essere moglie che essere amante.

Ma continuiamo ad  analizzare questo concetto partendo dalla lettura de La mia amante di Letizia Cherubino. Non si tratta di una storia o di un romanzo; solo frammenti, frasi sciolte, pensieri senza freni, senza pudore di un’amante, riflessioni sul suo ruolo, sulle sue responsabilità, sulle sue sofferenze, sul suo amore incondizionato.

Leggete bene queste parole “sofferenze” e “incondizionato” perché l’amore di un’amante che sa di esserlo e non solo lo fa, non ha pretese: si ama e si riceve amore, senza condizioni. Si gode ma si soffre anche in silenzio, che non significa rassegnazione, rinuncia a lottare; implica consapevolezza che la situazione in cui ci si trova non si può cambiare, che è inutile piangersi addosso o sperare che da amante ci si trasformi in moglie o in compagna.

Questa è la sofferenza di chi fa l’amante. Chi lo è amante, invece, non desidera che il suo uomo o la sua donna lasci la famiglia per diventare altro. Chi è amante fa di tutto perché la relazione ufficiale venga tutelata. 

Ecco spiegata la differenza di cui vi parlavo all’inizio: quando si è amante non ci sono conflitti, non ci sono tradimenti, nessun senso di colpa, si  vive la storia nascosti dal mondo ma con il cuore aperto e trasparente. Questo rende vivi, anche se ogni tanto l’equilibrio può vacillare. L’importante è salvaguardare il proprio bene, la propria serenità. Quando ci si accorge che una situazione ci rende troppo infelici e pesa sul cuore, allora meglio lasciar perdere tutto e passare oltre. Nel frattempo si ama incondizionatamente.


“- L’inizio della nostra storia è ogni volta che ti vedo… -E la FINE? Ogni volta che ti saluto.”


Nel libro viene narrata l’inizio di una relazione partendo dall’innamoramento, dalla nascita del desiderio verso l’altro. Poi la relazione inizia ad essere vissuta e il sentimento, dapprima accennato, si trasforma in amore. Poi sopraggiungono le prime difficoltà che portano a differenti epiloghi. Questo libro non ha un finale o una soluzione, ognuno legge quello che ha vissuto, quello che sta vivendo o la storia che vorrebbe avere.

Non è un libro dedicato solo agli amanti ma fa riflettere anche sulle relazioni di coppia, sulle motivazioni per cui una relazione finisce per diventare così pesante da trovarsi a cercare un po’ di serenità altrove.


“- lo credo che, se due persone si amano, stanno insieme. – lo invece credo che, se due persone si amano, SI AMANO.”


IL CANTO DEL SALICE D’ARGENTO di Gabriel Wolf

IL CANTO DEL SALICE D’ARGENTO di Gabriel Wolf

Titolo: Il canto del salice d’argento
Autore: Gabriel Wolf
Serie: Autoconclusivo
Genere: Historical-fantasy romance, LGBTQ
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: Ottobre 2019
Editore: Self Publishing

TRAMA


Fra i decadenti splendori imperiali dell’Epoca Vittoriana presso l’Accademia Reale di Woolwich sboccia un amore proibito fra due giovani cadetti: Andrew Howard, ultimo discendente di una stirpe tanto nobile quanto segnata dal fato, ed Edward Carlisle, un ragazzo della ricca borghesia nascente che ha imparato a vedere il mondo ed a guardare dentro se stesso seguendo gli insegnamenti di una saggezza antica.

La loro storia s’intreccerà con quella di un compagno di corso, Napoleone Eugenio ultimo erede della dinastia Napoleonide, di cui condivideranno vita e destino finché nonostante circostanze imprevedibili, vicende storiche ed insospettabili avversari che li osteggeranno ferocemente scopriranno che solo il coraggio di essere se stessi potrà fornire la chiave per un futuro che appartenga solamente a loro.

RECENSIONE


“…adesso so che per tirarmi dalle tenebre ti muovi sempre su sentieri di luce per tornare da me.”


Tenebre e luce, così come ragione e cuore, ci guidano nel nostro cammino, alternandosi e mettendoci alla prova ogni giorno della nostra vita. In questo libro vedrete come sia possibile vivere e sopravvivere a un amore profondo ma tormentato. Lo stile dello scrittore cattura subito per la sua scrittura ricca e ricercata e per le descrizioni particolareggiate.

Ogni ambiente e personaggio viene scandagliato minuziosamente, tanto da creare l’illusione di essere veramente nel periodo Vittoriano. Si tratta infatti di un romanzo storico con una storia d’amore tra due uomini, Andrew e Edward; un amore “fuorilegge” per l’epoca ma molto profondo 


perché il vero amore basta a se stesso…e non c’è niente di sbagliato in questo, assolutamente niente.” 


