LA PRIMA VOLTA CHE SONO MORTA di Marta Minotti

LA PRIMA VOLTA CHE SONO MORTA di Marta Minotti

Titolo: La prima volta che sono morta
Autore:  Marta Minotti
Serie: Autoconclusivo
Genere: Thriller
Narrazione: Prima persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: Novembre 2018
Editore: Self publishing

TRAMA


Gennaio 2015.Silvia viene ritrovata in casa da suo marito appesa al lampadario della loro camera da letto, ma non è morta, ha solo perso i sensi e Paolo fa in tempo a chiamare i soccorsi e a salvarle la vita. Quando però Silvia si risveglia dal coma nel reparto di Terapia Intensiva Neurologica, non ha la più pallida idea di come ci sia arrivata e cosa le sia successo. Inoltre l’incidente, come lo chiamerà sempre lei, le ha causato un ictus ischemico che ha ridotto notevolmente la sua capacità di movimento e quella della parola. Ma al contrario di ciò che tutti più o meno si aspettano Silvia, sicura del fatto che mai avrebbe potuto togliersi la vita, non si arrenderà all’ evidenza dei fatti, né alla demolizione che ha subito il suo corpo. Accetterà di buon grado le cure, le sedute di fisioterapia, quelle con il foniatra e dallo psicoterapeuta, pur di riappropriarsi della sua vita e dimostrare a tutti che le cose non sono come possono sembrare e vogliono farle credere. Con l’aiuto di suo padre e della figlia Marianna cercherà in ogni modo di recuperare il pezzo di memoria che le manca e che contiene i ricordi che ha perso, proprio quelli che precedono il suo suicidio. Per farlo dovrà ricostruire gli eventi che le sono accaduti e andare a scavare nel suo passato dove, si renderà conto, affondano le radici del male che l’ha investita e che, pezzo per pezzo, la porterà a una verità che mai avrebbe potuto immaginare.  


RECENSIONE


Molto particolare questo romanzo di Marta Minotti, già a partire dalla copertina con un volto di donna ed una corda sullo sfondo ad indicare appunto il tipo di morte scelta dalla protagonista. Indovinatissima la scelta del titolo, è stato quello infatti a convincermi a leggere la storia. 

La protagonista narra in prima persona la sua vicenda, ed il lettore non può che essere colpito da ciò che le parole di Silvia stessa indicano: mente annebbiata, una stanza gelida d’ospedale, delle luci. Un senso di stupore, di dolore e di confusione avvolgono la protagonista, emozioni che cederanno il posto all’orrore di scoprire di aver tentato il suicidio. La scrittura in prima persona è fondamentale per entrare in contatto con Silvia e per ripercorrere assieme a lei tutto ciò che ha portato a questo gesto insano. Ma può una donna che è madre tentare il suicidio? Può un essere umano decidere di uccidersi solo per un matrimonio infelice? 

Marta Minotti è bravissima a confondere il lettore con tante vicende che si concatenano, con la pagina di diario dove Silvia parla proprio della sua morte che sta per accadere. Ma Silvia non ricorda di averla scritta, lotta per ricordare ciò che è davvero successo e per fare in modo che anche i suoi familiari le credano. 

È un viaggio nel cuore e nella testa di una donna, che anche grazie alla convalescenza può finalmente mettere a fuoco le sue emozioni ed ammettere a sé stessa che il suo matrimonio è in crisi profonda. 


Diventammo due piccoli anziani in una casa piena di giochi “. 


Paolo è il marito di Silvia, è un uomo dedito al lavoro, di poche parole ed irreprensibile, mantiene una formalità ed una lucidità che irritano Silvia e la portano a farsi tante domande e a cercare di capire come sia potuta arrivare a tanto. Ma le cose sono davvero andate così? O qualcuno aveva interesse a toglierla di mezzo? 

Non vi svelo altro per non togliervi il brivido di una storia che mantiene un livello di tensione sempre altissimo. E fate attenzione anche a non dare mai nulla per scontato, perché niente è come sembra. Il titolo del romanzo non parla di morte, ma piuttosto di morte intesa come rinascita e seconda possibilità di vita. 


                  

RAPITA di Nicola Rocca

RAPITA di Nicola Rocca

Titolo: Rapita
Autore:  Nicola Rocca
Serie: Autoconclusivo
Genere: Thriller
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: Febbraio 2023
Editore:EnneErre

TRAMA


La notizia della fuga di Eva Becker dalla REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) riporta la paura nella vita di Roberto Marazzi.
Quando il noto scrittore di romanzi thriller ne viene a conoscenza, si trova a Roma, impegnato nel tour promozionale di Infanticidio, la sua ultima fatica letteraria.
La paura si trasforma in terrore e angoscia, quando Alessia, la sua compagna, lo informa che Eva ha rapito Stella, la loro figlioletta di un anno.
Nei casi di rapimento, gli esperti parlano chiaro: le prime ventiquattro-quarantotto ore sono fondamentali per il ritrovamento, a maggior ragione se la rapitrice ha oltre mezza giornata di vantaggio sulle Forze dell’Ordine che le danno la caccia.
Quando viene denunciato il rapimento, Eva Becker potrebbe essere ovunque. La Polizia non si dà per vinta: una task force, diretta dal commissario Dario Ruggeri, si mobilita in una caccia senza precedenti.
La vicenda, da un lato, si dipana tra colpi di scena, suspense e avvenimenti rocamboleschi; dall’altro mostra le angosce, gli incubi e i turbamenti di Roberto Marazzi, un uomo a cui è stato sottratto il bene più prezioso.In una inesorabile corsa contro il tempo, Rapita vi condurrà all’inseguimento della rapitrice e di Stella: le frustrazioni, le paure e le emozioni dei protagonisti diventeranno una gabbia dalla quale sarà impossibile fuggire.
A questa vicenda si intreccia la storia della vita di Rosita D’Orazio, una bambina che, oltre trent’anni prima, ha subito il dramma del rapimento.
Esiste un legame tra Rosita e la piccola Stella?
Se sì, quale?
La risposta a questa domanda vi farà sprofondare nel mondo buio in cui è caduto Roberto Marazzi in seguito all’ennesimo dramma che lo ha travolto.


