IL PRESCELTO DAGLI DEI, Liuma il Leone di Pietra, di Fleur du Mar

IL PRESCELTO DAGLI DEI, Liuma il Leone di Pietra, di Fleur du Mar

Titolo: IL PRESCELTO DAGLI DEI
Autore: Fleur du Mar
Serie: Liuma, il leone di pietra
Genere: Historical Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: aperto
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: Novembre 2022, Febbraio 2023
Editore: Self publishing

TRAMA


Questo libro raccoglie in tutto cinque brevi storie che svelano interessanti aspetti del passato dei protagonisti del romanzo principale: LIUMA. Le prime quattro sono state pubblicate singolarmente in formato digitale, l’ultima la troverai solo tra queste pagine.

Il segreto dell’acqua

“Un amore delicato come le ali di una farfalla. Un segreto che l’acqua custodirà gelosamente.”

Kata e Sargon dopo diversi scontri hanno ceduto di fronte all’evidenza, ma Kata deve ancora scacciare i timori legati a un passato che non ha dimenticato.
“Il segreto dell’acqua” è una breve novella MM, romantica e sensuale che rappresenta una scena Extra del romanzo principale “Liuma”.

Viaggio in Egitto

È la luce che genera le ombre…

Malnigal, giovane principessa babilonese, inesperta e ambiziosa, e il suo fratellastro, Sargon, vengono inviati alla corte dell’uomo più potente dell’epoca, il faraone Akhenaton. Ma cosa si cela nella splendente città dedicata al dio Aton?
Gli avvenimenti di questa novella si svolgono due anni prima rispetto a quelli del romanzo “Liuma”.

Il trono di sangue

Il principe Liuma ha vent’anni e da sei ha rinunciato alla donna che ama per sposare la sorella di lei, Henti, ma il regno di Hatti è minacciato da più fronti e i pericoli maggiori potrebbero provenire da luoghi che si considerano sicuri.

Cuore di autunno

“In autunno cadono le foglie e il freddo avvolge i giovani cuori.”

Un giovanissimo Kata è costretto a sposarsi, ma il fratello di sua moglie esercita su di lui un fascino pericoloso.

RECENSIONE


Una raccolta (illustrata) che apre finestre sul tempo che dipingono scenari, spiegano emozioni, approfondiscono con coinvolgente pathos una storia già di per sé meravigliosa, anche grazie a due sontuosi protagonisti, Liuma e Malnigal, e altrettanti personaggi comprimari come Sargon e Kata, degni di un film epico.
Fleur du mar regala ai lettori cinque tappe che aggiungono spessore ad un viaggio che, credetemi, sarà difficile lasciare andare e che fortunatamente non accadrà tanto presto perché seguiranno altri capitoli a questa meraviglia. La quinta novella è l’ennesimo gioiello, di cui non riveleremo nulla per non lasciare ai lettori la scoperta di cosa ci riserva. Un capitolo finale che aggiunge un valore immenso a tutta l’opera, dal nome enigmatico IL PRESCELTO DAGLI DÈI. Grazie a essa si capirà il motivo del titolo stesso e le ragioni accurate della selezione di questi episodi, e non altri.
Chi sarà il protagonista della misteriosa quinta novella? E che cosa ci svelerà?

Intanto a voi le quattro novelle, che offriamo per accompagnare il blog tour di questa autrice incredibile, dotata di un talento per la scrittura che ha pochi uguali.

IL SEGRETO DELL’ACQUA, novella 1

In queste poche ma intense pagine finalmente trova spazio l’amore di due tra i più bei personaggi del romanzo di Liuma, ovvero Kata e Sargon. Due figure di grande personalità e carisma che spiccano in modo diverso: Sargon, principe babilonese, devoto fratello di Malnigal, regina a cui ha dedicato e sacrificato parte della sua giovane vita; Kata, irreprensibile e fidato generale delle guardie del re, uomo solido dal passato tormentato. L’uno giovane e di una bellezza sfacciata, l’altro più maturo e di una fisicità dirompente.


Kata e Sargon si erano scontrati moltissime volte, si erano picchiati in modo duro, avevano litigato e si erano feriti a vicenda; eppure non erano mai davvero riusciti a ignorarsi.


Entrambi devoti, coriacei e combattenti. Entrambi persi in un sentimento difficile da accettare. Leggere la novella che li vede protagonisti è come condividere un’intimità rubata, un momento in cui due persone cedono pian piano le armi ad un sentimento intenso e inesorabile.


Tra loro due il più insicuro e fragile era proprio colui che aveva sempre dato prova del contrario. Il principe aveva paura, ma, mentre i timori di Kata erano molto concreti, quelli del babilonese erano decisamente più insidiosi.


Bellissimo il modo in cui l’autrice descrive la passione crescente, le incertezze, le esitazioni che avvolgono la mente di Kata; dall’altra parte, sensuale fino allo stremo il modo disinibito di Sargon di far capitolare Kata, spezzando le catene delle sue paure, a rompere gli argini di una passione innegabile, fino a permettere che siano i sensi e il cuore a condurre il gioco.


«Puoi prendere tutto ciò che vuoi. Sono tuo» gli rispose con voce tremula e Sargon suggellò quella confessione con un bacio rude e affamato. «Sì, è così. Mi prenderò tutto e ti darò tutto di me, stanotte.»


Una delle più belle scene della novella ha per palcoscenico l’acqua, simbolo per eccellenza della vita, della rinascita e della purificazione. Elemento ricorrente in moltissime religioni e culture, l’acqua incarna il principio femminile, sia per gli aspetti legati alla fertilità, sia per il carattere liquido, puro, adattabile e ricettivo. Una scelta di raffinato spessore. Bellissima.

VIAGGIO IN EGITTO, novella 2


Sargon fece scorrere la punta delle dita sul collo della giovane, accarezzandone con lo sguardo le forme generose che negli ultimi anni l’avevano resa una delle donne più belle della Mesopotamia. Era bella, Malnigal, bella da togliere il fiato. Un dolore per gli occhi e per il cuore.


In questa novella l’autrice ci riporta indietro nel racconto per capire la natura del legame che unisce Sargon alla sorella Malnigal. Un viaggio in terra d’Egitto che avviene prima dell’incontro con quello che sarà il futuro sposo Liuma, che cambierà i destini di tutti.

Difficile restare indifferenti al cuore spietato di una principessa pronta a tutto per il potere, come anche impossibile non commuoversi per l’amore viscerale che il fratello nutre per lei. Un rapporto ossessivo, il loro, fatto di odio e amore, di complicità, intesa, protezione che in un crescendo di insidie e pericoli diventa una guerra per la sopravvivenza.

Sopravvivere a cosa? Non solo alla morte ma anche ad un cuore spezzato, ad un dolore che lacera l’anima e ad un ricordo che unirà entrambi in modo indissolubile. La narrazione travolge il lettore, che non può distogliere l’attenzione da quanto avviene, seppur crudo e sadico. Eppure, anche dietro gesti che appaiono di un’efferatezza incommensurabile si celano le ragioni di un cuore ancora incapace di amare perchè congelato per dare ogni goccia di sangue per restare in vita in un mondo spietato, sopraffatto dalla volontà degli uomini.


«Siamo in guerra» replicò lei e nei suoi occhi vi scorse dolore e una maturità che fino a quel momento non aveva mai posseduto. «Ho peccato di ingenuità, non ripeterò quest’errore una seconda volta. Se prima desideravo sedurre il faraone per acquisire più potere, adesso lo voglio per vendetta e non mi fermerò fino a quando non l’avrò ottenuta.»


IL TRONO DI SANGUE, novella 3

In questa novella conosciamo il giovane Liuma, che emerge con forza grazia a una personalità dura, da combattente, poco avvezzo ai giochi di corte e con un carisma così intenso da averlo reso leader naturale del suo esercito di fidati compagni. Un ragazzo solido, di poche parole, addestrato a servire il proprio popolo e il cui rigore contrasta con la dissolutezza del fratello maggiore, ben diverso da lui per coraggio e morale. Eppure è lui il sovrano, seppur sbagliato e corrotto, a cui è stata data in sposa una giovane ragazza, Awina, bellissima e dolce, ma soprattutto segretamente innamorata di Liuma fin da quando erano ragazzi.


Le fissò le labbra e lo fece con una tale intensità che lei ebbe come l’impressione che l’avesse baciata. «Ho visto solo la morte, fino a oggi. Ho ucciso e visto morire così tante persone che se ne impilassi i cadaveri potrei raggiungere Teshub in cielo e sedere accanto a lui. Non c’è modo di ottenere la pace se non attraverso il potere delle armi. Posso dirti soltanto che mi è più lieve lottare sapendo di donare anche a te un futuro più sereno.» Una lacrima le scivolò lungo la guancia e lui gliela scacciò con le dita ruvide e callose.


Una novella di una forza e una tenerezza che commuovono. È grazie a queste pagine che si comprende l’animo e il cuore di un giovane uomo, destinato a divenire Re, che sarà costretto a conoscere il sacrifico, il dolore, la perdita e la debolezza di sentirsi perduto. Vicende che lo cambieranno per sempre.

CUORE DI AUTUNNO, novella 4

Un titolo che enfatizza moltissimo ciò che si racconta in questa terza novella: un destino che deve compiersi e a cui è impossibile ritrarsi. Un altro salto nel passato, come quello che ci ha permesso di conoscere il giovane Liuma. Stavolta siamo a chilometri di distanza da Hattusa, ovvero nella città natale di Kata, uomo di grande valore umano e profonda saggezza, che diverrà il più fidato compagno del sovrano ittita.
Fleur du mar ci regala l’età della sua innocenza e ciò che ne comprometterà per sempre la sua sfera emotiva, fino a renderla quasi inesistente. Vi sono passaggi in cui il cuore si stringe attorno al suo incessante desiderio, alla sua voglia di pace interiore, alle sue inesorabili pulsazioni e al suo tormento senza fine.


