IL FUOCO CHE RESPIRO di Elle Eloise

IL FUOCO CHE RESPIRO di Elle Eloise

Titolo: Il fuoco che respiro
Autore: Elle Eloise
Serie: Autoconclusivo
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: POV alternati (Mac e Connor)
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 17 Febbraio 2022
Editore: Self Publishing

TRAMA


Con l’inaspettata morte di sua madre, Mackenzie Baker (22 anni) si vede costretta a ricontattare Connor O’Brien (31 anni) dopo un lungo periodo di silenzio. Ragazzo ombroso e senza famiglia, nonché ex studente della madre, che in passato lo aveva ospitato a casa sua per un anno e mezzo, Connor aveva instaurato con la ragazza un rapporto molto profondo, fino a far sconfinare l’iniziale amicizia in un sentimento proibito e senza futuro. Oggi Mac si ritrova in un mare di guai, con un padre che ricompare dal nulla e un cuore spezzato apparentemente impossibile da riparare. Quel che è rimasto del forte legame che c’era tra lei e Connor pare soltanto un cumulo di detriti sulla battigia di una spiaggia.

L’appassionante storia di Mac e Connor ripercorre circa tredici anni della loro vita, tra repentini avvicinamenti e lunghe separazioni, tra continui cortocircuiti temporali e vecchie istantanee che gettano luce su un presente di incertezze e diffidenza. “Il fuoco che respiro” è un travagliato viaggio attraverso le pericolose fiamme del desiderio e i laceranti ricordi di un passato più vivido del presente. A fare da sfondo l’atmosfera decadente delle musiche anni Settanta, dei falò in spiaggia e della magia del Luna Park.

RECENSIONE


Ardere, bruciare, infiammare, incenerire. Molteplici modi di richiamare il fuoco, elemento cardine attorno al quale ruotano gli svariati significati di questa storia, a partire dal titolo “Il fuoco che respiro”. A scriverlo un’autrice dal talento profondo, Elle Eloise, che in questo romanzo si è messa in gioco in modo particolare, impeccabile, confermando così la sua voglia di sperimentare come scrittrice alla ricerca di nuove ispirazioni.

Un’evoluzione che parte dalla scelta dell’ambientazione internazionale del libro, precisamente a Coney Island, a New York. Una location diversa rispetto alle sue precedenti opere ambientate generalmente in Italia; scelta che, tra l’altro, richiama ad una immaginaria influenza dal suo stesso pseudonimo, Moloko Blaze.

Coney Island, con le sue enormi spiagge, le luci scintillanti del luna park, la sua atmosfera decadente e autentica e che ho avuto modo di visitare più volte nella mia vita. Un luogo davvero perfetto per una storia intrisa di tracce di memoria e raccontata come un viaggio straordinario tra i ricordi, istanti impressi su pellicola.

A chi non è accaduto di riaprire una scatole di vecchie foto e rivivere attimi che rievocano sensazioni, vibrazioni di un passato che ci ha segnato la vita? A chi non è successo di sognare ad occhi aperti e ripercorrere indietro il tempo senza rendersi conto di quanto ci mettiamo a farlo? E’ così che scorre via questo romanzo, in un attimo perfetto, dando l’impagabile emozione di un viaggio nel tempo che offre l’occasione di illuminare meglio la strada del presente, tra le sue luci e ombre.


Questa è una storia dai molteplici inizi e dalle infinite coincidenze che, come le scintille di un fuoco destinato a diventare eterno, illuminano la strada di chi la percorre oppure la rendono più scura della notte. O forse sarebbe meglio riavvolgere il nastro della mia vita fino a dodici anni prima e cominciare dalla notte in cui conobbi Connor O’Brien. La mia salvezza, la mia maledizione.


A parlare è Mackenzie Baker, detta Mac, giovane protagonista che conosciamo all’inizio del racconto quando ha 22 anni e la sua vita è stata stata stravolta per sempre. Scontrosa, a tratti cinica, dalla lingua tagliente e il fisico consumato, è così che la ritrova Connor O’Brien, dopo 4 anni di dolorosa separazione da lei, il fratello Lucas e la madre Debra, che hanno rappresentato per lui l’unica famiglia che avesse mai conosciuto.

