
USHEEN di Naike Ror
Titolo: Usheen | |
Autore: Naike Ror | |
Serie: r.U.d.e. Serie | |
Genere: Contemporary Romance | |
Narrazione: Terza persona | |
Tipo di finale: Chiuso | |
Editing: Ottimo | |
Data di pubblicazione: 24 Ottobre 2016 | |
Editore: Self Publishing |
TRAMA
Per Ryana Murphy, impiegata di San Francisco con un passato da ballerina classica, mantenere il controllo sulle proprie emozioni è una necessità. La sua esistenza è scandita da regole ben precise, da ligie abitudini, almeno finché Samuel McQueen, giornalista d’inchiesta, non irrompe nella sua vita trascinandola in un vortice di dubbi e agghiaccianti sospetti sul passato della famiglia Murphy.
Decisa a scoprire la verità, Ryana è costretta a tornare nella città in cui è nata; a Derry, come la chiamano i cattolici, o Londonderry, come la chiamano i protestanti come lei. In quel posto dal duplice nome, che però non cambia volto quando si tratta di mostrare una tra le più radicate faide religiose, c’è l’unica pista in grado di condurla alla scoperta della verità sul passato di suo padre. Lì, tra gli antichi vicoli della città vergine, circola ancora il nome di colui che può dare una spiegazione a tutto ciò che ha condizionato l’esistenza di Ryana.
E quel nome è quello di Usheen Doherty.
Vivere a Derry è difficile. Tra quelle strade, spesso è il credo religioso a fare la differenza e Usheen, cattolico cresciuto nel ghetto di Bogside, lo sa bene. A volte, la sua divisa da poliziotto lo porta a rincorrere la giustizia con metodi non convenzionali e a stringere alleanze con persone poco raccomandabili. Qualcuno pensa che combatta dalla parte sbagliata, altri credono che la sua missione sia legittima. Solo Usheen sa quali siano la verità e il suo obiettivo.
Ciò che ignora è che il suo destino sta per incrociare quello della sua nuova vicina di casa, una misteriosa americana dall’aspetto algido e dai movimenti sinuosi, che potrebbe non essere chi dice davvero di essere.
RECENSIONE
“Usheen” è una storia difficile da tanti punti di vista: da digerire, da capire, da scrivere ma soprattutto da dimenticare. Rileggerla dopo anni dalla sua prima pubblicazione è stato un viaggio intenso, che non credevo mi facesse rivivere sensazioni ancora più forti della prima volta, in cui ignara di cosa mi aspettasse fui travolta da un libro crudo, potente e magnetico.
Ryana non aveva mai avuto voglia di urlare di rabbia, ma appena quei bastardi uscirono dalla sua sala mise lo stereo al massimo del volume e urlò. Urlò contro la vita che le metteva in continuazione il viso di Usheen Doherty davanti.
Due protagonisti caustici e ruvidi, personaggi comprimari e secondari altrettanto imperdibili, una trama complessa incentrata sulla ricerca di verità e sul filo della vendetta in un contesto sociale, politico e religioso tra i più controversi del vecchio continente.
Sono questi gli ingredienti predominanti che utilizzerei per riassumere in poche parole “Usheen”, un libro tra i più indimenticabili per me, in cui mi sono immersa a capofitto senza esitazione, per fare ritorno nuovamente a Londonderry/Derry, e rivivere questa storia attraverso gli occhi dei suoi protagonisti.
La storia di Usheen nasce in questa ambientazione e si svolge in una città dal duplice nome: Derry (se siete cattolici) /Londonderry (se siete protestanti). Gli accenni che leggerete a fatti di cronaca sono tutti ispirati ad avvenimenti realmente accaduti così come sono realmente esistite le discutibili leggi contro il terrorismo. Particolare menzione va fatta per i meravigliosi murales di Bogside che un giorno spero di poter visitare.
Già dal prologo l’autrice ci offre un quadro accurato sulla situazione che ha devastato per anni l’Irlanda del Nord, pervasa da un feroce clima di odio, e facendo capire così l’enorme ricerca che è stata necessaria per costruire una trama tanto avvincente quanto credibile, ispirata in parte a episodi realmente accaduti.
Londonderry/Derry , un luogo, due nomi ad indicare uno scontro di radici antiche capace di sfociare in una lotta armata durata decenni e che ha contrapposto famiglie, comunità, quartieri. Un conflitto di minoranze religiose oppresse che tra gli anni sessanta e settanta degenerò in episodi di guerriglia urbana violentissima tra cattolici e protestanti, lasciando ferite profonde e cicatrici ben visibili.