Stavano suonando una musica tutta loro e, in quel tripudio di emozioni e sensazioni, tutti i problemi che lo avevano tormentato sembravano spariti nel nulla. Ma quella gioia feroce, folle e assoluta che stava vivendo si infranse come un vaso di argilla lanciato contro un muro.


Kata è uno dei personaggi comprimari più intensi e perfettamente a fuoco che abbia mai letto e che aggiunge, come se ce ne fosse bisogno, uno spessore ad una storia che appassiona come poche altre. Merito di un’autrice che ha la capacità di incidere con una lucidità magnifica l’anima dei suoi lettori.

Sarà nell’ultima novella però che personaggi e situazioni assumeranno una luce diversa. Pronti a scoprire quale e di chi si tratta?

Il viaggio nel regno di Hattusa è solo all’inizio. Gli Dei hanno appena cominciato a giocare.

IL RIBELLE D’IRLANDA di Pitti Du Champ

IL RIBELLE D’IRLANDA di Pitti Du Champ

Titolo: Il ribelle d’Irlanda
Autore: Pitti Du Champ
Serie: La Confraternita dei Leoni
Genere: Historical Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: Gennaio 2023
Editore: Self Publishing

TRAMA


Irlanda 1820 – Sean O’Connor, Conte di Clare, è disposto a tutto per scrollarsi dalle spalle l’identità irlandese, un marchio che ha fatto di lui un reietto, un emarginato. Forse andare via è l’unica soluzione: nè inglese nè irlandese ma solo europeo nelle colonie; circondato dal lusso e dai soldi che ha guadagnato con le miniere messicane.

Il destino però ha in serbo sorprese e colpi bassi. Quando Sean eredita dal padre il titolo di Marchese di Galway, ecco che il sangue e la terra d’Irlanda tornano a pretenderlo. E a chiamarlo a sè è anche Aoife, pronta a ogni sacrificio per rivendicare i diritti dei cattolici irlandesi, perfino a rinunciare all’amore. Perfino a rinnegare Sean.

Un uomo in cerca del suo posto nel mondo, una donna che lotta per i diritti del suo popolo, un amore violento e intenso come il verde d’Irlanda.

RECENSIONE


Leggere Pitti Du Champ è sempre appassionante. Lo è in tutte le sue interpretazioni letterarie, che vanno dal contemporary romance, alla narrativa fino al genere storico, con cui a mio avviso questa autrice dal talento sofisticato ha un’affinità particolare.
Scrivere di altre epoche presuppone una ricerca storica rilevante, perché per essere credibili e creare nel lettore quella sospensione spazio-temporale necessaria a immergersi nel passato occorre che vi siano dialoghi adeguati, ambientazioni finemente ricostruite e dinamiche umane, relazionali e sociali quanto più autentiche possibili e in linea con la cornice del periodo. Se l’autore rispetta queste condizioni, avviene la magia, che garantisce al lettore un viaggio nel tempo che ammalia e rapisce.
Pitti Du Champ è artefice costante di questo innato tocco, senza mai un’incertezza, mai una sbavatura.


«Sono irlandese e cattolica come lo è il popolo della mia terra. Voi siete un meschino traditore e io non intendo legarmi a un uomo che si vende per pochi spiccioli». Aoife percepì distinto il suono sordo del suo cuore che si frantumava, il groppo di lacrime che saliva alla gola e il respiro mozzato dal dolore. Lo splendido giovane che la stava accompagnando nella danza la guidò per un solo altro passo e poi, dando pessimo spettacolo di sé stesso e inducendo lei in un tremendo imbarazzo, la mollò in mezzo alla sala.


Ed ecco qui, un passaggio che racchiude in poche righe le forti personalità dei due protagonisti de Il Ribelle d’Irlanda, quinto capitolo della serie La confraternita dei Leoni. Due giovani uniti da una passione giovanile irrefrenabile e l’indomito sangue irlandese che scorre nelle loro vene. Tanto attratti l’uno dall’altra quanto divisi nel profondo, senza neppure esserne consapevoli.
Due cuori ribelli, che il destino divide per far nuovamente incontrare solo dopo anni. Un lungo tempo in cui ognuno ha fatto scelte, subito perdite, conosciuto l’amarezza di doversi ricostruire un presente, soprattutto dopo che la guerra ha cambiato vite e cancellato ogni sicurezza. Eppure, rivedersi dopo anni, quando la gioventù è divenuta ormai un ricordo, ha il sapore amaro di un rimpianto, il calore di un fuoco mai spento:


I petali candidi dell’orchidea gli riportarono alla mente la pelle lattea di Aoife. Era cambiata in meglio, la natura era stata generosa con lei: le guance si erano assottigliate negli ultimi dieci anni, gli occhi avevano assunto una nuova profondità, le labbra erano divenute meno sfacciate ma neanche una sfumatura era sbiadita del suo spirito selvaggio.


Sean è uno dei protagonisti maschili più incisivi e profondi mai letti. Il suo conflitto interiore è devastante, il tormento che lo affligge origina da un passato intriso di sensi di colpa e voglia di riscatto che non lascia indifferenti. La vita lo ha invalidato dalle sue origini, rendendolo un errante senza tregua.
Dall’altra parte, Aoife, tanto bella quanto combattiva e tenace, inesorabilmente vocata a sacrificare la sua vita per il suo popolo. Lei invece basa la sua vita sui valori della terra dove è nata. Non vi è mai traccia di cedimento, le sue convinzioni sono dure come le rocce delle scogliere irlandesi.
Ogni loro incontro, dialogo, contatto, sguardo suscita quella perfetta alchimia di evasione ed emozione che solo le grandi storie riescono a offrire in chi legge, quella in cui sono i sentimenti a scombinare ogni traccia di razionalità:


«Non ti prenderò, mia Orchidea Selvaggia, perché il ricordo di me deve rimanere puro e indelebile. Non lo sporcheremo con insinuazioni sciocche, non dovrai mai pensare che ti ho trattato come una puttana. Ciò che ci lega è questo: desiderio e negazione.»


Si dice che il popolo irlandese sia orgoglioso, testardo, accogliente e protettivo delle sue tradizioni. Mai come in queste pagine se ne descrive l’anima che smuove questa gente così assennata, mai come in un romanzo storico si superano i diffusi stereotipi di personaggi o trame prevedibili.
Pitti Du Champ esce dagli schemi come farebbe un’appassionata donna irlandese, fiera di raccontare a suo modo un romance di epoca Regency originale non solo per la trama ma anche per la sapiente bravura di aver intrecciato alla narrazione personaggi storici vissuti davvero, come il personaggio secondario Daniel O’Connel, detto “Il liberatore”, che ha fatto la storia di queste terre. Allo stesso modo, vi sono raccontati e descritti in modo sopraffino luoghi unici come la Contea di Galway, ad oggi città portuale sulla costa occidentale dell’Irlanda.


«È magnifico, vero?» domandò lui, e parve ad Aoife che lo chiedesse a se stesso più che a lei. «Si può morire per un paesaggio così» aggiunse. «Eppure tu vuoi andartene.» Lui si voltò, gli occhi scintillanti di umidore che Aoife sospettò fossero lacrime.


Questa storia coinvolge in ogni senso possibile e celebra con particolare intensità i molteplici significati che possono riferirsi all’espressione “passione”: per i valori umani in cui credere, per la salvaguardia della dignità, per l’orgoglio di essere parte di un popolo e vivere in una terra imperversata dalle divisioni e l’oppressione straniera. La passione straziante che ci lega a qualcuno, ma anche quella di vivere secondo il proprio credo e tenere fede ai principi a cui ci sentiamo di appartenere, per essere coerenti e fedeli a noi stessi, alla nostra cultura e natura.
«Il richiamo del sangue e della terra», una frase che riecheggia spesso tra le pagine di questo romanzo meraviglioso, quasi a ricordare l’importanza delle origini, la forza delle radici. Il Ribelle d’Irlanda condensa nella scelta del titolo lo spirito sovversivo che pervade questa storia ricca di emozione, quella più persistente, che graffia e marca la pelle. E che non si dimentica.

 Una prova d’autore impeccabile, che conferma il raffinato tratto di una penna di rara bravura.

CAMBIA IL VENTO di Amalia Frontali e Rebecca Quasi

CAMBIA IL VENTO di Amalia Frontali e Rebecca Quasi

Titolo: Cambia il vento
Autore: Amalia Frontali e Rebecca Quasi
Serie: Autoconclusivo
Genere: Historical Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 23 gennaio 2023
Editore: Words Edizioni

TRAMA


Exeter. 1886.Mr. Devon Holmes è partito dal basso. Ha iniziato a lavorare come mozzo a sedici anni e nel volgere di un decennio è diventato prima capitano e poi armatore. Grazie alla sua abilità negli affari è riuscito a sposare lady Costance, figlia del conte di Norfolk, nobile ma in dissesto finanziario. L’unione tra i due non è mai stata né intima né felice e il disastro economico in cui Holmes sarà coinvolto, non potrà che peggiorare la situazione, ma il destino ha in serbo per lui qualcosa di inaspettato; del resto, un vento che cambia può far succedere di tutto, anche stanare una passione sopita…

RECENSIONE


«Vi ho mai parlato dell’Euro, Constance?» «Il vento caldo che scioglie la neve?» «Sì, esatto» si stupì. «Come fate a ricordarvene?» «Non ho dimenticato una sola parola delle vostre lezioni sui venti.» Devon sorrise compiaciuto. «Be’, credo che finalmente l’Euro stia arrivando. Ci ha messo del tempo, ma ora è qui.»


Si dice che i primi cenni storici a nomi dei venti risalgano addirittura all’Odissea, in cui Omero indica quattro venti principali. I loro nomi erano BoreaEuroNoto e Zefiro che accompagnarono Ulisse nei suoi viaggi, descrivendo le sue avventure ed emozioni, proprio come accade in questo romanzo bellissimo, in cui i venti danno nome ad ogni capitolo. Una scelta perfetta, che crea un legame indissolubile tra la natura e gli eventi che coinvolgono i protagonisti del racconto, con le loro paure, debolezze, fragilità, speranze, sogni e desideri.

