MARIA, NATA PER LA LIBERTA’ di Amalia Frontali

MARIA, NATA PER LA LIBERTA’ di Amalia Frontali

Titolo: Maria, nata per la libertà
Autore: Amalia Frontali
Serie: Autoconclusivo
Genere: Narrativa
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: chiuso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 28 Gennaio 2021
Editore: Nua Edizioni

TRAMA


Aprile 1944: appesa ai cornicioni delle finestre, una donna fugge dalle finestre dell’ospedale Niguarda, a Milano. È Maria Peron, un’infermiera trentenne, nubile, che abita in un convitto di suore e non ha alcun interesse per la politica, né tantomeno per la lotta armata. Però è coraggiosa, affamata di libertà e la sua bussola morale è infallibile. Ricercata dai fascisti, prende una decisione che le cambierà la vita: salire sui monti della Valgrande e diventare una ribelle.

Maria trascorre un anno insieme ai partigiani e si spende senza riserve per prestare aiuto, senza mai imbracciare un’arma. Organizza un’infermeria e un presidio sanitario, si guadagna un grado da ufficiale e i galloni di chirurgo sul campo. Attraversa l’inferno della guerra, trovandosi testimone e protagonista di eventi drammatici e atti di ordinario eroismo e facendo i conti, giorno dopo giorno, con la propria coscienza. Infine incontra persino l’amore, a cui credeva di avere già rinunciato.

Nel pieno di una tragedia collettiva, Maria si scopre piena di risorse, pragmatica e coraggiosa, capace di ridisegnarsi sulle proprie esperienze restando coerente a se stessa.

Questa è la sua storia ed è una storia vera.


RECENSIONE

Ho sempre amato le storie partigiane, forse perché quello della Resistenza è l’ultimo vero periodo eroico dell’Italia. Persone che, normalmente, avrebbero avuto delle vite tranquille, messe di fronte all’ingiustizia del fascismo e dell’occupazione tedesca, decisero di prendere su di sé rischi enormi. Qualcuno forse per caso, ma molti ben consapevoli che le loro scelte avrebbero potuto portarli alla morte.

Quindi, ho sempre amato le storie partigiane, ma Maria, nata per la libertà per me aveva un ulteriore motivo di fascino. Parla cioè di una Resistenza in parte dimenticata, mettendo al centro della narrazione una donna. Per decenni, infatti, il ruolo delle donne durante la Resistenza è ha avuto una posizione marginale nella storiografia del periodo, quasi relegato a una nota a piè di pagina. Se pensate ai più grandi capolavori sulla Resistenza, vi verranno in mente solo libri scritti da uomini che parlano di uomini. Grandi libri e grandi uomini, intendiamoci, ma secondo i calcoli fatti dall’ANPI in Italia ci furono qualcosa come 35.000 partigiane combattenti, 20.000 patriote con funzioni di supporto, 70.000 donne appartenenti ai Gruppi di Difesa. 4.563 furono quelle arrestate, torturate e condannate dai tribunali fascisti, 2.900 quelle giustiziate o uccise in combattimento, 2.720 quelle deportate. A fronte di tutto questo, solo 16 ricevettero la medaglia d’oro al valor militare, 17 la medaglia d’argento.

In poche parole, avevo davvero voglia di leggere un libro sulla Resistenza che fosse narrato dal punto di vista femminile.

E Amalia Frontali sceglie quello di Maria Peron, una donna realmente esistita, un’infermiera che durante l’ultimo anno di guerra prestò servizio tra le montagne della Valgrande. La ricostruzione storica, trattandosi di Frontali, è ovviamente perfetta, ma non è il maggiore dei pregi di Maria, nata per la libertà.

Quello che ho amato di questo libro è appunto la voce, il punto di vista. Maria è una donna pragmatica che prende una decisione folle: unirsi alla Resistenza e, come infermiera, combattere senza sparare un colpo, anzi, salvando vite. Maria è una con la testa sulle spalle, è mossa da alti ideali, ma ha una visione realistica del mondo. Non è una pasionaria, non è un’avventata, è una persona molto perbene che fa una scelta di coscienza.

Si trova sui monti, circondata da uomini, a confrontarsi con le difficoltà della situazione, cercando di fare del suo meglio con calma, con pazienza, con perseveranza e con amore. Ha l’elasticità mentale di cambiare idea, di confrontarsi con i propri pregiudizi e di capire il punto di vista altrui.

Maria, nata per la libertà è la storia di una persona normale, di una donna non bella per gli standard dell’epoca (ma bellissima per noi), una che si rimbocca le maniche e fa quello che ritiene giusto. All’amore ormai ha rinunciato, ma su quello si sbaglia. L’amore trova sempre una via, pure con lei.

Leggere questo libro è come guardare un paesaggio noto dall’altra sponda del fiume, e scoprire dei dettagli fino a quel momento ignorati. Una storia appassionante che era rimasta nelle note a piè di pagina.

Recensione a cura di Amanda Blake, in esclusiva per Reading Marvels.


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