IL DUCA DELLE OMBRE di Adele Vieri Castellano

IL DUCA DELLE OMBRE di Adele Vieri Castellano

Titolo: Il duca delle ombre
Autore: Adele Vieri Castellano
Serie: La Confraternita dei Leoni
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 27 ottobre 2022
Editore: Self publishing

TRAMA


Lady Alexandria Herbert, vedova del conte di Hislop, ha il compito di proteggere il fratello sempre nei guai. Per questo, una mattina all’alba, è costretta a presentarsi ai Battersea Fields.

Sua Grazia il duca di Radnor ha combattuto fieramente a Waterloo, è l’uomo di fiducia di Sua Altezza il Reggente e, soprattutto, non bara mai a faraone.

Un uomo, una donna e una partita a scacchi. Chi sarà il vincitore?

RECENSIONE


In quel momento lui, il colonnello Aidan Maximilian Bodvile Robartes, X conte di Waldgrave, III marchese di Folkestone e XII duca di Radnor, diede il suo ordine. «Household, carica!» e affondò gli speroni nei fianchi di Keiron che si lanciò in avanti saltando la siepe a una velocità spaventosa.


Servono poche pagine a permettere al lettore di immergersi in un’epoca in cui il valore degli uomini spesso si esprimeva nel campo di battaglia, tra il coraggioso senso di patriottismo e l’umana paura di non fare ritorno a casa, ai propri affetti. Un periodo storicamente ricco e affascinante, quello che segnò l’inizio della fine dell’impero di Napoleone, che fa da scenario al primo romanzo “Il duca delle ombre” a firma di Adele Vieri Castellano, autrice amatissima che apre le danze, anche in senso letterale, alla serie “La Confraternita dei Leoni”.
Un progetto di cui vi abbiamo parlato anche nel nostro gruppo Facebook qualche settimana fa, grazie all’intervista di tre mirabili ambasciatrici della serie, tra cui Pitti Duchamp, Anna Grieco e appunto Adele Vieri Castellano. Una chiacchierata in cui parlammo della pubblicazione dell’antefatto della serie, appena uscito, che prometteva di coinvolgere con ardore gli amanti del romance, fin nel profondo. E così è stato.


C’era qualcosa di singolare nel suo sguardo oscuro, profondo come l’acqua di un pozzo. Si perdeva spesso nel vuoto o su una parete, e lui sapeva che su di essa scorreva il passato e vi si uccidevano i fantasmi; oppure poteva incrinarsi di colpo in un sorriso affettuoso, come una folata di calore che scioglie una lastra di gelo, anche se il resto del volto restava inespressivo e grave. 


Già dalla scelta del titolo si evince la figura enigmatica e oscura del protagonista di questa storia, il duca di Radnor, per gli amici Aidan. Tanto scontroso quanto silenzioso, amante della lettura, amico fidato e guerriero pronto a morire per il suo paese, di questo personaggio la bravura magistrale dell’autrice offre un profilo perfetto che pagina dopo pagina si delinea con coerenza, fino all’incidente scatenante, una resa dei conti attraverso un duello, apparentemente facile per lui.
Ma nulla in questa storia è quel che sembra essere: dietro veli, maschere, sguardi si celano verità, si tengono stretti segreti inconfessabili che segneranno il destino di ogni personaggio, non solo dei protagonisti.


Quella donna gli faceva prudere le mani. No, gli metteva addosso agitazione e rabbia, lo irritava con le sue domande e con quell’atteggiamento superiore. Non era una donna comune, una di quelle che si dimenticano. Irritante, ecco la parola giusta. Lo irritava con i suoi sguardi interrogativi, di rimprovero o di biasimo. Nessuno lo aveva mai biasimato e lei lo faceva di continuo. Lo giudicava, lo soppesava. Lo aveva battuto a scacchi. Era troppo giovane per essere vedova, eppure lo era.


Una donna indipendente, tenace e anticonformista, educata perfettamente e arricchita di esperienza, di passioni e di viaggi, aspetti che la rendono un personaggio di raffinato spessore. Dotata di una bellezza eterea ma contraddistinta da un piglio deciso, la contessa Lady Alexandra Hislop graffia fin dalla sua prima apparizione; lei che seppure giovane e già vedova è pronta a sacrificarsi per chi ama, capace di atti di un coraggio folle.
Sì, giusto parlare di follia perché il primo incontro che segnerà l’incontro tra la contessa Alexandria e Aidan sarà uno sconsiderato gesto di pazzia.  


Lady Hislop non voleva essere dominata, possedeva forza di volontà e grande intelligenza, come un mazzo di rose che nasconde le spine. Lui però avrebbe tanto voluto dominarla.


Lei orgogliosa e a suo modo protettiva, lui vittima di un passato che lo ha emotivamente menomato, entrambi disillusi dalla vita e impreparati a fronteggiare sentimenti dirompenti. Cosa potrebbe accadere a due personalità tanto forti quanto ricche di carisma? Scontrarsi è inevitabile, accettarsi difficile, desiderarsi impossibile.
Eppure, Adele Vieri Castellano ha costruito una storia intensa, fatta di attese, sensuali sfioramenti, desiderio, tentazione, travolgente passione che incanta il lettore per il modo garbato ma anche deciso di entrare nel cuore di chi legge.


«Ti riconoscerei fra mille» le sussurrò, abbandonato contro di lei. «Non sei un sogno, vero?» «No» gli ripose con tono rauco, perché era tutta sensi, niente voce.


Ad amplificare l’intensità del romanzo, dialoghi perfetti e ritmati ad arte, magnifici paesaggi, suggestive ambientazioni descritte con maniacale accuratezza tanto da materializzarsi nella mente di chi legge, fino a che la magia dell’evasione dalla realtà attraverso la lettura ha il suo compimento.


L’odore della cera d’api, della carta e delle antiche copertine di cuoio ebbe su di lui un effetto calmante; lo annusò come avrebbe fatto un profumiere in un campo di lavanda.


La storia condensa alle tonalità romance delle venature suspence, mischiate a un pizzico di giallo, senza dimenticare il forte contributo di autentiche vicende storiche che rendono ancora più appassionante la lettura.


«Per me tu sei l’essenza di quella bellezza, la sua sostanza, la sua luminosità calda e intensa come una fiamma. Non sei che una donna e io, purtroppo, non sono che un uomo.»


Aidan e Alexandra sono i privilegiati testimoni non solo di una serie che convince e cattura sotto ogni punto di vista ma anche dell’ingresso nel genere storico, di epoca regency, di una penna fuori classe, che ci auguriamo fortemente possa offrirci altri racconti così, indimenticabili.

