IL LEONE DI ROMA di Adele Vieri Castellano

IL LEONE DI ROMA di Adele Vieri Castellano

Titolo: Il leone di Roma
Autore: Adele Vieri Castellano
Serie: Roma caput mundi vol.1
Genere: Historical romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Concluso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 26 Settembre 2017
Editore: Amazon publishing

TRAMA


Roma, 50 d.C. Massimo Valerio Messalla è nobile di nascita, colto per educazione e guerriero per scelta, ma la sua libertà sta per finire: il padre gli impone di sposarsi, per garantire una discendenza alla stirpe dei Valeri.

Ottavia Lenate è una giovane inquieta e curiosa, appassionata di scienza e astronomia, che desidera la conoscenza, non un marito, specie non uno ruvido e affascinante come Messalla, l’uomo a cui scopre di essere destinata.

Massimo e Ottavia si trovano così forzati in un’unione decisa da altri, finché il Fato non li porterà ad Alessandria d’Egitto. In quella terra arida, sterile come l’anima di Messalla e ricca di tesori nascosti come lo spirito di Ottavia, una terribile minaccia in arrivo dal passato metterà a rischio tutto ciò che Massimo, il leone di Roma, ama e vuole proteggere…

RECENSIONE


Ricordò la profezia nel Tempio di Amon: “Viaggerai nel tramonto accompagnato da un fratello e, nel momento del bisogno, udrai il ruggito che fa tremare il mondo”.


Una profezia che racchiude in sé tutta la potenza evocativa di questo meraviglioso romanzo che mi ha ammaliata dalla prima all’ultima pagina.
Appassionata di storici spinta dal consiglio di una preziosa amica e consigliera letteraria, ho lasciato il porto sicuro dell’ambientazione regency o vittoriana a cui ero abituata, per addentrarmi con un po’ di circospezione lo ammetto, nell’epoca dell’antica Roma.
Il risultato è stato che mi dispiace non averlo fatto prima: la scrittura di Adele Vieri Castellano mi ha sedotta,
ha fatto una magia, grazie alla sua penna evocativa e immaginifica  mi ha letteralmente trasportata dal salotto di casa mia indietro nel tempo, quando i fasti della capitale erano una realtà così incredibile da aver attraversato i secoli fino a noi.
Massimo Valerio Messalla vi entrerà sotto pelle, la caratterizzazione che ne fa l’autrice lo ha reso un personaggio magnetico.
Ufficiale romano, uomo di disciplina ma anche di cultura, un nobile che sceglie la vita militare per domare un tumulto interiore che lo consuma fin da giovane, affamato di vita e di conoscenza.
È un uomo giusto e devoto ai doveri del suo rango, diviso dall’impetuosità della propria indole e il desiderio di essere un buon figlio.


La sabbia filtrò tra le sue dita, inarrestabile, come gli istanti trascorsi da quel giorno che aveva cambiato la sua vita. Non poté trattenerla, così come non poteva trattenere se stesso dal diventare il figlio che suo padre desiderava. In realtà non era altro che un involucro, un contenitore. Fuori la pacatezza, la ragionevolezza addomesticata dalla disciplina militare. Dentro, per tutti i Numi, dentro di lui c’erano sempre tumulto e tempesta.



Impossibile non cedere al fascino di quest’uomo dalle mille sfaccettature, mi ha catturata completamente, avida di leggere i dialoghi da cui scaturiscono i suoi pensieri e le parole, un personaggio che incarna la virilità del guerriero e l’orgoglio romano, forgiato dal dolore, dalle guerre ma che non ha mai perso né l’integrità né la propria identità.


«L’ho affrontato da solo, ma la sua scorta era ben addestrata. Quell’uomo ha gli dèi dalla sua parte e si batte come un leone.»


Il richiamo simbolico al leone è calzante, Massimo ne incarna la forza, la regalità, il coraggio e la furia. In lui coesistono forza e coraggio ma anche sensibilità e onore.
Un matrimonio imposto proprio dal padre per perpetuare la stirpe dei Valeri sarà l’inizio di un percorso irto di sorprese ed emozioni inaspettate, che si riverberano nel cuore del lettore in maniera crescente.
Per un uomo di tale levatura e fascino l’autrice non poteva che pensare ad una donna non meno degna di un protagonista di questo spessore, una ragazza speciale, soprattutto per l’epoca.
Ottavia Lenate è una giovane con la curiosa caratteristica di essere erudita: amante dei numeri, di trattati di ogni genere, appassionata di astronomia, poesia, politica deve nascondere questa sua sete di conoscenza nonché la fine intelligenza che la contraddistinguono, che ai tempi non erano ben visti nelle donne.


Tuttavia a Roma una donna istruita era spesso guardata con sospetto, talvolta con sdegno. La sua mente pronta e affilata avrebbe potuto essere la sua fine e, per questo, Ottavia si era sempre guardata dal rivelare le sue reali capacità.


