Intervista a Vera Demes

Intervista a Vera Demes

Intensa, poetica e capace di storie di rara profondità. Un’autrice di cui non vogliamo svelare troppo per lasciare a lei la parola per descriversi e raccontare aspetti e curiosità inediti, di cui qualche anticipazione su progetti futuri. Oggi abbiamo il piacere di presentare Vera Demes!

Conosciamola meglio…

Se dovessi parlare di te come ti definiresti, scegliendo tre aggettivi?

Sognatrice, ottimista, pacifica

Quando hai iniziato a scrivere? Hai dei ricordi precisi?

Ho iniziato nel momento stesso in cui ho imparato a tenere in mano una matita. Ho sempre scritto poesie, racconti brevi, novelle e nella pre-adolescenza anche romanzi lunghi. Mi ricordo intenta a digitare con forza sulla vecchia macchina da scrivere Olivetti di mia madre per lunghi pomeriggi e conservo ancora gli scritti di allora in una grossa cartella gialla

La narrazione dei tuoi romanzi è sempre in terza persona, come mai questa scelta?

Mi trovo bene così. Credo che sia per la formazione classica che ho ricevuto ma soprattutto perché mi piace raccontare come se assistessi a un film e fossi l’osservatore silenzioso della vita degli altri. Vi è mai capitato di dire: come mi piacerebbe essere una mosca per poter vedere quello che succede? Beh, scrivendo faccio proprio questo. Spio la vita dei miei personaggi, li guardo vivere sulla carta, ne racconto emozioni, gioie e dolori ma sempre occhieggiando da uno spioncino, senza farmi notare.

Come nascono le tue storie? Sono tutte frutto della tua fantasia o narrano anche di persone che hai conosciuto davvero?

Nascono da idee improvvise che poi diventano intense. Di solito si materializzano la mattina, in quel momento di mezzo in cui non si dorme ma non si è neppure svegli. Una mia amica psicologa mi ha detto che si tratta di un limbo emozionale in cui emergono i nostri pensieri più puri. Io trovo le idee in quel limbo. Se dovessi farti un esempio è esattamente quello che succede alla protagonista della Serie TV La regina degli scacchi che mentre è sdraiata a letto vede le mosse e gioca le partite su una scacchiera immaginaria proiettata sul soffitto dalla sua fantasia. A me succede qualcosa di simile. Talvolta raccolgo esperienze che ho vissuto e tratti caratteriali di persone che ho conosciuto ma non è qualcosa che avviene sempre.

Hai visitato di persona tutti i luoghi dove hai ambientato le tue storie?

Sì, tutti. Mi viene più facile raccontare di posti che ho visto e di cui ho assaporato le luci, i colori, le atmosfere. Però non sono una di quelle persone che pensa che non si possa raccontare di luoghi che non si sono mai visti. Ci sono grandi scrittori che ci hanno regalato ambientazioni incredibilmente realistiche senza esserci mai stati, come per esempio Jules Verne. Quindi non lo ritengo un obbligo.

Ti capita di rileggere i romanzi che hai scritto e, dopo tanto tempo, ti piacciono ancora così o li cambieresti?

Sì, mi capita spesso ma non cambierei niente perché ogni romanzo ha una storia a sé ed è stato il frutto di un momento particolare. I miei romanzi non sono un prodotto asettico da pubblicare e basta. Ogni romanzo rappresenta una parte di me e della vita che stavo vivendo in quell’istante.

Hai delle autrici italiane o straniere che ammiri particolarmente?

Tra le italiane, oltre alle mie amiche di penna Elle Eloise e Paola Garbarino mi piace molto Estelle Hunt, Amalia Frontali e Amabile Giusti, amo molto Dacia Maraini e Natalia Ginzburg. Tra le straniere mi piacciono Anne Tyler, Margaret Atwood, Catherine Dunne e le autrici classiche come le intramontabili Sorelle Bronte, Jane Austen, Margherite Yourcenar fra le tante.

Al centro del tuo ultimo romanzo il forte messaggio del sogno come strumento di speranza, per arrivare alla felicità, alla libertà in tutte le sue sfumature. Questo difficile momento storico che stiamo vivendo ti ha ispirata?

Sì, assolutamente. Ho scritto una storia di sogni, di paesaggi incantati, di bene che vince sul male perché dopo più di un anno di pandemia, di restrizioni e di sconforto avevo bisogno di lanciare un messaggio di speranza, un SOS a tutte le anime stanche, confuse e pessimiste affinché tenessero duro. Prima o poi avremo tutti la nostra Sunset Swallow, la valle dorata in cui essere felici.

Scrivi contemporary romance e storici, ti piacerebbe sperimentare altri generi, se si, quali?

Il thriller. Ho già un’idea (nata nel famoso limbo tra sonno e veglia) e magari mi ci dedicherò nei prossimi mesi.

C’è uno dei tuoi personaggi in particolare a cui sei più affezionata o a cui ti senti più affine?

Amo Giulia di Un cielo pieno di Stelle, Giuditta di Cinnamon girl, Lara di Tornare, Anais di Last day, Euridice di Andante con moto e la stessa Lea di Dreamers. In tutti questi personaggi c’è un pezzetto di me.

Durante la scrittura qual è il momento che preferisci e quello invece che proprio non ti piace o ti mette in difficoltà?

Amo quando sono già dentro alla storia, negli ultimi capitoli, in cui la trama si sgrana verso l’epilogo e mi piace molto scrivere l’epilogo stesso. Non amo l’inizio della fase di scrittura (sono una che può creare venti o trenta versioni diverse del romanzo prima di trovare la quadra giusta) e, come molte altre autrici, non amo molto la fase di editing.

Potresti rivelarci qualche anticipazione sul tuo prossimo progetto?

Sono ancora in fase di elaborazione ma sarà una storia in cui i personaggi cercano di raccontare la verità mettendo a repentaglio la loro stessa incolumità e in cui imparano ad amare scoprendo che in un istante vissuto insieme c’è l’infinito della vita. Lo so che non ho detto molto… posso solo aggiungere che entrambi i protagonisti fanno della verità il loro mestiere.

Grazie per questa breve chiacchierata e ancora complimenti per il vostro blog e i vostri fantastici consigli di lettura!