
BACIAMI PRIMA DI ANDARE di Paola Garbarino
Titolo Baciami prima di andare | |
Autore Paola Garbarino | |
Serie: auto conclusivo | |
Genere: Contemporary Romance | |
Narrazione: POV alternato | |
Tipo di finale: Chiuso | |
Editing: Ottimo | |
Data di pubblicazione: 27 giugno 2022 | |
Editore: Self publishing |
TRAMA
Mi sarebbe piaciuto essere la persona che lei sentiva il bisogno di chiamare se aveva un problema, un tempo era stato così, poi il problema ero diventato io.
In amore non ci si può difendere. Se ci si mette al riparo dal dolore, si sarà irraggiungibili anche dalla gioia.
Genova.
Un convento carmelitano.
Un affresco del Cinquecento.
Una ragazza che lo restaura, ma che non sa rimettere insieme i pezzi del proprio cuore.
Un ragazzo che torna dall’Australia, ripiombando nella vita di lei, lui e la sua fobia degli insetti e il desiderio di riallacciare una storia rimasta in sospeso.
Un altro ragazzo, misterioso, che sfugge da un ingombrante passato da peccatore, e ora vive in quel convento e ha bisogno che gli venga restaurata l’anima.
In un’epoca storica provata dalla pandemia, che cerca di sanare le proprie ferite, tre anime spezzate in modi diversi, tre vite che si intrecciano in cerca di redenzione.
RECENSIONE
Ritorna Paola Garbarino con una storia originale e appassionante, Baciami prima di andare. Un titolo che ha il sapore di un desiderio da esaudire, un’invocazione da rivolgere, un’implorazione sussurrata e irresistibile, a cui negarsi sembra quasi impossibile.
Un richiamo però difficile da pronunciare, perché per esprimere una preghiera e domandare qualcosa che desideriamo dal profondo a volte ci vuole coraggio, ovvero quello di scegliere di agire nonostante la paura, malgrado la colpa e l’assenza di perdono.
Mi sembrò di averlo colto in un momento privato, al punto di sentirmi in difetto. “Tu ci credi?” improvvisai. Feci un cenno verso la scena che stava osservando un attimo prima “Al peccato originale.” chiarii. Esitò un lunghissimo istante, un’emozione indefinita che gli balenava nello sguardo, ma mi rivolse la mia stessa domanda “E tu, credi veramente che nasciamo col peccato perché i primi hanno disobbedito?”
Enea e Mina sono due dei tre protagonisti di questa storia particolare, a cui si aggiungerà una quarta figura, Ginevra, bellissima. Il primo incontro che conosciamo è quello tra i primi due, che avviene davanti ad un’opera sacra, all’interno di un convento dove il tempo sembra essersi fermato e dove il passato smette di tormentare, il presente assume maggiore significato e il futuro non fa così paura.
Un non-luogo ricco di storia e spiritualità, in cui fermarsi per espiare colpe e ritrovare un perdono quasi impossibile da concepire, raggiungibile ritrovando di sé stessi.
Due ragazzi accomunati da macchie così inficianti da aver messo entrambi in pausa la propria vita, seppure per motivi diversi e con modalità differenti.
Mina è disillusa, arrabbiata, intrisa di colpe che le hanno inferto ferite profonde e impossibili da dimenticare. Un cuore spezzato che ha smesso di battere nell’istante in cui lo ha fatto quello di sua madre.
Enea è riservato, umile, schivo, dignitoso. Un’anima solitaria, dotata di profonda sensibilità. Quando la sofferenza pervade il cuore, accade che i carichi sulle spalle diventino visibili a coloro che hanno un dono straordinario, quello dell’empatia. Una capacità preziosa, che permette a chi la possiede di immedesimarsi nell’altro, per assumerne il punto di vista e provare i suoi stessi sentimenti, come accade tra Enea e Mina. Una connessione istantanea, intrecciata ad un’attrazione reciproca tanto potente quanto combattuta, che si scontra ben presto con un’ombra del passato che ripiomba nella vita di Mina. Un conto in sospeso di nome Aurelio, che riemerge per riallacciare un filo spezzato troppo presto.
Mi aveva drogato, era diventata la mia qualità di droga preferita, mi aveva reso dipendente senza nemmeno essere consapevole del fascino, del potere, che deteneva su di me. Avevo preso tutto quello che potevo, che mi concedeva, come un eroinomane in astinenza, cercando al tempo stesso di mantenere un briciolo di dignità, almeno l’apparenza della dignità, fingendo che non mi fosse indispensabile, che potessero interessarmi altre ragazze, dissimulando che lei non fosse l’unica che desiderassi avere.
Aurelio ricompare nella vita di Mina come un fantasma, reduce da una vita interrotta da troppo tempo. Un distacco a cui non ha mai saputo dare un significato, se non quello di mettersi in attesa e ritrovare un amore mai dimenticato. Un ragazzo che cambia, si rivela e che mostrerà ogni suo pezzo rotto.
Rivelare di più sarebbe togliere al lettore il piacere di scoprire il puzzle che compone questa storia particolarmente coinvolgente. L’autrice svela gradualmente cosa sia accaduto nel passato di questi ragazzi così tormentati mediante dei flashback, utili a fornire sempre più chiaramente tutte le verità che li hanno segnati per sempre.