Un contesto intricato che fa da cornice a questo libro, i cui i primi capitoli sono fondamentali a introdurre l’articolato quadro narrativo della storia, che intesse ad arte le fila dei legami che intrecciano i destini dei molteplici personaggi, uniti a livelli diversi tra loro, come fosse la struttura di un romanzo giallo.
Man mano che lo scenario si fa chiaro, contestualmente la distanza tra gli attori principali si riduce, fino a che il sipario del romanzo si alza su Derry (la chiamerò così per rispetto del protagonista e del suo credo), trasportando il lettore con sapiente precisione nelle sue strade, vicoli, nei murales di Bogside, quartiere simbolo della città, nelle rive del fiume Foyle, nei tradizionali pub fino alle meravigliose campagne circostanti che raggiungono il mare grazie a scogliere mozzafiato.
A Derry però niente è come sembra, l’apparenza è il più feroce degli inganni e ogni sentimento che nasce trasforma tutti in facili bersagli, scoprendo così il fianco al nemico, ovvero chi? Chiunque, un vicino di casa, un poliziotto oppure una misteriosa insegnante di danza classica giunta in città da lontano.
«Allora Bainne, sappiamo che hai una vicina con un probabile bel culo e che è sempre a dieta. Ascolta musica di merda e non passa i sabato pomeriggi all’Ikea.»
In un attento e progressivo avvicinamento Ryana e Usheen si studiano, si spiano perché basta un dettaglio, un accento diverso, a far nascere congetture, a entrare in un mirino.
Due combattenti legati dal rigore e divisi dal sospetto, che si sondano per paura, si provocano per un’insanabile attrazione che li renderà vittime e carnefici allo stesso tempo in un complesso rapporto in cui non mancheranno colpi di scena, tensione, commozione e passione.
Una lotta ostinata, così potente da graffiare la pelle e lasciare lividi che fanno male al cuore fino a crepare il muro di sospetto eretto per difendersi.
La ricerca della verità diverrà per entrambi un vortice di ambiguità, dubbi ed interrogativi, fino a che una missione in incognito si trasforma in qualcosa di inaspettato, ovvero un’esperienza umana così profonda da segnare un risveglio emotivo in grado di scongelare un cuore pietrificato dal dolore e dalla rabbia.
«I sentimenti sono come delle frecce, se ti colpiscono al punto giusto sono letali.»
Sentimenti dati per perduti come l’amicizia, l’affetto più puro fino ad un barlume d’amore riaffiorano in un luogo mai dimenticato, seppure ancora oscuro e diviso da fazioni appese ad un precario equilibrio, ancora alla ricerca di una pace reale.
Una rinascita non facile ma capace di rimettere tutto in discussione, ribaltare ruoli, infrangere certezze.
«Il mio arruolamento equivale al tuo smettere di danzare.».
Ryana capì perfettamente quello che Usheen intendeva; le loro vite avevano finito per essere come i loro appartamenti; perfettamente speculari. «Sai quando la situazione si complica?» Le domandò retoricamente. «Quando iniziamo a volere bene a qualcuno.» Rispose Ryana e fu il turno di Usheen di annuire.
Chi è il buono e chi il cattivo?
Difficile rispondere se non leggendo fino all’ultima pagina di questo romanzo straordinario, che grazie alla magistrale bravura dell’autrice dosa il ritmo della narrazione tra suspense, eros e dramma, intrecciando presente e passato come fossero incastri impossibili e per sognare un futuro (di pace) finalmente possibile.
Solo lei gli provocava tutto questo, smontava il suo umore come uno stupido cubo di Rubik, mettendo a repentaglio la lucidità che la situazione richiedeva. Doveva dominare quel sentimento proprio come doveva dominare lei e ci sarebbe riuscito a costo di usare le maniere forti, l’avrebbe protetta a costo di spazzarla via dalla sua vita.
Tornare a Derry ha equivalso per me ad un viaggio nei miei ricordi, quelli più lontani e preziosi in cui mi sono innamorata della lettura di storie straordinarie.
Spero un giorno di farci visita a Derry, e vedere i murales di Bogside, tra cui la scritta “You are now entering Free Derry“, state entrando nella Derry libera.
Pare che sia possibile fare dei tour commemorativi alcuni dei quali organizzati proprio da Paul Doherty, figlio di una delle vittime della sanguinosa domenica di Derry, in cui persero la vita 14 civili innocenti nel 1972, in quella che fu chiamata “Bloody Sunday”.
Sarebbe bello vedere questo libro trasposto sul grande schermo. Io sarei in prima fila.
Link per l’acquisto di Usheen qui