BROKEN GAME-OGNI MALEDETTA VOLTA di Angela D’Angelo

BROKEN GAME-OGNI MALEDETTA VOLTA di Angela D’Angelo

Titolo: Broken Game- Ogni maledetta volta
Autore: Angela D’Angelo
Serie: Matching game vol.2
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Concluso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 14 Dicembre 2020
Editore: Self-Publishing

TRAMA


Orgoglioso.

Prepotente.

Scontroso.

Edoardo De Santis, capitano della Stars Roma, affronta la vita con rabbia e una buona dose di arroganza. Finché un infortunio fa crollare le sue certezze e lo intrappola in una spirale di dolore e sfiducia nel futuro.

Nel momento peggiore della sua vita, l’unica persona a tendergli una mano è Sophie Molinari, la figlia del presidente della squadra.

Una complicazione.

Un dannato déjà-vu.

Sophie incarna tutto ciò che il passato gli ha insegnato a detestare in una donna. Troppo ricca, troppo viziata, troppo perfetta per essere vera. Per essere sua.

Il Lupo della A2 è disposto a rovinarsi la carriera pur di non accettare l’aiuto dell’algida principessa, ma lei si dimostrerà un osso duro, anche quando il prezzo da pagare sarà altissimo.

A Edoardo resterà un solo modo per scoraggiarla: annientarla.

Sophie riuscirà a riportarlo in campo? O sarà Edoardo a condurla all’inferno?

Un time-out lungo un incubo.

Un salvataggio sulla sirena.

Una sfida senza esclusioni di colpi tra odio e amore.

RECENSIONE


Ho sempre pensato che le attività sportive di ogni tipo avessero una grande potenzialità formativa, quasi a simboleggiare con i suoi principi e i suoi valori una sorta di palestra di vita e questo romanzo me lo ha ricordato.
Se praticate o avete praticato uno sport di squadra leggendo questo libro in cui si parla nello specifico di pallacanestro, ritroverete le sensazioni e le atmosfere della palestra, sentirete il fruscio delle scarpe da ginnastica sul parquet, i rumori festanti dei tifosi, come se le gocce di sudore scendessero sulla vostra schiena nella tensione che sale nell’osservare il pallone vorticare nel canestro.
In questa storia la passione ed il talento per il basket subiscono però una brusca interruzione, letteralmente un “Broken game”, un concetto che volendo applicare non solo all’ambito sportivo può rappresentare anche quei momenti della vita in cui ci sentiamo interrotti, spezzati.
Angela D’Angelo è riuscita ad evocare questa sensazione di rottura, di impotenza e insofferenza fondendo in un unico corpo la sfera sportiva e quella privata, dando vita ad uno sport romance molto originale, realistico e graffiante che mi ha conquistata senza il minimo sforzo sin dall’inizio.
Edoardo De Santis è un giocatore di pallacanestro professionista, un personaggio tostissimo, un ragazzo senza dubbio affascinante come possono esserlo i cosiddetti bad boys, ma con un caratteraccio, una personalità con cui è davvero difficile avere a che fare: scostante, arrogante, superbo, insolente fino a rasentare la maleducazione, testardo e orgoglioso.
Caratteristiche queste che per arrivare in alto nello sport sicuramente si rivelano utili ma che per certo non rendono facili le sue relazioni interpersonali.


Lui, solitario per natura, aveva scoperto che la desolazione che si era imposto era una prigione dell’anima, una gabbia di risentimento e odio, un odio lacerante per tutto ciò che era vita e bellezza.



Questo personaggio è già comparso nel precedente libro della serie, “Enemy game”, nel quale era stato protagonista di complicate vicende personali, che sommandosi al mancato avanzamento di categoria nel campionato e alla sua ruvida personalità lo trascinano inesorabilmente in un vortice di autocommiserazione ed eccessi, caratterizzati da serate costellate da alcool, sesso e feste.
Questo stile di vita non propriamente salutare, tanto meno per uno sportivo di professione, contribuisce proprio ad inizio campionato a provocargli un grave infortunio in campo che rischia di compromettere la sua intera carriera.
È a questo punto che il nostro cattivo ragazzo si ritrova completamente alla deriva, perché rischia di perdere tutto quello per cui ha duramente lavorato in anni di sacrifici, visto che la cosa più ovvia per la società sarebbe sbarazzarsi di lui.
Inaspettatamente però c’è una persona disposta a tendergli una mano, l’unica a voler tentare di aiutarlo e cioè Sophie Molinari la figlia del presidente della società.
Accettare l’aiuto da colei che lui considera una viziata “figlia di papà”, nullafacente che gode dei privilegi della posizione paterna è per Edoardo pressoché impossibile, quasi umiliante.
Mai giudicare dalle apparenze: Sophie una bellezza sofisticata, che a prima vista può sembrare gelida e inarrivabile in realtà non solo si rivelerà essere professionalmente valida e capace, ma soprattutto una ragazza dall’animo gentile che desidera sinceramente e senza secondi fini aiutare Edoardo a tornare in campo.
Il viaggio in Canada per iniziare il percorso di riabilitazione sarà una vera e propria partita tra i due protagonisti in un campo di gioco che è quello dei sentimenti e delle emozioni, una partita che potrebbe restituire all’orgoglioso ragazzo molto di più della sola possibilità di tornare a giocare.
Edoardo darà il peggio di sé in questo uno contro uno, in una costante posizione di attacco in cui colpisce la ragazza che considera un’avversaria con un atteggiamento costantemente sgradevole fatto di provocazioni, giudizi e offese gratuite che più volte mi hanno fatta sussultare.
Sophie saprà tenacemente tenergli testa in questo scontro, giocando in difesa, mantenendo viceversa un atteggiamento sempre gentile, ottimistico e composto davanti ai suoi sgarbi.
Questa partita giocata su sguardi, risposte taglienti, desiderio represso, sboccerà in un amore sensuale e appassionato ma a cui Edoardo non vuole abbandonarsi non ritenendosi all’altezza.