Avevo già avuto modo di conoscere la bravura e soprattutto l’alchimia che si genera tra queste due autrici, Amalia Frontali e Rebecca Quasi, con Accordi. Avere la possibilità di godere ancora del loro talento, fuso insieme, è stato incredibile. Cambia il vento è una storia che aveva bisogno di essere ampliata, fino a divenire un romanzo. Le ragioni sono diverse, in primis per i due protagonisti, caratterizzati in modo magistrale e di cui c’era necessità di capirne meglio le profondità psicologiche e i segreti del cuore.


Non si alterava mai, non si spazientiva, non si faceva mai cogliere in fallo. Era di una perfezione intimidatoria. Anche con i figli si comportava così, solo che loro li amava anche. Di un amore immenso e incondizionato, che lui guardava come uno spettatore, attonito e sedotto.


A definire alla perfezione Lady Constance questo passaggio, che le autrici raccontano attraverso gli occhi del marito. Mrs Holmes, alias Lady Constance, si raffigura nella narrazione come una donna di solidissimi principi morali e acuminata perspicacia, capace di apparire inscalfibile agli altri grazie ad una ferrea disciplina costruita per sedare le emozioni, ma non per non averne. Anzi.

Una donna forgiata per rispettare e seguire le regole dell’alta società, che si distingue per un profondo spessore umano, che non inganna nessuno, lettore compreso. Eppure, il suo rigore a volte mostra delle crepe, facendo intuire mediante sguardi che valgono più di mille parole, la presenza di un’anima indomita, un calore nascosto che avvince moltissimo e di cu si ha bisogno di scoprirne l’origine.
Sarà lei a raccontarsi attraverso diari e lettere che aprono scenari passati in cui le sue emozioni sono vive, raccontate con dovizia di particolari e seguirla nel suo viaggio diventa ad ogni ricordo sempre più appassionante. Una ricostruzione di quelli che sono i suoi primi incontri con Devon, le sue impressioni, i sogni e desideri che provava e cosa sia diventato il loro matrimonio a distanza di quasi vent’anni. Chi sia adesso la donna che si cela sotto il vestito della Lady di ferro e capire chi prenderà il sopravvento sarà meraviglioso, sotto gli occhi attenti non solo dei suoi affetti più cari, ovvero il devoto marito, gli adorati figli ma anche l’imperturbabile felino a cui è affezionatissima.


Posy, al contrario, era stato pessimo, si era adattato ai cuscini logori dei Chesterfield come se fossero velluti nuovi di zecca.


Le due autrici mostrano con sublime padronanza uno stile di scrittura perfetto, tanto evocativo e poetico nel descrivere paesaggi o merletti, quanto efficace a raccontare cosa ci sia nel cuore dei personaggi, i loro pensieri e sensazioni. Si entra nella loro anima tanto quanto se ne percepisce la vista, il tatto, l’olfatto. La cabina di regia è strutturata su una base solidissima, quella di un’affinità elettiva che permette loro di fondersi in un’unica penna senza distinzioni o strappi.


Devon non poté fare a meno di sentirsi il solito stupido bifolco, il villano pretenzioso che sprecava energie nella disperata impresa di comunicare con una creatura che era nata per essere contessa. «Vi prego di considerare le mie parole seriamente: dovete sapere che qui… qui a Bradford, la gente… non la gente in generale, la gente sposata, quelli sposati tra di loro intendo… dormono insieme.»


Le dinamiche di un amore che lega un uomo e una donna diversi caratterialmente, di classe sociale differente, uniti da un matrimonio basato sul silenzio, su una devozione celata, un desiderio quasi sopito, e soprattutto sull’assenza e sull’incomunicabilità. Aspetti di coppia che sicuramente accomunavano tantissime coppie all’epoca ma non si può non pensare a quanto la tematica possa essere oggi attuale, confermando la bellezza e la profondità di questo libro, sì di genere storico ma che potrebbe essere interpretato in chiave moderna, senza alcun dubbio.
Il senso del dovere di Constance, quello di inadeguatezza di Devon rispecchiano tante situazioni di coppie che come loro si sono allontanate, ma non perdute totalmente. La riscoperta dei sentimenti che li legano ma che sono stati trattenuti e censurati per troppi anni tocca il cuore perché fidarsi è una sfida impossibile, eppure diventa necessario affidarsi all’altro quando tutto viene meno.


Constance era ostaggio della sensazione di sentirsi di passaggio in quel luogo, di dover tornare, prima o poi, a una qualche forma di normalità molto lontana. E la colpa, di questo era certa, era di Devon, della sua latitanza, del suo infantile negarsi, dell’essere sfuggente come un alito di Altano, il vento leggero che accarezza il mare e poi sparisce.


Spesso occorre allontanarsi da ciò che ci è familiare, da ciò che conosciamo per smettere di sopravvivere e ricominciare a vivere, e forse ricostruire ciò che sembra perduto. Dalle macerie è possibile fondare qualcosa di nuovo e bello, di autentico.

Cambia il vento è un libro che mette al centro la potenza del cambiamento, e racconta con struggente armonia quanto la sua portata possa spiazzare, travolgere e spaventare chi ne è coinvolto, ma allo stesso tempo è il cambiamento a fare la differenza, modificando prospettive inaccettabili, svelando verità nascoste, creando nuovi equilibri e togliendo pesanti maschere. E se il vento soffia dalla parte giusta vi è anche la speranza di riaccendere la brace rimasta sotto la cenere fino a innescare di nuovo il fuoco, quello di una coppia e di una famiglia quasi perdute.


Scelse un vento. Si figurò di essere in mezzo al mare e di poter ordinare a piacimento il vento ideale. Scelse lo Schiavo, perché mai come in quel momento gli sembrava di essere in catene, e gli ordinò di condurlo in salvo. Il buon vento di Nord-Est non tardò ad arrivare e tentò di svolgere il proprio compito, sforzandosi di sottrarre il povero marinaio al canto della sirena, ma invano: l’ammaliatrice spostò la bocca sul collo di Devon e il naufrago si arrese.


Un’opera meravigliosa che conferma la bravura straordinaria di due signore il cui talento raffinato non manca di stupire.

UNA STORIA DI SESSO di Miss Black

UNA STORIA DI SESSO di Miss Black

Titolo: Una storia di sesso
Autore: Miss Black
Serie: autoconclusivo
Genere: Erotic
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: Dicembre 2022
Editore: Self publishing

TRAMA


Brielle e Frank si sono incontrati in un club per scambisti. L’idea è stata del ragazzo di Brielle, ma i risultati poi non gli sono piaciuti. In quanto a Brielle, lei non voleva neppure andarci. Con l’uomo che le è capitato si è trovata bene, Frank è un bel tipo ed è bravo a letto, ma non sentiva il bisogno di sperimentare.
Ormai, però, ha sperimentato. Il suo ragazzo si è infuriato e l’ha mollata nel mezzo del nulla, andandosene. Frank le ha dato uno strappo verso il centro.
Sembra l’inizio di una storia di sesso, erotica ma inconsistente, solo che…

RECENSIONE


Quella che aveva puntato Frank portava un vestito orientale con dei ricami di crisantemi dorati, una specie di stola di seta nera e una parrucca… doveva essere una parrucca, giusto?

Avrebbe dovuto avere un aspetto lezioso, ma più che altro sembrava terrorizzata. Frank non capiva perché, nessuno le aveva obbligate a venire. Anzi. Lo Switch era un club privato. Un club per scambisti.


Torna a tenerci compagnia la signora Black, che ha fatto del genere erotico una dimensione letteraria speciale, ricca di sfumature emotive, in grado di intenerire, infuocare, commuovere, riflettere e intrattenere, come in questa storia, il cui titolo essenziale e diretto racchiude il suo stile, graffiante e asciutto.
Una storia di sesso parla di sesso, ovvio, non solo perché è una delle componenti che ritroviamo sempre nelle storie di questa autrice eclettica ma soprattutto perché è il sesso il motivo scatenante l’incontro dei due protagonisti, Frank e Brielle. Non è la prima volta che accade nei suoi libri, ma stavolta l’ambientazione, un club per scambisti, aggiunge un elemento piccante di notevole portata, se non una delle trasgressioni più diffuse e praticate.


«È molto geloso. Troppo. Ha proposto una serata in un club per scambisti, in modo da sublimare una volta per tutte la sua gelosia».


Brielle, come accade forse per molti partner, si ritrova ad assecondare il desiderio del proprio compagno a vivere un’esperienza piuttosto trasgressiva, ovvero concedersi ad un’altra persona, insieme o separatamente, in modo occasionale. La voglia di novità e il desiderio di rompere la monotonia del rapporto o, molto semplicemente, per sperimentare qualcosa di nuovo sono le più frequenti dinamiche che spingono a questo tipo di erotismo, in cui l’altro è visto di base come oggetto sessuale, in rapporto alla sua capacità di far provare piacere e appagamento. E in questa situazione a guadagnarci è proprio Brielle, che con Frank si ritrova a vivere un sesso a a cinque stelle:


Poteva sembrare una follia, ma non aveva mai conosciuto nessuno bravo a letto come quel tizio. Nessuno le aveva mai dato tanto piacere. Con lui era facile lasciarsi andare.


Passare dal panico al piacere estremo, così coinvolgente da dimenticare tutto il resto, è un attimo e quello che sembrava essere un semplice incontro di sesso occasionale assume tutt’altra portata.

