Intervista a Arianna Di Luna

Intervista a Arianna Di Luna

Col suo ultimo romanzo, “Per il tuo nome soltanto”, ha colpito al cuore moltissimi lettori e lettrici, raccontando una storia d’amore e di guerra difficile e di un’intensità fuori classe.

Una giovane scrittrice franco-italiana che ad ogni uscita stupisce e travolge con libri da trame originali e sofferte, capaci di coinvolgere dalla prima pagina e lasciare sospirare per giorni.
Un talento potente quello di Arianna Di Luna che ci ha concesso questa esclusiva intervista ideata come un mini viaggio nella sua bibliografia, per chiedere cosa ama della sua scrittura, avere qualche anticipazione e per conoscerla meglio.

Leggete cosa ci ha raccontato!

Arianna Di Luna

Se dovessi definirti mediante un difetto ed una virtù, quali sceglieresti?

Sono pigrissima e permalosa, questo lo so da me. Le persone che ho intorno dicono che sono generosa e comprensiva.

Quale è il titolo del primo libro che hai scritto e quando hai iniziato a scrivere?

Tornerò da te. È il primo romanzo di una trilogia, ed è il primo libro che ho scritto. Prima di quello solo raccontini o fan fiction che regalavo alle amiche al liceo.

Qual è la storia a cui sei più affezionata? Quale ti ha fatto più soffrire?

Tra quelle che ho scritto forse ho una leggera predilezione per “Di fuoco e d’ambra”. Quella che mi ha fatto più soffrire be’… è “Per il tuo nome soltanto” non solo per il tema complesso ma anche per la mole di ricerche che ho dovuto fare! 😛

Il tuo ultimo libro “Per il tuo nome soltanto” è stato il primo storico che hai scritto. Un esperimento che ripeterai?

Sì, ripeterò l’esperimento, ho già in lista il retelling di un romanzo degli anni ’20. Ma non succederà prima di un paio d’anni, per il prossimo libro tornerò al contemporary.

Una storia che ha forti tracce autobiografiche, accennate anche nel prologo. Puoi rivelarci qualcosa di più?

Mia madre è francese e da settembre 2020 anche io vivo stabilmente qui, mi sono trasferita per stare col mio fidanzato. Sulle nostre spiagge non è raro trovare manufatti della seconda guerra mondiale, e la mia famiglia francese (come quella italiana, in realtà) ha una forte coscienza politica. Scrivere una storia d’amore ambientata durante il periodo più oscuro della nostra storia recente e raccontare la Resistenza francese, bilanciando i due elementi (romance e contesto storico), era una sfida che volevo vincere a tutti i costi.

La storia di Yvette e Aramis ha coinvolto moltissimo tutti i tuoi lettori, non solo per la toccante storia d’amore ma anche per l’accuratezza della ricostruzione storica. Cosa puoi dirci in merito?

Posso dire che il responsabile dell’archivio storico della mia città mi odia, che mia nonna mi odia, le mie amiche italiane a cui ho chiesto di aiutarmi nelle ricerche mi odiano, le mie amiche francesi mi odiano, la mia editor mi odia più di tutti. XD Questo per dire che per un anno ho dato il tormento a chiunque per fare in modo che questo libro fosse storicamente il più accurato possibile. Ecco perché ci ho messo così tanto a pubblicare!

In “Di Fuoco e d’ambra” si parla di tradimento, della perdita di fiducia e di seconde possibilità. In “Incantevole e proibito” il tema è la differenza di età, il nascere di un sentimento proibito. Entrambi i libri hanno protagonisti con enormi diversità ricalcando il tema dell’attrazione degli opposti, un dualismo che ricorre anche nella scelta degli stessi titoli. Un argomento che ti ispira particolarmente?

Mi ispira moltissimo. Senza diversità non c’è conflitto, senza conflitto non c’è storia.

In “Eden in the dark” la protagonista femminile è una giovane emarginata dalla comunità in cui vive, definita selvaggia, amante dei boschi e della natura, un luogo in cui si sente al sicuro. Parlaci di questo aspetto. Chi sono secondo te gli emarginati nella nostra società?