Un racconto che mostra con consapevolezza e delicatezza il tema complesso della crescita e del cambiamento, e di come spesso sia facile cadere nella trappola e precipitare nel buio del rimpianto, dei rimorsi, della colpa col rischio di pregiudicare una vita che valga la pena di essere vissuta.
Piegò la testa di lato, pensieroso, osservandomi con chissà quali pensieri “Credo che siamo noi a dannarci. Credo che abbiamo la luce e il buio dentro, e siamo noi, soltanto noi, a decidere quale far emergere.” Lo fissai un lunghissimo istante, senza parole.
Enea tocca il cuore non solo di Mina ma anche di chi legge, arrivando in profondità, grazie a queste parole, forgiate dalla sofferenza e che hanno il potere salvifico di ridare speranza, testimoniando, con una semplicità disarmante, quanto spesso il senso di colpa sia indotto dalla nostra educazione familiare, dal nostro background che ci impedisce di essere davvero felici. Ma non solo, perché la rabbia e la frustrazione che ne derivano sono a loro volta impedimenti causati dalla nostra mente, talmente radicati da impedirci di pensare con lucidità, fino a divenire la fonte stessa del nostro male.
Una riflessione che ci riguarda da vicino, basti pensare alla quantità di cose che ci rimproveriamo ogni giorno; quante volte ci incolpiamo o vergogniamo di eventi successi a causa nostra. Un circolo vizioso nonché pericoloso, che ci infligge un danno di gran lunga superiore a quello che ci provocano gli altri.
Quello del perdono non è affatto un percorso facile: perdonare qualcuno per ciò che ci ha fatto è difficile, e quando dobbiamo farlo per ciò che abbiamo commesso noi, questo processo può essere ancora più complicato. La migliore consapevolezza, forse, è quella di pensare che la vita è un viaggio, non una corsa, e che quindi prima o poi riusciremo a raggiungere l’obiettivo, e fare pace con noi stessi.
Baciami prima di andare è un romanzo intenso, capace di mettere il lettore di fronte allo specchio per porsi domande non banali: in che cosa consiste davvero il peccato, quanto i miei sbagli possano essere giusti per raggiungere la felicità? Enea, Mina, Ginevra e Aurelio si raccontano, intessendo i fili dei loro destini senza sapere che saranno al centro di quello che sembra essere la costante lotta tra il bene e il male, tra luce e oscurità. Una dicotomia che ricorre anche nella fisicità dei due protagonisti maschili: Aurelio dall’aspetto più angelico e rassicurante e Enea, oscuro e bello come l’eroe greco Perseo.
Una scelta che avvalora la tematica dell’eterno conflitto tra cosa è giusto e cosa non lo è, tra il dovere e il desiderio e che supera la superficie dell’apparenza, capace di ingannare chiunque non voglia superare il pregiudizio.
Il mio cuore apparteneva a un’altra persona, qualcuna per la quale stavo cercando di diventare degno. Di diventare pronto.
Un romanzo in cui si percepisce chiaramente quanto l’autrice sia stata avvolta da un’ispirazione narrativa speciale, ricordando il suo amore per Genova, descritta con accurata dedizione nei suoi vicoli e scorci, il suo profondo legame con la religione, senza dimenticare le sue esperienze di vita all’estero, che trovano spazio tra queste pagine.
Un’ispirazione che si condensa in una sensazione viva, grazie alla quale il lettore viene trascinato in una dimensione travolgente e, per certi versi, familiare, ovvero quella dei luoghi che hanno segnato per molti di noi il tempo dell’adolescenza, quando tutto era semplice: si giocava in oratorio, si mangiavano le Big Babol, ritrovandosi sotto casa e magari dandosi appuntamento al mare per vivere i primi amori, alcuni dei quali indimenticabili.
Ricordi che fanno riflettere e che confortano, facendoci apprezzare la semplicità delle cose più vere e incancellabili, come l’amicizia, i rapporti familiari, i sentimenti, dopo questi anni così difficili e oscuri.
E all’ambientazione ligure così tanto amata si affianca la passione per la musica, a conferma di quanto questa forma di arte rappresenti per lei una continua fonte di immaginazione, accompagnando il vissuto dei protagonisti, che attraverso di essa vivono ricordi riuscendo a trasmettere e sperimentare le loro emozioni, più che con mille parole.
Linkin Park, Billie Elish, Imagine Dragons, Luca Carboni e i Thirty Seconds to Mars sono solo alcuni dei musicisti che compongono la colonna sonora di questo romanzo, con canzoni che parlano di dolore ma anche di salvezza e speranza.
Un connubio che rappresenta l’essenza di ognuno di noi, che siamo fatti di luce e di ombra, di coraggio e di debolezza, con l’augurio di non perdere mai, come ci è accaduto in questi ultimi due anni, la voglia di lottare e quella, soprattutto, di amare e amarci, per “essere degni”, come dice Enea.
Senza lei mi ero ritrovato disabile, spezzato, incompleto, ma adesso potevo essere di nuovo me stesso integralmente. Potevamo essere integri insieme.
Una lettura che non può mancare questa estate, per evadere grazie ad un viaggio fatto di sogni e riconciliazioni.