Scoprirlo sarà divertente, spassoso, a tratti anche turbante (e conturbante) ma soprattutto liberatorio, sensazione che accade di frequente durante le letture di Miss Black, autrice capace di regalare storie mai banali, che mettono a fuoco in modo perfetto tematiche attuali come il prezzo che richiede il successo (a più livelli), il senso di inadeguatezza e inferiorità che confondono fino a far dubitare di ogni cosa o persona, e l’umana inclinazione a sottovalutare i momenti che rendono felici anche avendo poco e nulla, anche senza essere nessuno se non tutto per noi stessi e chi riteniamo importante nella nostra vita.


Ripensò al modo in cui Frank l’aveva seguita nel labirinto, quella sera. Aveva scelto lei, proprio lei. L’aveva acchiappata per la vita e, per un attimo, Brielle aveva sentito il suo corpo dietro al proprio. 


Il labirinto è un elemento che è presente sia all’inizio che alla fine della storia. Il labirinto è anche una metafora per il libro, ovvero un luogo che in cui ci si perde, fatto apposta per disorientarsi e smarrirsi. Ecco, Miss Black ci regala proprio un’esperienza simile, con la finale soddisfazione di essere stati appagati in ogni senso.

What’s better?

SERIE STAR CROSSED, Vol. 1 e 2 di Leisa Rayven

SERIE STAR CROSSED, Vol. 1 e 2 di Leisa Rayven

Titolo: Cancella il giorno che mi hai incotrato e Puoi fidarti di me
Autore: Leisa Rayven
Serie: Star Crossed
Genere: Contemporary
Narrazione: POV alternato
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 2015
Editore: Fabbri editore

TRAMA


Cassandra e Ethan. Quando sono sul palco insieme, a nessuno sfugge l’attrazione e la potente alchimia che si sprigiona tra loro appena si sfiorano o si guardano negli occhi. Una passione che toglie il respiro, davanti alla quale è impossibile restare indifferenti. Tanto che all’Accademia d’Arte di New York vengono scelti come protagonisti per lo spettacolo di fine anno, Romeo e Giulietta, la storia d’amore più famosa di tutti i tempi. Però, una volta calato il sipario e smessi gli abiti di scena, il rapporto tra Ethan e Cassandra si rivela complicato e ingestibile. Anni dopo, scritturati di nuovo per interpretare una coppia di amanti, Cassandra e Ethan si ritrovano sul palco ad affrontare i demoni del loro passato e il fuoco di quella passione che, nonostante il tempo, non ha mai smesso di ardere. Ma può un amore così intenso e lacerante finire davvero? Se Romeo e Giulietta li ha fatti avvicinare, questa nuova pièce rischia di distruggerli una volta per tutte

RECENSIONE


Questa è la storia di un grande amore, uno di quelli che si potrebbe raccontare in un libro, e nel caso specifico l’autrice bestseller internazionale Leisa Rayven di volumi ne ha scritti ben due.

Due volumi che racchiudono un percorso di vita tortuoso, costellato di cadute e risalite, che per anni ha unito e separato due giovani ragazzi, troppo inesperti per gestire il sentimento travolgente che nasce tra loro, così potente da divenire spietato per entrambi.


Avverto il suo sguardo su di me ancora prima di vederlo. Resisto alla tentazione di cercarlo: se c’è una cosa che ho imparato è che con Ethan Holt devo tenere a bada l’istinto. Quando non l’ho fatto, tra noi è andato tutto a rotoli. Era l’istinto a dirmi che lui poteva darmi qualcosa, mentre invece non era affatto così.


Una delle particolarità che colpisce di questa dilogia è il lungo viaggio di crescita personale che coinvolge i due protagonisti. Nonostante la tipologia di coppia (lei timida e insicura e lui solitario e carismatico) non sia particolarmente originale ciò che avvince è il messaggio che traspare chiaro: ci sono anime gemelle destinate a non riuscire a stare insieme, perché l’amore non basta.

Quella che unisce fin da subito i Ethan e Cassie è una connessione profonda, un senso di riconoscimento che l’autrice spiega benissimo, facendo entrare nella scena chi legge ad una velocità spiazzante.


Restiamo immobili per qualche secondo; mentre ci guardiamo negli occhi, l’aria tra noi si solidifica, legandoci come parti di un unico corpo.

Ci muoviamo più in fretta, eppure ogni gesto è perfetto, preciso. È una complicata coreografia che non abbiamo mai provato, ma che in qualche modo i nostri muscoli ricordano. È una sensazione incredibile. Siamo in quello stato magico in cui a volte gli attori riescono a entrare, quando l’energia scorre liberamente e apre il cuore, la mente e il corpo.


Un esercizio sul palco in grado di creare in pochi attimi un’istante di magia. Ethan e Cassie sono attratti l’uno dall’altra, come pezzi di magnete che si ricongiungono insieme anche non volendo, nonostante la distanza e il dolore.

Eppure, al di là di un destino complice ma anche perverso, questa storia ricorda con intensità quanto talvolta l’amore non sia sufficiente per mantenere una relazione, nonostante che quell’anima che abbiamo incontrato sia il riflesso della nostra. Capita che ci siano complicazioni inconciliabili, oppure costi fisici ed emotivi troppo alti da poter sostenere. Ci sono amori impossibili che ci fanno vivere frammenti di tempo perfetti, fugaci e intensi, ma che, sin dal principio, hanno incisa la data di scadenza.

Shakespeare una volta ha scritto: “Mai è stato liscio il corso del vero amore”. Una citazione che sembra essere dedicata proprio a questa storia d’amore, ambientata nell’affascinante mondo del teatro, in cui i due protagonisti, Ethan e Cassie, sono troppo giovani per poter vivere e gestire un sentimento fin troppo grande per la loro maturità, destabilizzandoli entrambi:


«Perché sei così…» «Così come? Fastidiosa? Irritante?» «Bipolare.» Questa non me l’aspettavo. «Oh. Io… Eh?» Sospira e scuote la testa. «Ti ho vista prima mentre fingevi di essere come loro. Gli hai dato quello che volevano, ed è assurdo visto che sono degli schifosi leccaculo, finti come una banconota da tre dollari. Però con me sei irrequieta, permalosa e ingenua da non crederci. Cos’è, non ti piaccio abbastanza da recitare anche con me?»


Già dal primo incontro, Ethan osserva Cassie da lontano, studiandone le mosse da dietro le quinte. Lui abile osservatore, capace di intercettare le emozioni, che è abituate a trattenere dentro di sé. Vederla davvero sarà istintivo, naturale, come se avesse a disposizione una lente di ingrandimento capace di andare oltre la superficie, oltrepassando quel lato apparente che Cassie è abile a offrire di sé ogni volta che si sente inadeguata, lei attrice dal talento innato.

Sarà la passione per il teatro a farli conoscere, il talento a legarli e l’amore a dividerli fino a che la vita deciderà per loro, rimettendoli sulla stessa strada, seppur profondamente cambiati. Decidere quale sarà l’attimo in cui finalmente potersi capire e fidarsi sarà un’impresa quasi impossibile.

Tra vicende che legano il presente al passato, Leisa Rayven racconta la storia di un amore giovanile bellissimo e tormentato centellinando sfumature, svelando gradualmente verità nascoste, segreti troppo dolorosi da poter essere condivisi.


La verità è che a convincermi a cambiare davvero non è stato incontrarti, ma incontrarti e poi perderti.


Ethan e Cassie si cercano, si inseguono fino a ferirsi, si proteggono rinunciando a quello che li unisce, ribaltando i ruoli di chi scappa e chi resta, e il momento giusto per essere felici sembra non arrivare mai. Una rincorsa fatta di ostacoli, dubbi e incertezze, ovvero i passaggi centrali che segnano il processo di crescita che permette di cambiare ed elaborare i vuoti, le mancanze e i fallimenti che spesso rendono prigionieri.


Odiare Ethan è semplice. Mi aiuta a non pensare a quanto lo amo.


La loro crescita emotiva parla al cuore del lettore e convince, mostrando quanto a volte la vita ci mette davanti degli ostacoli che in realtà possono divenire trampolini a superare i muri più invalicabili. Battaglie che riusciamo a vincere nutrendo la nostra forza d’animo, elaborando il dolore di una perdita, sviluppando uno spirito di accettazione che ci consenta di metterci al centro della nostra esistenza. Solo così Ethan e Cassie riescono a non perdersi nel labirinto delle loro insicurezze, anche mediante la distanza fisica, perché voler stare bene con noi stessi dipende sempre e solo da noi. Siamo noi a decidere.


Una volta il legame tra noi era intermittente; ora invece è stabile, e Ethan è pronto a viverlo. Ho ancora paura, ma voglio viverlo anch’io. Desidero che lui sia il primo e l’ultimo uomo della mia vita.


Una dilogia che racchiude in sé la bellezza di un amore grande, quello che si incontra una sola volta nella vita.

DIMENTICARE GLI EX E ALTRI ESERCIZI ZEN di Miss Black

DIMENTICARE GLI EX E ALTRI ESERCIZI ZEN di Miss Black

Titolo: Dimenticare gli ex e altri esercizi zen
Autore: Miss Black
Serie: Autoconclusivo
Genere: Erotic
Narrazione: POV singolo (Jo)
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: Novembre 22
Editore: Self publishing

TRAMA


Josephine immaginava una vita con Andrew. Erano perfetti. Entrambi giornalisti, lui direttore del canale all-news in cui lavoravano entrambi, affiatati a letto, grande intesa intellettuale. Ma Andrew l’ha scaricata e la vita di Jo è andata a pezzi.
Proprio in quel momento però, neanche fosse un segno del destino, Jo riceve in eredità una casa nell’Essex. È il luogo perfetto in cui rintanarsi per leccarsi le ferite e meditare sulla propria vita. Andare avanti non è per niente facile. È ossessionata dal ricordo di Andrew. Ogni mattina si sveglia pensando a lui, il corpo che lo desidera fisicamente, la mente che continua a ripercorrere ogni istante della loro relazione. Di Patrick O’Rourke neanche si accorge. Certo, Patrick è bello, è l’uomo più bello che abbiano mai visto da quelle parti. Al pub locale le ragazze cercano modi sempre nuovi per avvicinarlo, fallendo ogni volta.
Jo per fortuna è immune. Ma lo è davvero?