Per far conoscere al lettore questo amore lo scrittore si avvale dell’aiuto dei ricordi degli avvenimenti passati; incontriamo i due giovani cadetti all’Accademia, ripercorriamo le loro diverse origini familiari, assaporiamo con loro il primo bacio. Un punto fermo del romanzo, quasi una presenza viva, è il salice che viene descritto così e da queste parole si può capire il significato del titolo: 


Laggiù, voglio raggiungere il salice che da sempre ti è amico e compagno, guarda, Edward, è bellissimo pure stretto nella morsa ghiacciata dell’inverno: brilla come argento nei raggi del sole e la luce stessa sembra danzare sui cristalli di ghiaccio dando l’impressione che i rami si muovano…”. 


C’è un estratto del libro che merita di essere sottolineato perché tratta di un argomento molto attuale; a parlare è Sybil, la sorella di Edward che gli dice di non vergognarsi dei suoi sentimenti perché ogni amore ha la sua essenza, il suo valore e non esiste un amore sbagliato, se nasce dal rispetto reciproco: 


Innanzitutto, fratello mio, il valore di un amore è determinato dall’onestà e dalla purezza dei sentimenti di chi lo prova, non certamente da un sistema di valutazione deciso da autoproclamate autorità morali e nel tuo, anzi, nel vostro caso, si tratta di sentimenti assolutamente sinceri, e dunque assolutamente indiscutibili, fra pari, in quanto all’accettabilità…credi davvero che sia necessaria un’accettazione sociale per vidimare un amore puro e sincero?”


Speriamo tutti, come si augura Sybil che, in un futuro non troppo lontano nessuno dovrà mai più vergognarsi di amare un proprio pari.” 

Non c’è solo amore in questo romanzo, c’è sofferenza, superstizione, mistero, morte ma soprattutto nascita e vita. Perché la nostra esistenza è un cerchio in cui si susseguono le stagioni: arriva la tristezza dell’autunno con le  foglie che cadono e rendono spogli gli alberi, poi sopraggiunge il gelo dell’inverno che blocca tutto nella morsa del freddo, poi il risveglio della primavera che con i suoi colori apre i cuori alla vita; e infine il calore e la gioia delle lunghe giornate estive .

Passano le stagioni, passano gli anni ma tutto si ripete e continua in eterno. Questa è una lettura che procede lenta, non si ha fretta di arrivare alla fine ma si assapora la storia piano, piano tra un tuffo nella storia e una immersione nella magia; si viene rapiti dalle parole ricercate, dalle immagini reali e dai suoni soavi e, quando si arriva alla fine, rimane pace e serenità nel cuore di chi legge.


LA LEGGENDA DELL’EREDE di Cristiano Pedrini

LA LEGGENDA DELL’EREDE di Cristiano Pedrini

Titolo: La leggenda dell’erede
Autore: Cristiano Pedrini
Serie: Autoconclusivo
Genere: Paranormal, Romance, LBGTQ
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 2016
Editore: Self Publishing

TRAMA


Jacopo Corsi è un laureando in psicologia. Il suo incontro con Giorgio Viazzi, durante uno stage in una casa di riposo, lo induce a visitare la località di Montisola sul Lago d’Iseo.

L’anziano uomo lo ha nominato erede di diverse proprietà sull’Isola, tra cui un cantiere navale e un terreno al centro di un ambizioso e faraonico progetto edilizio. L’arrivo del ragazzo provoca una piccola rivoluzione, accompagnata da giudizi e supposizioni.

Egli non ha esperienza di come si conduce un’azienda che negli ultimi anni è stata gestita da un valente, quanto egocentrico direttore che non vede di buon occhio la presenza di Jacopo, così come i Della Torre, una coppia di amici di Giorgio che vogliono convincere il ragazzo a vendere il terreno ricevuto in eredità.

Tuttavia, tra le tante persone che si dimostrano poco amichevoli, Jacopo incontrerà Gabriele, capitano di un battello turistico che non nasconderà il suo interesse verso di lui, spronandolo a prolungare il suo soggiorno per conoscere meglio l’isola che lo ha visto nascere e che è certo potrà riservargli molte piacevoli sorprese.

Una vecchia storia, che si tramanda di generazione in generazione, una presenza impossibile ed arcana, che sembra essere tornata per proteggere l’isola e i suoi abitanti, e un tenero amore, accompagneranno le avventure di Jacopo sulle acque del lago, dando vita ad una nuova leggenda.

RECENSIONE


«Molti di noi sono attratti dal mistero, da qualcosa che non sempre è spiegabile razionalmente, comporre il mosaico dell’ignoto non sempre è la cosa più giusta da fare.»