Alla prossima storia, tra uomini valorosi e donne pronte a tutto per la loro dignità. Un grande augurio a tutte le autrici di questo bellissimo progetto, che inaugura con grande classe.

COME IL CIELO A MEZZANOTTE di Adele Vieri Castellano

COME IL CIELO A MEZZANOTTE di Adele Vieri Castellano

Titolo: Come il cielo a mezzanotte
Autore: Adele Vieri Castellano
Serie: autoconclusivo
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 12 Maggio
Editore: Self Publishing

TRAMA


“L’amore è fatto di devozione e dolore, significa soffrire e riemergere dalla sofferenza.”

Gaia Martinelli, veterinario specializzato in pet therapy, ha una nuova sfida da affrontare: una piccola paziente che non parla più in seguito allo spaventoso incendio in cui hanno perso la vita entrambi i genitori. Nella moderna clinica milanese in cui verrà assunta, Gaia dovrà confrontarsi con Matteo Roversi, affermato chirurgo ricostruttivo che ha fatto del lavoro la sua missione. Quest’ultimo non le renderà la vita facile, tanto meno lo faranno coloro che hanno deciso che la vita della bambina rappresenta una minaccia.

RECENSIONE


Occhi straordinariamente intensi la trafissero con uno sguardo duro, inespressivo. Gaia ricevette la staffilata, e l’intensità fu tale che ebbe l’impressione di essere un insetto perforato da uno spillo in attesa di essere esposto in vetrina.


Intensità. Se si potesse definire mediante un’unica parola il primo incontro tra Gaia e Matteo, protagonisti di questo bellissimo libro, userei questa. Una sensazione, un sentimento, uno stato psichico, una condizione della volontà, tanti significati che racchiudono l’intensità di un momento, di un’azione, come accade a loro in un parco, per colpa di un cane. Un incontro accidentale che ben presto degenera in scontro, come a voler annunciare il tipo di rapporto che li segnerà, destabilizzando le fondamenta delle loro vite arrivando a cambiarne i loro (precari) equilibri.


Amava gli animali e lavorava con loro. Laureata in veterinaria con una tesi sul comportamento dei canidi, era rimasta affascinata dalla pet therapy. Un sogno meraviglioso che aveva realizzato: aiutare persone malate utilizzando l’affetto, l’altruismo e la spontaneità dei cani.


Veterinaria preparata dotata di rara sensibilità, giovane donna dal carattere indomito e orgoglioso, Gaia Martinelli appare senza ombre. Sa bene cosa vuole dalla vita perchè ha imparato fin da piccola la privazione dell’affetto dei genitori ricevendo in dono l’amore salvifico e incondizionato di una zia materna capace di riempire tutti i suoi vuoti. Forse proprio per esprimere gratitudine, forse conoscendo in prima persona l’importanza di essere aiutati, Gaia intraprende un percorso professionale particolare e davvero speciale.

Assistere, riabilitare, formare, stimolare, motivare sono alcuni degli aspetti richiesti a chi decide di divenire un operatore di Pet Therapy. Un lavoro che prevede molte responsabilità ma anche grandi soddisfazioni, soprattutto quando il percorso porta ai risultati sperati in pazienti giovanissimi, affetti dalle più svariate patologie oppure vittime di traumi devastanti, come nel caso della piccola Sonia, terza protagonista di questa storia:


«Ha solo otto anni, non può restare in silenzio per il resto della sua vita. I dottori le hanno curato le ustioni, adesso dovrà affrontare le ferite della mente in modo che non si trasformino in cicatrici.»


Una missione quasi impossibile appare al bravissimo chirurgo Matteo Roversi, quella di seguire in affido una bambina sopravvissuta ad un dramma troppo grande da elaborare per la sua età. Lui, a sua volta segnato da un dolore così invalidante da tenerlo a mala pena in vita, fino a trasformarlo in un guscio vuoto così indurito da risultare inscalfibile.


Aveva imparato bene le lezioni del passato rifletté; il suo dominio di sé era fenomenale, l’orgoglio formidabile. Nessuno doveva mai sapere che cosa accadeva dentro di lui, l’apparenza doveva continuare a essere impeccabile a ogni costo.


Lavoratore instancabile, dall’aspetto severo e dal carisma magnetico. Così si presenta al lettore Matteo, anche lui senza ombre, senza sconti, allo stesso modo in cui la vita lo ha cambiato per sempre. Perché non vi possono essere ombre in chi è stato travolto dal buio più profondo fino a toccare il fondo dell’abisso di una sofferenza inimmaginabile, quella della perdita più insostenibile.


Quell’uomo aveva qualcosa di indefinibile e misterioso, come il cielo a mezzanotte quando cala il silenzio e il buio è profondo, insondabile. Oscuro.


Una missione comune che appare come una sfida, quella di ridare un futuro ad una bambina sfortunata, Un progetto quasi disperato che prende le sembianze di una mano offerta dal destino a gaia e Matteo per potersi loro stessi ricredere e considerare nuove prospettive. Un viaggio quasi impossibile in cui a fare la differenza sarà ascoltare l’istinto, come fanno gli animali quando ci stanno vicini offrendo il loro amore più incondizionato, applicando su di noi un potere terapeutico incredibile. Come avviene tra Sonia e Bice, il Collie di Gaia che instaura con la bambina un rapporto di connessione profonda, stimolando la sua capacità di capire e essere capita senza l’uso della parola, bensì con uno sguardo, un sorriso.

Percorsi quelli della Pet Therapy in grado di rigenerare la vita laddove tutto sembra essersi desertificato, anestetizzato. Così avviene per Sonia come anche indirettamente per Gaia e Matteo, privilegiati testimoni di un risveglio toccante, inconsapevoli di quanto questo miracolo salverà loro stessi.

Un romanzo di un’autrice dal talento inconfondibile, che non si può non ammirare per il suo stile narrativo ricercato ed evocativo e la capacità di intrecciare trame romance con cenni di suspense avvincenti. Una penna che non smette mai di ricordare il suo amore per Milano, di cui racconta scorci segreti e ricchi di storia, per le bellezze naturali della sua terra come il Lago di Como e la passione per la storia antica, presente in qualche passaggio a sigillo di garanzia del suo spessore culturale.