RECENSIONE


Nicola Rocca torna con un nuovo avvincente thriller sulle vicende dello scrittore Roberto Marazzi. 

 La sensazione predominante scaturita dalla lettura è l’ angoscia: l’ angoscia di un padre che vive nel dramma di sapere sua figlia rapita, l’ angoscia di un uomo che si sente stalkerizzato, l’angoscia di una famiglia che si sente colpita negli affetti. 

Il lettore, anche grazie alla narrazione in terza persona, è coinvolto in un vortice di emozioni e di paure che attanagliano il protagonista, lo scrittore Roberto Marazzi già protagonista di altre storie autoconclusive. 

Eva Becker è antagonista di Roberto e da lui ossessionata, prigioniera di un mondo dalla realtà distorta. In questo romanzo sono le donne a farla da padroni, sono le donne quelle che portano avanti le redini della storia, nel bene e nel male. 

È interessante scoprire come Nicola Rocca affronti diverse tematiche del mondo femminile nelle varie storie autoconclusive che riguardano Roberto Marazzi, diventato scrittore affermato, sposato con Sonia prima e innamoratosi poi di Alessia, madre della sua bimba. 


La sua esistenza era un mix continuo fra vita reale, incubi e pagine scritte, con la differenza che, questa volta, la realtà era peggiore dei brutti sogni”.  


Il lettore è un silenzioso spettatore che assiste impotente ai vari omicidi e al rapimento di una bimba innocente. Impossibile non leggere questa storia senza sentirsi presi dal panico, quasi come se l’assassina potesse sentire i nostri pensieri. 

Molto interessante la tematica del rapimento, affrontata anche con la tecnica del flashback in cui la protagonista è una bimba rapita nel passato e che subirà indubbiamente traumi che condizioneranno le sue scelte future. 

Rosita è una figura molto interessante che mi ha affascinata da subito, è una bimba che viene rapita per errore e costretta ad affrontare l’ orrore della prigionia ed anche il dramma della violenza. 

All’ inizio è praticamente impossibile capire perché l’ autore parli di eventi accaduti molti anni prima, ma la verità si rivelerà scioccante. 

Per quanto riguarda il rapimento della figlia di Marazzi la domanda che mi ha perseguitata è stata: Perché rapire una bimba senza colpa? Che scopo ha la donna che commette un atto del genere? 

È davvero interessante entrare nella mente malata di un criminale, soprattutto di sesso femminile, poiché questo si ricollega anche a molti elementi di attualità: basti pensare a fatti realmente accaduti, dove donne dalla maternità mancata hanno rapito i bimbi di altre donne. O anche tante storie di donne traumatizzate da tradimenti e matrimoni falliti, intrappolate in una spirale di odio dalle quale non si esce più. 

Perché forse il punto è proprio questo: la mancata elaborazione di eventi drammatici, proprio come accade ad alcuni protagonisti del romanzo: persone che si trovano davanti ad eventi più grandi di loro, che rimangono prigioniere di un limbo ed interpretano in maniera distorta la realtà. 

Nicola Rocca riesce ad incollare il lettore alla storia e a creare una sorta di perenne suspense che non scema mai durante tutto il dipanarsi degli eventi 

È un susseguirsi di fughe, omicidi, sangue, è come avere perennemente il fiatone, consapevoli che presto succederà ancora qualcosa di tragico.  


Ti prego no… Lo pensò solamente, non aveva più la forza di parlare. Poi, vide la lama nelle mani di lei salire verso l’alto. 


                  

LE DIGNITA’ SOLARI di Giacomo Ciabatti

LE DIGNITA’ SOLARI di Giacomo Ciabatti

Titolo: Le dignità solari
Autore:  Giacomo Ciabatti
Serie: Autococnlusivo
Genere: Trattato di astrologia
Narrazione:
Tipo di finale:
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: Ottobre 2022
Editore: Booksprint

TRAMA


In questo testo l’Autore offre ai lettori la possibilità di accedere ai suoi trenta anni di esperienza e conoscenza riguardo all’interpretazione della carta natale, a livello destinico e sincronico, a partire dalla posizione del Sole al momento della nascita, con un trattato completo in tutti i suoi aspetti e articolato in cinque capitoli. Alla stesura del libro hanno collaborato la studentessa e collega Claudia Montanari e la moglie e segretaria Lucia Badii raccogliendo i dettati e rielaborando e rileggendo in compagnia dell’autore ogni paragrafo del testo. Un ringraziamento a Federica Zebelloni che ha guidato Giacomo Ciabatti nel luogo dell’immagine di copertina. L’Autore augura una buona lettura.

