HAI CAMBIATO LA MIA VITA di Amy Harmon

HAI CAMBIATO LA MIA VITA di Amy Harmon

Titolo: Hai cambiato la mia vita
Autore: Amy Harmon
Serie: Autoconclusivo
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: chiuso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 26 Gennaio 2017
Editore: Newton Compton Editori

TRAMA


Lo trovarono nel cesto della biancheria di una lavanderia a gettoni: aveva solo un paio di ore di vita. Lo chiamarono Moses. Quando dettero la notizia al telegiornale dissero che era il figlio di una tossicodipendente e che avrebbe avuto problemi di salute. Ho sempre immaginato quel “figlio del crack” con una gigantesca crepa che gli correva lungo il corpicino, come se si fosse rotto mentre nasceva. Sapevo che il crack si riferiva a ben altro, ma quell’immagine si cristallizzò nella mia mente. Forse fu questo ad attrarmi fin dall’inizio. È successo tutto prima che io nascessi, e quando incontrai Moses e mia madre mi raccontò la sua storia, era diventata una notizia vecchia e nessuno voleva avere a che fare con lui. La gente ama i bambini, anche i bambini malati. Anche i figli del crack. Ma i bambini poi crescono e diventano ragazzini e poi adolescenti. Nessuno vuole intorno a sé un adolescente incasinato. E Moses era molto incasinato. Ma era anche affascinante, e molto, molto bello. Stare con lui avrebbe cambiato la mia vita in un modo che non potevo immaginare. Forse sarei dovuta rimanere a distanza di sicurezza. Ma non ci sono riuscita. Così è cominciata una storia fatta di dolore e belle promesse, angoscia e guarigione, vita e morte. La nostra storia, una vera storia d’amore. 

RECENSIONE


Siamo abituate a leggere Amy Harmon con un occhio di riguardo, consapevoli che oltre ad appassionarci alla storia d’amore tra i due protagonisti, ci ritroviamo a riflettere su varie tematiche, che toccano la diversità, le disuguaglianze e le ingiustizie sociali, le minoranze, la religione, la terra, il destino. I suoi romanzi dipingono i panorami sconfinati dell’America rurale, affondano le radici nella grande letteratura statunitense.

A mio avviso, l’opera che meglio la rappresenta è anche il suo lavoro più peculiare, dal profetico titolo The Law of Moses (in italiano Hai cambiato la mia vita, edito da Newton Compton). Si tratta di un romance non puro, una storia d’amore tormentata e sofferta che divaga verso altre direzioni, dal paranormal al thriller. Ma partendo sempre dal suo amore per la “terra” e per le sue “radici”.

Quelle che disegna la Harmon sono radici che, come catene, possono afferrare e imprigionare i protagonisti alla piccola zolla di terra a cui sono destinati. La partenza dal posto d’origine può provocare ai suoi giovani personaggi nefaste conseguenze: penso all’immagine ricorrente del treno in cui Eva si trova pressata insieme agli altri ebrei (e da cui riuscirà a saltare giù) in Il segreto di Eva, dapprima solo un sogno ricorrente poi una drammatica verità. Penso alla partenza per il fronte di Ambrose in Sei il mio sole anche di notte, una decisione che si rivelerà coraggiosa ma allo stesso tempo incosciente e che porterà alla morte dei suoi amici. Penso a Moses e alla sua fuga da Levan (Utah) il paese originario della Harmon: non riesco a fare a meno di pensare che se non avesse lasciato la città il destino di Georgia e del piccolo Eli sarebbe stato molto diverso.

A Amy Harmon piace giocare con il destino e lo fa con la consapevolezza e l’esperienza di una grande romanziera. A mio avviso è davvero riduttivo relegare le sue storie nella fruttuosa nicchia dei romanzi rosa: d’altronde si sa, su Amazon le categorie e le sottocategorie e le sottocategorie delle sottocategorie funzionano. Io non sono una grande amante delle etichette, da autrice anche a me stanno parecchio strette a volte, ma il popolo di internet spesso è poco curioso rispetto a tutto ciò che è ignoto e vuole essere certo di ciò che andrà a leggere: se prometti alle persone un contemporary romance o un angst o uno Young adult o un paranormal romance o un fantasy, loro si aspettano e vogliono leggere esattamente questo. Amy Harmon smentisce ogni volta cliché e stereotipi del genere, allargando la sua sfera d’azione fino a sfociare nella “narrativa”, quello strano genere che non è un genere, così difficile da collocare e quindi da vendere sul web.

