
ACCORDI di Amalia Frontali e Rebecca Quasi
Titolo: Accordi | |
Autore: Amalia Frontali e Rebecca Quasi | |
Serie: Spin Off di Centro, Autoconclusivo | |
Genere: Historical Romance | |
Narrazione: Terza persona | |
Tipo di finale: Chiuso | |
Editing: Ottimo | |
Data di pubblicazione: 4 Marzo 2021 | |
Editore: Self Publishing |
TRAMA
Vienna, 1904 – Dorothea di Saxe-Coburg e Gotha-Kohary ha appreso da adolescente a riservare al pianoforte tutte le passioni del suo cuore. Alla veneranda età di ventitré anni, nonostante il lignaggio reale e la dote principesca, si trova a dover ridimensionare le proprie aspettative matrimoniali.
Gunther di Schleswig-Holstein è un figlio cadetto con un titolo senza valore, che vanta un singolare talento per il violino e uno spiccato fiuto per gli affari. Alla soglia dei quarant’anni, ciò che gli manca è una moglie di ottima razza, con un patrimonio considerevole.
Determinati ad affrontare il matrimonio con il proverbiale distacco che li accomuna, scopriranno che la musica è un linguaggio che non ammette simulazioni, perché anche gli accordi studiati nei minimi dettagli riservano talvolta bizzarri e impetuosi imprevisti.
RECENSIONE
Ho cercato il modo più appropriato per parlare di quest’opera e il primo che mi sia immediatamente venuto in mente è stato partire dal titolo, “Accordi”, e precisamente dal suo ricco repertorio di significati.
Concordia, armonia di sentimenti, affinità, incontro di volontà nel lessico comune; sinonimo di concordanza in grammatica,; giustapposizione dei tre suoni e il nome di uno strumento noto come “lira da gamba” in musica; riferito ai colori ne indica un armonico accostamento; in architettura riferisce ad una proporzionata distribuzione; in radiotecnica è sinonimo di sintonia e, infine, la fase di due moti armonici in fisica.
Un universo di significati che riempie lo spazio tra le pagine di un libro di infinita piacevolezza, tra i più belli letti fino ad oggi. Una lettura grazie alla quale ho potuto assistere ad un magnifico concerto in cui chiudendo gli occhi ho percepito l’armonia perfetta di tonalità suonate ad arte.
Raffinata ironia, mirabili picchi di introspezione, dialoghi sublimi e personaggi carismatici rubati alla storia mi hanno trasportato altrove, come solo la musica può fare.
E poter farlo oggi, in questo momento storico così difficile, è un miracolo che avviene solo attraverso libri indimenticabili.
“Accordi” è la celebrazione di quanto “un duo” possa essere espressione di armonia, affinità elettive, compensazione, amore e intesa.
Il duo come concetto di completezza per antonomasia, che si ritrova perenne in tutta la narrazione come la nota perfetta che chiude un brano, esaltandone la melodia, l’applauso finale dopo il concerto.
Dorothea e Gunther sono i protagonisti di questa storia: lui acuto, intelligente e dai baffi curati e perfetti; lei tenace, determinata, bellissima, con occhi di un blu dai poteri ipnotici.
Entrambi amanti appassionati di musica ed in cerca di un matrimonio conveniente.
Un duo per eccellenza che pervade questa storia con la grazia di una suonata da camera a due elementi, un pianoforte ed un violino, che appagano i sensi, intrattenendo ospiti trepidanti e lettori estasiati.
«Perché è così che funziona un duo: si continua a suonare. Anche se il pubblico fischia o se si rompono le corde dell’archetto. Ci si copre, ci si aiuta, ci si aspetta e si va avanti, fino all’ultimo accordo.»
Un connubio studiato, frutto di una scelta pragmatica e calcolata, ma destinato ad evolvere ad una dimensione superiore, in cui sentimenti e stati d’animo trovano la loro espressione mediante il potere della musica, protagonista indiscussa del libro:
«Daccapo.» Gunther riportò lo spartito all’inizio e lei ricominciò, con più sicurezza, più agilità e più abbandono: la Principessa stava avendo la meglio su Debussy. La pratica e la tenacia cominciavano a sciogliere i nodi e a curvare l’armonia. Era un piacere ascoltarla e impetuoso guardarla. Forse si trattava di una suggestione, ma pareva che una sopita ribellione fluisse da quelle dita affusolate tramutandosi in melodia.
Due protagonisti che incidono ogni pagina come uno spartito d’autore, tracciando il ritmo di una storia intensa e coinvolgente, in cui le atmosfere della Belle Epoqué aleggiano affascinanti tra salotti e scollature, tra tappezzerie e cappellini. A fare da contraltare a queste suggestive ambientazioni d’epoca, le rigide regole sociali dei ceti sociali più elevati che decidevano destini, secondo il genere, l’età e la discendenza familiare di appartenenza.
«Che la reputazione è l’abito che ti fabbrica la gente e l’onore il corpo che c’è sotto.» «Vale a dire? Il vecchio adagio dell’apparenza e la sostanza?» «Vale a dire che ti preferisco nuda.»
Al duo di Dora e Gunther si affianca quello dei fratelli Schleswig-Holstein, legati da un profondo rispetto reciproco e accomunati da un’affinità congenita. Le loro discussioni sono spassose, ma anche intrise di saggezza rivelatrice di verità nascoste:
«L’intesa va oltre. È volatile, Gunther, indefinibile, sfuggente e imprevedibile. Ma preziosa. Fossi in te la includerei nella lista.»
Due fratelli, come lo sono Dorothea e Leopold di Saxe-Coburg e Gotha-Kohary, uniti da dinamiche ben diverse, perchè cresciuti sviluppando un legame viscerale reciproco, basato su una protezione quasi irrazionale, originata per sopravvivere ad una famiglia contorta.
Dora non doveva vedere nulla. In questa casa, ormai, in questa famiglia, è rimasta un’unica innocenza.
Lo stile di narrazione, elegante e intimamente evocativo, fluisce impeccabile, con l’uso sapiente di passaggi epistolari che si intrecciano al racconto, svelando ricordi e rivelando sentimenti inconfessabili.
“Accordi” è una storia celebrata dalla musica con Monzart, Back, Beethoven e Debussy, e che in essa trova sublime manifestazione, raccontando magistralmente di come l’amore, nelle sue molteplici forme, si riveli senza chiedere permesso alcuno, scavando gli animi, implorando perdono, imponendo scelte, cambiando vite e stravolgendo destini che si pensavano persi.
E’ il primo libro che leggo di questa coppia di autrici. Ammetto di essere una lettrice appassionata di Rebecca Quasi e da tempo mi ero promessa di conoscere la scrittura di Amalia Frontali, leggendo “Centro”. Non è facile suonare in duo, a volte le singole parti possono rischiare di prevalere l’una sull’altra, invece in questo libro l’armonia è perfetta.
La scoperta meravigliosa di un duo magnifico, legato evidentemente da un sintonia profonda che ha creato un’opera bellissima, ispirata a dei personaggi storici realmente vissuti, offrendo ancora più enfasi alla lettura, non senza muovere e commuovere il cuore.
«La perfezione non ammette evoluzione, crescita, miglioramento: dovrebbe essere un obiettivo, una tensione morale, non un punto di partenza.»
Mi spiace ma su questo non c’è accordo, mie care “scribacchine”, per me è un’opera perfetta, un concerto indimenticabile.