“Come il cielo a mezzanotte” è una storia che travolge e coinvolge il lettore condensando tra le pagine tante emozioni: la malinconia di un passato irrecuperabile, la commozione di un risveglio atteso, la paura di lasciarsi andare, il timore del cambiamento, la meraviglia di innamorarsi ancora e il terrore di perdere tutto, di nuovo.
Un romanzo che sonda il terreno impervio della perdita e del dolore ma che percorre i sentieri tortuosi della rinascita, ripagando con la speranza che a volte il cuore va solo ascoltato in silenzio, senza pregiudizio.
Non solo, un romanzo che celebra il valore inestimabile dell’amicizia, un legame salvifico che unisce Matteo con gli altri protagonisti della serie Legio Patria Nostra, Damiano, Ivan e Riccardo, alcuni dei quali trovano spazio in alcuni passaggi di questo libro.

Adele Vieri Castellano è un’autrice a cui affidare il nostro tempo vale sempre la pena, per leggere storie che sappiamo già non ci lasceranno indifferenti, come accade in questo ultimo romanzo, in cui ogni dialogo, descrizione, paesaggio, citazione ricorda la magistrale bravura di chi scrive trasmettendo ai suoi lettori quel che ha dentro. E stavolta, più che mai, la storia di Matteo, Gaia e Sonia ha raggiunto un’intensità tutta speciale.


“L’amore è fatto di devozione e dolore, significa soffrire e riemergere dalla sofferenza.”


ROMA 40 d.C. DESTINO D’AMORE di Adele Vieri Castellano

ROMA 40 d.C. DESTINO D’AMORE di Adele Vieri Castellano

Titolo: Roma 40 d.C. Destino d’Amore
Autore: Adele Vieri Castellano
Serie: autoconclusivo, serie “Roma Caput Mundi Vol. 1”
Genere: Historical Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 31 Maggio 2012
Editore: Leggereeditore

TRAMA


40 d.C., Città di Roma, Gaio Giulio Cesare Germanico, Caligola, Imperatore.Marco Quinto Rufo è l’uomo più potente di Roma, secondo solo all’imperatore, Livia Urgulanilla ha un passato da dimenticare. Lui è un uomo temprato dalla foresta germanica, bello e forte che non conosce paura né limiti. Lei è un’aristocratica raffinata e altezzosa il cui destino è già scritto. Ma il dio Fato decide altrimenti e quando Rufo la porta via con sé non immagina lontanamente le conseguenze del suo gesto. Roma non è la Provincia dove tutto, incluso rapire una donna, è concesso. E anche se Caligola in persona decide di concedergliela, possederne il cuore sarà la più ardua e temeraria delle sue imprese. E Livia saprà donare il cuore a un uomo spietato che non esita davanti a nulla, se non a quello che sente per lei? Il primo romanzo di una trilogia che vi porterà in uno dei periodi storici più affascinanti del nostro passato; una storia che vi catturerà fin dalle prime pagine e alla fine ne rimarrete conquistati.

RECENSIONE


Leggere questo libro è come viaggiare nel tempo e scoprire la magnificenza di un’epoca passata, che ha segnato l’inizio della nostra civiltà occidentale. Un’esperienza che mi ero ripromessa di intraprendere molte volte e che mi ha affascinato particolarmente, soprattutto per avermi consentito di riscoprire luoghi, personaggi e vicende della nostra storia mediante un romanzo che intreccia fantasia con autentici pezzi di storia antica.
Una sfida difficile e molto ambiziosa che l’autrice, Adele Vieri Castellano, ha ampiamente vinto con questo libro, primo capitolo di una serie avvincente, Roma Caput Mundi, che l’ha resa famosa nel panorama del romance italiano.

Come? Attraverso una trama che rapisce fin dalle prime pagine, personaggi intensi e ricchi di personalità e uno stile di scrittura ricercato e intriso di termini latini che raccontano usi e costumi dell’epoca.


Il mese di Iulius spandeva su Roma una calura soffocante, che costringeva a rallentare i movimenti e a bere molto. Il suo cubiculum era un forno. Indossò la tunica e uscì all’aperto, dirigendosi verso il peristilio.
Lassù, tra nicchie, rientranze e falsi timpani decorati con colori vivaci si beavano ninfe, satiri, eroi di Roma e divinità antropomorfe. Nel groviglio di dipinti che scendeva lungo le pareti si fondevano capitelli, pilastri, colonne fasciate da tralci di vite, alloro, edera, come alberi dai candidi tronchi.


L’antica Roma rinasce tra le pagine di questo libro, in un susseguirsi di descrizioni particolareggiate di ambienti, paesaggi, abiti fino anche ad acconciature che portano il lettore a staccarsi dalla realtà e immergersi negli odori e nei colori dei vicoli della città eterna al tempo delle sue origini, quando era magnifica e perversa, sontuosa e violenta.


Il pavimento era un intarsio di pietre e marmi di ogni colore e al centro, un medaglione gigantesco d’oro zecchino, riproduceva il ratto delle Sabine, l’antica leggenda sulla stirpe di Roma. I piedi scalzi e leggiadri di una decina di danzatrici lo calpestavano con movimenti ritmati, accompagnate da liuti e flauti.


Uno spaccato dell’epoca in cui a dettare legge umana e divina vi era il controverso imperatore Gaius Iulius Caesar Augustus Germanicus , detto Caligola, noto per la sua natura viziosa e crudele e dominato da un carattere feroce.

Si dice che assistesse con vivo piacere alle esecuzioni e ai supplizi dei condannati, passando le notti tra taverne e adulteri, mascherato con una parrucca e un lungo mantello.


«Ti presento il tribuno laticlavio Marco Quinto Rufo. Legatus Batavorum fresco di nomina. Uno scandalo per il Senato di Roma. Ma Caligola può fare ciò che vuole. Guarda il pubblico, è in visibilio.»


Legionario valoroso, soldato leale al proprio imperatore, uomo dai modi rudi e rozzi più simili a quelli di un barbaro forgiato dalla guerra a dal freddo, incontrato nelle lontane terre del nord dove si è distinto per aver condotto combattimenti e conquistato terre. Una figura che nella lettura emerge in modo vivo, un uomo impavido, coraggioso, adorato dai suoi legionari e che trasuda intensa virilità grazie ad un fisico imponente e possente, al pari delle sue virtù di condottiero:


Il suo corpo era grande, possente, i suoi muscoli armoniosi e scolpiti. E c’erano quegli occhi d’ebano, impressionanti su un viso con troppi contrasti per essere definito bello. Il naso, rotto in qualche battaglia, dominava i tratti decisi, la fronte alta, i capelli neri. Era il viso di un uomo crudele, tranne quando sorrideva come stava facendo: le labbra spesse e ben disegnate svelarono una fossetta accattivante, sulla guancia rasata.


La sua fisicità è prorompetene e impetuosa, tanto quanto il suo carattere, difficile e introverso, anestetizzato a provare dolore, o qualsiasi emozione che possa destabilizzarlo, perché l’unico suo compito è rimanere fedele al suo imperatore Caligola.