RECENSIONE


Un titolo che racchiude in sé due missioni, piuttosto impegnative, ovvero superare un amore (dopo un tradimento e un licenziamento) e rinascere mettendo tutto in prospettiva. Facile a dirsi, difficile a farsi, soprattutto se l’ex in questione diventa un’ossessione che tortura sia fisicamente che mentalmente la protagonista del nuovo romance firmato Miss Black. Una storia incentrata su tematiche profonde come il senso di colpa, l’elaborazione di un lutto, presentato sotto molteplici forme. In primis quello di una relazione finita malamente, fatto che a essere onesti metterebbe a dura prova moltissime persone. E quindi cosa fare?


Nessun fiocco di neve cade mai nel posto sbagliato.


Guardandoci indietro, è strano notare come spesso le casualità trascinino verso certe decisioni piuttosto che altre, trasformandosi in veri e propri segni del destino. Vi è mai capitato?
È quasi come se l’Universo ci desse qualche suggerimento in merito al nostro futuro. Nulla ci viene imposto, ovvio, ma spesso capitano degli eventi piuttosto indicativi, come alla protagonista, che si ritrova senza lavoro e con una casa ereditata da uno zio quasi sconosciuto. Questi eventi possono essere interpretati come segni del destino da chi sa guardare oltre la semplice razionalità, anche se Jo pensa solo a sopravvivere al mondo che le è appena crollato addosso, alla fine di un amore di cui non si dà pace.


Anche se l’aveva scaricata nel modo più infame e vigliacco possibile, Jo continuava a sentire la sua mancanza. Di quello che erano stati. Di quello che avrebbero ancora potuto essere, se lui non si fosse invaghito di un’altra. A lei, all’altra, Jo non pensava.


Jo incarna tantissime persone che come lei non si rassegnano, nonostante il tradimento e l’umiliazione. Un personaggio davvero credibile e umano, che si ama e intenerisce. Un dolore da affrontare, lo spirito di sopravvivenza da gestire.


Quella casa enorme persa nel nulla, senza dubbio malridotta, poteva diventare la sua tana per un po’. Come le tane delle volpi, scavate tra le radici degli alberi. Prese le chiavi dallo scomparto porta oggetti.


Un luogo isolato, una vita da ricostruire. Basta così? No, a rendere tutto più complicato (e intrigante) l’incontro con uno sconosciuto, un uomo che a vederlo sognare è immediato. Miss Black si diverte a mettere sulla strada di Jo la nemesi di colui che il cuore glielo ha ridotto a brandelli, ovvero Patrick, detto Pat.

Solitario, gentile, falegname, bello da impazzire, eppure ritroso ad ogni tipo di relazione, casto per scelta. Buffo? Una delle parti più intense è quanto il loro rapporto basi le sue fondamenta sull’amicizia, che a lungo andare si consolida in complicità fino a trasformarsi in vera intimità, non solo del corpo ma della mente. Pat è bellissimo sotto ogni punto di vista, l’amico che salva, che riesce a stare in silenzio e che è capace di farti vibrare sotto le sue mani.


Quando sarebbe stata di nuovo bene? Sarebbe stata di nuovo bene? O sarebbe rimasta così per sempre? Frastornata, disperata, sotto molti punti di vista pazza furiosa? La frase zen del giorno era: Se vuoi volare, rinuncia a tutto ciò che ti pesa. Più facile a dirsi che a farsi.


Jo si mette nelle sue mani, appunto, come un vecchio mobile a cui ridare vita. Un’opera d’arte che prende tempo, richiede amore e pretende pazienza. Pat le insegna a ricominciare dalle cose semplici, per condividere con lei quelle cure che la renderanno più viva di prima, fino a metterla nuovamente in connessione con sè stessa.

Incredibile l’accuratezza che questa autrice, sempre sorprendente, ha messo nel descrivere il mestiere del protagonista: le diverse lavorazioni da usare su ogni tipo di legno, la sapienza di dosare il giusto olio fino ai tempi opportuni di attesa. Ogni aspetto tecnico che Pat racconta a Jo sembra uscire dalle labbra appassionate di un vero artigiano.

Pat, artigiano anche dell’anima, fin troppo perfetto esteriormente da essere vero, e al contempo riservato e silenzioso. Una figura enigmatica, intrigante, quella di un uomo che ha deciso di allontanarsi dal buio di un passato in cui di perfetto non c’era nulla. Scoprire di cosa si tratta sarà davvero inaspettato, per dare un significato diverso all’espiazione di una colpa.


C’era qualcosa di profondamente doloroso in quell’uomo, quando ti prendevi il disturbo di guardare. Oltre l’aspetto da modello di intimo, oltre l’immagine di tranquillo artigiano. Una riservatezza che chiedeva di non essere scalfita. Ma nessuna freddezza.


Un romanzo bellissimo e profondo, che lascia nel lettore quel senso di verità e realtà che fa pensare alla vita come ad un viaggio fatto ad ostacoli ma in cui spesso mettere in prospettiva ciò che ci accade ci preserva da ulteriori sbagli. Leggere i segni che il destino ci lancia non è facile, ma ignorarli a volta può costare caro.

È possibile imparare a prendere la vita in modo diverso rispetto a come siamo abituati, aprendo la mente a nuove interpretazioni. Spesso, infatti, quello che ci capita è atto al nostro bene e ci aiuta a creare il nostro futuro nel migliore dei modi. Anche e forse soprattutto quando gli eventi risultano per noi fastidiosi o dolorosi.


Come diceva il Dalai Lama–Jo l’aveva letto nel suo libro di massime zen–“Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere”.


Miss Black interpreta il romance a modo tutto suo, offrendo protagonisti credibili proprio perché imperfetti (anche se Pat è indegnamente perfetto, per la maggior parte del tempo), fatti di luce e ombra, con delle trame mai scontate, regalando quell’inestimabile necessità di evasione di cui tutti abbiamo bisogno grazie ad un mix unico di ironia, focosa sensualità e momenti di riflessione asciutta, mai banale.

Come sempre, leggere Miss Black è come assumere un supplemento vitaminico ad alta concentrazione di energia e relax. Mica facile, eh?

L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY di D.H. LAWRENCE

L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY di D.H. LAWRENCE

Titolo: L’amante di Lady Chatterley
Autore: DH Lawrence
Serie: autoconclusivo
Genere: Historical romance
Film
Tipo di finale: Chiuso
Data di pubblicazione: 2 Dicembre 2022
Editore: Netflix

TRAMA


La nobile Lady Constance Chatterley si ritrova in un matrimonio senza amore né passione. In seguito, intraprende una relazione con il loro guardiacaccia, Oliver Mellors, per sedare la sua noia.

RECENSIONE

Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”, scriveva Italo Calvino. I grandi classici non devono necessariamente farci scoprire qualcosa di nuovo, a volte ci aiutano solo a capire quello che abbiamo sempre saputo, e spesso offrono dei messaggi tanto più significativi quanto più sono in grado di darci delle risposte sul nostro modo di vivere il presente.

Si dice anche non ci sia un’età per scoprirli, anche se le letture fatte in gioventù sono spesso poco proficue rispetto a quelle affrontate in età adulta. 

Nel caso specifico, L’amante di Lady Chatterley di D.H. Lawrence, era nei miei pensieri da anni, da quando da ragazzina vedevo una copia nella libreria di casa della mia famiglia. Un libro rivoluzionario per l’epoca, che, con i suoi espliciti riferimenti sessuali, inevitabilmente fece scandalo e scosse profondamente la sensibilità di generazioni di lettori, oltre a mettere in discussione i vari cliché sul piacere femminile e la virilità. Basti dire che in Gran Bretagna non fu pubblicato fino al 1960, dopo la sua prima pubblicazione nel 1928 a Firenze.

Questo romanzo è oggi un paradigma della letteratura erotica, oltre a uno studio sociologico sulla lotta di classe e l’emancipazione femminile. Sapevo già si trattasse di una lettura per adulti (ricordo una copertina piuttosto sensuale) e come accade nei casi in cui non è permesso fare una cosa, se ne resta sempre intrigati. E solo adesso, che adulta lo sono da un po’, mi sono ritrovata a leggere questo libro, potendone godere anche la sua trasposizione cinematografica, fino a che amare questa storia è stato inevitabile. Soprattutto grazie a questo film, che per molti aspetti supera il libro stesso.


Fu una notte di passione sensuale, durante la quale Connie si sentì un po’ sbigottita e ritrosa; eppure, fu di nuovo trafitta da penetranti fremiti di piacere, diversi, più intensi, più terribili dei fremiti di tenerezza, ma al contempo più desiderabili. Pur essendo un po’ spaventata, lo lasciò fare, e quella impavida, sfrontata sensualità la scosse da capo a piedi, la spogliò fino all’ultimo e la rese una donna diversa.


Se si dovesse racchiudere in poche parole, questa sarebbe una storia non solo d’amore, ma di rinascita umana, risveglio dei sensi, celebrazione della vita, anche se a ispirare la trama pare sia stato proprio il tradimento della moglie dell’autore, Frieda von Richthofen. Nel libro si narra che una nobildonna, Lady Chatterley, sposata a un uomo di nobili origini ritornato paralizzato dalla Prima Guerra mondiale, si trova a doverlo assistere in una tenuta immersa nelle nebbiose Midlands inglesi, fino a che lo tradisce con un guardiacaccia, Oliver Mellors. Si sarebbe scoperto che il personaggio del sanguigno dell’amante era stato ispirato da un certo Angelo Ravagli, vigoroso capitano italiano dei bersaglieri.

