
LA VERSIONE DI VASCO di Vasco Rossi
Titolo: La versione di Vasco | |
Autore: Vasco Rossi | |
Serie: Autoconclusivo | |
Genere: Narrativa | |
Narrazione: Prima persona | |
Tipo di finale: Chiuso | |
Editing: Ottimo | |
Data di pubblicazione: 24 novembre 2011 | |
Editore: Chiarelettere |
TRAMA
“Ognuno ricorda le cose alla sua maniera, ognuno un po’ se la racconta. Io sono stato franco. Con questo libro di dichiarazioni forse si capirà di più la mia versione… La realtà, a vederla bene, è dura, non sempre giusta, ma io la prendo come una sfida e dico sempre: andiamo a vedere fino in fondo. Questo è ciò che ci fa essere uomini, andare avanti nonostante tutto, anche se intorno la realtà ti fa schifo. Mio padre era socialista e non essere schierato in quegli anni con i comunisti o i preti non pagava a Zocca. Nella comune teatrale di Bologna ho scoperto Bakunin e gli anarchici. Non quelli che mettono le bombe, ma uomini migliori, liberi, talmente responsabili che non c’è più bisogno di uno Stato che ti detti le regole. Non sono mica Vasco Rossi io. Sono una persona, sono un uomo, mica un eroe invulnerabile come Achille. Dove mi colpisci io sanguino, Vasco Rossi no, lui non sente niente.”
RECENSIONE
Sono un provocatore di coscienze. Mi piace provocare quando scrivo.
Se credevate di avere in mano una classica biografia che raccontasse episodi più o meno significativi della vita del “Blasco”, devo dire subito che decisamente non è così.
E giustamente aggiungerei.
Perché se avessi prestato più attenzione alle parole, che hanno un significato ben preciso e dicono da sole tutto quello che c’è da sapere, come recita il titolo, questo libro è “La versione di Vasco”, quindi il SUO personale, coerente e ovviamente modo tutto rock di raccontarsi.
Attraverso frammenti di interviste, dichiarazioni, pensieri liberi Vasco riconferma il personaggio di rockstar dalla vita spericolata, che ha vissuto al massimo, pagandone anche le conseguenze, artista libero e anticonformista con pochi peli sulla lingua, franco, diretto e provocatore.
Sognavo una vita avventurosa, volevo diventare una Rockstar. Poi, Rockstar lo sono diventato. Ho fatto tante cose, sono arrivato fin qui. E sono sempre più confuso. Ecco, con le canzoni io faccio la cronaca della mia confusione.
A primo impatto anche per me la sensazione data dalla lettura è stata di confusione.
Non un filo cronologico a tenere insieme i capitoli o a dare ai fatti una collocazione temporale lineare.
Una serie di dichiarazioni invece, più o meno distanti nel tempo in cui egli stesso si racconta, come uomo e come rockstar.
Errore mio.
Non si può prendere in mano un libro che racconta questo cantautore e aspettarsi di trovarsi di fronte ad una lettura classica, tanto meno semplice o tradizionale.
E di questo Vasco avvisa anche il lettore all’inizio del libro, con una breve prefazione che più chiara di così non si può:
Ognuno ricorda le cose alla sua maniera
Ognuno un po’ se la racconta
Le biografie sono tutte false
Io sono stato Franco
Con questo libro di dichiarazioni forse sì capirà di più la mia versione
La versione di Vasco
Tenuto conto di questo mio approccio sbagliato ho quindi proseguito con occhio diverso e allora lì è scattata la magia, quella che arrivati alla fine del libro scalda, dandoti la sensazione di essere soddisfatti del viaggio intrapreso.
Come nella sua discografia Vasco tratta temi e argomenti tra i più svariati.
Dal suo rapporto con amici d’infanzia e affetti perduti, nella piccola e provinciale Zocca, un luogo che si intuisce subito stargli stretto non solo geograficamente, alla relazione con il padre che nonostante le loro distanze caratteriali e generazionali, era pieno di amore e la cui scomparsa è stata la chiave di volta nel processo che ha contribuito a far diventare Vasco quello che è diventato.
La sua assenza improvvisa è diventata un momento chiave della mia vita.
L’ultimo suo insegnamento fu : “ Sparisco, così ti svegli”. E io mi sono svegliato.
E lo fa con il linguaggio che sempre lo contraddistingue.
Un linguaggio che ha trasportato sulla carta con il suo tipico stile, semplice ma incisivo, popolare ma non banale, e con quel tocco filosofico che gli è valso spesso l’appellativo di poeta, racconta la sua visione della politica, di religione, filosofia, amore, sesso, tossicodipendenza, famiglia, arte, musica e ancora molto altro.
In questo suo libero flusso di pensieri e opinioni ci sono un’onestà intellettuale e una trasparenza dell’anima che difficilmente credo si possano trovare in altre biografie cosiddette più tradizionali.
La stessa trasparenza poi che attraverso le sue canzoni è stata capace di mostrare al pubblico, quello che lo ama e lo segue da decenni.
Ed è proprio al suo pubblico che dedica una parte del libro tra le pagine che più ho apprezzato.
Attenzione, il “Blasco” lo dice chiaramente ai giovani di separare la canzone perfetta e fantastica dalla persona che l’ha creata, credo a voler smitizzare sè stesso come rockstar e lanciare forte il messaggio che lui è Vasco cantante ma anche Vasco uomo.
In quest’ultimo convivono le difficoltà, le sofferenze e le fragilità che sono di tutti.
Quelle che lui ha voluto esternare con la musica e le persone lo hanno capito, lo sentono nelle sue note e soprattutto nei suoi testi.
Da questa reciproca onestà è nato un legame forte, continuativo e fedele con coloro che lui chiama la sua gente.
Ho sempre saputo quello che stava facendo, ero consapevole che le mie canzoni si collocavano esattamente in un buco, in uno spazio vuoto, tutto da riempire, quindi prima o poi il pubblico le avrebbe capite. Andavo avanti aspettando che la gente capisca e, non ero preoccupato.
Proprio per questo l’amore con il suo pubblico, che egli non vuole chiamare fan perché troppo riduttivo, è assolutamente reciproco, un guardarsi dentro l’un l’altro usando la musica come lente.
Ho raggiunto la mia meta! E la mia meta è stata quella di aprire la porta…dei vostri cuori.
In questi anni, grazie ai miei concerti, sono stato ospite nelle dimore delle vostre anime.
Ho visto stanze splendide , tutte diverse.
Piene di luci colorate e di ombre scure, con centinaia di quadri appesi, e tesori nascosti, e passaggi segreti e finestre con viste bellissime.
Non è semplice recensire un libro di questo tipo, perché La versione di Vasco è come la sua carriera.
È proprio come lui.
Difficile riassumerlo in poche righe: provocatore, diretto, arguto, sensibile e libero.
Capace di essere sia profondo che leggero, semplice e complicato, unico ma di tutti.
Se vogliamo attingere agli innumerevoli versi immortali di alcune sue famosi canzoni, direi che questo libro ha un un senso, anche se un senso non ce l’ha.
Ad ognuno la possibilità di leggerlo e trovarne il proprio.
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