Una storia intrisa di misteri e leggende ambientata a Montisola, una interessante isola sul lago d’Iseo che l’autore descrive minuziosamente e trasporta il lettore in un posto d’altri tempi. Panorami che trasmettono sensazioni contrastanti, da un lato il semplice stupore, dall’altro una velata malinconia.

Cristiano Pedrini l’ha visitata e camminando per le strade, ammirando le reti da pesca e respirando l’aria del posto ha tratto ispirazione per scrivere la storia. Jacopo è il giovane protagonista di questa avventura e non c’è termine più azzeccato di questo perché si ritroverà una eredità delicata a cui sono legati gli interessi di diverse persone.

Potete immaginare quindi cosa accade quando Jacopo arriva sull’isola: trova un clima di curiosità e ostilità verso di lui, l’erede di un patrimonio che fa gola a molti. Il personaggio che conosciamo dalle prime pagine è Gabriele, il capitano del piroscafo Concordia che da subito mostra la propria natura di uomo sicuro di sé e determinato.

Tutto il contrario di Jacopo che si sente come un pesce fuori d’acqua in una situazione che è difficile da accettare e gestire. Ma Jacopo ha dalla sua parte l’entusiasmo e  l’intraprendenza della sua età. Si gode  l’aria salmastra, assapora i momenti di quiete e valuta il da farsi per onorare la memoria di un caro amico.


«Credo che tra non molto su quest’isola ci saranno due enormi vasi, uno d’acciaio e l’altro di misero coccio. Cosa accadrà se qualcuno li farà scontrare? Immagino che quello più fragile finirà in mille mezzi, e che quanto c’è al suo interno andrà perduto. Lei, avvocato, è ancora in tempo a entrare nel vaso vincente.»


Chi pensate vincerà tra l’acciaio e il coccio? La risposta non è poi così ovvia perché elementi leggendari e soprannaturali arriveranno a stravolgere tutto. Potrà trattarsi di segni premonitori o solo il frutto di una suggestione. Ma quello che appare a Jacopo è qualcosa di leggendario e meraviglioso.

E in ogni leggenda c’è sempre un fondo di verità


«Forse non le farà piacere saperlo, ma Jacopo è più di quel che appare. Ha dalla sua parte qualcosa che ogni abitante dell’isola è pronto a rispettare.»


In ogni storia raccontata dall’autore c’è la nascita di una amicizia e di un amore, anche in questo romanzo la troverete. Nasce un sentimento che si rafforza con il passare dei giorni e con le vicissitudini del protagonista. Non posso dirvi di più ma qualcosa accade nel cuore di Jacopo


“Si dice che ci accorgiamo del valore e della presenza di una persona quando essa non è più accanto a noi. È qualcosa che fino a oggi non avevo mai sperimentato, ma ora che so cosa significa, non permetterò più a niente e a nessuno di portarti via da me…”


Se vi incuriosiscono miti, leggende e misteri, non potete non leggerlo.

QUANDO SI AMA NON SCENDE MAI LA NOTTE di Guillaume Musso

QUANDO SI AMA NON SCENDE MAI LA NOTTE di Guillaume Musso

Titolo: Quando si ama non scende mai la notte
Autore: Guillaume Musso
Serie: Autoconclusivo
Genere: Narrativa
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 2009
Editore: RCS Libri

TRAMA


Mark e Nicole Hathaway sono giovani, affermati, felici. Lui è un brillante psicologo, lei una talentuosa violinista. Vivono in una splendida casa di Brooklyn e hanno una figlia adorabile, Layla. Non ci sono nubi sul loro orizzonte. Ma un orribile giorno, Layla scompare misteriosamente da un centro commerciale di Los Angeles, dove la madre è in tournée. In pochi minuti si consuma una tragedia assurda, incomprensibile, che lascia Mark e Nicole in preda alla disperazione più profonda. Una disperazione che logora e annichilisce, e spinge Mark, dopo mesi di angoscianti ricerche, ad abbandonare casa, lavoro e Nicole per perdersi a sua volta nei bassifondi della città, con la sola compagnia del suo inestinguibile dolore. Ma cinque anni dopo, Nicole riesce a rintracciarlo: deve dargli una notizia sconvolgente, Layla è stata ritrovata nello stesso luogo da cui era scomparsa senza lasciare tracce. Stordito dalla gioia, Mark si precipita a Los Angeles per riportare a casa la sua bambina. È la realizzazione di un sogno che pareva impossibile: la felicità è di nuovo a portata di mano. A bordo del volo per New York, le storie di Mark e Layla si incrociano con quelle di Evie e Alyson, che fanno i conti con un passato ineluttabile come una condanna: Evie è affranta da un lutto che le toglie il respiro; Alyson è divorata da una colpa inconfessabile, che la schiaccia e la corrode. Unite da un solo destino, le loro vite si affacciano a un bivio inaspettato.