Questa però non è l’unica versione circolante, bensì ce ne sarebbe una seconda che porta a Castelmola (Messina), la località nei pressi di Taormina dove David Lawrence e sua moglie Frieda alloggiarono intorno al 1920. Fu in questo periodo che Frieda conobbe Peppino D’Allura, il mulattiere che quasi ogni giorno la portava da Taormina fino a Castelmola a trovare la sua amica inglese Betty. Pare che tra i due nacque una passione incontenibile, che fornì vari spunti per la stesura del romanzo.


“Te lo dico io?” disse Connie guardandolo negli occhi. “Te lo dico io, cos’hai rispetto agli altri uomini, e come sarà il futuro? Te lo dico io?” “Avanti, dimmelo,” rispose lui. “È il coraggio della tua tenerezza, ecco cos’è: come quando mi metti la mano sul sedere e dici che ho un bel sedere.”


Qualunque sia stata la vicenda a ispirare la storia, resta il fatto che il
messaggio di questo romanzo è più che mai incisivo: l’inesorabile progresso
originato dall’avvento dell’era industriale che minaccia il genere umano,
facendogli dimenticare i valori essenziali, come la solidarietà, la purezza dei
sentimenti, la tenerezza tra le persone. L’ambizione sfrenata che annulla ogni
tipo di contatto con la natura e gli uomini, sia in senso fisico che mentale.
Tutto sembra perdere significato.

In questo film, la regista Laure de Clermont-Tonnerre ha focalizzato ogni
dettaglio, inquadratura o dialogo a offrire con forza il messaggio del libro,
rappresentando la ribellione di una giovane donna, Constance Reid. Romantica,
intellettuale e di mentalità aperta, la protagonista si trova prigioniera di un
matrimonio con un uomo freddo ed egoista, Clifford Chatterley. Un uomo che rappresenta tutto ciò di cui il mondo si stava all’epoca nutrendo: la bramosia del
successo, la prepotenza imperante delle classi sociali dominanti, l’aridità
emotiva, l’egoismo.
Totalmente ascetico e dedito soprattutto al pensiero e alla
continua ricerca del successo, Clifford ricalca benissimo il personaggio del
libro, che tornato a casa dalla guerra menomato, decide di amare solo sé
stesso. Agogna in modo folle solo il suo personale riscatto come scrittore, ignorando
l’evidente sofferenza della moglie, ormai dimagrita e spenta emotivamente.


 

Già! È la tenerezza, la consapevolezza sessuale. Il sesso non è che un contatto, il più intimo dei contatti. Ed è proprio il contatto che temiamo. Siamo consapevoli solo per metà, vivi solo per metà. Dobbiamo diventare realmente vivi e consapevoli.


 

Una delle scene più belle del film è proprio il cedimento di Connie, interpretata dalla bravissima attrice Emma Corrin, che di fronte alla visione di teneri e indifesi pulcini in gabbia si commuove fino alle lacrime. Il semplice sfioramento delle mani di Oliver, impersonato dall’intenso Jack O’Connell, silenzioso e solitario, la sconvolge e la rianima al tempo stesso percependo un’empatia inattesa che la fa risentire viva, lei ormai sempre più sola e alla ricerca di amore e conforto umano.

Non vi è sguardo, dialogo o contatto che non trasmetta in questo film meraviglioso l’amore che legherà in modo quasi primordiale due anime troppo affini per non riconoscersi. Oliver, col suo passato pieno di dolore e sofferenza per aver vissuto una guerra che lo ha segnato nel profondo e da cui ritorna, al contrario di Clifford, cercando pace e tranquillità. Uomo schivo, ormai disilluso dal genere femminile, dopo il tradimento della moglie, vede in Connie una purezza e una femminilità che non aveva mia visto in nessuna.

Il suo tormento è vivo, ed è tramite questo personaggio intenso e passionale che l’autore si dà voce, trasmettendo la sua rabbia verso l’umanità, oramai costituita solo da aridi gentiluomini, di cui lui parla così nel film: sono una razza diversa, morti, perché ti si devono staccare pezzi di te stesso se mandi gli uomini nelle miniere, in fabbrica, in battaglia; è così o convivi con quello che hai fatto.”

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Un film aiutato anche dall’innegabile (ed esplosiva) chimica tra i due protagonisti, amanti particolarmente credibili sul set. Grazie a loro le scene d’amore, sensuali ed erotiche in modo sublime, sembrano autentiche divenendo vere e proprie opere d’arte, in cui la nudità è espressa con poesia, e in cui il pallore angelico dei corpi sporcati dal fango contrasta come in un quadro rinascimentale la vivacità dei colori della natura al suo fondo. Il ballo sotto la pioggia dei due amanti felici che si rincorrono urlando al cielo la loro gioia ricorda Adamo ed Eva all’inizio dei tempi. Un inno alla libertà, alla forza e all’estasi, proprio come riporta il sottotitolo della pellicola.

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Questo film è la perfetta celebrazione di un romanzo bellissimo e intenso che ritorna al grande pubblico grazie a una fotografia straordinaria e una sceneggiatura profondamente rispettosa dell’opera da cui è stata tratta. Ovviamente vi sono delle omissioni, come l’esistenza di una figlia di Oliver, avuta dalla prima moglie, la storia della famiglia di lei, come anche la relazione che legò Connie all’inizio del suo matrimonio con lo scrittore irlandese, che qui fa una brevissima comparsa.

Scelte di taglio necessarie per operazioni di questo tipo perché è impossibile riproporre tutto ciò che è narrato, l’importante è che lo spirito del libro sia stato rispettato. E si può dire senza dubbio alcuno che in questa trasposizione ciò che lo scrittore volle comunicare emerge tantissimo, ovvero l’importanza di ritornare a provare delle emozioni, come la tenerezza, l’intimità, la sensualità, il piacere del contatto umano in un’era dove il progresso e l’aridità emotiva minacciavano l’umanità:

“La gente fa finta di avere delle emozioni, ma in realtà non prova niente.”


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Una tematica che dopo cento anni possiamo percepire più attuale che mai.

COME IL MARE E LE STELLE di D. P. Cumberbatch

COME IL MARE E LE STELLE di D. P. Cumberbatch

Titolo: Come il mare e le stelle
Autore: Deborah P. Cumberbatch
Serie: Autoconclusivo
Genere: Historical romance, Fantasy
Narrazione: POV alternato (Sam e Eithnee)
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: Ottobre 2022
Editore: Self publishing

TRAMA


Mar dei Caraibi, 1716

Eithnee non ha mai visto il mondo come tutti gli altri. La sua mente si muove attraverso colori ed emozioni.
La sua diversità l’ha costretta in catene sin da quando è nata, una maledizione che vogliono dare alle fiamme.
Ecco perché si ritrova a scappare dal piccolo villaggio in cui ha trascorso tutta la vita. Fugge per sottrarsi a un destino che pare perseguitarla, una Caccia antica secoli.
Fino al giorno in cui la nave che le ha dato rifugio viene abbordata da quella di un capitano il cui nome fa tremare persino le fondamenta dell’oceano.
Finché la sua vita non si intreccia a quella del Principe dei pirati.

Samuel è sempre appartenuto al mare.
Ha combattuto per la Corona durante la guerra di successione spagnola e ha compreso come non possa esserci la libertà sotto gli imperi schiavisti del mondo.
Fedele alla promessa che ha suggellato dopo la notte che ha cambiato la sua esistenza, Samuel ha fondato la Repubblica dei pirati e si batte per disintegrare le catene che opprimono gli uomini.
Lui conosce la sua rotta, sa come fronteggiare qualsiasi tempesta.
Ma, quando una ragazzina con una benda, travestita da uomo e con lo sguardo terrorizzato, sale sulla sua nave, ogni sua certezza crolla.

Alla ricerca di un tesoro imperiale, tra tradimenti e battaglie, Samuel ed Eithnee si renderanno conto che alcune strade sono tracciate dal principio, dalla prima alba.
Che alcune cose sono eterne.
Come il mare e le stelle.

RECENSIONE


“Siete un folle, io sono un Principe Libero ed ho la stessa autorità di far guerra nel mondo intero di chi ha centinaia di navi schierate per mare e centomila uomini sulla terra; questo dice la mia coscienza! Ci denigrano, gli infami, quando c’è solo questa differenza: loro rubano ai poveri grazie alla copertura della legge e noi saccheggiamo i ricchi protetti solo dal nostro coraggio.”


Avere la certezza assoluta che questo discorso sia stato realmente pronunciato non è poi così importante perchè quello che è certo è che, se non con le parole, il Capitano Samuel Bellamy mostrò coi fatti di essere coerente alla sua fama di “Principe dei Pirati”.

Una storia affascinante quella che ha ispirato questo libro, Come il mare e le stelle, opera di una scrittrice bravissima, Deborah P. Cumberbatch, conosciuta anni fa grazie alla sua prima dilogia, Ubi tu e Ibi ego. Una lettura che mi colpì moltissimo per la sua originalità, proprio perchè fuori dai classici schemi del genere romance.
Una delle caratteristiche che ricordo bene è l’accuratezza nel descrivere il lavoro investigativo dei protagonisti, affrontata con meticolosa attenzione. Una peculiarità che ho ritrovato con piacere in questo suo ultimo romanzo, che regala al lettore un lungo viaggio nel tempo fin nel lontano 1700, epoca per molti aspetti ricca di leggende, tra cui quella della pirateria. Una storia che non è stata costellata solo di violenze e furti, ma anche di figure romantiche e idealiste, come quella del protagonista di questo romanzo, il Capitano Black Sam.