RECENSIONE


Sono davvero felice di aver letto il primo libro di Giacomo Ciabatti, astrologo di grande fama e noto per le sue previsioni sul COVID prima che scoppiasse la pandemia. Questo libro, che ha avuto una lunga gestazione e che raccoglie i tanti anni di esperienza dell’ autore, è un interessante trattato sull’importanza del sole, che, come spiega bene l’autore, è a tutti gli effetti un pianeta. 

È il sole a determinare il nostro segno zodiacale, o meglio: al momento della nostra nascita il sole attraversa quel determinato segno e la stesura del nostro tema natale è determinata appunto da questa e da tante altre componenti. 

È interessante scoprire come il sole rappresenti la parte maschile, attiva, la scintilla vitale, l’origine di tutto, il caldo fuoco dell’esistenza. È stato davvero incredibile scoprire come il sole simboleggi la figura paterna, e anche il tipo di partner a cui una donna può essere interessata. 

A livello personale posso testimoniare che l’astrologia mi ha aiutato moltissimo a comprendere la mia personalità, anche quegli aspetti più peculiari, e a trovare risposta a tante domande che attraversavano la mia mente da tanto. 

Una delle parti che ho amato di più del libro è quella che descrive il significato di avere il sole nelle varie case del tema natale: io ad esempio ho il sole in casa ottava, e questo denota interesse per l’esoterismo, per il nero, per il lato dark e misterioso, e spesso può indicare, come è stato nel mio caso, anche la prematura perdita della figura paterna e/o di un partner. 

Una menzione particolare per Chirone, asteroide cometa associato alla figura del centauro Chirone ( nella mitologia nato da uno stupro e abbandonato da piccolo) centauro rifiutato, diventò poi un grande guaritore e sapiente. 

Ed ecco che in ambito astrologico Chirone rappresenta le nostre ferite, i nostri traumi, il nostro non sentirci accettati ma anche il nostro potere di auto guarigione, di elaborare i traumi subiti e di dare un senso alla sofferenza emotiva. 

Un sincero grazie all’autore per aver descritto questo asteroide e la grande importanza di Chirone nel tema natale individuale. 

Questa è una recensione molto particolare per me, in quanto questa volta non mi trovo a parlarvi di narrativa e romance, ma vi parlo di un trattato di astrologia che sono sicura potrà interessare a tanti di voi. 

Qui di seguito il link della mia intervista a Giacomo Ciabatti:  https://youtu.be/_4Mo8s83LYs

Vi lascio con delle piccole chicche sui segni zodiacali delle anime di Reading Marvels, due toro, io e Annalisa e un acquario, la nostra Alessia.

Toro: cocciuto, ostinato, estremamente possessivo, ma anche pacato e concreto. 

Acquario: abilità a esprimersi in gruppo e a stringere amicizie, ma anche tendenza al fanatismo e a volersi distinguere dagli altri solo per il gusto di farlo. 

Ovviamente ricordiamo che solo il  tema natale può descrivere appieno la natura degli essere umani. 

                  

INANNA-MITOLOGIA SUMERA di  Emanuela Angela Imineo

INANNA-MITOLOGIA SUMERA Emanuela Angela Imineo

Titolo: Inanna mitologia sumera
Autore:  Emanuela Angela Imineo
Serie: Autococnlusivo
Genere: Retelling, mitologico, horror
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: Ottobre 2022
Editore: ODE Edizioni

TRAMA


Mi presento all’Inferno per ciò che sono e dovrò essere. Innocente per quello che ero e Dannata per quello che ho fatto. Se proprio questa deve essere la mia punizione, voglio che venga messa da parte la vecchia me e ci sia spazio per la regina che l’Inferno richiede.
Inanna è Dea della natura e della bellezza, regina dei Cieli e della Terra. È sorella di Ereshkigal che, invece, non è più nulla.
Inanna proverà a discendere negli Inferi per salvarla, perché Ereshkigal è diventata Dea oscura, relegata nel Kurnugi, il Paese del non ritorno.
Inanna dovrà lasciare sette cose di sé in ogni livello infernale che attraverserà per raggiungere la regina delle tenebre.
La disperazione senza fine dei dannati graffia via il meglio di chiunque la attraversi.
Cosa resterà di lei? 

RECENSIONE


Emanuela Angela Imineo dimostra ancora una volta il suo talento per le storie crude, quelle storie che ti entrano dentro come un pugno nello stomaco. Inanna è una rivisitazione in chiave horror di un antico poema sumero, “ La discesa di Inanna negli inferi “.

Inanna è una dea amorevole che ha a cuore il destino del genere umano, e non esita un istante a scendere nel Kurnugi, all’ inferno, pur di capire perché così tanti esseri umani muoiono prima che sia giunta la loro ora. Inanna dovrà affrontare sua sorella Ereshkigal, che ormai è diventata la regina delle tenebre.

Questa è una storia di amore e morte, di sacrificio e follia: il legame fra due sorelle che si spezza, la morte ed il dolore che trasformano fino a farti lentamente impazzire. Ma è anche una storia di speranza: quella speranza che ti porta a pensare che qualcosa possa ancora essere recuperato, e che si sia ancora spazio per un futuro diverso.