RECENSIONE


Di solito la notte porta consiglio ed è il punto di partenza di ogni avvenimento importante della vita. Accade che tutto possa cambiare, trasformarsi da normalità, calma a tragedia in un attimo. Capita anche che la vita di persone sconosciute si intrecci in modi inaspettati e incomprensibili. Non ci si conosce, non si è mai scambiata neanche una parola, ma si ha comunque qualcosa in comune.


“Tutti e tre sono a un punto di svolta, hanno i nervi a fior di pelle, sono vicini al punto di saturazione. Tutti e tre si sentono a un tempo vittime e colpevoli. Ma saliranno sullo stesso aereo.

Tutti e tre hanno un passato doloroso.

Tutti e tre sono stati sconvolti da un lutto.

E la loro vita cambierà.”


E ci si ritrova a vivere le stesse emozioni, gli stessi dolori, le stesse vicende, a confidarsi segreti; magari perché il volto della persona con cui condividiamo il viaggio ci ispira fiducia o vediamo nei suoi occhi, il riflesso dei nostri. O forse è solo perché sentiamo il bisogno di parlare, di tirare fuori quello che non si riesce più a trattenere dentro. E quando ti rispecchi nel tuo stesso dolore, è facile aprirsi e condividere.

Come si può ricominciare a vivere dopo un lutto, dopo un dolore? Gli psicologi vogliono portarci a pensare che perdonando l’altro ma, soprattutto, perdonando se stessi, si possa rinascere. È un percorso giusto ma lungo, lento e straziante che passa prima affidandosi alla vendetta e al senso di colpa. Perdonare sembra impossibile, come se si volesse con il perdono cancellare il torto subito; e serpeggia in noi il bisogno di vendicarsi, di far sentire all’altro il nostro stesso male.  Non è questa la strada per stare bene, occorre prima prendere consapevolezza e accettare la rabbia e il male per poi passare oltre.

La scrittura è scorrevole e accattivante, ogni volta che si arriva alla fine del capitolo, l’autore termina con un accenno di rivelazione che incuriosisce e non si può fare a meno di continuare a leggere.

 Alla fine sembra tutto tornare, ogni dubbio viene sciolto; poi arriva l’inaspettato che scombina tutti gli avvenimenti e i pensieri e viene fuori una verità a cui non eri minimamente arrivato. Questo uno dei pregi del romanzo dove vengono raccontate le storie di tre persone diverse che, all’apparenza non hanno niente in comune, ma i destini giocheranno tra loro.

Ed ecco che capisci alla fine il significato del titolo del libro; la frase ti aveva portato a immaginare una storia d’amore e invece ti trovi diversi gialli da risolvere. E come si possono risolvere se non affidandosi a un sentimento come l’amore che vince sul dolore, sulla rabbia, sulla morte? È vero che “quando si ama non scende mai la notte.”

 Pensateci su, è così…


  

LA SABBIA DI LEMAN di Carmine Sorrentino

LA SABBIA DI LEMAN di Carmine Sorrentino

Titolo: La sabbia di Lèman
Autore: Carmine Sorrentino
Serie: Autoconclusivo
Genere: Narrativa
Narrazione: Prima persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 2016
Editore: Bordeaux

TRAMA


Un amore che scompare, silenzioso come la nebbia sul lago di Léman, un’avventura umana che si accende come il sole che albeggia sul deserto del Wadi Rum. Un ingegnere nucleare che perde la strada e una guida giordana che la ritrova. Un protagonista che si muove fra le diverse latitudini del sentimento umano, alla ricerca di qualcosa che ha perso e forse vale la pena ritrovare. Sul filo teso tra prologo ed epilogo – due storie di devozione che non potrebbero essere più diverse – un intrico di sante, vergini, serpi e cani. Sogni, ricordi e racconti evocano le tragedie del secolo passato e di quello presente, tragedie che né un lago né un deserto possono davvero contenere.

RECENSIONE


Passeggio per Villa Borghese a Roma e su una panchina mi attrae la copertina di un libro: sfondo bianco con un cubo di nuvole. Mi siedo e osservo: conosco quell’immagine, un’opera di Elvio Chiricozzi che riproduce le nuvole e il loro modo di comporsi nel cielo sempre in modo diverso. Come non c’è modo di fermare le nuvole, non mi fermo a pensare neanche io, prendo in prestito il libro, lasciato da chissà chi, e inizio il mio viaggio di lettura. E vi assicuro che la scrittura evocativa dell’autore vi sorprenderà, come è successo a me. 