Una roccia inscalfibile intrisa di valore e coraggio, che il destino farà scontrare con quello di Livia Urgulanilla, giovane e fiera ragazza dal passato doloroso:


«Quella povera fanciulla ha il destino segnato. La chiamano Livia Detecta, ‘Livia Svelata’.»


Un incontro che avviene la prima volta nella Suburra, la zona più pericolosa e malfamata dell’antica Roma, dove si trovavano bettole che davano rifugio a prostitute, ladri e ogni genere di fuorilegge. Camminare tra le sue strade dopo il calare del sole era una sfida al destino visto che i delitti erano all’ordine del giorno.

Una parola che ancora oggi ha mantenuto un’accezione negativa ad indicare aree periferiche disagiate. Proprio in questo inferno in terra si intrecciano per la prima volta le vite dei due protagonisti, Marco e Livia, destinati a attrarsi e odiarsi irreparabilmente. Un segno premonitore per la loro storia appassionata, in cui l’orgoglio e l’audacia di lei cozzeranno con la durezza di lui, cesellato dalla guerra e incapace di definire un sentimento. Un connubio letale di forza fisica e mentale, di cui sarà difficile prevedere l’epilogo fino alla fine.


«Tu sei una combinazione fatale per me. Hai spinto la mia ragione a rasentare la follia. Quieta come un lago alpino, ghiacciato al punto da uccidere.»


Un romanzo d’amore che si consegna al lettore in modo coinvolgente e a tratti struggente anche grazie a personaggi comprimari non meno interessanti dei protagonisti, come Lucio e Turia, la cui storia parallela amplifica il senso profondo dell’amore che si confonde con la rinuncia.
La passione di questa autrice arriva direttamente al cuore di chi legge, senza lasciare scampo mediante scenari e dialoghi ricchi di pathos, fino a travolgere pagina dopo pagina. “Roma 40 d.c. Destino d’amore” è un sontuoso omaggio ad una civiltà che ha coniato le fondamenta dell’Occidente e che ha segnato le nostre radici, insegnandoci che l’amore di epoche passate arriva intatto fino ai nostri giorni, grazie alla bravura di Adele Vieri Castellano, capace di offrire storie senza tempo.


“Prendi il mio corpo nel tuo, tesoro mio”.


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MAI DIRE NATALE di Adele Vieri Castellano

MAI DIRE NATALE di Adele Vieri Castellano

Titolo: Mai dire Natale
Autore: Adele Vieri Castellano
Serie: Autoconclusivo
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 16 Diecembre 2021
Editore: Self Publishing

TRAMA

Joshua Etienne Ducharme è tornato a Stowe. Cosa cerca un campione mondiale di hockey in una cittadina del Vermont, annidata ai piedi di montagne innevate? Forse solo Madison può rispondere alla domanda, ma l’ultima cosa di cui ha bisogno è trovarsi di fronte a qualcuno che è all’origine di tutti i suoi guai. Lei ha già fatto lo sbaglio di scommettere sull’amore e ha perso tutto: non ha voglia di partecipare a un’altra partita così pericolosa, con un uomo a cui nessuna donna può resistere. Ma Joshua scopre un segreto…

RECENSIONE


Quanto un ritorno dal passato può riaccendere sentimenti sopiti e mai dimenticati?

Si potrebbe intuire la risposta già dal titolo “Mai dire Natale” di Adele Vieri Castellano, autrice che anche nel genere contemporary conferma la sua bravura, regalandoci questo tenero racconto in occasione delle festività. Una storia di seconde possibilità quella di Madison e Joshua, che offre un tema importante su cui riflettere, proprio nel momento dell’anno dove tutti dovremmo essere più buoni, pur ammettendo che non sempre è facile mettere in pratica questo augurio, sicuramente auspicabile ma a volte difficile da perseguire.


L’amore faceva male, molto male, perché ciò che era accaduto con Joshua Etienne Ducharme l’aveva sconvolta fino al midollo. Peggio ancora, le aveva fatto dimenticare i sogni, i progetti per il futuro, la famiglia, tutto quanto.


Due giovani ragazzi che si incontrano in un luogo buio e nascosto e allo stesso tempo in grado di proteggere da un dolore, due mondi opposti che collidono divenendo subito l’uno parte dell’altra per sopperire alla solitudine, fino ad essere travolti da un sentimento forse troppo grande per la loro età, ma impossibile da evitare.


Si frequentavano da qualche settimana incontrandosi nella pineta e parlavano per ore; lui, il più bello della scuola; lei, la perdente.


Uno di quei amori giovanili così intensi da lasciare un segno indelebile nel tempo, uno di quei amori che non si dimenticano. Anche se sono passati anni basta un sogno, un ricordo, una canzone, un profumo, a riportare quei sentimenti alla luce vividi come se fossero ancora lì, come se una parte di chi li ha vissuti fosse rimasta cristallizzata a quel periodo. Forse in fondo è così perché l’amore che resta è quello che non ha finito di bruciare, che non è riuscito a consumarsi perché non è stato intaccato dalla routine e dal tempo.


Non aveva mai smesso di amarla, sentiva di poterla amare ancora di più.


Qualcuno sostiene che il per sempre non esiste, se non nelle favole. L’amore invece ci insegna che un sentimento, può durare per l’eternità anche se non è più vissuto come immaginavamo. E poi accade che a metterci lo zampino arriva il destino, e quell’amore mai dimenticato torna a emanare calore, come se la cenere degli anni non l’avesse ancora spento quel fuoco, anche se è passato tanto tempo, facendo tornare a battere il cuore solo per lui.

Adele Vieri Castellano racconta in terza persona questa storia, lo fa con la sua eleganza e quella raffinatezza propria di chi maneggia ad arte le emozioni, come una sapiente artigiana in grado di forgiare un materiale prezioso e dargli ancora più valore facendolo brillare come neve al sole.


C’era una fiducia enorme in quel bacio, era un patto, un accordo, un sogno in potenza che, insieme, avrebbero potuto realizzare.


Madison e Joshua omaggiano un racconto di seconde possibilità, che di per sé è un tema molto difficile da affrontare, perché in esso risiede una grande dimostrazione di amore e compassione, in primis per noi stessi. Ma spesso è più facile perdonare il danno che qualcun altro ci ha causato e dargli la possibilità di fare ammenda piuttosto che perdonare noi stessi e riprovarci.

Perché? Perché a volte pensiamo di non meritarlo, per il timore di sbagliare ancora e forse per essere troppo ancorati al passato. Le seconde possibilità sono anche grandi momenti per ottenere ciò che ci è sfuggito la prima volta, e la lettura di questa storia ne offre uno spunto di riflessione che vale per molti.