Tra scenari danteschi e spargimenti di sangue, Inanna compirà grandi sacrifici pur di salvare l’umanità, e anche il rapporto con Ereshkigal.


Tutti si tenevano alla larga da lei, non sospettando che il suo cuore, come una ferita aperta, potesse ancora sanguinare per l’amore perduto”.


Storia consigliatissima a chiunque voglia scoprire il mondo dei miti sumeri. Ho amato questo romanzo per i suoi protagonisti, deboli e forti allo stesso tempo, scomodi e crudeli come Ereshkigal, generosi e altruisti come Inanna.

Un plauso all’autrice che ha avuto il coraggio di parlare anche di coloro che reputiamo i cattivi, ma che forse lo sono solo diventati perché qualcuno ha deciso per loro. Bellissima anche la copertina con un essere angelico, fragile e imponente al tempo stesso.

                  

THE SPARE-IL MINORE di Prince Harry

THE SPARE-IL MINORE di Prince Henry

Titolo: The Spare-Il minore
Autore: Prince Harry
Serie: Autoconclusivo
Genere: Autobiografia
Narrazione: Prima persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: Gennaio 2023
Editore: Mondadori

TRAMA


È stata una delle più strazianti immagini del Ventesimo secolo: due ragazzini, due principi, che seguono il feretro della madre sotto gli occhi addolorati e inorriditi del mondo intero. Mentre si celebrava il funerale di Diana, principessa del Galles, miliardi di persone si chiedevano quali pensieri affollassero la mente dei principi, quali emozioni passassero per i loro cuori, e come si sarebbero dipanate le loro vite da quel momento in poi. Finalmente Harry racconta la sua storia. Con la sua cruda e implacabile onestà, “Spare. Il minore” è una pubblicazione epocale. Le sue pagine, dense di analisi e rivelazioni, sono frutto di un profondo esame di sé e della consapevolezza – conquistata a caro prezzo – che l’amore vince sempre sul lutto.  

RECENSIONE


The spare, il minore. O anche la riserva. An heir and a Spare, un erede e la sua riserva.

È così che si è sentito per tutta la vita un ragazzo dai capelli rossi, una riserva. Qualcuno che è nato solo per fare da eventuale rimpiazzo al primogenito. Non aspettatevi rivelazioni sconvolgenti da The Spare, che è in realtà un libro di memorie del principe Harry, il suo punto di vista su avvenimenti accaduti all’interno  della sua famiglia.

La storia è narrata in prima persona da Harry, e non è da tutti i giorni sentire un reale, o meglio ex reale, che parla di sé e della sua famiglia come se fosse davanti ad una birra al pub con amici. La vera protagonista di The spare è la mamma di Harry, la principessa Diana: viene citata spessissimo, ed è evidente come Harry ancora soffra per la perdita dell’amatissima  madre.

Provate ad immaginare un ragazzino di 12 anni che non può nemmeno piangere in pubblico, che deve controllare le sue emozioni, e che porta dentro di sé questo enorme fardello per tutta la vita. Provate ad immaginare che questo ragazzino è un principe, che suo padre è anche un bravo papà, ma piuttosto anaffettivo, un uomo che non sa come dimostrare il suo affetto ai figli. Verso suo padre però Harry ha anche buone parole, e lo giudica come un uomo in fondo buono, uno che ha sempre lavorato, un ambientalista bullizzato dai media.


Da decenni lottava   per mettere in guardia la gente sul cambiamento climatico, senza mai cedere, nonostante venisse crudelmente deriso dalla stampa come una Cassandra isterica”.


Non mancano aneddoti divertenti come re Carlo che, stufo dei litigi fra i figli, dice: “ Basta ragazzi, fatemi passare in pace i miei ultimi anni” o anche l’escursione  di Harry al Polo Nord con conseguente congelamento delle parti basse e qualcuno che gli suggerisce di mettere la crema di Elizabeth Arden.

Non manca ovviamente la regina Elisabetta, al quale Harry chiede anche l’approvazione  di poter tenere la barba durante il matrimonio, il principe William che da compagno di giochi e di scorribande diventa quasi un nemico divorato dalla competizione col fratello, fino all’ incontro con Megan e la decisione di abbandonare il Regno Unito per fuggire dai paparazzi.

Non è stato semplice accostarmi a questa lettura, confesso di aver pensato: “ “ Ecco le memorie di un povero miliardario che vuole lavare in pubblico i panni sporchi della sua famiglia e ricavarci qualche soldino”.

In realtà ho riflettuto su quanto Harry si sia davvero sentito una ruota di scorta per tutta la vita, di quanto la perdita della madre lo abbia profondamente condizionato e lo abbia spinto ad essere anche così rivoluzionario nel decidere di sconvolgere totalmente la sua vita. Ci sono molte pagine dedicate alla sua esperienza nell’esercito, al volontariato, agli Invictus games nati per aiutare i veterani e le loro famiglie.

È come se Harry avesse voluto raccontare ogni minima parte della sua vita, come per liberarsi di un peso e confidarsi con un amico. A volte anche con ingenuità, e con un tono quasi “neutro”, come se non volesse lasciar trasparire troppe emozioni. Anche se le emozioni vengono fuori quando affronta il tema dei paparazzi, giudicati colpevoli della morte di Diana e di aver perseguitato sua moglie Megan.