È un romanzo in cui vediamo un uomo trasformarsi e riprendere in mano la sua vita e tutto per lui riparte dal deserto di Wadi Rum in Giordania. Ma andiamo per gradi e cerchiamo di venirne a capo. Il deserto è un luogo affascinante perché di fatto è un “non luogo” per l’aridità e l’asprezza del territorio; solo sabbia e dune a perdita d’occhio ti permettono di poter riflettere sul passato che ti ha deluso e tradito, sul futuro che si prospetta incerto e imprevedibile e di immergerti nella concretezza e nel possibile presente che si sta vivendo. Carlo affronterà tutto questo con una guida del luogo, giovane ma saggio. La gioia di vivere di Amir si esprime nei suoi occhi e nel suo sorriso e l’intensità dei suoi pensieri riporterà Carlo alla vita e lo aiuterà a purificarsi e a rinascere. Il loro primo incontro, in un paesaggio magico ed emozionante, viene raccontato per farlo vivere anche al lettore e per farlo restare senza fiato.

Carlo inizia a guardarsi dentro e impara che il dolore va vissuto tutto e accolto; bisogna lasciargli spazio e dopo aver disintegrato, smussato e rotto, il dolore lascerà il posto a una vita nuova e inevitabilmente se ne andrà. Ed è proprio l’energia, la forza, la trasformazione il tema principale del libro.


 “Il mio nome, che mi accompagna da sempre come un estraneo, finalmente si è fatto da me riconoscere attraverso il suono della voce di Amin. ‘Carlo’ mi ha raggiunto come una brezza marina, come un gioco di note, ma anche come scontro di suoni diversi: la ‘c’ appena aspirata, intimidita davanti ad una ‘a’ prolungata e severa, la ‘r’ arrotata, forse arrabbiata, una sorta di anima torva illuminata però da una morbida ‘l’ che di colpo si tuffa nel fondo di una ‘o’ quasi perfetta”


Ecco che Carlo riconosce se stesso, le sue paure, il suo senso di colpa, grazie a una notte passata nel deserto con Amir che lo affascina e lo incuriosisce per il suo stile di vita così diverso dal suo. Un incontro tra due verità che non si scontrano, non vogliono sopravvalere l’una sull’altra. Ognuno dei due uomini accoglie il vissuto dell’altro come uno scambio equo di esperienze e insegnamenti. Non ci si ferma a giudicare l’altro o a condannarlo; in questo caso, la diversità di opinioni non diventa un limite ma una frontiera che apre nuovi orizzonti.


“Per me lui è il mio poeta, una guida che mi sta conducendo oltre il deserto. Non so ancora dove mi ritroverò in sua compagnia, ma ho fiducia.”


Sarà proprio la fiducia, la stima e l’affidamento a stimolare e a far uscire in Carlo il coraggio di vivere la vita e l’amore fino in fondo.


“D’ora in poi sarò capace di dire addio senza rancore a tutti gli abbracci negati, a tutti i sogni interrotti, a tutti quei baci sognati e mai dati.”


Così Carlo rinasce e comprende che è possibile sopravvivere al dolore e superarlo perché si tratta di una fase di passaggio della vita. Proprio come lo sono le nuvole, che con le loro forme perfette e bianche possono rendere sereno e bello il cielo o colorarlo di grigio e nero durante un temporale. Si tratta sempre di momenti passeggeri che non durano in eterno. Se alzi gli occhi al cielo puoi osservare le nuvole muoversi, scontrarsi e scomparire. Tutto passa, chi rimane è colui che sta sotto e osserva il cielo. Abbassi gli occhi e li riporti sulla terra per apprezzare i raggi di sole, che si fanno spazio tra le nubi o per ripararti dalla pioggia. Ripeto: tutto passa e si trasforma, anche noi e vale la pena vivere ogni momento. Credo che terrò il libro ancora per qualche altro giorno, poi lo riporterò sulla panchina per dare la possibilità a qualcun altro di viaggiare.


  

TESORO D’IRLANDA di Manuela Chiarottino

TESORO D’IRLANDA di Manuela Chiarottino

Titolo: Tesoro d’Irlanda
Autore: Manuela Chiarottino
Serie: Autoconclusivo
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: Marzo 2020
Editore: More Stories

TRAMA


Non sempre il cuore ha radici nel luogo in cui vive, ed Eillen lo sa bene.

Cresciuta con suo padre fin dalla tenera età, subendo l’abbandono della madre, la giovane frontwoman di un gruppo celtico è ormai una donna adulta con grandi ambizioni ma che non ha ancora incontrato l’amore.

