
L’ULTIMO DICEMBRE di Bianca Marconero
Titolo: L’ultimo Dicembre | |
Autore: Bianca Marconero | |
Serie: Serristori – I Preludi | |
Genere: Contemporary Romance | |
Narrazione: POV alternati (Agnese, Jacopo, Niccolò e Clara) | |
Tipo di finale: Aperto | |
Editing: Ottimo | |
Data di pubblicazione: 4 Dicembre 2021 | |
Editore: Self Publishing |
TRAMA
Si avvicina il Capodanno e c’è la neve! Cosa può andare storto stavolta?
Niccolò Serristori è diventato un pugile semiprofessionista e passa le sue giornate tra allenamenti e ragazze, ma il centro del suo mondo è ancora lei: la sua amica Cecilia.
Eppure, qualcosa sta cambiando. Cecilia è diversa, non si confida con lui, sceglie sempre la compagnia di Jacopo e Niccolò comincia a sospettare di non essere più il suo preferito. Forse anche quello che sembrava infinito prima o poi, invece, finisce.
Jacopo Serristori ha una vita lastricata di successi. Certo, se dovesse esprimere un desiderio di fine anno, preferirebbe che suo fratello Niccolò non lo mettesse in imbarazzo e gli piacerebbe che il suo interesse per Matilde Barberini fosse ricambiato. Ma, più di ogni altra cosa, vorrebbe dimenticarsi di Clara Francalanza Visconti. Baker.
Clara porta guai, lo destabilizza e, purtroppo per Jacopo, lo manda in confusione con un sorriso. E lui proprio non capisce come possa una persona che non gli piace affatto diventare il centro esatto dei suoi pensieri.
E Brando Serristori? Perfino lui sembra felice ma, da quando ha smesso di dormire, anche Agnese non riesce più a farlo.
Tra cene di gala e serate alcoliche, tra piste da sci e saune, tra avvocati che nessuno vuole e segretarie francesi poco gradite, ecco l’ultimo dicembre della famiglia Serristori come la conosciamo. Perché, dopo la mezzanotte, niente sarà più come prima.
RECENSIONE
Dopo aver letto questa novella, mi piacerebbe scrivere una lettera a Babbo Natale per chiedergli come poter fermare il tempo e ricominciare tutto da capo, a quando dovevo ancora conoscere la storia di Brando e Agnese e poter sentire il batticuore e i patimenti vissuti tra le pagine di quello che non sembrava più un semplice libro ma una storia così coinvolgente che mano a meno è divenuta una viva immersione nelle loro vite.
Sono passati più di tre anni da allora, in cui sono stati scritti due libri e diverse novelle, e mi ritrovo ancora qui a emozionarmi come se tutta la tribù dei Serristori, con amici e parenti collaterali annessi, fossero stati sempre con me per darmi la sensazione indimenticabile che si prova col primo amore, con le stesse fragilità, incertezze, paure. Brando e Agnese sono cresciuti e con loro 5 figli, tanto diversi tra loro quanto simili a pezzetti delle loro stesse essenze.
Niccolò irruento e dal cuore grande come il padre Brando; Jacopo il perfettino, affidabile e attento all’apparenza come la madre Agnese, che allo stesso modo nasconde ad arte insicurezze e fragilità; Clara, un fuoco pronto a divampare, dall’indole ribelle; Cecilia dolcissima e appassionata di danza, piena di sogni da realizzare.
“L’ultimo Dicembre” non è solo una novella, bensì un viaggio che mostra la complessità di attraversare il guado di un fiume in cui scorrono feroci i timori e spietate incertezze di chi ama, così tanto da perdersi e confondersi in facili incomprensioni. Tra sciate, serate di gala e notti in locali di montagna, Bianca Marconero si è divertita a mettere i molteplici protagonisti di questa novella nello stesso palcoscenico, in un susseguirsi di fraintendimenti e incomprensioni dove le agonie dei sentimenti non risparmiano nessuno.
Uno scenario da favola che rischia però di esporre Cortina a rischio valanghe, visto il livello di calore provocato dai respiri affannati dei vari personaggi.
Agnese, Jacopo, Clara e Niccolò sono le voci narranti di questa appassionante novella, in cui raccontano i loro pensieri, percezioni, punti di vista utili ad intessere equilibri e raccontare paure, distanze. A far loro compagnia gli immancabili protagonisti delle loro vite, ovvero Brando, Cecilia, Lucio, Pier, Giamaica e gli immancabili membri della famiglia Francalanza Visconti con Alex e Alice.
L’autrice li ha riuniti tutti in questa ambientazione sognante, mettendo loro gli scii ai piedi e con il sadismo che ci fa amare Bianca sempre di più ha imposto a questi sciagurati malcapitati di affrontare le piste più nere, quelle che richiedono coraggio e controllo, come solo le evoluzioni emotive del cuore possono fare.
Chi resterà in piedi? Sappiate fin da adesso che non basta finire questa stupenda novella per scoprirlo. Occorrerà attendere.
Una novella corale che trasporta il lettore in un contesto bianco e suggestivo, in una resa dei conti solo apparente che dimostra quanto l’età non preservi il cuore dai dubbi o dalla paura. Essere giovani o adulti alla fine non è rilevante, perché quando si ama il rischio di soffrire e non capirsi esiste sempre, fino a rimettere tutto in gioco al di là di essere già genitori o appena innamorati. Come dice l’autrice, “Le relazioni sono atti di fede”, semplici parole ma ricche di significato.
“Mi scocca un’occhiata che affonda come lama nel burro. A volte vorrei amarlo di meno, volerlo di meno. Sentirmi più sicura. Ma ultimamente non succede. Non succede più. Allora sorrido. È la coperta larga sotto la quale io, da sempre, so nascondere ogni cosa.”
Ammetto che Bianca mi era mancata, con la sua immancabile ironia, con personaggi autentici e difettosi e con la sua sagacia di offrire con magistrale bravura verità potenti e profonde da comporre un quadro perfetto a descrivere le dinamiche dei sentimenti.
Non vedo l’ora che sia primavera per capire cosa accadrà a Niccolò e Jacopo, due fratelli tanto diversi quanto destinati a inciampare sugli stessi errori dei loro genitori, in un meraviglioso percorso di crescita emotiva che solo questa autrice è capace di disegnare ad arte.
«Amare qualcuno è solo l’inizio. La cosa difficile è mettersi da parte. Tuo padre, pulcino, non era tanto bravo in questo. Ma è meraviglioso come sia riuscito a imparare a farlo. C’è un nucleo caratteriale che non cambia, ma su tutto il resto si può lavorare. E ogni tentativo non va misurato in base al risultato, ma in base allo sforzo. Ogni singolo problema superato è servito per portarci a essere perfetti l’uno per l’altra. Il dolore ha quest’unico vantaggio, chiarisce i percorsi e ci trasforma nelle persone che eravamo destinate a diventare».
Caro Babbo Natale, se potessi esprimere un desiderio sarebbe semplice…vorrei tanto che Bianca non smettesse mai di scrivere perché c’è ne è bisogno di libri cosi, in grado di farci connettere con noi stessi.
«Mamma, se fossimo scritti da qualcuno, sarebbe di sicuro una persona molto cattiva».
«Se fossimo scritti da qualcuno, sono certa che troverebbe il modo di dare a tutti un finale bellissimo. E sarà ancora più bello, Clara, proprio perché ce lo saremo guadagnati».
P.S. Con queste parole non credere di farla franca cara Bianca…ti aspettiamo al varco nei prossimi mesi.
Intanto Buon Natale (in attesa che il mio desiderio si realizzi).
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