
COLORI di Giulia Previtali
Titolo: Colori | |
Autore: Giulia Previtali | |
Serie: autoconclusivo | |
Genere: Narrativa | |
Narrazione: Terza persona | |
Tipo di finale: Chiuso | |
Editing: Ottimo | |
Data di pubblicazione: 13 Lulgio 2020 | |
Editore: Tulipani Edizioni |
TRAMA
Colori è la storia di Ginevra, di una ragazza che controlla sua esistenza e ciò che la circonda col cibo, stingendo al petto i chili che la bilancia segna. Ogni volta. Ogni peso. La sua coscienza è sempre accesa, ma il bisogno di monitorare i suoi (chilo)grammi è la forza che le permette di affrontare il male maggiore. Intorno a lei c’è il suo ragazzo, i suoi amici, la sua famiglia e il suo medico…le sue esperienze. Colori è un messaggio potente, un urlo di disperazione, un miraggio di speranza in un tunnel che sembra senza fine.
RECENSIONE
“Mi fa male ma non so dire dove”
È una frase coraggiosa pronunciata da chi, pur consapevole del proprio disagio, non sa cosa fare per provare a stare meglio.
Ginevra e Melanie amano i colori, che siano caldi come il rosso o freddi come le sfumature del blu. Basta che siano colori perché sono proprio questi e la gioia che li accompagna ad aiutarle a sopportare il mondo. Ora invece più queste ragazze stanno male, più i colori sbiadiscono e diventano chiari. E il bianco panna, quel bianco che abbaglia è un colore che dà la nausea. Entrambe soffrono di gravi disturbi alimentari e questa è la loro storia. La protagonista è Ginevra ma Melanie avrà un ruolo importante nella sua vita, anche se il loro incontro avviene nel momento e nel posto sbagliato.
Affronteranno un percorso doloroso e tormentato tra cadute e riprese; tra le pagine si respira la loro voglia di tornare a essere un colore ma per chi è malato è tutto difficile; e non basta la voglia e il desiderio se anche alzarsi dal letto, il solo pensare, il solo respirare risulta faticoso. Si desidera stare meglio ma il concetto di miglioramento non corrisponde a quello che si aspettano i medici e gli psicologi. Ci si ritrova a inseguire il peso desiderato e a ritrovarsi sempre più magre, con la pelle fragile e trasparente:
“ossa sporgenti, appuntite come spigoli sotto la pelle chiara”.
Gli altri non ti vedono più fatta di carne e ossa e quando si arriva a sentirsi deboli e a vedere la propria pelle delicata come porcellana, vuol dire che si è toccato il fondo. E sentir dire a queste ragazze che sentono male ovunque e che non trovano un motivo per lottare, mi ha riportato indietro nel tempo a ripensare a quello che una madre si trova ad affrontare con la propria figlia. È terribile per una ragazza perdere il controllo del proprio corpo. Non è per tutti così, purtroppo, ma capita che ci si renda conto che vale la pena provarci; è un percorso lungo e doloroso perché
“combattere significa anche questo: partire da zero, fare piccoli passi, migliorare e poi peggiorare e ricominciare dal punto in cui si è crollati e infine riprendere tutto quello che si è lasciato da parte.”
Si chiama speranza e quando si arriva a dire che si vuole vivere per non deludere sé stessi allora significa che si è sulla buona strada per riprendere in mano la propria vita. Ho apprezzato molto questo libro perché i personaggi sono credibili, così reali che non nascondono pensieri, paure, desideri ; è una storia che infonde speranza e consiglio di leggerla.