La terra verde della sua infanzia sembra di nuovo chiamarla a sè, giorno dopo giorno.

Ogni particolare conduce i suoi passi sulle tracce dell’isola, e l’incontro con Fosco, un uomo taciturno e affascinante, la turba fino a costringerla a mettere tutto in discussione, dal cuore alla ragione.

E se avesse avuto sempre ragione sua madre, mentre narrava di fate dei boschi e magie d’altri tempi?

E se l’amore prescindesse la realtà, scegliendo vie a volte surreali, ma altrettanto vivide?

RECENSIONE


“Il mondo è pieno di cose magiche, pazientemente in attesa che i nostri sensi si acuiscano”.


Questa citazione introduce il lettore alla storia e spiega che a tutti è capitato di sentirsi sotto l’influsso di un incantesimo, di sentir suonare campanellini o di vedere luccicare le fate. Se ci troviamo in Irlanda tutto questo potrebbe anche essere possibile. Lo stile poetico e accurato di questa scrittrice mi ha coinvolto in una storia tra realtà e fantasia, dove i meravigliosi paesaggi irlandesi si mescolano con le tradizioni di fate e gnomi.


“L’Irlanda era rivestita di fiori, dalle montagne al mare: l’isola di smeraldo non era che un immenso bouquet variopinto.”


La protagonista, Eileen è una ragazza che piace al primo sguardo: solare e sin da piccola con una voglia di libertà e di scoprire il mondo.


“D’altronde Eileen aveva sempre avuto un animo ribelle, non tanto nell’essere indisciplinata o irrispettosa, quanto nel manifestare un innato senso di libertà. Le piaceva portare i capelli scompigliati, urlare al vento e correre veloce, più veloce dei maschi che all’inizio non volevano giocare con lei. Solo all’inizio.”


L’incontro con l’enigmatico e burbero Fosco, vedere il suo groviglio di paure e contraddizioni, destabilizza Eileen all’inizio. Ma la curiosità e  l’attrazione, dal primo incontro, avranno la meglio. Non si tratta solo di una storia d’amore ma della ricerca da parte di Eileen delle proprie origini. Ritornare in Irlanda le farà capire il senso della vita e soprattutto che la vita è dove il cuore trova la quiete. Ma prima di trovare la serenità ci saranno misteri e colpi di scena da affrontare. 

Un romanzo che si legge con gli occhi guardando i paesaggi e i colori; si apprezza con le orecchie per la musica armoniosa che si sente. Lasciatevi trasportare da un arcobaleno di colori e suoni e vivere questa avventura.


“Avrebbe sentito in modo diverso l’infrangersi delle onde sulla spiaggia, avrebbe saputo parlare ancora quella lingua con cui era nata e cresciuta, ma che ormai traduceva solo più in armonie o che usava nei sogni?”

“Sì, hai un odore buonissimo. Me ne porto via un po’ per questa notte. Forse mi basterà per sognarti.”




OMBRE di Catherine BC

OMBRE di Catherine BC

Titolo: Ombre – Oltre la paura
Autore: Catherine BC
Serie: Autoconclusivo
Genere: Historical Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 21 Marzo 2020
Editore: Self Publishing

TRAMA


All’alba di un’epoca buia, oltre le lunghe ombre che la guerra allunga fino al piccolo borgo di Castelvetro, Emma e Giulio vivono una storia d’amore dolce e forte, colma di vita e profumata di giovinezza. Un sentimento potente contrastato fin da subito dalla madre di lei e dal destino. Si trovano così a dover fronteggiare le maldicenze di paese, le convenzioni religiose, le chiamate al fronte e l’invasione tedesca. Tutto il dolore sordo causato dalle amenità umane viene vinto dalla forza di ciò che li lega, dalla fiducia assoluta che pongono uno nell’altra, dalla volontà di appartenersi nonostante il fatale epilogo cui tutto il loro mondo sembra essere destinato. La loro storia è quella di un’intera generazione temprata nel fuoco.

RECENSIONE


Protagonisti di questa storia: Emma, Giulio, la guerra, l’amore.

Emma è una ragazza anticonformista per l’epoca in cui vive, parliamo degli anni della seconda guerra mondiale in un piccolo paese del nord Italia. La guerra e i pregiudizi vogliono fermarla ma Emma riesce a tenere testa a tutti, in nome dell’amore per Giulio che sente forte dentro di sé e della libertà a cui non vuole rinunciare. Forte e determinata, si trova a combattere contro una madre, che la vuole sposata con un ricco pretendente e, contro la gente ipocrita e moralista che non potrà mai comprende le sue posizioni.