Credevo che attraversare il tunnel avrebbe portato la fine, o una breve cessazione del dolore, del decennio di implacabile dolore”.


La lettura mi ha emozionato, così come sentir parlare della tanto amata Principessa Diana, la regina di cuori di un intero popolo. Sicuramente ogni famiglia ha i suoi problemi, ed Harry ha infranto ogni regola di protocollo della famiglia reale. “ Mai spiegare, mai commentare”: lui invece ha davvero rivoluzionato questo concetto.

Chiunque voglia leggere questo libro deve abbandonare ogni pregiudizio e cercare di dimenticare che a scriverlo è stato un ex reale. L’autore è solo una persona alla disperata ricerca di un’identità e del proprio scopo nella vita.


Quando qualcuno di questa famiglia scapperà e comincerà a vivere?”


                 

TI MANGIO IL CUORE di Pippo Mezzapesa

TI MANGIO IL CUORE di Pippo Mezzapesa

Titolo: Ti mangio il cuore
Regia: Pippo Mezzapesa
Tratto dal libro: Ti mangio il cuore di Carlo Bonino e Giuliano Foschini
Genere: Drammatico/Romantico
Film per il cinema
Tipo di finale: Chiuso
Data di pubblicazione: 22 settembre 2022
Produzione: Indigo Film, Rai Cinema

TRAMA


L’amore proibito tra Andrea, riluttante erede dei Malatesta, e Marilena, la bella moglie del boss mafioso di Camporeale, riaccende un’antica faida tra due famiglie rivali nel promontorio del Gargano.

RECENSIONE

Oggi vi parlo di un film visto di recente, liberamente ispirato ad un libro di Carlo Bonini e Giuliano Foschini, Ti mangio il cuore.

Il libro è un’inchiesta sulla mafia del Gargano, una mafia meno conosciuta di altre ma altrettanto spietata, con criminali che uccidono le loro vittime sparando loro in volto, in modo da cancellare la loro memoria e mettendo in pratica sui corpi rituali molto crudi.

Il film dal quale il libro è tratto è in bianco e nero e si apre con una sparatoria che stermina un’intera famiglia. Un bimbo è l’unico sopravvissuto e anni dopo vendicherà la sua famiglia.

Le immagini in bianco nero catapultano lo spettatore in un ambiente rurale, duro ed aspro, dove gli uomini hanno perso la loro umanità e le bestie hanno probabilmente più sensibilità degli esseri umani. Un amore proibito tra Marilena ed Andrea, rappresentanti di due clan rivali, è l’inizio di una tragedia immane.

Il personaggio di Marilena, interpretato da una bravissima Elodie, è ispirato alla figura di Rosa Di Fiore, prima vera pentita della mafia garganica che ha avuto figli da due diversi capi clan, in lotta fra di loro. “Spulciando” su internet ho appreso che Rosa è figlia di una famiglia perbene, cosa che mi ha veramente colpita: una donna onesta che si innamora di due criminali dai quali avrà dei figli, e che fortunatamente capisce che invece a loro deve dare un futuro migliore.

Sono le figure di donne diverse a essere tratteggiate in questa pellicola: ci sono madri spietate come la suocera di Rosa, complici dei crimini dei loro figli, e ci sono madri che invece sanno di dover crescere i propri in maniera onesta.

Poi c’è Marilena che è sì la compagna di due boss, ma è anche una donna sensibile che probabilmente si è trovata in una situazione più grande di lei e non sa come uscirne.

La scena finale della processione di paese, con le donne vestite di nero e coperte dal velo, è particolarmente struggente e restituisce dignità ad una donna che ha deciso di cambiare completamente vita nonostante le difficoltà che questo comporta.

La regia del film è di Pippo Mezzapesa, e a lui va un plauso per aver saputo rendere al meglio la tragicità di diverse vite umane e dell’arretratezza culturale dove la donna è solo un accessorio dell’uomo, una banale incubatrice che deve mettere al mondo uomini in grado di comandare e uccidere.

Il libro inchiesta degli autori raccoglie testimonianze su questa mafia spietata, detta anche la mafia dei montanari: quegli stessi montanari che si rendono conto di quanto sia facile nascondere  armi e droga contrabbandate in un territorio complesso come quello del Gargano.

Nel libro sono raccolte diverse storie, tra le quali quella di Rosa di Fiore appunto alla quale si è ispirato Mezzapesa nella realizzazione del film. Possiamo quindi dire che la differenza principale tra film e libro è  che nel primo, pur facendo riflettere su un  problema ancora attuale come quello della mafia, la narrazione è principalmente indirizzata al legame sentimentale fra i due protagonisti e l’odio delle loro rispettive famiglie, quasi ricordando il dramma dei Montecchi e dei Capuleti.

Consiglio a tutti la visione di questo film, crudo ma bellissimo, e la lettura dell’omonimo romanzo che offre un’analisi approfondita della mafia del Gargano.