La storia d’amore tra i due protagonisti si dipana gradualmente con coerenza e credibilità e io me la sono assaporata come si fa con un buon piatto, gustandomi ogni confronto, dialogo e pensiero, senza fretta ma con un coinvolgimento crescente.
La loro conoscenza reciproca sarà paziente e curiosa, parte timidamente, con distacco e razionalità per evolvere poi in un rapporto di fiducia, rispetto, amicizia e passione che mi ha incantata.
Se inizialmente possono sembrare incompatibili in realtà i due sposi hanno molto in comune, appetito intellettuale, desiderio di conoscenza e fame di vita che li divora ma mai li sazia, anche perché frenati dalle convenzioni e dai doveri.


Sapeva soltanto che voleva allontanarsi dal padre, dai doveri che gli imponeva la sua nobile stirpe, da quella ragnatela di convenzioni che lo costringeva ad agire e a comportarsi come un uomo tranquillo, quando di tranquillo, in lui, non vi era mai stato nulla.



Se Massimo infatti è tranquillo quanto può esserlo un leone, Ottavia è un fuoco che sotto l’egida paterna non poteva ardere, risoluta, coraggiosa, pura di cuore, di intelligenza non comune.
Riuscirà una donna così speciale a domare il leone di Roma ?
Per scoprirlo vi invito a regalarvi questa lettura, che per me è stato proprio un dono di inaspettata bellezza e che oltre allo stile raffinato dell’autrice ha il valore aggiunto di un’accuratezza storica encomiabile, arricchita dall’attenzione ai dettagli e dal richiamo a testi più o meno conosciuti di antichi miti romani e greci.
La trama è accattivante e non scontata, fluida ma densa di avvenimenti che si svolgono in uno scenario doppio, quello della Roma antica del 50 D.C. e l’altro della magnificenza di Alessandria d’Egitto.
La capacità descrittiva dell’autrice mi ha conquistata definitivamente anche grazie alla potenza visiva con cui ha descritto le due città.
Se Roma mi ha fatta assaporare il fasto, le contraddizioni e la grandezza di questa antica civiltà, Alessandria mi ha ammaliata con i suoi colori e i suoi profumi, quando pagina dopo pagina mi è sembrato di sentire l’arsura del torrido clima egiziano, di affondare i piedi nella sabbia del deserto, di osservare uccelli e fiori dai colori cangianti.


Nel giardino incontrò il giallo, il rossiccio e l’argento della polvere che copriva ogni superficie togliendo limpidezza alla vegetazione. Da nessuna parte si notava la mano dell’uomo, eppure decine e decine di schiavi ogni giorno dovevano tagliare, innaffiare, curare la giungla di cespugli ronzanti di api e i sonnacchiosi alberi del pepe. Tanti uccelli nel verde: ibis sacri e, più numerosi che mai, colombe, martin pescatori dai colori sgargianti, pavoni albini e fenicotteri che sorvolavano, a ondate di ventri rosa, il cielo sopra la sua testa.


In questo romanzo ogni elemento provoca qualche emozione, i passaggi più avventurosi sono ricchi di tensione e sembra di assistere dal vero a battaglie e combattimenti, le scene erotiche sono sensuali e appassionate, amicizia, fratellanza ed eroismo sono celebrati degnamente, gli inganni e i tradimenti aggiungono un tocco intrigante alle vicende.
Ogni personaggio secondario è un tassello che incastonato un pezzetto alla volta ha dato vita ad un mosaico di immagini e sensazioni impreziosito dalla vivida capacità descrittiva dell’autrice, precisa e attenta nella trasposizione della propria conoscenza sugli usi, gli abiti, gli ambienti e i cibi, mi ha trascinata con sè per le  vie cittadine in cui si muoveva la società del tempo variegata e multietnica, formata da schiavi, legionari, egiziani ed ebrei.

Culture diverse intrecciate tra loro che rievocano il sapore cosmopolita di cui sognava il grande Alessandro Magno.
Il più interessante tra tanti personaggi di contorno è senz’altro l’amico fraterno di Massimo, Raganhar il barbaro, un personaggio che si è ritagliato di diritto un posto nel mio cuore destando un interesse che non vedo l’ora di saziare con il volume della serie a lui dedicato.
Questo libro per me prezioso è un gioiello per stile e contenuti che consiglio vivamente, anche a chi non è appassionato di storia, certa che possa regalarvi lo stesso senso di appagamento e piacere che ha donato a me, incapace di staccarmi dalla lettura immersa in un tempo ormai passato ma che mi ha trascinata con malia crescente.
Questa talentuosa scrittrice è riuscita a veicolare il fascino eterno dell’antico impero, combinando le tonalità romance con ricerca storica, avventura, onore e coraggio, quegli stessi semi che coltivati e tramandati nei secoli hanno dato vita al mito di Roma, facendo sì che le si potesse meritatamente conferire l’appellativo di Caput Mundi. 

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