
DIMENTICARE GLI EX E ALTRI ESERCIZI ZEN di Miss Black
Titolo: Dimenticare gli ex e altri esercizi zen | |
Autore: Miss Black | |
Serie: Autoconclusivo | |
Genere: Erotic | |
Narrazione: POV singolo (Jo) | |
Tipo di finale: Chiuso | |
Editing: Ottimo | |
Data di pubblicazione: Novembre 22 | |
Editore: Self publishing |
TRAMA
Josephine immaginava una vita con Andrew. Erano perfetti. Entrambi giornalisti, lui direttore del canale all-news in cui lavoravano entrambi, affiatati a letto, grande intesa intellettuale. Ma Andrew l’ha scaricata e la vita di Jo è andata a pezzi.
Proprio in quel momento però, neanche fosse un segno del destino, Jo riceve in eredità una casa nell’Essex. È il luogo perfetto in cui rintanarsi per leccarsi le ferite e meditare sulla propria vita. Andare avanti non è per niente facile. È ossessionata dal ricordo di Andrew. Ogni mattina si sveglia pensando a lui, il corpo che lo desidera fisicamente, la mente che continua a ripercorrere ogni istante della loro relazione. Di Patrick O’Rourke neanche si accorge. Certo, Patrick è bello, è l’uomo più bello che abbiano mai visto da quelle parti. Al pub locale le ragazze cercano modi sempre nuovi per avvicinarlo, fallendo ogni volta.
Jo per fortuna è immune. Ma lo è davvero?
RECENSIONE
Un titolo che racchiude in sé due missioni, piuttosto impegnative, ovvero superare un amore (dopo un tradimento e un licenziamento) e rinascere mettendo tutto in prospettiva. Facile a dirsi, difficile a farsi, soprattutto se l’ex in questione diventa un’ossessione che tortura sia fisicamente che mentalmente la protagonista del nuovo romance firmato Miss Black. Una storia incentrata su tematiche profonde come il senso di colpa, l’elaborazione di un lutto, presentato sotto molteplici forme. In primis quello di una relazione finita malamente, fatto che a essere onesti metterebbe a dura prova moltissime persone. E quindi cosa fare?
Nessun fiocco di neve cade mai nel posto sbagliato.
Guardandoci indietro, è strano notare come spesso le casualità trascinino verso certe decisioni piuttosto che altre, trasformandosi in veri e propri segni del destino. Vi è mai capitato?
È quasi come se l’Universo ci desse qualche suggerimento in merito al nostro futuro. Nulla ci viene imposto, ovvio, ma spesso capitano degli eventi piuttosto indicativi, come alla protagonista, che si ritrova senza lavoro e con una casa ereditata da uno zio quasi sconosciuto. Questi eventi possono essere interpretati come segni del destino da chi sa guardare oltre la semplice razionalità, anche se Jo pensa solo a sopravvivere al mondo che le è appena crollato addosso, alla fine di un amore di cui non si dà pace.
Anche se l’aveva scaricata nel modo più infame e vigliacco possibile, Jo continuava a sentire la sua mancanza. Di quello che erano stati. Di quello che avrebbero ancora potuto essere, se lui non si fosse invaghito di un’altra. A lei, all’altra, Jo non pensava.
Jo incarna tantissime persone che come lei non si rassegnano, nonostante il tradimento e l’umiliazione. Un personaggio davvero credibile e umano, che si ama e intenerisce. Un dolore da affrontare, lo spirito di sopravvivenza da gestire.
Quella casa enorme persa nel nulla, senza dubbio malridotta, poteva diventare la sua tana per un po’. Come le tane delle volpi, scavate tra le radici degli alberi. Prese le chiavi dallo scomparto porta oggetti.
Un luogo isolato, una vita da ricostruire. Basta così? No, a rendere tutto più complicato (e intrigante) l’incontro con uno sconosciuto, un uomo che a vederlo sognare è immediato. Miss Black si diverte a mettere sulla strada di Jo la nemesi di colui che il cuore glielo ha ridotto a brandelli, ovvero Patrick, detto Pat.
Solitario, gentile, falegname, bello da impazzire, eppure ritroso ad ogni tipo di relazione, casto per scelta. Buffo? Una delle parti più intense è quanto il loro rapporto basi le sue fondamenta sull’amicizia, che a lungo andare si consolida in complicità fino a trasformarsi in vera intimità, non solo del corpo ma della mente. Pat è bellissimo sotto ogni punto di vista, l’amico che salva, che riesce a stare in silenzio e che è capace di farti vibrare sotto le sue mani.
Quando sarebbe stata di nuovo bene? Sarebbe stata di nuovo bene? O sarebbe rimasta così per sempre? Frastornata, disperata, sotto molti punti di vista pazza furiosa? La frase zen del giorno era: Se vuoi volare, rinuncia a tutto ciò che ti pesa. Più facile a dirsi che a farsi.
Jo si mette nelle sue mani, appunto, come un vecchio mobile a cui ridare vita. Un’opera d’arte che prende tempo, richiede amore e pretende pazienza. Pat le insegna a ricominciare dalle cose semplici, per condividere con lei quelle cure che la renderanno più viva di prima, fino a metterla nuovamente in connessione con sè stessa.
Incredibile l’accuratezza che questa autrice, sempre sorprendente, ha messo nel descrivere il mestiere del protagonista: le diverse lavorazioni da usare su ogni tipo di legno, la sapienza di dosare il giusto olio fino ai tempi opportuni di attesa. Ogni aspetto tecnico che Pat racconta a Jo sembra uscire dalle labbra appassionate di un vero artigiano.
Pat, artigiano anche dell’anima, fin troppo perfetto esteriormente da essere vero, e al contempo riservato e silenzioso. Una figura enigmatica, intrigante, quella di un uomo che ha deciso di allontanarsi dal buio di un passato in cui di perfetto non c’era nulla. Scoprire di cosa si tratta sarà davvero inaspettato, per dare un significato diverso all’espiazione di una colpa.
C’era qualcosa di profondamente doloroso in quell’uomo, quando ti prendevi il disturbo di guardare. Oltre l’aspetto da modello di intimo, oltre l’immagine di tranquillo artigiano. Una riservatezza che chiedeva di non essere scalfita. Ma nessuna freddezza.
Un romanzo bellissimo e profondo, che lascia nel lettore quel senso di verità e realtà che fa pensare alla vita come ad un viaggio fatto ad ostacoli ma in cui spesso mettere in prospettiva ciò che ci accade ci preserva da ulteriori sbagli. Leggere i segni che il destino ci lancia non è facile, ma ignorarli a volta può costare caro.
È possibile imparare a prendere la vita in modo diverso rispetto a come siamo abituati, aprendo la mente a nuove interpretazioni. Spesso, infatti, quello che ci capita è atto al nostro bene e ci aiuta a creare il nostro futuro nel migliore dei modi. Anche e forse soprattutto quando gli eventi risultano per noi fastidiosi o dolorosi.
Come diceva il Dalai Lama–Jo l’aveva letto nel suo libro di massime zen–“Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere”.
Miss Black interpreta il romance a modo tutto suo, offrendo protagonisti credibili proprio perché imperfetti (anche se Pat è indegnamente perfetto, per la maggior parte del tempo), fatti di luce e ombra, con delle trame mai scontate, regalando quell’inestimabile necessità di evasione di cui tutti abbiamo bisogno grazie ad un mix unico di ironia, focosa sensualità e momenti di riflessione asciutta, mai banale.
Come sempre, leggere Miss Black è come assumere un supplemento vitaminico ad alta concentrazione di energia e relax. Mica facile, eh?