
ALI DI CARTA di Vera Demes
Titolo: Ali di carta | |
Autore: Vera Demes | |
Serie: Autoconclusivo | |
Genere: Contemporary Romance | |
Narrazione: Terza persona | |
Tipo di finale: chiuso | |
Editing: Ottimo | |
Data di pubblicazione: Aprile 2023 | |
Editore: Self publishing |
TRAMA
Sospesi nel vuoto ci guarderemo. E voleremo via.
Solidità.
È ciò che Alessandro Bramanti, trentaquattro anni, un bell’appartamento al centro di Roma, una Maserati fiammante, donne quanto basta, soldi da spendere e una posizione di socio in un prestigioso studio di architettura, persegue ogni giorno. Sicuro di sé, deciso, arrogante e molto competitivo non ha tempo per la leggerezza.
Eppure tutto cambia quando, in una serata da dimenticare, Aurora Sándor entra nella sua vita ribaltando ogni certezza. Ventiduenne silenziosa e affascinante, una tenacia resiliente e una levità in grado di aprire orizzonti inaspettati, lei possiede il dono prezioso di saper volare.
Il loro primo incontro è un disastro e tuttavia, complice il destino, le loro strade si incrociano ancora. E questa volta con esiti inattesi.
Lui è rigido, impaziente e facile all’irritazione, lei è sognatrice, mite, eterea e la loro diversità sembra un ostacolo insormontabile.
Poi un viaggio a Stoccolma costellato da incomprensioni ma anche da una strana complicità capace di superare le distanze.
Nelle differenze si crea una magia e stare insieme diventa bello, un percorso romantico alla riscoperta di sé stessi, giorni impetuosi sulle spiagge selvagge della Maremma, il desiderio e la voglia di amarsi che sfondano gli argini della riservatezza.
Ma un evento greve può minare la felicità precipitandoli in basso e cambiando tutto.
E allora servono ali di carta per sollevarsi in aria e inseguire i tracciati tortuosi del vento.
Entrambi lo sanno. L’hanno scoperto insieme. E questo, forse, basterà.
RECENSIONE
Ritorna Vera Demes a pochi mesi dalla sua ultima pubblicazione, avvenuta a Natale con Winter Melody. Un’autrice che sembra avere un processo creativo in continua fermentazione e che richiama alle parole del famoso pittore Picasso: “L’ispirazione esiste, ma ti deve trovare già all’opera”.
Lei pronta lo è sempre, per quanto scrivere un romanzo non è da tutti. Un percorso che spesso è catartico, e che richiede spirito di osservazione, tempo di sedimentare esperienza, elaborare emozioni e uno sguardo attento sulla realtà, per interpretarla a proprio modo e da cui allontanarsi per raccontare in parole quanto vissuto, percepito.
Ali di carta è una storia particolarmente sentita, che racchiude già nella scelta del titolo il significato profondo di quanto spesso sia necessario abbandonare i pesi che gravano su di noi, fardelli che ci impediscono di vedere con lucidità persone, situazioni e che ci rendono fragili.
La sua sicurezza poggiava su solide basi. Un’educazione rigida, regole inflessibili, poco spazio per i sentimentalismi e un mondo di valori incorrotti che lo aveva forgiato rendendolo forte. Raziocinio, buon senso, capacità di lettura della realtà, amore per l’arte e la cultura e un sano distacco dalla volgarità. Non avrebbe mai fallito. Non avrebbe potuto neppure volendo. Era fatto così.
A essere descritto così Alessandro, protagonista maschile di questo racconto: architetto di successo, uomo inflessibile e razionale, un vincente. Una vita costellata di progetti a medio e lungo termine, dove nulla è lasciato al caso, tutto è sotto controllo. Nessun legame che lo veda coinvolto in una relazione, né sentimentale né familiare di rilievo, se non con il socio e amico Tito. Un’esistenza solida fondata sulla solitudine dove niente e nessuno sembra fare la differenza.