Un giovane uomo che in pochissimo tempo (pare nell’arco di un solo anno) divenne leggenda saccheggiando più di 50 navi (a soli 27 anni) fino ad accumulare, insieme al suo fidato equipaggio, un patrimonio stimato in più di 130 milioni di dollari (sufficienti a fare di lui il pirata più ricco della storia).
Ad aggiungere fascino al mito di questo personaggio storico, un lato umano che lo distinse da altri briganti per avere un animo gentile e generoso, un avventuriero sognatore e passionale – nonché apprezzato poeta, filosofo e pensatore. Samuel Bellamy è passato alla storia per essere stato, soprattutto, un uomo coraggioso e idealista che in questo romanzo avvincente trova voce per raccontare la sua storia e quella del suo fidato equipaggio, costituito da uomini altrettanto impavidi.
Deborah Cumberbatch ha scritto un libro che ripercorre la vita di una leggenda dei mari, il Principe dei Pirati, intessendo tra le pagine mito e storia, e arricchendo l’opera di puro genere storico con intense sfumature fantasy, che insieme alla presenza di una forte componente femminile rendono il racconto particolarmente originale.


Nessuno riesce mai a reggere il mio sguardo per troppo tempo, nessuno sopporta il peso della duplicità che vi legge, segno del confine labile e traballante tra i due mondi in costante lotta. Come quello tra il giorno e la notte. Tra il cielo e il mare. Tra me e tutti gli altri.


Eithnee ha solo diciotto anni quando si ritrova a scappare dal suo villaggio, grazie all’aiuto dei suoi unici tre amici. Una fuga che per lei significherà l’inizio di un percorso che neppure immagina dove la porterà: lei troppo fragile e impaurita per stare al mondo, lei che non conosce altro che il luogo dove è nata e ha vissuto fino a quell’istante, l’attimo in cui tutto cambia.
L’istinto di sopravvivere prevale sulla rassegnazione, e fuggire da un destino che sembra ormai segnato è l’unica scelta possibile. Un momento che spalanca il bivio tra la vita e la morte, dando inizio ad una serie di potenti una dicotomie che ripercorrono spesso nel corso di questa lunga storia. L’eterna lotta tra il bene e il male, la bugia e la verità, il giorno e la notte, il mare e le stelle, la libertà e la prigionia, il caos e il silenzio, le emozioni e il controllo, la luce e il buio.


Quest’uomo ustiona gli sguardi, cattura l’attenzione come lo scheletro di una nave in fiamme, la sua bellezza si insinua sottopelle e si spande come una macchia sin dentro le ossa, maledicendoti e portandoti alla follia.


Eithnee così pallida, insicura e fragile, tremante come un pesciolino in balia delle onde; Samuel così carismatico e oscuro, tormentato come un oceano in tempesta. Due mondi che collidono in nome della salvezza, due anime alla ricerca di loro stessi: un pirata, un uomo libero, e una giovanissima ragazza in fuga, una strega. Un destino che sembra unire i loro fili, fino a far nascere un amore impossibile, che crescerà piano, tra oscuri segreti e fragili paure, chiassosi silenzi e sguardi incandescenti.


Perché dannazione una donna dovrebbe travestirsi da uomo e decidere di solcare il mare? Perché sopportare questa vita a costo di imbattersi in una morte prematura, quali sono i suoi inconfessabili segreti?


Un sentimento che prima di divenire indissolubile cementerà le sue basi sul valore fondamentale che deve condividere chi vive in mare, ovvero la fiducia. Sam e Eithnee scardineranno ogni sigillo sulle loro difese dal mondo, fino a che mettere la propria vita l’uno nelle mani dell’altra diventerà prima necessario e poi naturale, un’evoluzione che porterà entrambi a perdersi e ritrovarsi in modo sempre più intenso, in modo diverso.

L’evoluzione dei personaggi è sicuramente per me una delle parti più interessanti di questo lavoro ambizioso, che convince profondamente nell’offrire un percorso di crescita difficile e crudo per una giovane ragazzina priva di difese contro il mondo.

Il cambiamento di Eithnee è toccante, durissimo, a volte le farà vivere momenti di crudeltà estrema, impensabile, ma sarà proprio la sofferenza a fortificarla, come anche il senso di appartenenza che svilupperà man mano verso la sua nuova famiglia, quella della nave, che le darà la ragione per ritornare salva da loro.

Il legame con Vane, con Paul e Williams sarà il volano che le consentirà di essere sempre più consapevole di meritarsi un destino diverso da quello a cui era stata condannata, di valere ed essere amata da qualcuno.


Un gruppo di barbari pirati e una giovane ragazza in grado di sentire le loro emozioni.


All’amicizia e al senso di famiglia, l’autrice aggiunge un altro potente messaggio che è quello del rispetto e l’accoglienza per la diversità, del rifiuto del pregiudizio. Lei salvata e accolta proprio da pirati, considerati i rifiuti della società; loro stessi capaci di offrire la libertà a chi è ridotto in schiavitù; lei, una strega, perseguitata come tutte quelle come lei, eppure così altruista da sacrificare la propria vita per i suoi compagni e quelle come lei, nate per essere condannate.


«Eithnee una volta ha detto che ha creato Anne Bonny affinché diventassimo un esercito. L’ha fatto affinché potessimo portarla con noi in ogni battaglia, in ogni momento difficile. Per renderci libere, anche quando il mondo si rifiuta di vederci.»


Questa è una storia di coraggio, cambiamento, rinascita e di sfida a quel mondo che rinnega il diverso, perché spesso la diversità fa paura.
Come il mare e le stelle racchiude in sé l’incanto del mito (quello di Antikythera mi ha davvero intrigata), la meraviglia della storia e il sublime potere del fantasy che diventa un magnetico strumento per arricchire di significato una trama complessa e originale.

Una lettura che rende il lettore un viaggiatore del tempo, permettendogli di evadere e scoprire il fascino di una leggenda, fatta di uomini e speranza, di perdita ma anche di amore verso il mare, l’oceano che spesso è simbolo vita, con le sue impetuose burrasche, l’insidia della silenziosa bonaccia. Il mare che insegna ad affidarsi, a restare uniti e far germogliare così l’indispensabile senso di fratellanza in grado di salvare e che troppo spesso si dimentica.


Ci sono promesse e luoghi a cui sei destinato. Tornerai lì, sempre. E non importa quanto tempo passi, quanto lungo sia stato il viaggio… loro sapranno aspettare.


Ci sono libri che vibrano di emozioni dalla prima all’ultima pagina. In questa storia protagoniste assolute sono proprio le emozioni, raccontate in prima persona da Sam e Eithnee, attraverso i loro occhi, i loro cuore, mostrando ogni sfumatura della loro anima, di ciò che li muove nel loro intimo.

Il sogno di chi scrive è quello di saper scrivere suscitando emozioni in chi legge, raggiungendo il punto di fusione tra cosa lo scrittore voglia esprimere e la capacità di assorbimento emotivo di chi legge. Credo che in questa storia, perlomeno a mio avviso, l’obiettivo sia stato pienamente raggiunto.

Chapeau.

IL SEGRETO DELL’ACQUA & VIAGGIO IN EGITTO, Liuma il Leone di Pietra, di Fleur du Mar

IL SEGRETO DELL’ACQUA & VIAGGIO IN EGITTO, Liuma il Leone di Pietra, di Fleur du Mar

Titolo: IL SEGRETO DELL’ACQUA & VIAGGIO IN EGITTO
Autore: Fleur du Mar
Serie: Liuma, il leone di pietra
Genere: Historical Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: aperto
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: Novembre 2022
Editore: Self publishing

TRAMA


Il segreto dell’acqua

“Un amore delicato come le ali di una farfalla. Un segreto che l’acqua custodirà gelosamente.”

Kata e Sargon dopo diversi scontri hanno ceduto di fronte all’evidenza, ma Kata deve ancora scacciare i timori legati a un passato che non ha dimenticato.
“Il segreto dell’acqua” è una breve novella MM, romantica e sensuale che rappresenta una scena Extra del romanzo principale “Liuma”.

Viaggio in Egitto

È la luce che genera le ombre…

Malnigal, giovane principessa babilonese, inesperta e ambiziosa, e il suo fratellastro, Sargon, vengono inviati alla corte dell’uomo più potente dell’epoca, il faraone Akhenaton. Ma cosa si cela nella splendente città dedicata al dio Aton?
Gli avvenimenti di questa novella si svolgono due anni prima rispetto a quelli del romanzo “Liuma”.

RECENSIONE


Dopo aver viaggiato nel tempo con Fleur du Mar e aver conosciuto la storia di Liuma e Malnigal, era impossibile non leggere le due novelle che sono seguite alla pubblicazione del romanzo. Liuma, Il Leone di Pietra, è un libro unico per molti aspetti, soprattutto per la sublime interpretazione che l’autrice ha offerto di una parte fondamentale di storia antica, che tratteggia con grande sapienza figure e luoghi che hanno lasciato un segno nel tempo tangibile. Re, regine e culture di antiche civiltà che, come ho avuto modo di raccontare nella mia recensione, hanno rappresentato le fondamenta del nostro mondo. Le due novelle che sono seguite sono a corollario di un progetto di enorme spessore che conferma le capacità di un’autrice bravissima.

IL SEGRETO DELL’ACQUA, novella 1

In queste poche ma intense pagine finalmente trova spazio l’amore di due tra i più bei personaggi del romanzo di Liuma, ovvero Kata e Sargon. Due figure di grande personalità e carisma che spiccano in modo diverso: Sargon, principe babilonese, devoto fratello di Malnigal, regina a cui ha dedicato e sacrificato parte della sua giovane vita; Kata, irreprensibile e fidato generale delle guardie del re, uomo solido dal passato tormentato. L’uno giovane e di una bellezza sfacciata, l’altro più maturo e di una fisicità dirompente.


Kata e Sargon si erano scontrati moltissime volte, si erano picchiati in modo duro, avevano litigato e si erano feriti a vicenda; eppure non erano mai davvero riusciti a ignorarsi.


Entrambi devoti, coriacei e combattenti. Entrambi persi in un sentimento difficile da accettare. Leggere la novella che li vede protagonisti è come condividere un’intimità rubata, un momento in cui due persone cedono pian piano le armi ad un sentimento intenso e inesorabile.


Tra loro due il più insicuro e fragile era proprio colui che aveva sempre dato prova del contrario. Il principe aveva paura, ma, mentre i timori di Kata erano molto concreti, quelli del babilonese erano decisamente più insidiosi.


