OVUNQUE PER SEMPRE di Vera Demes

OVUNQUE PER SEMPRE di Vera Demes

Titolo: Ovunque per sempre
Autore: Vera Demes
Serie: autoconclusivo
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 13 Aprile 2022
Editore: Sel Publishing

TRAMA


Vanessa Floris è in piedi sull’orlo di un abisso.

Studentessa dei Parioli, una quotidianità spesa tra amici che non sono amici, vacuità, apparenza, sballo facile e un perenne senso di inadeguatezza, ha deciso di farla finita. Non c’è niente che la tenga agganciata alla vita, nessun sogno, nessun desiderio e tantomeno il rispetto per sé stessa. E così, una notte, decide di farlo.

Lanciarsi nel Tevere e annullare per sempre la paura.

Un gesto semplice.

Se non fosse per quel ragazzo. Capelli nerissimi, aria decisa e uno sguardo acceso che sembra capirla. Una luce tersa nel pozzo oscuro in cui sta precipitando.

Leon Alberti vive in periferia, lavora duramente e immagina di fuggire lontano, in bilico tra i sogni e la realtà. Lotta da sempre per ciò in cui crede e lo fa attraverso le immagini oniriche che scaturiscono dalle sue dita. Colori, forme, un grido di speranza che a poco a poco contagia anche Vanessa.

Lui è ribelle, solitario, carismatico e l’attrae come un magnete.

Condividere pensieri diventa facile e d’un tratto c’è qualcosa in cui credere e per cui lottare.

Una fuga tenace tra le strade d’Europa fino a Parigi, verso una libertà che sa costruire ideali.

Leon e Vanessa sono forza e istinto, un amore che divampa, che li nutre e li trasforma.

Ma poi qualcosa di terribile irrompe nel loro universo.

E, quando tutto sembra perduto, nel buio risuona una promessa, quella che Leon ha fatto a Vanessa il giorno del suo ventiduesimo compleanno. Ovunque tu sarai io ci sarò.

L’unica certezza. Il ricordo di un sentimento perfetto.

Perché un sogno condiviso può cambiare il mondo.

Ovunque e per sempre.

RECENSIONE


Due volti che si sfiorano con le labbra avvolti da farfalle che incorniciano quello che sembra l’istante di una connessione perfetta, come fosse un momento rubato di rara intimità da ricordare per sempre. Una visione che rappresenta la suggestiva copertina di “Ovunque per sempre”, ultimo romanzo di Vera Demes, autrice capace di entrare nelle profondità dei cuori dei suoi lettori, avvolgendoli per farli vibrare come le ali di una farfalla in volo.

Animale meraviglioso, simbolo di leggiadria e libertà in realtà la farfalla ha un valore molto profondo e significativo grazie alla metamorfosi che racchiude in se la transitorietà della forma che lo conduce dalla condizione di bruco a quella di larva e infine di farfalla. Un processo che noi esseri umani ammiriamo da sempre per il significato intrinseco di trasformazione interiore, che mostra come si possa scavare dentro di noi per avviare un processo di ricostruzione, evoluzione. Un percorso di cambiamento che è indiscutibilmente connesso alla morte e alla rinascita, citando Herman Hesse:

 “ La farfalla non vive per cibarsi e invecchiare, vive solamente per amare e concepire. E’ un simbolo dell’anima. “ 

Un caleidoscopio di significati che portano all’essenza di questa storia.


Si fissò senza riconoscersi. Detestava ciò che stava vedendo. Gli occhi troppo grandi, il naso troppo lungo, la bocca troppo larga. E poi quel corpo imperfetto, la pancia, le cosce, i fianchi.

Era in trappola ma non poteva muoversi.


Fragile, insicura, intrappolata in una vita castrante, compressa da una famiglia inadeguata, così conosciamo la protagonista femminile di questo romanzo, Vanessa, racchiusa in se stessa come un bozzolo di farfalla, da cui prende lo stesso nome e la medesima indiscutibile bellezza. Una meraviglia della natura dalle ali screziate di marrone, arancione e bianco impreziosite da macchie color indaco che può ingannare da fuori per la sua perfezione  , come lei dalla vita privilegiata e invidiabile che in verità nasconde vuoti incolmabili e sostenibili per una giovane ragazza di vent’anni.


Si faceva schifo. E lo specchio raccontava questo. Lo specchio era verità. Lo specchio non poteva mentire.


