LA MATEMATICA DELL’AMORE di Helen Hoang

LA MATEMATICA DELL’AMORE di Helen Hoang

Titolo: La matematica dell’amore
Autore: Helen Hoang
Serie: Autoconclusivo
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Concluso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 30 Maggio 2018
Editore: Leggereditore

TRAMA


Stella Lane pensa che la matematica sia l’unica legge che regoli l’universo. Nel suo lavoro si serve di algoritmi per prevedere gli acquisti dei clienti, e questo le ha assicurato più denaro del necessario ma l’ha privata di un minimo di esperienza con gli uomini. Non aiuta il fatto che Stella sia affetta da Asperger e che i baci alla francese le ricordino uno squalo che si fa pulire i denti da un pesce pilota. La soluzione per i suoi problemi è una sola: fare molta pratica, con un bravo professionista. Ecco perché assume un gigolò, Michael Phan, un vero esperto nel settore, che accetta di guidarla in un articolato programma di lezioni: dai preliminari alle posizioni più ardite. In poco tempo Stella non solo impara ad apprezzare i suoi baci, ma anche tutte le altre cose che Michael le fa provare, e la loro “insensata” collaborazione inizia ad assumere uno strano senso, tanto da insinuare in lei il sospetto che l’amore sia la logica da seguire…

RECENSIONE


Può l’amore obbedire alle leggi della logica delle statistiche, essere previsto, calcolato, appreso?
D’istinto risponderei di no, mai avrei pensato ad un’equazione tra matematica e amore e invece dopo aver letto questo dolcissimo romanzo mi sono detta, perché no?
La matematica dell’amore è una storia molto particolare e proprio per questo mi ha piacevolmente sorpresa.
Stella una ragazza che adora numeri e statistiche, esperta di economia ne ha fatto un lavoro che la appaga, le dà sicurezza e agiatezza economica ma affetta dalla sindrome di Asperger è una frana nelle relazioni sociali e quindi anche amorose.
Pressata dalla famiglia e da un mondo esterno che la fa sentire in difetto decide di affidarsi ad un professionista, assumendo un gigolò che la possa istruire sul sesso, Michael.


Aveva ragione Philip? Schifava il sesso perché non era buona a farlo? La pratica rende davvero perfetti? Che pensiero seducente. Magari il sesso era soltanto un’altra cosa interpersonale per cui doveva fare sforzi extra come i convenevoli, il contatto visivo e il galateo.


Michael fa l’escort per bisogno e questa scelta ha dato alla sua vita una direzione del tutto diversa da quella che lui avrebbe voluto, avendo dovuto accantonare le proprie ambizioni e i propri sogni, ma è una persona dotata di enorme sensibilità e Stella si trova subito a proprio agio con lui, schiacciato a sua volta da insicurezze e obblighi che lo fanno sentire inadeguato.
Quanto siamo disposti a sacrificare per le persone che amiamo ma nello stesso tempo quanti di questi sacrifici sono fatti anche per un desiderio di accettazione da parte della società?
Il tema è quello della diversità e dei pregiudizi: Stella e Michael sono convinti di non essere all’altezza di un mondo che rimanda loro questo messaggio.
La storia raccontata in questo libro è un esempio di quanto in un’epoca globalizzata e multietnica quale la nostra, sia ancora difficile accogliere chi è diverso da noi, affibbiando etichette agli individui secondo metri di misura che hanno a che fare per lo più con l’apparenza, lo status, la condizione economica e l’uniformarsi alla collettività.

Con una scrittura di una dolcezza disarmante, l’autrice ha posto l’attenzione su quanto invece la diversità non dovrebbe definire noi stessi classificandoci come adatti o inadatti, adeguati o inadeguati come persone ed essendo lei stessa affetta da autismo questo ha sicuramente conferito autenticità al racconto.
Il desiderio di accettazione da parte degli altri ha origini antiche nell’animo umano, tutti desideriamo compiacere i genitori, l’approvazione degli amici, essere considerati normali se non addirittura speciali da chi ci sta intorno, ma questo desiderio non dovrebbe soccombere al bisogno di snaturarsi per essere realizzato.

Sono convinta che l’unicità di ogni individuo sia un valore prezioso da preservare, tanto da trovare difficile dare una definizione oggettiva e universale di “normalità”.


Degli altri, non le importava cosa pensassero. Da Michael, aveva disperatamente bisogno di essere accettata. Aveva un disturbo, che però non la definiva. Era Stella. Era una persona unica.


L’aspetto che più mi ha destato tenerezza è che lo sforzo enorme che Stella fa per migliorare le proprie competenze sociali non nasce dall’esigenza di sentirsi meglio con sé stessa ma al contrario da quella di far sentire meglio gli altri quando interagiscono con lei.
Non desidera che le proprie difficoltà sociali siano fonte di disagio o di imbarazzo nelle sue relazioni interpersonali e spende moltissime energie nell’intento di apprendere comportamenti che non le appartengono ma sono ritenuti universalmente adeguati, regalando in questa impresa anche alcuni momenti di ilarità per il suo modo così originale di affrontare le dinamiche relazionali.


Per svariati momenti torcibudella, ripassò la checklist di promemoria pre socializzazione: pensa prima di parlare (qualsiasi cosa può risultare offensiva per una persona; nel dubbio, non dire niente), sii garbata, resta con le mani in mano, evita i gesti nervosi e va bene, guarda negli occhi, sorridi (niente denti, è inquietante), non cominciare a pensare al lavoro, non metterti a parlare del lavoro (nessuno vuole saperne niente), per favore e grazie, scusati in modo sentito.


Il risultato di queste complicate operazioni matematiche e amorose è che non si tratta di imparare un comportamento giusto o di sottostare a delle definizioni, ma di rapportarsi a modo proprio alle persone giuste, quelle che amano in modo naturale e totale accettando l’altro così com’è senza sentire l’esigenza di cambiarlo, migliorarlo o correggerlo.


Lei non era rotta. Lei vedeva e interagiva con il mondo in un modo diverso, ma quella era lei. Poteva cambiare modo di agire, cambiare le parole, cambiare aspetto, ma non poteva cambiarsi alla radice. Dentro di sé, sarebbe sempre stata autistica.


Durante la lettura ho proprio pensato a quanto il cardine che sorregge tutta la trama sia in realtà un paradosso: una persona la cui condizione implica difficoltà empatiche nei confronti delle altre persone è in realtà quella che più di tutti si preoccupa di non deludere, non ferire o mettere a disagio il prossimo.
Forse c’è molta più empatia nelle piccole manie e ossessioni di Stella di quanta se ne trovi nelle persone cosiddette “normali” e di sicuro esse non la definiscono.
Concedetevi qualche momento di svago ma anche di riflessione con questo libro che mi ha colpita per la tenerezza con cui viene raccontato un amore nato in modo inusuale ma spontaneo e delicato, caratterizzato da momenti di erotismo e sensualità coinvolgenti e intensi nella loro naturalezza, ma che vuole raccontare molto di più.
La matematica evidentemente si può applicare a molti ambiti, Stella e Michael hanno trovato grazie ad essa un amore fatto su misura per loro.

È importante ricordare solo che la misura è diversa per ognuno di noi e mi sento di aggiungere meno male che è così.

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