Bellissimo il modo in cui l’autrice descrive la passione crescente, le incertezze, le esitazioni che avvolgono la mente di Kata; dall’altra parte, sensuale fino allo stremo il modo disinibito di Sargon di far capitolare Kata, spezzando le catene delle sue paure, a rompere gli argini di una passione innegabile, fino a permettere che siano i sensi e il cuore a condurre il gioco.


«Puoi prendere tutto ciò che vuoi. Sono tuo» gli rispose con voce tremula e Sargon suggellò quella confessione con un bacio rude e affamato. «Sì, è così. Mi prenderò tutto e ti darò tutto di me, stanotte.»


Una delle più belle scene della novella ha per palcoscenico l’acqua, simbolo per eccellenza della vita, della rinascita e della purificazione. Elemento ricorrente in moltissime religioni e culture, l’acqua incarna il principio femminile, sia per gli aspetti legati alla fertilità, sia per il carattere liquido, puro, adattabile e ricettivo. Una scelta di raffinato spessore. Bellissima.

VIAGGIO IN EGITTO, novella 2


Sargon fece scorrere la punta delle dita sul collo della giovane, accarezzandone con lo sguardo le forme generose che negli ultimi anni l’avevano resa una delle donne più belle della Mesopotamia. Era bella, Malnigal, bella da togliere il fiato. Un dolore per gli occhi e per il cuore.


In questa novella l’autrice ci riporta indietro nel racconto per capire la natura del legame che unisce Sargon alla sorella Malnigal. Un viaggio in terra d’Egitto che avviene prima dell’incontro con quello che sarà il futuro sposo Liuma, che cambierà i destini di tutti.

Difficile restare indifferenti al cuore spietato di una principessa pronta a tutto per il potere, come anche impossibile non commuoversi per l’amore viscerale che il fratello nutre per lei. Un rapporto ossessivo, il loro, fatto di odio e amore, di complicità, intesa, protezione che in un crescendo di insidie e pericoli diventa una guerra per la sopravvivenza.

Sopravvivere a cosa? Non solo alla morte ma anche ad un cuore spezzato, ad un dolore che lacera l’anima e ad un ricordo che unirà entrambi in modo indissolubile. La narrazione travolge il lettore, che non può distogliere l’attenzione da quanto avviene, seppur crudo e sadico. Eppure, anche dietro gesti che appaiono di un’efferatezza incommensurabile si celano le ragioni di un cuore ancora incapace di amare perchè congelato per dare ogni goccia di sangue per restare in vita in un mondo spietato, sopraffatto dalla volontà degli uomini.


«Siamo in guerra» replicò lei e nei suoi occhi vi scorse dolore e una maturità che fino a quel momento non aveva mai posseduto. «Ho peccato di ingenuità, non ripeterò quest’errore una seconda volta. Se prima desideravo sedurre il faraone per acquisire più potere, adesso lo voglio per vendetta e non mi fermerò fino a quando non l’avrò ottenuta.»


In attesa di scoprire cosa ci riserveranno gli altri romanzi di questa storia appassionante, scritta da una penna, Fleur du Mar, inappuntabile.

IL DUCA DELLE OMBRE di Adele Vieri Castellano

IL DUCA DELLE OMBRE di Adele Vieri Castellano

Titolo: Il duca delle ombre
Autore: Adele Vieri Castellano
Serie: La Confraternita dei Leoni
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 27 ottobre 2022
Editore: Self publishing

TRAMA


Lady Alexandria Herbert, vedova del conte di Hislop, ha il compito di proteggere il fratello sempre nei guai. Per questo, una mattina all’alba, è costretta a presentarsi ai Battersea Fields.

Sua Grazia il duca di Radnor ha combattuto fieramente a Waterloo, è l’uomo di fiducia di Sua Altezza il Reggente e, soprattutto, non bara mai a faraone.

Un uomo, una donna e una partita a scacchi. Chi sarà il vincitore?

RECENSIONE


In quel momento lui, il colonnello Aidan Maximilian Bodvile Robartes, X conte di Waldgrave, III marchese di Folkestone e XII duca di Radnor, diede il suo ordine. «Household, carica!» e affondò gli speroni nei fianchi di Keiron che si lanciò in avanti saltando la siepe a una velocità spaventosa.


Servono poche pagine a permettere al lettore di immergersi in un’epoca in cui il valore degli uomini spesso si esprimeva nel campo di battaglia, tra il coraggioso senso di patriottismo e l’umana paura di non fare ritorno a casa, ai propri affetti. Un periodo storicamente ricco e affascinante, quello che segnò l’inizio della fine dell’impero di Napoleone, che fa da scenario al primo romanzo “Il duca delle ombre” a firma di Adele Vieri Castellano, autrice amatissima che apre le danze, anche in senso letterale, alla serie “La Confraternita dei Leoni”.
Un progetto di cui vi abbiamo parlato anche nel nostro gruppo Facebook qualche settimana fa, grazie all’intervista di tre mirabili ambasciatrici della serie, tra cui Pitti Duchamp, Anna Grieco e appunto Adele Vieri Castellano. Una chiacchierata in cui parlammo della pubblicazione dell’antefatto della serie, appena uscito, che prometteva di coinvolgere con ardore gli amanti del romance, fin nel profondo. E così è stato.


C’era qualcosa di singolare nel suo sguardo oscuro, profondo come l’acqua di un pozzo. Si perdeva spesso nel vuoto o su una parete, e lui sapeva che su di essa scorreva il passato e vi si uccidevano i fantasmi; oppure poteva incrinarsi di colpo in un sorriso affettuoso, come una folata di calore che scioglie una lastra di gelo, anche se il resto del volto restava inespressivo e grave. 


Già dalla scelta del titolo si evince la figura enigmatica e oscura del protagonista di questa storia, il duca di Radnor, per gli amici Aidan. Tanto scontroso quanto silenzioso, amante della lettura, amico fidato e guerriero pronto a morire per il suo paese, di questo personaggio la bravura magistrale dell’autrice offre un profilo perfetto che pagina dopo pagina si delinea con coerenza, fino all’incidente scatenante, una resa dei conti attraverso un duello, apparentemente facile per lui.
Ma nulla in questa storia è quel che sembra essere: dietro veli, maschere, sguardi si celano verità, si tengono stretti segreti inconfessabili che segneranno il destino di ogni personaggio, non solo dei protagonisti.


Quella donna gli faceva prudere le mani. No, gli metteva addosso agitazione e rabbia, lo irritava con le sue domande e con quell’atteggiamento superiore. Non era una donna comune, una di quelle che si dimenticano. Irritante, ecco la parola giusta. Lo irritava con i suoi sguardi interrogativi, di rimprovero o di biasimo. Nessuno lo aveva mai biasimato e lei lo faceva di continuo. Lo giudicava, lo soppesava. Lo aveva battuto a scacchi. Era troppo giovane per essere vedova, eppure lo era.


Una donna indipendente, tenace e anticonformista, educata perfettamente e arricchita di esperienza, di passioni e di viaggi, aspetti che la rendono un personaggio di raffinato spessore. Dotata di una bellezza eterea ma contraddistinta da un piglio deciso, la contessa Lady Alexandra Hislop graffia fin dalla sua prima apparizione; lei che seppure giovane e già vedova è pronta a sacrificarsi per chi ama, capace di atti di un coraggio folle.
Sì, giusto parlare di follia perché il primo incontro che segnerà l’incontro tra la contessa Alexandria e Aidan sarà uno sconsiderato gesto di pazzia.  


Lady Hislop non voleva essere dominata, possedeva forza di volontà e grande intelligenza, come un mazzo di rose che nasconde le spine. Lui però avrebbe tanto voluto dominarla.


Lei orgogliosa e a suo modo protettiva, lui vittima di un passato che lo ha emotivamente menomato, entrambi disillusi dalla vita e impreparati a fronteggiare sentimenti dirompenti. Cosa potrebbe accadere a due personalità tanto forti quanto ricche di carisma? Scontrarsi è inevitabile, accettarsi difficile, desiderarsi impossibile.
Eppure, Adele Vieri Castellano ha costruito una storia intensa, fatta di attese, sensuali sfioramenti, desiderio, tentazione, travolgente passione che incanta il lettore per il modo garbato ma anche deciso di entrare nel cuore di chi legge.


«Ti riconoscerei fra mille» le sussurrò, abbandonato contro di lei. «Non sei un sogno, vero?» «No» gli ripose con tono rauco, perché era tutta sensi, niente voce.


Ad amplificare l’intensità del romanzo, dialoghi perfetti e ritmati ad arte, magnifici paesaggi, suggestive ambientazioni descritte con maniacale accuratezza tanto da materializzarsi nella mente di chi legge, fino a che la magia dell’evasione dalla realtà attraverso la lettura ha il suo compimento.


L’odore della cera d’api, della carta e delle antiche copertine di cuoio ebbe su di lui un effetto calmante; lo annusò come avrebbe fatto un profumiere in un campo di lavanda.


La storia condensa alle tonalità romance delle venature suspence, mischiate a un pizzico di giallo, senza dimenticare il forte contributo di autentiche vicende storiche che rendono ancora più appassionante la lettura.


«Per me tu sei l’essenza di quella bellezza, la sua sostanza, la sua luminosità calda e intensa come una fiamma. Non sei che una donna e io, purtroppo, non sono che un uomo.»


Aidan e Alexandra sono i privilegiati testimoni non solo di una serie che convince e cattura sotto ogni punto di vista ma anche dell’ingresso nel genere storico, di epoca regency, di una penna fuori classe, che ci auguriamo fortemente possa offrirci altri racconti così, indimenticabili.

Alla prossima storia, tra uomini valorosi e donne pronte a tutto per la loro dignità. Un grande augurio a tutte le autrici di questo bellissimo progetto, che inaugura con grande classe.