
IL LORD DELLA SEDUZIONE di Loretta Chase
Titolo: Il lord della seduzione | |
Autore: Loretta Chase | |
Serie: Scoundrels vol.3 | |
Genere: Historical Romance | |
Narrazione: Terza persona | |
Tipo di finale: Concluso | |
Editing: ottimo | |
Data di pubblicazione: 7 Maggio 2016 | |
Editore: Mondadori |
TRAMA
Jessica Trent è risoluta: vuole liberare a ogni costo il fratello dalla cattiva influenza del famigerato Sebastian Ballister, celebre marchese di Dain. Mai si sarebbe aspettata di iniziare lei stessa a desiderare un libertino amorale come Sebastian. Preso dalla stessa passione, il marchese finisce col mettere entrambi in una posizione compromettente in pubblico, ma non ha alcuna intenzione di cedere: è stata lei a tentarlo e ora dovrebbe addirittura salvarle la reputazione! Il rude e arrogante marchese, però, deve ancora fare i conti con la più imprevedibile delle incognite: l’amore.
RECENSIONE
Questo romanzo è uno storico scritto ad arte, un vero gioiello per gli appassionati del genere come me da non lasciarsi sfuggire, con personaggi e trama tutt’altro che stereotipati.
Finalmente una protagonista femminile con i contro fiocchi : zitella per scelta e non per mancanza di attrattive, dotata di una personalità fuori dal comune, cervello sopraffino, una bellezza esteriore che riflette quella interiore, sicura di sé, per niente pudica ma mai volgare, onesta e appassionata, con un talento nello scovare opere d’arte e doti sportive al pari se non migliori di quelle maschili.
Una donna che è se stessa e sa destreggiarsi tra le regole del suo tempo e della società senza esserne sopraffatta anzi utilizzandole con intelligenza a suo favore. Certo non è un’eroina solo pregi : vendicativa, calcolatrice e astuta, ma sempre a onor di giustizia, è un personaggio che ho amato tantissimo.
Ed è così che la Chase tratteggia la degna coprotagonista del lord seduttore del titolo: anche qui finalmente un vero, cinico, dispotico, sregolato, dissoluto, crudele, scortese, intimidatorio ma credibilissimo libertino con la L maiuscola.
Questi due personaggi mi hanno catturata da subito perché la scrittrice ne estrapola gradualmente il carattere assai complesso, la cui psicologia ( elemento immancabile per catturare la mia attenzione nei personaggi in qualsiasi romanzo ) emerge soprattutto attraverso i dialoghi, che definire arguti è poco.
Spassosi a tratti esilaranti i botta e risposta e il sarcasmo e l’ironia con cui spesso i due comunicano, non solo tra loro.
Con gradualità e ricercatezza vengono sviscerati pensieri, desideri, sofferenze e bisogni dei personaggi a cui mi sono affezionata sempre più entrando in sintonia con essi proprio perché sempre fedeli a loro stessi, mai snaturati neanche nel processo di innamoramento.
Oltre alla leggerezza raffinata che caratterizza questo tipo di lettura il romanzo tratta con triste dolcezza la tematica del rapporto madre/figlio.
Sua mamma , invece, non ha la tragica espressione convenzionale. E’ mezzo accigliata, questo sì. Leggermente irritata , forse, perchè il bambino è stato un po’ noioso. Eppure ha l’accenno di un sorriso, come per rassicurarlo o perdonarlo. Perchè capisce che lui non lo fa apposta. Marmocchio innocente, lui dà tutto per scontato : i sorrisi e le rassicurazioni della mamma, la sua pazienza…la sua indulgenza. Lui non sa che dono è, figurarsi se ne è grato.
Ma soprattutto mi ha lasciato intravedere anche un messaggio universale e senza tempo : tutti abbiamo bisogno di essere amati e accettati così come siamo, a cominciare da chi ha il potere di plasmarci durante l’infanzia perché siamo il risultato non solo dell’eredità genetica ma anche e soprattutto del contesto educativo di chi ci cresce.
Sebastian sapeva di non poter chiedere alla madre che cosa c’era di sbagliato in lui e come fare a porvi rimedio.
Ecco perché fin dal prologo sono raccontati gli eventi che hanno innescato e modellato il carattere del lord in questione, un’introduzione che a suo modo ho trovato a tratti struggente.
Fra i costanti abusi fuori dalla classe e le regolari frustate all’interno della stessa, ci volle meno di un anno perchè Eton estirpasse da lui ogni inclinazione verso l’affetto, la gentilezza e la fiducia. I metodi etoniani tiravano fuori il meglio dalla maggior parte dei ragazzi. In lui, risvegliarono il peggio.
Il romanzo ha tutti gli ingredienti giusti dosati alla perfezione : molta ironia, qualche sotterfugio, piccoli complotti, qualche colpo di scena, forte passionalità e altrettanta sensualità.
Le scene di sesso sono descritte senza eccessi, rispecchiano il rapporto tra i due protagonisti senza volgarità, anzi fanno trasparire già da subito che il desiderio fisico tra i due germoglia inconsapevolmente per entrambi in un sentimento più profondo.
Anche i personaggi secondari sono una cornice di qualità, un plauso soprattutto per me alla nonna della protagonista.
Una delle eccentricità di Lady Pembury era la sua insistenza nel farsi chiamare col nome di battesimo da tutti i suoi figli e nipoti. “Sono una donna” rispondeva a coloro che protestavano sostenendo che quel modo di rivolgersi fosse irrispettoso. “Ho un nome. Mamma, nonna…” A questo punto di solito scrollava leggermente le spalle. “Così anonimi”.
La trama si snoda senza sapere cosa aspettarsi nell’evolversi della storia e questo ti tiene attaccato alle pagine.
Lo stile dell’autrice che non conoscevo ma di cui sicuramente leggerò altre opere è particolare, se dalle prime battute può sembrare un po’ svagato in realtà procedendo nella lettura si rivela sagace e brillante.
Questo romanzo non può mancare nella libreria di chi ama i romance storici per niente scontati, con personaggi di spessore e una scrittura intelligente.
Decisamente tra altri di questo genere ha una marcia in più e per questo sicuramente lo rileggerò in futuro.
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