La torta di Madison aveva quel profumo, un aroma reso mitico dal desiderio che provava per lei e che non ne voleva sapere di andarsene, nemmeno dopo tutto ciò che era accaduto.


“Mai dire Natale” celebra la dolcezza (e scoprirete in quanti sensi!) di storie da raccontare e leggere vicino all’albero, nel periodo dell’anno in cui ognuno di noi ha la possibilità di fare del bene e farsi anche del bene, pervasi da quello spirito di gratitudine e perdono che è giusto non dimenticare.

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IL CANTO DEL DESERTO di Adele Vieri Castellano

IL CANTO DEL DESERTO di Adele Vieri Castellano

Titolo: Il canto del deserto
Autore: Adele Vieri Castellano
Serie: Autoconclusivo
Genere: Historical Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 28 Marzo 2013
Editore: Leggereditore

TRAMA


1871. Sylvia, divenuta vedova dopo un disastroso matrimonio, arriva in Egitto con suo padre. Per lei è un sogno che si avvera. Finalmente vedrà i luoghi mitici che conosce solo attraverso le lettere di suo fratello Adam, che da anni collabora nelle sue spedizioni archeologiche con Lord Brokenwood, il suo amore negato dell’adolescenza, ora divenuto cieco a causa di un terribile incidente.
Presto, la bellezza di Sylvia, così eterea da ricordare quella della regina Nefertiti, viene notata da Zayd Ambath, il figlio del rais. Ma lei ha altro per la testa: sta per partire per una spedizione nel deserto unica e irrinunciabile alla ricerca di quello che rimane del mitico esercito di Cambise.
Solo non si aspetta che quel mare di sabbia nasconda una pericolosa minaccia, che può mettere a rischio la sua stessa vita. Toccherà a Lord Brokenwood accorrere in suo soccorso, ma l’uomo avrà bisogno di tutto il suo coraggio, e della forza dell’amore, per salvare Sylvia dalle spire del deserto.

RECENSIONE


Anche questa volta la penna di Adele Vieri Castellano accarezza sapientemente il lettore intessendo una trama ben congeniata e trasportandolo in uno dei luoghi più magici, mistici e affascinanti che si possano immaginare.


«Ecco l’Egitto così come lo hai sognato, nella sua solitudine e nella sua tristezza. Addormentato come la sfinge ai piedi delle piramidi, maestoso come il deserto, misterioso come il Nilo.


L’antico Egitto, il deserto e il fermento delle scoperte archeologiche di fine 800 non sono solo lo sfondo delle vicende narrate, ma diventano prepotentemente protagonisti del Il canto del deserto.

Un riuscitissimo affresco dell’epoca in cui archeologi, soprattutto europei, avevano investito passione, energie e denaro negli scavi che avrebbero poi regalato al mondo gli antichi segreti di faraoni, mummie, e geroglifici, di come venivano vissute la vita e la morte nell’antico Egitto, oggetti e leggende che ancora noi oggi possiamo ammirare.


L’Europa tentava di spartirsi non solo l’enorme ricchezza economica del Paese, ma anche quella archeologica: a ogni passo nella sabbia si inciampava in un antico reperto.


Una passione questa che interessava anche componenti della nobiltà britannica come i protagonisti del libro.

Lord Adam Sackville e il suo migliore amico Nicholas Harper rispettivamente visconte Conway e duca di Brokenwood, fin dalla giovinezza hanno seguito il richiamo dell’avventura, della scoperta e della sfida con un ambiente così ostile come può esserlo quello del deserto egiziano.


Il deserto era immenso, senza forma, senza colori o con colori troppo intensi. Il vuoto, il nulla, come se Dio avesse dimenticato, dopo averle disegnate, quelle linee sfuggenti, quelle ondulazioni indecise.


Un ambiente per niente adatto alla presenza femminile secondo i credi del tempo.

Non avevano fatto i conti con la protagonista che tratteggia l’autrice, Lady Silvya Dunmore attratta dalla stessa passione per l’ignoto, desiderosa di mettersi alla prova e di sfidare i limiti imposti alle donne in un momento in cui sempre più questi limiti cominciavano a essere scardinati.

Sorella del visconte e vittima di una giovanile passione per il duca, migliore amico del fratello, entrambi vedovi e con matrimoni infelici alle spalle si ritroveranno in una spedizione nel deserto che rappresenterà non solo una sfida con la natura e con nemici insidiosi, ma anche con loro stessi e con una paura che hanno già sperimentato nel passato e cioè quella di amare senza essere corrisposti.

La protagonista dal temperamento volitivo, prodotto delle proprie origini miste inglesi e italiane incarna l’evoluzione femminista che stava stravolgendo gli ideali sociali dell’epoca.


Una donna con in corpo la spuma del Mediterraneo, non il sonnolento Tamigi.


E lo farà attraverso una narrazione ricca di phatos, a cui contribuisce non solo l’ambientazione di cui ho già parlato ma anche la nascita e l’evoluzione del sentimento nei confronti del duca.

Osserveremo un mutamento nella giovane Silvya che maturerà un sentimento più maturo, consapevole e decisamente carnale nei confronti del nobile.

A questo si aggiunge una sagacia che regalerà dei momenti di sano humor nei battibecchi col fratello.

Un personaggio quest’ultimo che ispira un’immediata simpatia, maschera uno spirito ed un temperamento molto simili a quelli della sorella con un ostentato perbenismo e moralismo che le donne della sua cerchia si divertiranno a mettere alla prova.


In ogni caso, da quando non ci vedeva più, il duca sembrava aver conquistato un intuito soprannaturale precluso a lui, Adam Vere Sackville, cieco nei confronti di sé stesso e degli altri, lui che nascondeva le insicurezze mostrandosi più duro, misantropo e intransigente di quanto non fosse.


L’ironia va di pari passo con la tenerezza dei sentimenti che aleggia sempre sulla superficie delle pagine.

La ritroviamo nell’affetto tra padre e figli, in quello tra fratello e sorella, nell’amicizia che accomuna i due nobili appassionati di archeologia e nell’amore appassionato ma non egoista, quello che lascia liberi di essere sé stessi.

Questo libro è uno storico avvincente che fonde le conoscenze storiche dell’autrice, per le quali viene sempre da complimentarsi, con un pizzico di magia, dialoghi frizzanti e ciliegina sulla torta una bella dose di erotismo.

Un erotismo che accende i sensi e che coinvolge in modo corale i personaggi principali intrecciando più di una storia d’amore con le vicende.