Fingiamo quindi che The Law of Moses sia un romanzo rosa, ma lasciate che ve ne parli come un grande romanzo di narrativa, senza nulla togliere al rosa di cui, nel mio piccolo, sono una tenace sostenitrice.

Per parlare dei suoi temi più cari, in Hai cambiato la mia vita (titolo furbetto con il chiaro obiettivo di relegarlo nel sottogenere che funziona) utilizza l’ingrediente di un altro piatto, il sovrannaturale: Moses vede e dipinge i morti, o meglio, ciò che i morti vogliono che dipinga.

Moses, un “figlio del crack” (i bambini nati da madri con problemi di tossicodipendenza), è un orfano gettato via e ritrovato innumerevoli volte, poi finito sul grembo di una nonna che finalmente gli dona l’amore incondizionato che merita, a Levan, un villaggio rurale dello Utah, non troppo distante dalle montagne. Durante la sua turbolenta adolescenza conosce la Georgia, bionda Cowgirl senza paura, l’unica in grado di avvicinarlo. Moses è un ragazzo indubbiamente problematico, solitario, scontroso, diffidente. Persino i cavalli più miti si innervosiscono al suo cospetto, forse perché percepiscono la sua paura. Anche Moses ha paura. Non degli altri, ha paura di se stesso, di ciò che riesce a vedere, di ciò che riesce a fare. Ha paura di fare del male. Per questo fugge da Levan, lasciando dietro di sé una scia di delusione, di rimpianti e, anche se non direttamente per colpa sua, di cadaveri.

Georgia, d’altro canto, è spigliata, temeraria, un vero maschiaccio. Ama i cavalli e i rodei, la sua vita prima di incontrare Moses e innamorarsene perdutamente era tranquilla, quasi idilliaca, stretta nell’abbraccio di due amorevoli genitori che come lei amano la terra e gli animali. Una vita diametralmente opposta a quella di Moses, che vive a pochi metri dalla sua fattoria. Nasce così una storia fatta di amicizia e comprensione reciproca, pur nella fragilità della loro comunicazione, trattenuta dai segreti di lui e dal suo comportamento scostante. Una storia che, pagina dopo pagina, non fa sconti nella sua drammaticità, che affronta la morte con un piglio realistico e toccante, senza mai sfociare nel facile melodramma.

A tingere di giallo questo romanzo travestito di rosa, una scia di cadaveri di giovani ragazze bionde che si avvicina pericolosamente ai confini di Levan, intrecciandosi con la storia di Moses e Georgia. Cadaveri che la terra non saprà celare per sempre.

Sullo sfondo di questi intrecci, la vita di una cittadina provinciale, con i suoi rodei, le fattorie, i cavalli, le faide familiari, le malelingue, le discriminazioni. E la terra, quella terra sconfinata e selvaggia di cui l’America è piena, la terra che infanga, che sotterra, che entra nelle narici. La terra su cui Georgia e Moses fanno l’amore la prima volta, da ragazzini, concependo un figlio. La terra su cui finiscono per azzuffarsi disperati e arrabbiati l’uno con l’altra, alcuni anni dopo. La terra che bagneranno con le loro lacrime nel momento della tragica rivelazione sul destino che Moses ha messo in moto, scegliendo di partire. Perché al di là del destino, c’è anche la scelta, che non è mai facile, che può essere tragica così come provvidenziale.

Le storie della Harmon sono basate su libere decisioni, che a volte si rivelano giuste, altre sbagliate. Sono quelle decisioni a mettere in moto il beffardo e a volte crudele domino di eventi che coinvolge e sconvolge l’esistenza di Moses e Georgia.

È proprio questo che amo nei suoi romanzi, la possibilità di sbagliare e di rimediare a un torto, di fare ammenda, di aggiustare qualcosa che è rotto e che sembra perduto per sempre, nel preciso istante in cui i personaggi riescono a strappare quelle radici che li incatenano a un destino ingiusto che sembra scritto nella pietra, come un comandamento, e a gettarsi in quell’oceano in tempesta che è la vita.

Recensione a cura di Elle Eloise in esclusiva per Reading Marvels


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