L’INCASTRO (IM)PERFETTO di Colleen Hoover

L’INCASTRO (IM)PERFETTO di Colleen Hoover

Titolo: L’incastro imperfetto
Autore: Colleen Hoover
Serie: Autoconclusivo
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: POV alternato (Miles e Tate)
Tipo di finale: chiuso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 27 Agosto 2015
Editore: Leggereditore

TRAMA


Quando Tate Collins trova il pilota Miles Archer svenuto davanti alla sua porta di casa, non è decisamente amore a prima vista. Non si considerano neanche amici. Ciò che loro hanno, però, è un’innegabile reciproca attrazione.
Lui non cerca l’amore e lei non ha tempo per una relazione, ma la chimica tra loro non può essere ignorata. Una volta messi in chiaro i propri desideri, i due si rendono conto di aver trovato un accordo, almeno finchè Tate rispetterà due semplici regole: mai fare domande sul passato e non aspettarsi un futuro.
Tate cerca di convincersi che va tutto bene, ma presto si rende conto che è più difficile di quanto pensasse. Sarà in grado di dire di no a quel sexy pilota che abita proprio accanto a lei?

RECENSIONE


Leggere questa storia è stato un viaggio profondo, intenso che mi ha tenuta incollata alle pagine senza sosta. Conoscevo questa autrice grazie a “Forse un giorno”, letto un paio di anni fa. Speravo che anche questa volta potessi ripercorrere la stessa emozione, ovvero sentire una storia mia, proprietà della mia anima e della mia vita.

Si dice che ogni libro abbia il suo momento, a seconda dello stato d’animo che si sta vivendo, dalle nostre emozioni e sensazioni.

“L’incastro (Im)perfetto” è arrivato al momento giusto. Sono trascorsi due anni da quando lo avevo acquistato e decidere di conoscere la storia di Tate e Miles è stato come scartare un regalo, assaporando ogni parola, ogni pagina e farlo mio. Una magia svelata attraverso la lettura, innescando nella mente un misto di ricordi ed emozioni legati al vissuto, come accade quando una storia smuove ciò che è già dentro di noi.


Non ho idea di cosa gli passi per la testa. Non sorride mai. Non ride mai. Non flirta. Sembra portare una specie di maschera di ferro tra la sua espressione e il resto del mondo.


Miles è un pilota, volare è sempre stato il suo sogno. E’ giovane e bello ma non vive come potrebbe fare un ragazzo della sua età, dando spazio anche alla vita privata divertendosi. Lui sopravvive lavorando senza sosta, appesantito da anni da una corazza di dolore che lo ha reso impenetrabile, silenzioso, fino ad avere congelato ogni emozione che rimetta in vita il suo cuore, divenuto freddo, come il metallo più duro. Da anni ha chiuso la porta a chiunque possa scalfire la sua vita. Nessun passato da condividere, nessun futuro da progettare. Il presente è l’unico tempo verbale che si consente di contemplare.


Voglio conoscere tutti i pensieri che gli passano per la mente, soprattutto quello che ha in testa adesso, nascosto dietro quell’espressione stoica e risoluta.


L’incontro con Tate, sorella di uno dei suoi più cari amici, sarà l’inizio di un percorso interiore in cui dolore, paura, elaborazione e disperato desiderio si intrecceranno per divenire le forze motrici di una rinascita difficilissima.

Sguardi, sfioramenti e profumi innescano un’attrazione quasi folle, che entrambi decideranno di vivere come una partita scandita da regole rigide e chiare, per preservare il cuore da possibili complicazioni. Il terreno in cui si fronteggeranno diverrà sempre più scivoloso, fino a che ad ogni incontro restare in piedi sarà sempre più arduo. Quando il sangue ricomincia a fluire il cuore ricomincia a battere, a quel punto non esistono regole che possano ingabbiarlo di nuovo, anche correndo il rischio di spezzarlo, ancora.

Il ritmo del racconto è perfettamente bilanciato, dipanandosi tra presente e passato e arricchendo così la lettura di incredibile intensità. Ogni flaskback è raccontato dal punto di vista di Miles con uno stile originale e incalzante, in grado di far sentire vive le sue emozioni. Ogni ricordo aumenta il pathos della storia per scoprire cosa ci sia dietro il pesante sipario di un passato troppo duro da ricordare e così buio da aver gettato impenetrabili ombre sul presente. La scelta dell’autrice di dare voce a Miles attraverso il passato evidenzia quanto lui sia ancora prigioniero di eventi che lo hanno segnato e reso prigioniero. Tate vive il presente, con gli occhi ancora inesperti di chi il futuro lo sogna.

Il titolo originale, “Ugly love”, reclama con forza il messaggio profondo della storia che porta con sé la bellezza e lo struggimento di un processo difficile di rinascita di chi annega nel buio, divenendo incapace di risalire in superficie.


La differenza tra il brutto dell’amore e il bello dell’amore è che il bello è molto più leggero. Ti fa sembrare di volare. Ti porta in alto. Ti trasporta.
Il brutto dell’amore diventa te. Ti consuma. Ti fa odiare tutto. Ti fa capire che per quanto sia bello il bello dell’amore, il gioco non vale la candela.


Un viaggio introspettivo nei profondi meandri di un cuore indurito come la coltre ghiacciata di un lago oscuro. Un percorso in cui ci si immerge senza indugio, confortati nel seguire, pagina dopo pagina, la luce di Tate, una lunga scia sottile e luminosa, capace di fendere l’abisso per riportare in alto, in cielo, e ammirare l’alba, grazie all’attesa di chi ama davvero e non desiste. Un’esperienza toccante, a tratti anche straziante, ma che vale la pena di vivere.


Accade qualcosa. Qualcosa dentro di me. È come se le sue parole avessero scatenato una valanga nel ghiacciaio che circonda il mio cuore. Sento pezzi di ghiaccio staccarsi e cadere, andando ad aggiungersi agli altri pezzi che avevano iniziato a staccarsi dal giorno in cui ho incontrato Tate.


Lo stile narrativo è evocativo e ricco di sfumature, in cui ogni parola è accuratamente scelta per far riflettere, entrando così in empatia con i protagonisti, nel loro tortuoso viaggio verso la consapevolezza che dolore e felicità sono facce della stessa medaglia, non esiste l’uno senza l’altro.

Miles e Tate sono i due protagonisti indimenticabili di un libro meraviglioso, in cui l’amore insegna a convivere col dolore, sciogliendo il gelo delle proprie paure nel caldo abbraccio di chi non si è mai arreso.


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