
IL MARE GUARISCE di Monica Peccolo
Titolo: Il mare guarisce | |
Autore: Monica Peccolo | |
Serie: Autoconclusivo | |
Genere: Narrativa | |
Narrazione: Terza persona | |
Tipo di finale: Chiuso | |
Editing: Ottimo | |
Data di pubblicazione: 22 febbraio 2023 | |
Editore: Self Publishing |
TRAMA
“Lʼamore si costruisce attraverso i piccoli gesti quotidiani”
Le giornate di Viola, dopo il divorzio, sono occupate dalla cura della figlia Lisa, quattro anni, e dalla sua professione di veterinaria allʼacquario di Livorno.
Per Kai la ricerca scientifica è una vocazione; si è specializzato per lavorare in Antartide, nella base più estrema del mondo, dove trascorre molti mesi lʼanno come un eremita.
Nel Parco Nazionale dellʼArcipelago Toscano iniziano a verificarsi anomali spiaggiamenti di tartarughe, viene deciso di ricercarne la causa affidandosi a degli esperti. Così, i due scienziati, si trovano a collaborare per capire lʼorigine del preoccupante fenomeno.
Interrotti dal virus che ferma il mondo, anche le loro vite ne sono sconvolte. Ciò che è dato per scontato si ribalta e, la quarantena insieme, diventa unʼ ottima palestra per costruire il loro amore.
Perché anche nei tempi più bui è possibile scoprire la propria fonte di luce.
RECENSIONE
In occasione dell’ultimo FRI, l’evento che riunisce amanti ed estimatori del genere romance dello scorso marzo ad Assago mi è capitato tra le mani questo libro di Monica Peccolo, autrice livornese che è stata una piacevole scoperta.
“Il mare guarisce” il libro in questione è un romanzo che potrei definire ibrido, a metà strada tra romance e narrativa sentimentale e che in virtù di questa sua duplice identità ho trovato originale.
Finalmente una prospettiva un po’ nuova che ha saputo intrecciare elementi molto distanti tra loro in modo armonico.
Le tematiche predominanti sono il rispetto e la cura dell’ambiente, nello specifico del mare e delle sue creature, che si intersecano nella narrazione con il lock down a cui ci ha costretti la pandemia.
E devo dire che in entrambi gli scenari va dato il merito all’autrice di non essere mai scivolata nella retorica o nel giudizio nonostante si possano considerare due temi scottanti, sicuramente attuali ma spinosi.
Non semplice costruire una trama su due basi così differenti eppure Monica Peccolo ci è riuscita dando a tutto l’ impianto narrativo un perfetto equilibrio.
Ambientato nella meravigliosa cornice del Parco dell’arcipelago toscano ci presenta due tipi diversi di narrazione: la prima ci introduce alla scoperta dei protagonisti dal punto di vista professionale.
Uno scienziato nomade e una veterinaria dell’acquario di Livorno, coinvolti in un viaggio di ricerca nelle isole dell’arcipelago che immerge il lettore nel fascino e nella bellezza di queste terre, grazie a descrizioni accurate dei paesaggi e delle attività professionali, degli animali e delle atmosfere che si vivono stando in mare, senza risultare mai noiose o prolisse, tutt’altro .
Un mondo pieno di vita ma fragile, minacciato dalle azioni umane che i protagonisti Viola e Kai cercano di difendere con il loro lavoro.
E poi accade che le parti si invertono e sembra essere la natura a costituire una minaccia per l’esistenza dell’uomo.
«No, a casa tutto bene. Mi hanno detto… ho controllato in rete. Hanno esteso la zona rossa a undici comuni fra Lombardia e Veneto» li informò con tono allarmato.
Dalle spiagge dell’ arcipelago ci ritroviamo nella casa di Viola, il primo lock down costringe Kai alla convivenza con la veterinaria e la figlioletta di 4 anni e si assiste ad un cambio di registro narrativo: meno descrizioni rispetto alla prima parte, più dialoghi, riflessioni interiori dei personaggi, si entra nei loro pensieri, paure, desideri, nella loro vita al di là del lavoro.
L’autrice tratteggia due persone ordinarie, una mamma single lavoratrice che deve camminare in equilibrio tra la quotidianità e il mestiere di genitore e uno scienziato che ha scelto un altro tipo di isolamento come rifugio a paure e fallimenti passati, con i quali è immediato e spontaneo immedesimarsi.
Due di noi insomma, catapultati però all’improvviso in un momento storico surreale ma necessario.
È forte in questa parte del racconto la similitudine tra l’immobilità del momento storico e la quiete che caratterizza le profondità dell’ambiente marino.
Viola pensò che, forse, nellʼera moderna per la prima volta i due emisferi, terrestre e acquatico, sperimentavano una vicinanza di quel tipo. Era quella la pace che si viveva immersi negli oceani e a cui le creature marine erano abituate?
Entriamo nella quotidianità dei protagonisti che però non è scandita dalla normalità ma da una chiusura forzata di ogni attività umana all’interno della quale la relazione tra i due evolve non senza difficoltà proprio attraverso piccoli gesti quotidiani di condivisione e resilienza.
Sono proprio questi a rappresentare la forza del racconto, i piccoli gesti quotidiani che sono gli stessi che scandiscono le nostre giornate e i nostri rapporti umani, a testimoniare che si possono narrare amore, forza e perdono senza grandi scenari o trame dagli intrecci troppo complicati, tenendo l’attenzione del lettore comunque alta.
È in questa seconda parte del libro che si entra nella vita interiore dei personaggi e nelle difficoltà e nelle fragilità che si portano dietro, complicati dalle circostanze estreme del lock down.
«Sono sempre complicati i rapporti familiari.» «Quando diventi genitore, analizzi spesso il tuo presente e il tuo passato, scopri e comprendi molto.
Genitorialità, gestione dei conflitti, impegno ambientale, costruzione di una relazione, capacità di autoanalisi, resilienza, amicizia, professionalità, sacrificio…
Tante tematiche ma un unico forte messaggio, semplice ma chiaro:
«Questa prima pandemia dellʼera moderna ci ha ricordato che la nostra identità è profondamente intrecciata con quella degli altri ecosistemi del pianeta. L’idea che siamo parte della natura e non separati da essa, è un concetto che le nostre società ultra tecnologiche sembrano aver dimenticato.»
Così alla fine della lettura il titolo del libro acquisisce agli occhi del lettore una doppia valenza: il mare è in grado di guarire l’animo umano per la bellezza e la quiete che è in grado di regalare a chi sa rispettarlo, e guarirà dai suoi mali se tutti insieme metteremo impegno e azioni concrete per fermare la sua distruzione i cui effetti stanno già minando la coesistenza tra uomo e natura.
Per qualche minuto, ogni preoccupazione era accantonata dinnanzi all’immobile quiete del mare che tutto guariva. La Natura infettava e sanava: era così da milioni di anni.