FOG di Daniela Ruggero

FOG di Daniela Ruggero

Titolo: Fog
Autore: Daniela Ruggero
Serie: Autococnlusivo
Genere: Dark romance
Narrazione: Prima persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 2022
Editore: Self publishing

TRAMA


Sono Raul Campbell il re indiscusso di Detroit.
Sono il capo del traffico di armi, degli incontri clandestini e il futuro pappone delle donne di mio padre. Il mio destino è scritto nel mio cognome, ma qualcuno sta tentando di usurparmi il trono.
Mi chiamo Ryan Miller, sono il diavolo della 8-Mile, sono cresciuto in una roulotte ai margini di una città che ha dominato il mondo. Sono il frutto del degrado e dell’indifferenza.
Due uomini lontani che si incontrano per un caso fortuito, un dominatore e un assassino senza scrupoli che si consumeranno nel desiderio.
I ruoli si invertiranno e in una guerra per il territorio scopriranno che l’amore non conosce limiti se non quelli dettati dalla paura.  

RECENSIONE


Ritorna Daniela Ruggero con un dark romance coinvolgente, ambientato nella fumosa Detroit. Il titolo Fog racchiude in sé il senso della storia: la nebbia, che avvolge, confonde interiormente fino a isolare riempiendo di dubbi e caos. Sensazioni che spiegano benissimo l’atmosfera che definisce questa storia di amore, follia, ossessione e violenza, che entra dentro e squarcia, un racconto forte, forse a tratti non adatto ai deboli di cuore. Protagonista del libro Raoul Campbell, giovane ragazzo che ha ereditato un impero da suo padre, un malavitoso dedito al traffico di armi, prostituzione, scommesse e molti altri affari illegali. Un uomo cresciuto nella violenza, che ha perso la madre da bambino e che odia suo padre pur consapevole di essere diventato uguale a lui.

Ryan Miller è cresciuto con una madre tossica, ha avuto un’infanzia orrenda e l’incontro con Raoul cambia per sempre la sua vita. Raoul ha un desiderio tormentato nei confronti di Ryan, lui, il re nero di Detroit, colui che semina terrore e paura in città, si ritrova alle prese con un amore che lo ossessiona, con una passione bruciante che lo consuma. Ed è questo che ci fa capire che Raoul, nonostante tutto, è ancora un essere umano capace di provare emozioni.

Nonostante il dolore, nonostante la rabbia, nonostante sia un’anima dannata. Ryan entra nella vita di Raoul diventandone uno dei dipendenti, lasciandosi alle spalle una vita di miseria e finendo in una reggia, anche se questo non lo scalfisce, non nell’ immediato.

Non vuole amare, l’unica donna che avrebbe dovuto amarlo lo ha dato in pasto ai lupi, eppure Raoul gli è entrato sottopelle, anche lui è consumato dal desiderio ed arriva al punto di rischiare la sua vita per Raoul. Due anime tormentate che nel sesso trovano la loro valvola di sfogo, si divorano per saziare l’enorme fame che hanno l’uno dell’altro.


Fu l’attimo che precedette l’oblio, la distribuzione, il delirio di un’attrazione sconosciuta, priva di logica. Appoggiò le labbra sulle mie e le morse, avvertii il sapore del sangue. Il bacio che seguì fu tanto carnale da consumarmi”.


Raoul e Ryan fanno parte del club dei cattivi, non hanno scrupoli, le loro mani sono coperte di sangue e l’unico dispiacere provato da Raoul è per le sue camicie costose macchiate del sangue dei suoi nemici. Eppure, non si può fare a meno di amarli: perché è stato il mondo a renderli così, sono stati i loro genitori a trasformarli in due bestie, sono stati ripetutamente abusati e il trauma li ha resi ciò che sono ora. La narrazione in prima persona è stata la scelta migliore, perché sono i protagonisti a raccontarci i loro tormenti, i loro più profondi desideri sessuali e tutta la loro vita carica di violenza.

Daniela Ruggiero conferma con questo romanzo il suo incredibile talento nello scrivere dark romance graffianti e crudi, che non risparmiano emozioni forti ma capaci di coinvolgere profondamente. La componente erotica divampa tra le pagine intrecciandosi a una intensa sensualità che non cede mai il posto alla volgarità.

Fog è una storia bella e appassionante, cruda ma al tempo stesso avvincente. Scoprire se l’amore possa salvare un’anima destinata alla dannazione, permettendo alla luce di dissolvere la nebbia fino a guardarsi davvero sarà un’esperienza da non perdere.                  

MERCOLEDì di Tim Burton

MERCOLEDì di Tim Burton

Titolo: Mercoledì
Autore: Tim Burton
Serie: spin off de La famiglia Addams
Genere: Horror Fantasy
Serie tv
Tipo di finale: Chiuso
Data di pubblicazione: 23 Novembre 2022
Editore: Netflix

TRAMA


Una sedicenne che possiede poteri psichici.Viene mandata alla Nevermore Academy per aver causato danni in altre scuole. Morticia Addams (stagione 1), interpretata da Catherine Zeta Jones e da Gwen Jones (da giovane), doppiata da Francesca Fiorentini.

RECENSIONE

Oggi voglio parlarvi di una serie che sta spopolando in questi giorni, ovvero “Mercoledì”, spin-off de La famiglia Addams uscito su Netflix lo scorso 23 novembre a firma di un grandissimo regista, Tim Burton. Una serie che sta già battendo tutti i record di ascolti. La famiglia Addams è forse la famiglia tra le più amate del piccolo e grande schermo, che fa parte dei nostri ricordi di bambini per molti aspetti indimenticabili: il pallore di Morticia e l’incontenibile passione che la lega a suo marito Gomez, lo zio Fester, Mano e i figli Pugsley e proprio lei, Mercoledì.