Non posso non citare l’accuratezza delle descrizioni dei siti e dei reperti storici, le sensazioni che suscitano i paesaggi pericolosi e incantatori allo stesso tempo, il contrasto tra le popolazioni egiziane nomadi del deserto e la magnificenza di Luxor.

Ma soprattutto la sensazione di libertà che scaturisce da una corsa a cavallo e dalla consapevolezza che le donne stanno conquistando pezzetto dopo pezzetto un ruolo e una considerazione diversa nella società del tempo.


Mai aveva provato quella pura, arrogante soddisfazione della riuscita personale, di una vittoria dovuta solo alla sua abilità e a quella della magnifica giumenta.


Il canto del deserto è un fenomeno reale ma raro e se si ha la fortuna di potervi assistere bisogna ritenersi fortunati.

Se vi concederete questa lettura potrebbe parere anche a voi per qualche ora di poter sentire un suono prodotto da granelli di sabbia, che accarezzati dal vento porteranno alla vostra mente eco di antichi faraoni, leggende di dei e regine addormentati e custoditi dalle sabbie del deserto.

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IRRESISTIBILE di Adele Vieri Castellano

IRRESISTIBILE di Adele Vieri Castellano

Titolo: Irresistibile
Autore: Adele Vieri Castellano
Serie: Legio Patria Nostra
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 28 Ottobre 2021
Editore: Self Publishing

TRAMA


Tre come i moschettieri. Pericolo, avventura, missioni speciali, a volte senza ritorno. Eppure loro, i tre legionari, ce l’hanno fatta. Ora hanno fama, denaro, donne, una palestra a Roma in cui insegnano arti marziali. Ivan Conti, il più simpatico e irresistibile dei tre, accetta di partire per il Messico per risolvere un mistero che sembra avvolgere Rebecca Griswold Morley e la sua spedizione archeologica nelle oscure profondità dei cenote. Una missione che considera una seccatura ma che non può rifiutare visto che, come ex legionari della Legione Straniera, perseguono un unico obiettivo: proteggere i deboli. Ben presto il viaggio si rivelerà una trappola mortale perché la giungla nasconde insidie e pericolosi abitanti che non saranno gli unici nemici da dover affrontare.

RECENSIONE


Per il finale di questa avvincente trilogia, “Legio Patria Nostra”, la penna talentuosa di Adele Vieri Castellano regala un viaggio al lettore oltre oceano, nella giungla più selvaggia dello Yucatan in Messico, dove i pericoli non sono solo rappresentati dalla fauna locale. Un ambientazione appassionante che riveste un ruolo fondamentale in questo romanzo dove presente e passato si intersecano l’un l’altro, in un susseguirsi di azione, sentimenti, suspense, giochi del destino e immancabili valori fraterni. Protagonista maschile Ivan, terzo componente di questo gruppo di virili legionari, che avevamo conosciuto nei due precedenti libri della serie e che si era già fatto notare per molte ragioni.


Alto, tutto muscoli, spalle larghe, capelli folti e biondi che le sue dita spasimavano dalla voglia di toccare di nuovo. E gli occhi? Mio Dio, gli occhi che non ti aspettavi. Azzurri? No, sarebbe stato banale. Iridi dello stesso colore dell’ambra Chiapas, un miele chiaro, un brandy stravecchio.


Brillante, ironico, incallito seduttore, Ivan aveva avuto modo di presentarsi in “Irriducibile” e “Implacabile”, facendo delle spassose apparizioni in un misto di ironia, irresistibile fascino e un innato spirito goliardico tale da colpire chiunque. Oltre questa ammaliante facciata, per chi lo conosce resta un uomo solido, presente e un amico fedele su cui fare affidamento totalmente, sempre pronto ad aiutare i suoi compagni di vita. Tutto qui? No, perché questo istrionico ragazzo nasconde ai più, quasi con elegante riservatezza, un animo più profondo e ricercato, accuratamente celato, salvo alla sua grande amica Sara. Un dettaglio non banale a conferma di un personaggio dalle molteplici sfumature in grado di affascinare, davvero:


Tutti credevano che nel tempo libero si dedicasse ancora a bollenti sedute di sesso. Glielo faceva credere, era più facile così. In realtà, da qualche tempo, preferiva l’arte al sesso. O meglio, anche l’arte gli dava emozioni: osservare un quadro era diventata un’esperienza quasi extrasensoriale: a volte aveva l’impressione di provare le stesse sensazioni dei personaggi ritratti, di rievocare i movimenti compiuti dalle mani dell’artista.


Ma quanto si può resistere al richiamo del destino se esso cala giù si di noi le carte più intriganti e complesse, in grado di rivelare paure e mettere a repentaglio ogni nostra particella?

Difficile rispondere se non leggendo questa storia in cui un lungo intreccio tessuto ad arte farà incontrare sulla strada di Ivan la sua nemesi, Rebecca, archeologa italo-americana di fama mondiale nonché donna coriacea e indipendente, più propensa a scavare a mani nude la terra per cercare reperti utili alla ricerca che vivere una vita come una giovane donna della sua età farebbe.
Ma si sa che a volte gli atteggiamenti più rigidi e scontrosi sono un escamotage difensivo, una copertura creata per proteggere fragilità interiori e ferite sanguinanti, pezzetti acuminati che vagano nell’anima di un cuore spezzato da delusioni non elaborate o ancora peggio non accettate. E allora meglio immergersi nelle profondità di acque inesplorate o in buie caverne sconosciute per trovare frammenti di un passato da riportare alla luce. Tutto, purché non guardare nell’oscurità della nostra anima. Tutto, pur di non restare fermi a pensare.


Le immersioni la affascinavano eppure ogni volta, dopo una scoperta importante, si sentiva svuotata e agitata. L’unico modo per ritrovare la calma era suonare lo strumento che aveva tenuto in mano a sette anni.

Mentre finiva il dottorato, aveva capito che il violoncello non sarebbe mai stato la sua vita e si sera buttata nello studio a capofitto. Il risultato era stato una laurea in archeologia con specializzazione nell’epoca classica Maya e una passione viscerale per la musica.


Ivan e Rebecca, due personalità quasi spigolose, toste da combinare insieme, così opposti da divenire perfino simili per il livello di orgoglio, la forte caparbietà e soprattutto la totale abnegazione che mettono nel condurre i loro mestieri, e per quanto di loro stessi preservano agli altri. Lui l’arte e lei la musica.


Per lui non ci sarebbe mai stato il momento giusto per quel sentimento così totalizzante: era solo una scocciatura fatta di impegno, costanza e devozione. Lui non era né costante, né devoto e quella donna, più di tante altre, era ombrosa, padrona di sé e non scendeva mai a compromessi, glielo aveva dimostrato tenendolo a distanza come fosse un appestato.