Quanto si può resistere alla sofferenza prima di deporre le armi? Quando arriva il momento di dire basta al dolore? Può finire tutto in un attimo se si decide di non avere più motivi per vivere, come accade a Vanessa in una fredda sera di capodanno. E nel momento in cui Vanessa sta per spiccare il volo per lanciarsi nel buio della notte una voce, un richiamo sopraggiunge improvvisa , e il destino si fa vivo spalancando una porta che si pensava serrata a chiave per sempre.


Leon si avvicinò di un altro passo e poté osservarla da vicino. Una ragazzina magra e tremante, i capelli neri e lisci sul volto ovale, le gambe lunghe come quelle di un trampoliere, un profumo di fiori mescolato a quello di sigaretta e alcol.


Un lupo solitario, un animale notturno abituato a muoversi nell’oscurità per fuggire ad una vita difficile, fatta di sogni infranti, abbandoni troppo dolorosi e troppo precoci da elaborare, un miscuglio di paure e delusioni acuite da una voglia di riscatto irraggiungibile.

Un ragazzo in fuga perenne da se stesso, immobilizzato da paure interiori che svaniscono al calare del giorno, quando la notte diventa la dimensione perfetta per trasformarsi in qualcun altro. È di notte che Leon va alla ricerca di se stesso, connettendosi con la sua parte più intima e divenendo “Sword”, un combattente dalla spada affilata e tagliente, un writer dalle doti creative potentissime Capace di ferire ma anche di incidere la pietra, un resiliente.


Era per questo che continuava a dipingere sui muri. C’era il bisogno di uscire allo scoperto rivelando emozioni ma anche di gridare un dissenso profondo, la ribellione senza confini, la lotta per ciò che era giusto, per la serenità, la pace di un universo accogliente in cui vivere senza minacce.


I graffiti consentono a chi li crea di esprimere delle emozioni e dei pensieri, rendendoli accessibili a tutti ma conservando , se si vuole, il totale anonimato come fa Leon, di notte rischiando di sconfinare il limite del lecito. Un gioco pericoloso ma che per lui è linfa vitale per sentirsi bene, connettersi con se stesso e il mondo, scaricando le sue frustrazioni, comunicando sogni e bisogni.

Vanessa e Leon sono due anime impantanate che seppur provenienti da realtà opposte si riconoscono percependo lo stesso senso di inadeguatezza, sentendosi fragili allo stesso modo, sopraffatti dal terrore di inseguire e meritate di realizzare i propri sogni.

A questo riguardo, particolarmente toccante il legame di Leon col padre, una figura tanto malata nel corpo quanto luminosa nell’anima che pur nella sua visibile precarietà fisica spicca con coraggio  offrendo messaggi di commuovente speranza al figlio:


«Ciò che ti rende uomo è la capacità di sognare. Non devi e non puoi rinunciarci». Ermes lo soppesò con tenerezza. «E cerca di aprirti al futuro, di sorridere di più, di crederci… che la tua vita possa cambiare».


Due ragazzi distanti in tutto ma che si troveranno connessi irrimediabilmente e uniti da un legame che li metterà in viaggio alla ricerca della libertà, quella di ricominciare a vivere. Una rinascita che richiederà una trasformazione progressiva, una metamorfosi catartica.

Vera Demes consegna ai suoi lettori un romanzo di crescita intenso, che alterna momenti di immobile buio con una crescente evoluzione personale dei due protagonisti.

“Ovunque per sempre” è la promessa che Vanessa e Leon si fanno durante uno dei momenti più belli della storia e che richiama quanto nello spazio e nel tempo si possa trovare la forza di uscire dal buio, quanto un amore possa essere salvifico.

Un’opera che non si può non leggere con la speranza che in ognuno di noi si possa scavare per cercare anche nei momenti più difficili il momento e l’opportunità giuste per rinascere trasformandoci.


C’era quella sintonia, la similitudine dei loro universi opposti, la speranza che li conteneva in un bozzolo caldo, il mondo lontano, la voglia di parlarsi con gli occhi.


In questi anni difficili che sembrano non finire mai abbiamo sempre più bisogno di trovare dentro di noi la bellezza di rinascere e liberare le nostre ali verso tutti i sogni che dobbiamo ancora raggiungere.

Grazie Vera di questa storia. Ne avevamo bisogno.