Sophie è un personaggio nel quale forza e fragilità sono bilanciate perfettamente, tanto da non lasciarla mai scivolare nel vittimismo.
Questa ragazza bella e benestante, ma che non approfitta della propria posizione, anzi si impegna al massimo nel lavoro per esserne all’altezza, alterna momenti di compostezza ad altri di difficoltà, sentendo sulle spalle il peso delle responsabilità che derivano dal suo ruolo. Sembra farsi calpestare e sminuire in continuazione nel suo difficile rapporto con Edoardo, il quale credetemi le farà subire una serie di prevaricazioni verbali e non che metterebbero alla prova la pazienza di chiunque, osteggiandola in modo deciso già dal loro primo incontro.
In verità l’ atteggiamento pacato e paziente di lei saranno un’arma efficace contro Edoardo che si troverà destabilizzato dal buon cuore della ragazza.


Sempre pronta ad aiutarlo, la sua principessa, anche quando era lei ad aver bisogno di affetto, di cure, di un po’ di conforto. Sempre disposta a perdonarlo, perchè lei era buona, così priva di cattiveria e doppiezza da spaventarlo a morte.

Ci volevano palmi delicati per sostenere un cuore tanto puro, e quelli di Edoardo erano ruvidi di rabbia e risentimento, di sfiducia e amarezza. Non andava bene per lei, non era l’uomo giusto.

Se lo fosse stato, avrebbe accolto l’arrivo di Sophie nella sua vita come un miracolo e avrebbe messo lei al primo posto, invece la percepiva come un ostacolo.



L’autrice dà una bella testimonianza seppur letteraria di come la gentilezza vince sulla prepotenza perché la forza non si esprime con la prevaricazione ma al contrario con la capacità di rispondere ad essa con la bontà d’animo.

Sophie non subisce passivamente ma semplicemente è capace di vedere oltre a questo atteggiamento provocatorio e insolente : Edoardo ha perso fiducia nelle persone e nel futuro e la rabbia che le rovescia addosso altro non è che una facciata con cui mascherare la sofferenza, il senso di inadeguatezza e di sconfitta che lo affliggono.


Sophie cercò i suoi occhi e lo fissò a lungo, gli scandagliò l’anima finchè non si sentì nudo. << Non pensi che l’amore sia sufficiente a perdonare le debolezze di chi ci sta a cuore ?>>


Questa capacità empatica di vedere oltre alla facciata con cui Edoardo si rapporta al mondo dà a Sophie non solo la straordinaria capacità di assolverlo dai suoi sbagli ma anche di pagarne il prezzo a proprio discapito.



Lui non aveva niente, eppure lei dimostrava di essere migliore di lui su tutti i fronti. Sophie Molinari era ricca dentro, signora nell’animo, magnificamente donna. Poteva anche averle spezzato il cuore, ma la sua dignità era integra, solida, inviolata.



Il romanzo scorre in maniera fluida e l’introspezione psicologica dei personaggi è non solo ben delineata ma anche molto coinvolgente, così come il parallelismo tra lo sport e l’approccio alla vita è a dir poco perfetto.
Sì perché è ormai chiaro che la partita che Sophie aiuta a vincere ad Edoardo non è solo quella sul campo di basket ma soprattutto quella con se stesso, in un doloroso ma illuminante percorso di rinascita interiore e di presa di consapevolezza, che lo aiuteranno a capire che i valori dello sport non si discostano poi molto da quelli della vita.

Così come nel basket quello che conta sono il gioco di squadra, il sacrificio, il sudore, e l’affiatamento con i propri compagni, così nella partita della vita bisogna avere la forza di guardare avanti con un approccio fiducioso al futuro dando il giusto valore agli affetti, lasciandosi sostenere e aiutare da essi a superare le delusioni e le difficoltà, in parole povere lasciandosi amare.
Questo libro mi ha piacevolmente intrattenuta riuscendo a far rimbalzare fuori dalle pagine riflessioni importanti sulla famiglia, sui pregiudizi e sul peso delle responsabilità, con la semplicità e la leggerezza di un palleggio, facendomi assaporare la soddisfazione che deriva dal raggiungimento dei propri obiettivi, sportivi e non solo, e una carrellata di emozioni di indescrivibile bellezza nella loro universalità.
Non sempre si riesce a fare centro, ma con questo romanzo dalla scrittura genuina e schietta ma comunque ricercata la nostra autrice ha fatto un ottimo canestro!

Link per l’acquisto di Broken game-Ogni maledetta volta qui