“Irresistibile” non è però solo un bellissimo romanzo d’amore, perché il filo conduttore che ricorre nella serie è il grande valore dell’amicizia, che in questa storia trova una coinvolgente interpretazione grazie al profondo legame che unisce il protagonista a Damiano e Riccardo, ex legionari come lui e divenuti ormai fratelli. Insieme a loro Valerio Corvino, dell’arma dei Carabinieri, sempre presente e disposto a supportarli in ogni modo. Ad aggiungersi la sorella di Riccardo, Sara, la più piccola del gruppo, ma sempre pronta a essere presente ad ogni necessità, oltre poi al poi altri personaggi secondari come Massimiliano Neri, un Indiana Jones contemporaneo ed esperto archeologo. Tutte figure secondarie ma capaci di cesellare ad arte la qualità di legami indissolubili in cui lealtà e fiducia fanno da collante a intensi rapporti umani che amplificano il messaggio dell’autrice su quanto sia basilare aiutarsi e aiutare gli altri, facendo fronte comune pur nel rispetto delle proprie diversità.

Lo stile di narrazione in terza persona si conferma evocativo, celebrando la bellezza di paesaggi e ambientazioni attraverso accurate descrizioni, arricchite da appassionati racconti di usi e costumi appartenenti ad antiche civiltà, evidente risultato di ricerca e studio.

Una lettura interessante anche per mostrare le due facce di un paese, il Messico, grande nel passato per avere visto nascere due grandi civiltà come quella Maya e Azteca, e che oggi è al centro di un impero del crimine sanguinario. Due livelli paralleli raccontati con autentica bravura, che attraverso la difficile missione in Ivan e Rebecca saranno coinvolti, suscitano riflessioni sulla tragica evoluzione di un popolo, martoriato da guerre più che mai attuali.

Una componente come marchio di fabbrica di questa raffinata autrice, che pur sperimentando un romanzo ambientato in epoca moderna non ha rinunciato a impreziosirlo con la sua mirabile conoscenza per la storia antica, immedesimandosi nell’amore di Rebecca per il suo lavoro e trovando in Ivan la voce che sorprende per accenni all’affascinante mitologia greca.


«Da Rebecca sono diventata Rea.» «Non male.»

«Bravo mister Conti. Rea Silvia, per la precisione.» «E le Titanidi sono sorelle e mogli dei Titani, gli dèi più antichi, le forze primordiali del cosmo.» Lei si fermò di botto, gli occhi brillanti. «Sono folgorata da questo sfoggio di cultura classica.»


Roma fa capolino in sottofondo, con le sue vedute millenarie, i suoi scorci indimenticabili che fanno sognare chiunque ricordi la travolgente bellezza della città eterna, a cui Adele Vieri Castellano offre un sublime omaggio.
Leggere questo libro offre molte emozioni, in un saliscendi di curve a perdifiato, tra fughe nella foresta tropicale, scoperte di reperti antichissimi, misteri da svelare e una tensione sensuale che vibra ad ogni pagina aggrovigliando il lettore tra le liane della giungla più impervia in cui sarà avventuroso districarsi tra attesa, paura, passione e la voglia di trovare un posto da chiamare casa.


«L’amore è un atto di fede» disse, facendo scorrere i pollici avanti e indietro sulla pelle morbida. «Lo è sempre stato. Gli uomini e le donne continuano a fare questo atto di fede da tempo immemorabile.» «Anche al tempo dei Maya» mormorò lei.


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IL LEONE DI ROMA di Adele Vieri Castellano

IL LEONE DI ROMA di Adele Vieri Castellano

Titolo: Il leone di Roma
Autore: Adele Vieri Castellano
Serie: Roma caput mundi vol.1
Genere: Historical romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Concluso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 26 Settembre 2017
Editore: Amazon publishing

TRAMA


Roma, 50 d.C. Massimo Valerio Messalla è nobile di nascita, colto per educazione e guerriero per scelta, ma la sua libertà sta per finire: il padre gli impone di sposarsi, per garantire una discendenza alla stirpe dei Valeri.

Ottavia Lenate è una giovane inquieta e curiosa, appassionata di scienza e astronomia, che desidera la conoscenza, non un marito, specie non uno ruvido e affascinante come Messalla, l’uomo a cui scopre di essere destinata.

Massimo e Ottavia si trovano così forzati in un’unione decisa da altri, finché il Fato non li porterà ad Alessandria d’Egitto. In quella terra arida, sterile come l’anima di Messalla e ricca di tesori nascosti come lo spirito di Ottavia, una terribile minaccia in arrivo dal passato metterà a rischio tutto ciò che Massimo, il leone di Roma, ama e vuole proteggere…

RECENSIONE


Ricordò la profezia nel Tempio di Amon: “Viaggerai nel tramonto accompagnato da un fratello e, nel momento del bisogno, udrai il ruggito che fa tremare il mondo”.


Una profezia che racchiude in sé tutta la potenza evocativa di questo meraviglioso romanzo che mi ha ammaliata dalla prima all’ultima pagina.
Appassionata di storici spinta dal consiglio di una preziosa amica e consigliera letteraria, ho lasciato il porto sicuro dell’ambientazione regency o vittoriana a cui ero abituata, per addentrarmi con un po’ di circospezione lo ammetto, nell’epoca dell’antica Roma.
Il risultato è stato che mi dispiace non averlo fatto prima: la scrittura di Adele Vieri Castellano mi ha sedotta,
ha fatto una magia, grazie alla sua penna evocativa e immaginifica  mi ha letteralmente trasportata dal salotto di casa mia indietro nel tempo, quando i fasti della capitale erano una realtà così incredibile da aver attraversato i secoli fino a noi.
Massimo Valerio Messalla vi entrerà sotto pelle, la caratterizzazione che ne fa l’autrice lo ha reso un personaggio magnetico.
Ufficiale romano, uomo di disciplina ma anche di cultura, un nobile che sceglie la vita militare per domare un tumulto interiore che lo consuma fin da giovane, affamato di vita e di conoscenza.
È un uomo giusto e devoto ai doveri del suo rango, diviso dall’impetuosità della propria indole e il desiderio di essere un buon figlio.


La sabbia filtrò tra le sue dita, inarrestabile, come gli istanti trascorsi da quel giorno che aveva cambiato la sua vita. Non poté trattenerla, così come non poteva trattenere se stesso dal diventare il figlio che suo padre desiderava. In realtà non era altro che un involucro, un contenitore. Fuori la pacatezza, la ragionevolezza addomesticata dalla disciplina militare. Dentro, per tutti i Numi, dentro di lui c’erano sempre tumulto e tempesta.