Connor, ombroso e taciturno, e allo stesso tempo protettivo, pronto a sacrificarsi per chi ama e l’unico capace di scandagliare e percepire la fragile anima di Mac, con le sue debolezze e la sua spensierata curiosità per la vita. Lei, tanto minuta quanto anche combattiva e forte. Lei “la piccoletta” e lui “smoky”.

Due personaggi tratteggiati in modo realistico, che prendono vita senza chiedere il permesso, rendendo impossibile sfuggire all’onda di emozioni che pervade la loro storia, pagina dopo pagina. Un ciclone, come quello del luna park, che sale progressivamente in cima fino a raggiungere il picco e che poi inizia la sua inesorabile discesa a tutta velocità verso il profondo della loro anima, fino a togliere il fiato al lettore.

Mac e Connor, che il destino decide di far incontrare nuovamente, riaccedendo fiamme mai del tutto spente e che riapre ferite nient’affatto guarite fino a rivelare verità nascoste e dolorosi segreti divenendo il preludio di un intenso viaggio nei ricordi di due ragazzi legati indissolubilmente in passato ma divisi loro malgrado.

Il racconto della storia di Mac e Connor si dipana tra presente e passato, in un percorso costruito ad arte tra i frammenti della loro memoria, come fossero vecchie istantanee sparpagliate su un tavolo che viene voglia di riguardare per rivivere attimi, risentire profumi, riascoltare vecchie canzoni. Immagini vive che rievocano istanti così significativi da innescare un potente effetto domino capace di cambiare i destini inesorabilmente.

E’ proprio quello che accade ai due protagonisti, che raccontano la loro storia alternando ricordi alle vicende presenti, consentendo al lettore di capire meglio cosa li ha uniti e cosa li ha divisi in un crescendo magnetico e potente che non permette di lasciare il libro sul tavolo. Emergono tutte le sfaccettature della loro storia: gli attimi di felicità che li hanno uniti, i momenti bui che continuano ad affliggerli, gli sbagli che li hanno fatti crescere, i sensi di colpa che li rendono ancora prigionieri di loro stessi.


Non ero perfettamente consapevole di cosa le avrei detto, ma dovevo parlarle. Non riuscivo più a reggere questa maschera del cazzo a cui ero incatenato da quattro merdosissimi anni. Volevo mostrarle chi ero, di cosa ero capace. Chi avrei voluto essere dopo aver fatto l’amore con lei davanti a quel falò, in un momento in cui avrei potuto amarla ma avevo troppa paura di perdere tutto ciò che lentamente avevo conquistato in quegli anni. Una famiglia. Mac, potrai mai perdonarmi?


Eppure, nonostante le parole non dette, le occasioni mancate, le scelte sbagliate non vi è pagina di questo libro che non sia illuminata dalla fiamma della speranza che divampa accendendo l’anima di chi legge.

“Il fuoco che respiro” è una storia d’amore tra due ragazzi connessi da un radicato legame, che ad ogni capitolo prende forza, acquisice significato, amplificandosi in un toccante senso di appartenenza. Un susseguirsi di ricordi testimoni di un sentimento che nasce e cresce all’interno di un nucleo familiare, capace di amare e proteggere ma anche di separare, fino a raggiungere un precario equilibrio.

Le dinamiche dei legami familiari, siano essi di sangue o meno, sono tra le tematiche predominanti nel romanzo, descrivendo quanto siano centrali nella nostra vita per crescere, formarsi, imparare ma anche quanto possano essere tossici, perfino pericolosi.