“Lui sapeva di libertà e io volevo essere libera. Non sopportavo certe imposizioni e volevo semplicemente decidere della mia vita, da chi frequentare a cosa farne senza dover per forza rispettare tappe e tempi stabiliti da altri.”


Giulio, dal suo canto, affronta  coraggiosamente e a testa alta gli eventi e gli imprevisti che il destino e la vita gli riservano. La spinta gliela dà la consapevolezza dell’amore che prova e riceve da Emma.


“Io e lei sembravamo destinati a rompere più di una regola. Siamo nati liberi.”


È proprio la voglia di libertà e tanto amore che esce dalle pagine di questa storia che coinvolge anche perché si tratta di una storia vera. L’autrice l’ha scritta dopo aver fatto una promessa  ai suoi nonni che un giorno avrebbe raccontato le vicende che li hanno visti protagonisti. A loro è dedicato il romanzo e questo ve lo farà apprezzare ancora di più, oltre alla scrittura pulita e alla ricostruzione storica.

In un periodo in cui la guerra occupa giornali e telegiornali, questo romanzo testimonia l’orrore ma anche la forza di un amore che prova a resistere alla morte.


“Era l’inferno, tutto veniva distrutto e non si riusciva neppure a capire se quelli che ti stavano piovendo addosso fossero zolle di terreno o pezzi d’uomo.”


 Alcuni passaggi del libro mi hanno ricordato quando mio nonno mi raccontava gli anni della guerra, la paura di non farcela, i morsi della fame e la voglia comunque di non arrendersi, malgrado ci fossero tutte le condizioni per farlo. 

Un romanzo dove l’amore può veramente superare ogni ostacolo, attraversare il fuoco e uscirne forte e vincente.

OVUNQUE SIA MURVIEDRO di Umberto Chiri

OVUNQUE SIA MURVIEDRO di Umberto Chiri

Titolo: Ovunque sia Murviedro
Autore: Umberto Chiri
Serie: Autoconclusivo
Genere: Narrativa
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 4 ottobre 2021
Editore: Pluriversum Edizioni

TRAMA


È l’umanità, a volte avvelenata, altre volte negata, affermata con forza e talvolta idealizzata, il fil rouge dei 13 racconti dal titolo “Ovunque sia Murviedro”, che prende le mosse dalla storia di Stefano, un anziano affetto da Alzheimer; altri personaggi vengono colti nell’istante in cui sono privati della corazza che di consueto innalzano, vuoi per cicatrici amorose – Ultimo giorno, Succede a tanti, Lea e i pioppi bianchi, La fontana delle capre, Essere la tua casa, Il salice germoglia anche se tagliato, Botola, Dove stiamo andando, tesoro? – vuoi per un lutto difficile da metabolizzare – Falena – oppure per una perdita affettiva – L’attesa. Tutti comunque passano attraverso il varco dell’altruismo, ritrovandosi continuamente trasformati; alcuni non colgono il senso del cambiamento, altri ne fanno il punto di partenza per nuove esperienze all’insegna di una forma di esistenza più autentica. Tutti però devono fare i conti con la propria e l’altrui umanità.

RECENSIONE


Una raccolta di racconti slegati uno dall’altro ma che hanno in comune il senso di smarrimento, l’inadeguatezza, il male di vivere che ti senti addosso, che ti si appiccica sulla pelle e non sai neppure il perché. Ogni racconto mette al centro l’essere umano con i suoi momenti di fragilità, le inevitabili cadute e l’ora della rinascita. Tante situazioni in cui ci si ritrova a combattere tutti la stessa oscurità. L’autore ci parla di gente comune in cui ci si riconosce facilmente; potrebbe trattarsi di qualcuno che conosciamo bene, oppure potremmo essere proprio noi i protagonisti della storia che assume i contorni di uno spaccato di vita vissuta.

Nei racconti ci sono adulti fragili o giovani fragili che non sanno darsi una spiegazione ma si sentono minacciati, esclusi dagli altri; hanno perso la sicurezza e la spensieratezza propria dei bambini. Questo è l’estratto di un racconto che mi è rimasto impresso


Ma come poteva spiegare a suo padre che qualcosa era andato guastandosi, infettandosi, per sempre? Se avesse avuto le parole, gli avrebbe parlato di un ammorbamento, di una purezza intorbidita e potenzialmente infetta. Ma quelle parole non le aveva in serbo neppure per sé. Neanche lui capiva bene. Semplicemente si sentiva minacciato.”


Pensate a un ragazzo che si sente minacciato e ai margini. Potrebbe essere il figlio del vicino di casa o, magari, vostro figlio che si sente così e non sa farsi aiutare. 