Atmosfere gotiche, sarcasmo, un mistero da risolvere e il ritorno sul piccolo schermo di uno dei personaggi più amati e irriverenti della televisione. Gli ingredienti ci sono tutti, e la ricetta è infatti uscita alla perfezione: Mercoledì, la serie incentrata sulla figlia titolare della famiglia Addams e interpretata da Jenna Ortega.

La riproposizione della storia risulta per certi versi fedele all’originale, ispirata dai fumetti di Charles Addams pubblicati a partire dagli anni ’60. Tornano infatti i componenti della famiglia al completo, da Morticia (Catherine-Zeta Jones) a Zio Fester (Fred Armisen) e Mano (mano), ma la rosa dei protagonisti viene arricchita da nuove figure. Nella serie, Mercoledì lascia un liceo normale per trovare rifugio nella bizzarra Nevermore Academy, il paradiso della stramberia dove l’idiosincrasia della protagonista non è più oggetto di scherno.

In questo luogo, la protagonista rivela anche delle abilità psichiche, grazie a cui dovrà risolvere il mistero che ha coinvolto i suoi genitori 25 anni prima, indagando su un folle omicida che terrorizza la città, e per farlo si farà aiutare anche dal resto degli strani studenti della sua nuova scuola.

Il suo atteggiamento distaccato è in realtà una corazza, un modo per non soffrire e non essere alla mercé degli altri. Si diverte ad umiliare i bulli, è esperta di arti marziali e vuole a tutti i costi svelare l’ipocrisia nella quale sono immersi molti dei suoi conoscenti. La serie ha tinte molto più horror rispetto ai film del passato, e in parte sfumature ben più tragiche.

Ho sempre particolarmente amato questo personaggio, nel quale mi riconosco molto, per il suo sarcastico cinismo, un gusto per il macabro e un infinito amore per il nero, irresistibile anche per me. Guardando questa serie ho deciso di andare un pochino più a fondo e di scoprire le origini della Famiglia Adams, svelando qualche curiosità.
A dare alla luce i personaggi fu il vignettista Charles Addams, prima come singole figure e poi come famiglia, pubblicando vignette umoristiche sul New Yorker negli anni 30. La prima trasposizione sul piccolo schermo avvenne negli anni 60, e l’editore in quel periodo non volle più pubblicare le vignette, convinto che il suo pubblico fosse più colto di quello televisivo. Nella serie la protagonista non sbatte mai le palpebre perché ciò che era capitato solo in una scena è piaciuto così tanto a Tim Burton che ha supplicato Jenna Ortega, attrice protagonista, di continuare a recitare così.  Da cosa è nato l’odio per il mondo di questa adolescente dal lato oscuro? Piccolo spoiler: da piccolina portava al guinzaglio uno scorpione, che fu barbaramente ucciso da alcuni suoi coetanei. Non tutti i “mostri” nascono in realtà mostri. Ultima chicca: anni fa questo personaggio era stato interpretato da Christina Ricci, che ritroviamo in questa serie come professoressa del college di Nevermore.

È particolare vedere come l’affetto nei confronti della Famiglia Addams sia rimasto immutato negli anni: forse perché è una famiglia imperfetta come tante, strana, ma vera. I particolari macabri e il colore nero tipico dei vestiti dei protagonisti sono forse un modo di esorcizzare quella morte che tutti noi temiamo.

E voi cosa ne pensate di Mercoledì e della sua stramba famiglia?

LA CHIMICA DELL’AMORE di Paola Chiozza

LA CHIMICA DELL’AMORE di Paola Chiozza

Titolo: La chimica dell’amore
Autore: Paola Chiozza
Serie: Autoconclusivo
Genere: Contemporary romance
Narrazione: Prima persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: Ottobre 2022
Editore: Self publishing

TRAMA


 L’amore è solo questione di chimica?
Sì, se ti chiami Isaac Goldsmith, sei il professore di biologia molecolare più S.N.S. (sadico, nerd e sexy) di tutta Berkeley e credi nei legami atomici primari più di quelli tra esseri umani. Tutto può essere spiegato con una semplice formula, anche i sentimenti.
Eppure, se c’è un’unica cosa in cui Isaac ha sempre creduto, è l’amicizia con Audrey Carpenter. Almeno finché non si è trasferita in Inghilterra facendo perdere le sue tracce.

Audrey Carpenter ha una fissazione per i romanzi rosa e due obiettivi: innamorarsi del suo personale Mr Darcy e scrivere la biografia di Kate Middleton.
È davvero un peccato che quel tizio travestito da Darcy si sia rivelato un idiota e che la biografia da scrivere sia quella dell’unica persona che Audrey non avrebbe mai voluto rivedere: Isaac Goldsmith, il suo ex migliore amico del liceo.

E così, quando Audrey torna in America dopo quindici anni, non crede ai propri occhi: dov’è finito il suo (ex) migliore amico? Perché il ragazzino nerd con cui ha divorato ghiaccioli davanti alla tivù, che le ha dato ripetizioni di chimica e con cui ha condiviso tutto o quasi… è diventato un professore scontroso, affascinante e con un sorriso sciogli-mutandine?Lavorare fianco a fianco? Si può fare.
Andare d’accordo? Ci si può ragionare.
Essere di nuovo complici? Impossibile.
Perché chi dice che tra uomo e donna può esserci tutto, tranne che amicizia… be’, in questo caso ha ragione da vendere!

