
GOODWILL di Manlio Castagna
Titolo: Goodwill | |
Autore: Manlio Castagna | |
Serie: Autoconclusivo | |
Genere: Horror | |
Narrazione: Terza persona | |
Tipo di finale: Aperto | |
Editing: Ottimo | |
Data di pubblicazione: Gennaio 2022 | |
Editore: Piemme |
TRAMA
In una livida alba di novembre del 1851, dopo un viaggio di sette mesi, i coloni approdano a quella che diverrà Seattle. Speranza, felicità e disperazione si mescolano alla pioggia che li inzuppa fino alle ossa.
È in questa comunità di uomini e donne volenterosi che nasce il piccolo Ambrosius Goodwill. La sua infanzia trascorre serena finché all’età di quattro anni, giocando nel bosco, il bambino sparisce.
Resta lontano da casa per diversi giorni. A nulla serve battere la foresta palmo a palmo, e il Viaggio di Conoscenza intrapreso dal grande sciamano indiano per ritrovare tracce del bambino non dà risposte rassicuranti. Poi, in una giornata di tempesta, Goodwill riappare sulla soglia di casa. Ma non è più il bambino spensierato di prima: sembra non soffrire la fame, il freddo, non sentire il sonno né provare emozioni.
E quando a Seattle cominciano ad accadere tragedie che coinvolgono tutta la comunità, si dice che sia proprio quel bambino a portare la sventura…
RECENSIONE
È difficile trovare le parole per dire quanto io abbia amato Goodwill. Ambrosius detto Brosi è un bambino nato all’interno di una comunità di coloni, un bambino con due genitori che lo amano, Jeanette ed Henry. Dopo una passeggiata nel bosco in compagnia di altri ragazzini, Brosi scompare nel nulla per una settimana. Poi torna ma è…cambiato. Non mangia più nulla, non dorme, fissa il vuoto.
“La donna ha visto. La donna sa che il suo bambino è perduto”.
La mamma di Brosi sa che suo figlio è diverso, dentro di sé sa che il male ha preso possesso del corpo di quello che un tempo era suo figlio. Brosi è l’unico dei suoi amici ad aver fatto ritorno a casa, e con sé ha portato una maledizione. L’autore è superbo nel raccontare le emozioni dei protagonisti: la disperazione di due genitori che non riconoscono più il proprio bambino, il vuoto nell’anima di Brosi, i poteri di uno sciamano che tenta di allontanare la presa del male. Manlio Castagna sa benissimo come terrorizzare il lettore: il male primordiale, cadaveri ricoperti da ramificazioni floreali, mostri che divorano esseri umani e ne prendono le sembianze. Brosi è ormai un guscio vuoto, non ha più nessuna emozione, sembra cambiare solo dopo l’incontro con la figlia di un reverendo, come se il corpo ancora ricordasse un barlume di sensibilità umana.
“Aveva gia visto già molti mortali senza più l’essenza che li teneva in vita. Era stato lui stesso a privarli di ciò che considerava delizioso nutrimento. Ma con lei era diverso. Nel momento stesso in cui le sue dita la sfiorarono, sentì un altro impulso attribuirsi al primo. Alla sgradevolezza si aggiunse un calore montante, simile a un ribollire che metteva in fibrillazione la sua mente”.
Ho amato Goodwill dalla prima all’ultima pagina per l’adrenalina costante, per l’orrore di mostri che si nutrono di esseri umani, per la descrizione del male puro e primordiale che non può nemmeno essere spiegato, né tantomeno combattuto.
“Era stata Mary Lou un tempo, ma il suo aspetto adesso ne era una orripilante controfigura. Le membra cadenti, un occhio pendulo fuori dall’orbita appeso a lembi sanguinolenti. La bocca spalancata rivelava le membrane all’interno della gola, zeppa di denti acuminati”.
L’autore ha uno stile che sa catturare il lettore e che lo avviluppa proprio come i tentacoli del mostro che divora le sue vittime e ne trasforma le membra in ramificazioni floreali. Bravissimo Manlio Castagna, il genere horror in Italia non è così popolare ma questa storia fa davvero venire i brividi.