
ECHO di Rachel Sandman
Titolo: Echo | |
Autore: Rachel Sandman | |
Serie: Autoconclusivo | |
Genere: Contemporary Romance | |
Narrazione: Prima persona | |
Tipo di finale: chiuso | |
Editing: ottimo | |
Data di pubblicazione: 17 Maggio 2018 | |
Editore: Delrai Edizioni |
TRAMA
Uno sguardo a volte può cambiare la vita. Ne sa qualcosa Tomas Riley in una Boston estiva, quando incrocia gli occhi di una sconosciuta e ne rimane folgorato. Lei, Samantha Bennett, è una ragazza sfuggente, inafferrabile, che guarda il mondo attraverso una solida corazza. Il loro primo incontro avviene un po’ per caso, ma il secondo… è destino. La sorte inizia a giocare le sue carte e Tom cerca in ogni modo di farsi notare, con battute e gaffe che attirano l’attenzione di Sam. Lei non capisce se il ragazzo è solo un presuntuoso o vuole farla arrabbiare. La passione per la musica avvicinerà due personalità diverse, ma uniche, in una storia come tante altre – o forse no –, perché spesso, se si tratta di emozioni, non è facile capire dove inizia il proprio cuore e finisce quello dell’altro.
Il romanzo d’esordio di un’autrice dalla penna travolgente. Due protagonisti fragili, ma forti, vi
racconteranno una tenera storia di passione e di vita, perché, anche quando sembra che non ci sia più speranza, l’esistenza riserva sempre una via d’uscita, chiamata amore.
RECENSIONE
Vi è mai capitato di ascoltare una canzone e pensare che stia parlando proprio di voi?
Sono certa di sì ecco perché questo è un libro che i cultori della musica seri, quelli appassionati, che collezionano vinili, sanno tutto dei loro cantanti preferiti e sanno analizzare ogni testo dei brani a loro cari non possono farsi scappare.
Perché accanto ai due ragazzi protagonisti della vicenda c’è un’altra indiscussa protagonista in questo romanzo che è la musica.
Con questo esordio Rachel Sandman racconta la difficile nascita della storia tra una ragazza segnata da una grave e apparentemente incolmabile perdita, Samantha, il cui animo ferito sarà guarito dall’amore di un ragazzo d’oro, Thomas Ripley.
È saltata in particolare alla mia attenzione la capacità dell’autrice di dare alla vicenda una connotazione originale, proprio grazie all’intreccio della narrazione con la passione per la musica, tradotta nell’espressione artistica di una band in particolare che non svelerò ma che ha fatto storia.
Anche la caratterizzazione del protagonista Tom esce un po’ dai canoni del genere regalandoci un personaggio particolare, un po’ pazzo ma genuino, di una simpatia immediata e che non può non affascinare.
Un ragazzo spontaneo, irriverente, passionale e brillante.
Io mi fido. Non ho capito assolutamente nulla ma non posso fare a meno di fidarmi di quei due occhi artici, di quel sorriso sghembo e di quella testa pazza e incasinata. E questo potrebbe essere la mia fine.
Samantha è invece il suo esatto opposto, una ragazza che vive e si relaziona sempre come avesse il freno tirato, bloccata nel passato che non riesce a lasciarsi alle spalle, fonte di un senso di colpa opprimente che l’autrice ha trasmesso molto intensamente, tanto che leggendo si percepisce molto forte lo stridere di questa frenata.
Il giovane protagonista saprà trovare la via per allentare l’immobilità di Samantha, non senza fatica ma anche con molta passione e inventiva, utilizzando un linguaggio che spesso è veicolo dell’espressione dell’amore, cioè proprio la musica.
Ci voleva un personaggio come lui per scardinare i mattoni del muro che Samantha ha eretto permettendo anche ai lettori di vederla.
Questo non solo per l’originalità del suo carattere ma perché egli stesso ha sperimentato sebbene diversamente il dolore e sarà quindi in grado di guidarla verso un nuovo inizio.
Forse l’ho accusata di riversare il suo passato su di me quando io per primo ho fatto la stessa cosa: l’insicurezza, le paure, l’abbandono. Tutte cose che conosco, che ho provato e che sono incise e marchiate a fuoco sulla mia anima. Tutte cose che mi terrorizzano.
E lo farà usando appunto la musica.
Non saranno le melodie, gli accordi o le ballate la chiave per aprire la porta al futuro, ma l’utilizzo delle parole.
Si sta aprendo, non totalmente, ma… Lo sento. Mi parla attraverso i versi della canzone. Mi sta chiedendo di restarle accanto, di riportarla a casa quando perde il controllo, di… Non so… Di esserci. Fa tutto questo fissandomi negli occhi. Lei, anima tormentata, consumata, confusa, spezzata, mi sta gridando aiuto con una voce che non credevo potesse avere tanti colori e sfumature. È la cosa più travolgente a cui io abbia mai assistito.
Chi non si è mai identificato nei testi di una canzone che sembra parlare di noi, di un momento del nostro vissuto o di emozioni che abbiamo provato o proviamo?
Credo che il potere delle canzoni stia proprio qui, nel fatto che ognuno si può identificare nel messaggio che vogliono esprimere e l’autrice lo enfatizza in maniera egregia in uno dei momenti più significativi del libro dando anche prova di padronanza della materia e di una cultura musicale solida.
La dimensione onirica, quella del sogno, quella del mito, l’arte psichedelica, è tutto un gran groviglio di roba che si mischia senza una ragione apparente che ha sì delle linee guida ma che poi, a mio parere, acquista sfumature diverse per i singoli individui che ascoltano le loro canzoni.
Non potrei essere più d’accordo con questo passaggio, l’arte in generale è una tavolozza di colori che ognuno interpreta con sfumature diverse e la musica non è da meno.
L’ambientazione universitaria è descritta in modo vivido e ha il sapore nostalgico della gioventù, i personaggi secondari sono ben delineati e su tutti sicuramente spicca Laure un’amica che tutte vorremmo e che saprà essere una leva delicata ma decisa nell’aiutare Samantha a spostarsi da questa immobilità interiore che si è autoinflitta.
L’ autrice sa tradurre in modo viscerale le sensazioni e le emozioni dei suoi personaggi, con qualche punta di ironia che non offusca mai il messaggio di rinascita insito nel romanzo.
Un messaggio che in questo caso è stato veicolato dall’amore per la musica ma che potrebbe tranquillamente assumere le sembianze di qualsiasi altra cosa sia per noi una spinta ad andare avanti, una benzina che alimenta il motore della passione, della vita, un motore che deve funzionare sempre, perché se le soste sono consentite, le fermate invece non lo sono.
Non so cosa sia quello che ti ronza in testa, però il passato è qualcosa che non puoi cambiare, Echo. Non puoi lasciarlo andare mai perché fa parte di te ma puoi scegliere di considerarlo come una tappa del viaggio e continuare a vivere o decidere che sia la meta raggiunta e rassegnarti.
Consigliato a coloro che hanno voglia di riassaporare le emozioni della giovinezza o che si trovano a viverle, con le sue tempeste emozionali e i ricordi legati a musica d’altri tempi ma che, parlando direttamente al cuore di ogni generazione, resterà sempre attuale.
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