RECENSIONE


Paola Chiozza si è decisamente superata questa volta con La chimica dell’amore!

Audrey è una ghost writer piuttosto in gamba, Isaac il suo ex migliore amico diventato professore di biologia molecolare. Un oceano li divide, eppure il loro antico legame sembra ancora covare sotto le ceneri: è come tornare ai tempi del liceo e rispolverare vecchi,  bellissimi e dolorosi ricordi.

Audrey non ha perso le vecchie abitudini, è ancora un’inguaribile romantica alla ricerca del suo Mr Darcy, la ragazza con l’agenda sulla quale appuntare la lista dei pro e dei contro, e Isaac è il solito super razionale che crede solo nella scienza e negli atomi. Potrebbero sembrare totalmente slegati fra di loro, e invece è proprio la loro diversità il vero collante del loro rapporto.

Paola Chiozza è stata bravissima nel creare due personaggi, e descriverli in due diverse fasi dell’esistenza: l’adolescenza e l’età adulta. Audrey e Isaac hanno un universo di ricordi comuni: la goffaggine dell’adolescenza, l’essere considerati praticamente invisibili, l’amore non corrisposto verso una persona, interi pomeriggi passati insieme per ripetizioni e per conquistare l’oggetto del proprio desiderio. Isaac amava Kerstin, migliore amica di Audrey, Kerstin non amava Isaac ma fingeva di amarlo…e Audrey chi amava?

Ho assolutamente amato questa storia di amori complicati e tormentati, i dialoghi brillanti e la grande umanità di questi personaggi di carta nei quali ognuno di noi può immedesimarsi. Perché ognuno di noi è stato adolescente e sa cosa significhi e quale tormento interiore ci si porti dentro.

Le persone che amano si comportano proprio così. Vagano disperate alla ricerca di qualcuno che le completi e, quando lo trovano, il caos si placa. Siamo fatti di particelle nel senso più profondo delle cose”.


La storia di Audrey e Isaac è anche impregnata di tanto erotismo, di tutta quella chimica non pienamente espressa da adolescenti.


Tutti i baci del mondo dovrebbero essere così, Assoluti. Come se da loro dipendesse tutto. Vita, morte, gioia e dolore. Dovrebbero togliere e ridare il respiro, essere in grado di fermare i battiti del cuore, governare tutte le leggi certe che spiegano l’amore. O che provano a farlo”.


Audrey e Isaac sono due amabili professionisti trentenni ancora un po’ adolescenti per certi versi, e rivedersi dopo tanti anni li porterà inevitabilmente a crescere.


Quando due atomi sono abbastanza vicini si scatena un’attrazione incontrollabile fra elettroni e nuclei”

ANYA E IL SUO FANTASMA di Vera Brosgol

ANYA E IL SUO FANTASMA di Vera Brosgol

Titolo: Anya e il suo fantasma
Autore: Vera Brosgol
Serie: Autoconclusivo
Genere: Graphic novel, fantasy
Narrazione: Fumetto
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 2013
Editore: Bao Edizioni

TRAMA


Anya è figli di immigrati. A scuola non ha molti amici e spasima in segreto per un ragazzo che la calcola appena. Un giorno incontra Emily… che è morta quasi un secolo prima. Tra la ragazza e il fantasma nasce una grande, inaspettata amicizia. Un giorno, però, Emily cambia e Anya sente il bisogno di scoprire come sia morta la sua amica.

RECENSIONE


Anya è una ragazza di origine russa che vive negli Usa, ed è fondamentalmente una ragazza che si sente sola, ha pochissimi amici e ha il terrore di diventare cicciottella come la madre che le prepara ricche merende.

Quando Anya cade per un incidente in una profonda buca ed incontra il  fantasma di Emily, una ragazza morta molti anni prima, inizia per lei la possibilità di fuggire da un mondo nel quale non si sente perfettamente integrata. Tuttavia con il passare del tempo Anya inizia a sentirsi….perseguitata.

Emily è un fantasma, ma è come se desiderasse ancora terribilmente la vita…quella degli altri..


La vita degli altri sembra sempre così semplice….Ma questo è ciò che credi tu! Non puoi sapere quello che succede nella testa degli altri”.


Questa graphic novel di Vera Brosgol è un piccolo gioiellino: attraverso le vignette in bianco e nero l’autrice ci porta nel mondo di un’adolescente all’apparenza egoista, che quasi rinnega le proprie origini pur di piacere ai suoi coetanei. 

Attraverso l’esoterismo e l’incontro con lo spirito c’è quel passaggio verso il mondo degli adulti, che permette ad Anya di crescere e di superare i propri limiti, e di capire che non tutto è come appare. 

Anya e il suo fantasma è una graphic novel adatta a tutti, grandi e piccini, anche per l’importanza dei temi trattati: il bullismo, l’emarginazione, l’ amicizia, la solitudine, il desiderio di essere amati.

Molto interessanti anche i dialoghi tra i protagonisti, conditi sempre da un pizzico di humour che rende il tutto molto più frizzante: l’apparente leggerezza è solo una strategia per arrivare al cuore di tutti. Non vi deluderà. Lettura particolarmente indicata in questo periodo dell’anno!

Una piccola curiosità: come Anya a anche l’autrice Vera Brosgol è di nazionalità russa ma trapiantata in America.