Ci si immedesima nella storia di Mac, nella sua famiglia imperfetta, nell’istinto di protezione della madre, nella tenerezza di ricordi familiari indelebili. Famiglia, affetti, legami e non solo, perchè nel libro si raccontano anche tematiche complesse come l’anoressia e le sue perversioni psicologiche, la violenza sulle donne perpetrata in modo subdolo e ambiguo. Temi che l’autrice offre con rispetto, consapevolezza e attento realismo, confermandosi una scupolosa osservatrice della realtà che ci circonda, consegnando così ad ognuno di noi uno specchio in cui riflettere le stesse paure, fragilità, debolezze che vivono i protagonisti di questo libro meraviglioso.


«Te lo chiedo di nuovo, Mac. Vuoi morire?»

Scosse la testa in segno di diniego.

«Dimmelo. Dimmi che non vuoi morire, chiedimi di aiutarti.» Lei continuava a piangere, senza proferire parola. «Dimmelo, porca puttana! Dimmi che non vuoi morire!»

«Non voglio morire» bisbigliò serrando le palpebre, come se parlasse a se stessa. Non mi bastava, nemmeno un po’.

«Dillo ancora!»

«Non voglio morire. Non voglio morire!» singhiozzava senza sosta, fino a che le gambe non ressero più e si piegarono. Dovetti sostenerla io prima che rovinasse sulla sabbia.

«Aiutami ti prego. Aiutami, Connor.»

Trattenendo le lacrime, l’aiutai a stare in piedi e la strinsi a me in un modo che non aveva davvero nulla di tenero.


La lettura appassiona e convince per i dialoghi coinvolgenti e avvincenti, che graffiano o inteneriscono a seconda dell’atmosfera e che si allineano fedeli alla psicologia dei personaggi, che non perdono mai carattere e che emergono vivi accanto a chi legge. Dialoghi dosati a dovere che si avvicendano puntuali al racconto in modo misurato, creando un collage perfetto di instantanee appese al muro da ammirare con emozione, dando la sensazione che rileggendo questo libro più volte si scoprirebbero maggiori dettagli per incastrare frammenti non colti.

Un viaggio tra i ricordi da fare assolutamente con Mac e Connor alla ricerca di loro stessi, per scardinare convinzioni, rivelare verità. Leggere questa storia è stata un’esperienza che mi ha aperto la mente all’esplorazione dei cosiddetti “universi paralleli” e che mi ha indotto a ragionare su quante volte ci fermiamo a pensare come sarebbe potuta essere la vita se in quel giorno, in quell’istante, avessimo fatto una scelta diversa. Ma, come si sente spesso dire, la storia non si fa con i se e con i ma, e dunque nemmeno la nostra vita.


Mi baciò, spedendomi in un mondo meraviglioso, quello in cui volevo vivere per sempre. E all’improvviso il fuoco che sfrigolava a un passo da noi lo sentii anche in bocca, nei polmoni, sulla mia pelle nuda, dove lui stava facendo scorrere le mani. Sfiorava, toccava, stringeva. In un istante, fui trascinata giù, sulla coperta che avevamo steso prima dei fuochi d’artificio. Mi fece sdraiare sotto di lui, continuando a baciarmi. Quando si fermò, il suo sguardo si incagliò nei miei occhi, minaccioso. Parlava una lingua misteriosa, descriveva luoghi inesplorati che non conosceva nemmeno lui.


Salite sul Greyhound con loro e fidatevi, il costo del biglietto verrà ripagato molteplici volte per tutto quello che vivrete in questo romanzo, come infinite scintille di un falò mai spento, come quello che segnerà per sempre la vita di Mac e Connor. Un fuoco acceso in spiaggia una notte d’estate, e che continuerà a bruciare nella mente di chi legge, magari leggendo in compagnia della meravigliosa colonna sonora del libro composta da indimenticabili brani degli anni settanta, accuratamente selezionati dalla autrice che conferma il suo amore per la musica, e che avvolgono il lettore trasportandolo indietro nel tempo in un viaggio tra i suoi di ricordi.


Poi guardai oltre il suo corpo e trovai il suo cuore, la sua anima”


Oltre, è questo che fa Elle Eloise con questo romanzo, porta il lettore oltre le pagine, lasciando il segno tangibile di essere stato parte del libro. Come è accaduto a me.

Chapeau.