Siamo una società che lascia indietro chi non produce abbastanza, chi non riesce a stare al passo e non è competitivo, chi ha obiettivi diversi da quelli comuni, chi ha commesso degli sbagli, chi è reputato debole secondo degli standard decisi dagli interessi economici. Basta guardare queste categorie per capire chi sono gli emarginati della nostra società.

Conosci il mondo dei combattimenti da dove proviene il protagonista Crowley? E quello dei tatuatori di Ambrose?

No, in realtà non conosco né l’uno né l’altro (non ho neanche un tatuaggio, per dire)! Però mi sono informata e ho fatto ricerche per scrivere di questi due personaggi.

“Siamo nuvole nel vento” come “Incantevole e proibito” hanno in comune il tema “forbidden”. Un genere che ti appassiona in particolar modo?

È il mio preferito, sia da lettrice che da scrittrice! Purtroppo non è un genere molto “frequentato” anche se ultimamente sta avendo successo.

Da lettrice, cosa ti attira in un libro e cosa non sopporti? E secondo te, cosa deve avere un libro per avere successo?

Per me la presenza della storia d’amore è fondamentale, anche se si tratta di narrativa. Non tollero la violenza sugli animali, è una delle pochissime cose che mi spinge a chiudere un romanzo e a gettarlo via.

Non so cosa debba avere un libro per avere successo con gli altri, so cosa deve avere per avere successo con me: che sappia suscitare emozioni.

Nel romanzo “Il giorno giusto per incontrarti” i due protagonisti si scambiano lettere lasciate sotto a un albero di ciliegio. Dai ancora valore alle lettere o solo messaggi virtuali? E quando scrivi un libro lo fai su carta, prima di tutto o ti affidi a un computer?

Sono l’antitesi di Rachel e Evan, i protagonisti del romanzo! Io scrivo solo al computer, scrivere a mano mi annoia e mi rallenta (e sono già tanto lenta di mio!)

Come vivi il momento in cui scrivi, ti isoli per scrivere seguendo l’ispirazione o preferisci dilatare il tempo per elaborare maggiormente la storia?

Nonostante la pigrizia e la disorganizzazione di cui mi vanto, in realtà sono piuttosto disciplinata. Quando ho un romanzo in stesura cerco di scrivere tutti i giorni e seguo la scaletta creata in precedenza. Dal 2019 vivo di scrittura, questo è il mio lavoro e come tale va organizzato.

Ti piace rileggere i tuoi libri a distanza di tempo oppure te ne distacchi totalmente quando li hai terminati?

Ogni tanto mi capita di rileggermi, e mi sento piuttosto confusa. Chi l’ha scritta quella roba? Sono davvero stata io? Mi viene uno strano senso di spaesamento!

Come scegli le tue cover, le segui di persona oppure ti affidi a qualcuno?

Le scelgo insieme alla mia editor che mi segue per tutto il processo creativo.

C’è un genere che non hai ancora scritto e in cui ti piacerebbe cimentarti?

Per il momento no, volevo provare lo storico e l’ho provato, ora torno al contemporary.

Quali autori ammiri particolarmente e che magari ti ha ispirato come autrice?

Cito solo gli stranieri perché gli italiani son veramente tanti e rischio di perdermene qualcuno per strada: Amy Harmon, Brittany c. Cherry e Nicholas Sparks.

Le ambientazioni sono spesso parti fondamentali per la costruzione della storia. Luoghi inventati, che hai visitato oppure che conosci particolarmente? Scriverai mai un libro ambientato in Italia?

Il mio primo libro era ambientato in Italia, dove vivevo. L’ultimo è ambientato in Francia, dove adesso vivo. Per il resto preferisco inventarmi delle cittadine, di modo da essere libera di crearle come preferisco.

Sei in parte italiana ma vivi all’estero. Che rapporto hai con il nostro paese?

Mi sento molto più italiana che francese. Ma non ditelo alla mia famiglia e al mio fidanzato 😀

Puoi svelarci qualche anticipazione su progetti futuri (vicini o lontani)?

Arriverà qualcosa nel 2022. Sicuramente sarà un contemporary, ho un po’ di trame in lista e devo decidere quale mi ispira di più.


Grazie Arianna, non vediamo l’ora di leggerti ancora.