«E ricordati sempre ciò che ti dicevo da bambina». La suora era rimasta sulla soglia, il cielo che si stava sciogliendo in un crepuscolo rosato e le campane di una chiesa che chiamavano a raccolta i fedeli per l’ultima funzione domenicale. «Tu sei aria. In un mondo greve». Aurora sorrise poi le lanciò un bacio sulla punta delle dita e corse via. Sperava che fosse così. Librarsi in alto. Sempre più leggera. Sganciandosi dalle zavorre della vita. Senza rimpianti.
Aurora, secondo il significato dei nomi “splendente, rosseggiante, luminosa”, che riporta anche a una divinità che nella mitologia romana si rinnovava ogni giorno all’alba e volava attraverso il cielo, annunciando l’arrivo della mattina. Questo è il nome scelto per la protagonista femminile, leggiadra come un colibrì, bella come una fata. Una giovane ragazza con un passato e un’infanzia intrisi di dolore, vissuto insieme al fratello Damiano, il quale ha con lei un rapporto conflittuale. Nonostante le profonde ferite che la vita le ha inferto, nonostante le delusioni e le cadute, Aurora mostra una grande dignità, un’integrità morale che le permette di rispettare i propri valori, quelli dell’amicizia, dell’affetto fraterno, e soprattutto il rispetto verso sé stessa. Fondamenta su cui basa la sua esistenza.
Alessandro, detto Alex, e Aurora, da tutti chiamata Rory il colibrì, si incontreranno per scontrarsi, dividersi, non comprendersi fino a che sarà il destino a ribaltare i ruoli, rimuovendo strati di pregiudizio, corazze costruite ad hoc per difendersi dal dolore e della paura di soffrire. La loro storia è costellata di cadute, perdite e divari profondi ma è anche permeata di luce, quella che permette di fendere le ombre e consentire al cuore di volare, librarsi in alto e soprattutto liberarsi dai fardelli che lo rendono pesante e ancorato a terra.
Ali di carta ricorda con forza le parole che nel 1985 proferì il grande Italo Calvino, ovvero «il planare sulle cose dall’alto, senza avere macigni sul cuore». Qui c’è tutto sull’essenzialità della leggerezza, sul suo profondo significato.
In un mondo dove spesso predomina l’Io, dove il Noi scompare del tutto, è grazie alla leggerezza che riusciamo ad avvicinarci all’altro, a sentirci comunità e tessere il filo dell’empatia e della solidarietà. Un sentimento che ci spinge fuori dal ghetto dell’indifferenza e ci porta nel campo libero del piacere di sentirci in qualche modo, non virtuale, connessi, da relazioni anche sottili, leggere appunto, ma non per questo meno importanti.
«Sul serio mi aiuterai?». «Mi piacciono i passerotti indifesi». Lei sorrise e, con una mano, gli sfiorò i riccioli passandogli accanto. Damiano la guardò uscire dal locale e gli parve di averla sempre conosciuta. La sentì vicina come nessuno. Un’empatia immediata, indelebile, priva di artifici. Più di sua sorella. Più della vita che avevano condiviso. Fu strano ma bello. E lo rese felice.
Ad amplificare questo messaggio anche la storia del fratello di Aurora, Damiano, grazie alla quale si propone con vigore il tema della diversità e delle discriminazioni. Il legame che instaura con Ginger, personaggio comprimario che emerge forte tra le pagine, mostra quanto «non avere macigni nel cuore» porti a vivere con pienezza la propria identità, senza paura, senza più nascondersi.
Ali di carta celebra quanto la leggerezza sia una naturale prevenzione contro il rancore, l’odio, una forma di espressione dell’intelligenza, che si oppone alla rigidità di chi è ottuso e fa fatica a cambiare idea e dubitare.
Come diceva il poeta francese Paul Valéry, «Bisogna essere leggeri come una rondine, non come una piuma»: osserviamo il volo di una rondine, il suo planare dall’alto che non ha nulla a che vedere con lo svolazzare di una piuma, priva di consistenza e solidità. E, nel caso degli uomini, di personalità.
Vera Demes con questo libro solleva il lettore e lo porta in alto, in quel mondo fantastico dove non esistono il tempo e le lacrime, ma soltanto la bellezza di un cuore leggero, libero pronto a nuove storie tutte da scoprire.