Impossibile non cedere al fascino di quest’uomo dalle mille sfaccettature, mi ha catturata completamente, avida di leggere i dialoghi da cui scaturiscono i suoi pensieri e le parole, un personaggio che incarna la virilità del guerriero e l’orgoglio romano, forgiato dal dolore, dalle guerre ma che non ha mai perso né l’integrità né la propria identità.


«L’ho affrontato da solo, ma la sua scorta era ben addestrata. Quell’uomo ha gli dèi dalla sua parte e si batte come un leone.»


Il richiamo simbolico al leone è calzante, Massimo ne incarna la forza, la regalità, il coraggio e la furia. In lui coesistono forza e coraggio ma anche sensibilità e onore.
Un matrimonio imposto proprio dal padre per perpetuare la stirpe dei Valeri sarà l’inizio di un percorso irto di sorprese ed emozioni inaspettate, che si riverberano nel cuore del lettore in maniera crescente.
Per un uomo di tale levatura e fascino l’autrice non poteva che pensare ad una donna non meno degna di un protagonista di questo spessore, una ragazza speciale, soprattutto per l’epoca.
Ottavia Lenate è una giovane con la curiosa caratteristica di essere erudita: amante dei numeri, di trattati di ogni genere, appassionata di astronomia, poesia, politica deve nascondere questa sua sete di conoscenza nonché la fine intelligenza che la contraddistinguono, che ai tempi non erano ben visti nelle donne.


Tuttavia a Roma una donna istruita era spesso guardata con sospetto, talvolta con sdegno. La sua mente pronta e affilata avrebbe potuto essere la sua fine e, per questo, Ottavia si era sempre guardata dal rivelare le sue reali capacità.


La storia d’amore tra i due protagonisti si dipana gradualmente con coerenza e credibilità e io me la sono assaporata come si fa con un buon piatto, gustandomi ogni confronto, dialogo e pensiero, senza fretta ma con un coinvolgimento crescente.
La loro conoscenza reciproca sarà paziente e curiosa, parte timidamente, con distacco e razionalità per evolvere poi in un rapporto di fiducia, rispetto, amicizia e passione che mi ha incantata.
Se inizialmente possono sembrare incompatibili in realtà i due sposi hanno molto in comune, appetito intellettuale, desiderio di conoscenza e fame di vita che li divora ma mai li sazia, anche perché frenati dalle convenzioni e dai doveri.


Sapeva soltanto che voleva allontanarsi dal padre, dai doveri che gli imponeva la sua nobile stirpe, da quella ragnatela di convenzioni che lo costringeva ad agire e a comportarsi come un uomo tranquillo, quando di tranquillo, in lui, non vi era mai stato nulla.



Se Massimo infatti è tranquillo quanto può esserlo un leone, Ottavia è un fuoco che sotto l’egida paterna non poteva ardere, risoluta, coraggiosa, pura di cuore, di intelligenza non comune.
Riuscirà una donna così speciale a domare il leone di Roma ?
Per scoprirlo vi invito a regalarvi questa lettura, che per me è stato proprio un dono di inaspettata bellezza e che oltre allo stile raffinato dell’autrice ha il valore aggiunto di un’accuratezza storica encomiabile, arricchita dall’attenzione ai dettagli e dal richiamo a testi più o meno conosciuti di antichi miti romani e greci.
La trama è accattivante e non scontata, fluida ma densa di avvenimenti che si svolgono in uno scenario doppio, quello della Roma antica del 50 D.C. e l’altro della magnificenza di Alessandria d’Egitto.
La capacità descrittiva dell’autrice mi ha conquistata definitivamente anche grazie alla potenza visiva con cui ha descritto le due città.
Se Roma mi ha fatta assaporare il fasto, le contraddizioni e la grandezza di questa antica civiltà, Alessandria mi ha ammaliata con i suoi colori e i suoi profumi, quando pagina dopo pagina mi è sembrato di sentire l’arsura del torrido clima egiziano, di affondare i piedi nella sabbia del deserto, di osservare uccelli e fiori dai colori cangianti.


Nel giardino incontrò il giallo, il rossiccio e l’argento della polvere che copriva ogni superficie togliendo limpidezza alla vegetazione. Da nessuna parte si notava la mano dell’uomo, eppure decine e decine di schiavi ogni giorno dovevano tagliare, innaffiare, curare la giungla di cespugli ronzanti di api e i sonnacchiosi alberi del pepe. Tanti uccelli nel verde: ibis sacri e, più numerosi che mai, colombe, martin pescatori dai colori sgargianti, pavoni albini e fenicotteri che sorvolavano, a ondate di ventri rosa, il cielo sopra la sua testa.


In questo romanzo ogni elemento provoca qualche emozione, i passaggi più avventurosi sono ricchi di tensione e sembra di assistere dal vero a battaglie e combattimenti, le scene erotiche sono sensuali e appassionate, amicizia, fratellanza ed eroismo sono celebrati degnamente, gli inganni e i tradimenti aggiungono un tocco intrigante alle vicende.
Ogni personaggio secondario è un tassello che incastonato un pezzetto alla volta ha dato vita ad un mosaico di immagini e sensazioni impreziosito dalla vivida capacità descrittiva dell’autrice, precisa e attenta nella trasposizione della propria conoscenza sugli usi, gli abiti, gli ambienti e i cibi, mi ha trascinata con sè per le  vie cittadine in cui si muoveva la società del tempo variegata e multietnica, formata da schiavi, legionari, egiziani ed ebrei.

Culture diverse intrecciate tra loro che rievocano il sapore cosmopolita di cui sognava il grande Alessandro Magno.
Il più interessante tra tanti personaggi di contorno è senz’altro l’amico fraterno di Massimo, Raganhar il barbaro, un personaggio che si è ritagliato di diritto un posto nel mio cuore destando un interesse che non vedo l’ora di saziare con il volume della serie a lui dedicato.
Questo libro per me prezioso è un gioiello per stile e contenuti che consiglio vivamente, anche a chi non è appassionato di storia, certa che possa regalarvi lo stesso senso di appagamento e piacere che ha donato a me, incapace di staccarmi dalla lettura immersa in un tempo ormai passato ma che mi ha trascinata con malia crescente.
Questa talentuosa scrittrice è riuscita a veicolare il fascino eterno dell’antico impero, combinando le tonalità romance con ricerca storica, avventura, onore e coraggio, quegli stessi semi che coltivati e tramandati nei secoli hanno dato vita al mito di Roma, facendo sì che le si potesse meritatamente conferire l’appellativo di Caput Mundi. 

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