In ogni racconto c’è un abisso in cui si cade ma c’è anche uno spiraglio di luce a cui tendere occhi e mani per risalire. Ed è così che ci si sente leggendo i racconti: prima si sprofonda, poi si risale in superficie


Io vorrei aprire una botola, trovarci un piccolo scantinato in cui mettere a dimora quelle poche ore, le uniche della mia vita dotate di senso, e poi cominciare a scavare, in modo da farle stare più comode, senza lo strangolamento delle urgenze familiari, e poi scavare ancora, e a ogni palata di terra guadagnare un minuto di vita vera, scavare, scavare fino a far traslocare ogni secondo della mia esistenza sotto quella botola, e quindi richiuderla per sempre alle mie spalle.”


Parole dure che portano l’essere umano a nascondersi nel suo mondo per avere conforto. Quando non basta più isolarsi, allora si apre la botola e ci si tuffa nella vita e ci si rende conto che è talmente bella che vale la pena viverla appieno


“Ti prego, fammi affondare le mani nell’oggi, soltanto nell’oggi, lasciami vivere come una falena consapevole di Dio…”


Ricordiamoci che la falena vive di un solo giorno, per questo si fa bastare il tempo che ha a disposizione e si gode gli istanti, brevi eternità che la rendono felice. E allora pensiamo che sono proprio i momenti bui quelli che sanno illuminarci e viviamo intensamente il presente.


 

COLORI di Giulia Previtali

COLORI di Giulia Previtali

Titolo: Colori
Autore: Giulia Previtali
Serie: autoconclusivo
Genere: Narrativa
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 13 Lulgio 2020
Editore: Tulipani Edizioni

TRAMA

Colori è la storia di Ginevra, di una ragazza che controlla sua esistenza e ciò che la circonda col cibo, stingendo al petto i chili che la bilancia segna. Ogni volta. Ogni peso. La sua coscienza è sempre accesa, ma il bisogno di monitorare i suoi (chilo)grammi è la forza che le permette di affrontare il male maggiore. Intorno a lei c’è il suo ragazzo, i suoi amici, la sua famiglia e il suo medico…le sue esperienze. Colori è un messaggio potente, un urlo di disperazione, un miraggio di speranza in un tunnel che sembra senza fine.

RECENSIONE


“Mi fa male ma non so dire dove”


È una frase coraggiosa pronunciata da chi, pur consapevole del proprio disagio, non sa cosa fare per provare a stare meglio.

Ginevra e Melanie amano i colori, che siano caldi come il rosso o freddi come le sfumature del blu. Basta che siano colori perché sono proprio questi e la gioia che li accompagna ad aiutarle a sopportare il mondo. Ora invece più queste ragazze stanno male, più i colori sbiadiscono e diventano chiari. E il bianco panna, quel bianco che abbaglia è un colore che dà la nausea. Entrambe soffrono di gravi disturbi alimentari e questa è la loro storia. La protagonista è Ginevra ma Melanie avrà un ruolo importante nella sua vita, anche se il loro incontro avviene nel momento e nel posto sbagliato.

Affronteranno un percorso doloroso e tormentato tra cadute e riprese; tra le pagine si respira la loro voglia di tornare a essere un colore ma per chi è malato è tutto difficile; e non basta la voglia e il desiderio se anche alzarsi dal letto, il solo pensare, il solo respirare risulta faticoso. Si desidera stare meglio ma il concetto di miglioramento non corrisponde a quello che si aspettano i medici e gli psicologi. Ci si ritrova a inseguire il peso desiderato e a ritrovarsi sempre più magre, con la pelle fragile e trasparente:


“ossa sporgenti, appuntite come spigoli sotto la pelle chiara”.


Gli altri non ti vedono più fatta di carne e ossa e quando si arriva a sentirsi deboli e a vedere la propria pelle delicata come porcellana, vuol dire che si è toccato il fondo. E sentir dire a queste ragazze che sentono male ovunque e che non trovano un motivo per lottare, mi ha riportato indietro nel tempo a ripensare a quello che una madre si trova ad affrontare con la propria figlia. È terribile per una ragazza perdere il controllo del proprio corpo. Non è per tutti così, purtroppo, ma capita che ci si renda conto che vale la pena provarci; è un percorso lungo e doloroso perché


combattere significa anche questo: partire da zero, fare piccoli passi, migliorare e poi peggiorare e ricominciare dal punto in cui si è crollati e infine riprendere tutto quello che si è lasciato da parte.


Si chiama speranza e quando si arriva a dire che si vuole vivere per non deludere sé stessi allora significa che si è sulla buona strada per riprendere in mano la propria vita. Ho apprezzato molto questo libro perché i personaggi sono credibili, così reali che non nascondono pensieri, paure, desideri ; è una storia che infonde speranza e consiglio di leggerla.