LEVANTE di Vera Demes

LEVANTE di Vera Demes

Titolo Levante
Autore Vera Demes
Serie: auto conclusivo
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 1 luglio 2022
Editore: Self publishing

TRAMA


Una regata combattuta fino all’ultima onda.

Ryan Stowe e Levante Bonfant si conoscono così. Lei, diciannovenne italiana piena di sogni, va a vela perché non potrebbe farne a meno. Lui, ventinovenne australiano e velista consumato, ama le traversate in solitaria e le imprese impossibili. Tra loro è antipatia al primo sguardo. Lui la ignora, lei vorrebbe picchiarlo. Lui la tratta con supponenza paterna lei vorrebbe essere considerata da pari a pari. Ogni tentativo di tregua sembra fallire eppure, giorno dopo giorno, complice il destino, qualcosa cambia. In un turbinio di emozioni imprevedibili, trascinati dagli impetuosi venti di maestrale e dai dolci alisei, dalla Sardegna alla Spagna e poi lungo le rotte dell’Atlantico verso nuovi orizzonti, nasce qualcosa di inaspettato, un sentimento intenso che li travolge e li trasforma. Non importa se non hanno certezze, se la loro è una continua sfida contro il mondo circostante, se ciò che stanno vivendo ha il sapore amaro delle storie senza futuro. Per Ryan e la sua Windy Baby, amore e avventura sono una cosa sola. Fino a quando l’incantesimo si spezza. Levante è costretta a tornare sui propri passi, Ryan a prendere il largo verso una rotta senza ritorno. Solo il vento potrà aiutarli a ritrovarsi. Lo stesso vento che li ha fatti innamorare. E che magari soffierà impetuoso. Conducendoli finalmente a casa.

RECENSIONE


Ho avuto il piacere di recensire in anteprima questa storia, di cui ringrazio nuovamente la bravissima autrice, Vera Demes.
Una penna capace di trasportare il lettore sempre altrove, al di là delle pagine, non solo consentendogli di percorrere i sentieri delle dinamiche del cuore di vite mai banali, ma anche di conoscere ambientazioni affascinanti, accuratamente descritte, ricche di meraviglia.
In questo libro è il mare a fare da sontuoso scenario alla storia. Il mare con la sua luce irradiante e la sua oscurità, gli infiniti orizzonti, il respiro del vento, la forza delle onde e il fragore delle tempeste.

«Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima.»
Così parlava Jacques Cousteau, grande esploratore e navigatore francese che del mare ha fatto la sua vita.

Un pensiero che riporta fedelmente lo spirito di questo racconto, che parla di crescita, cambiamento, di rinascita e ricerca.


C’era la libertà. E anche la felicità. Una gioia sincera raggrumata in quegli istanti adrenalinici, la barca lanciata verso l’orizzonte, il vento alle spalle e il fruscio delle onde contro la chiglia. Era il suo universo perfetto, l’unica dimensione con cui volesse confrontarsi, la sola che la rendesse orgogliosa di sé, nella pienezza dei suoi diciannove anni.


È in questo passaggio che si racchiude l’essenza della protagonista di questa storia, Levante, a cui è stato dedicato il titolo dell’opera. Levante, come il vento che soffia da est, dove nasce il sole, tipicamente fresco e umido, portatore di nebbia e precipitazioni, soprattutto nello stretto di Gibilterra, luogo che sarà una delle tappe del viaggio di questo libro bellissimo.

Ed è in questa scelta che si condensa uno dei messaggi cardine della storia: la ricerca della libertà, ma anche l’impeto frustrante di chi non riesce a esprimersi, a farsi comprendere, a ricevere fiducia da chi ama ed essere quindi felice.
Un percorso tortuoso e difficile che combacia spesso con le dinamiche tipiche di chi è giovane e ancora inesperto, lasciando che siano l’irruenza e l’orgoglio a predominare i pensieri e le azioni. Levante si presenta così, senza sconti, una piccola guerriera irrequieta, fatta di mare e vento, alla ricerca della libertà e di sé stessa.


Aveva sbagliato ma c’era quel fuoco. Le bruciava dentro. Divorava la prudenza, il raziocinio, anche la volontà. Non avrebbe potuto fermarlo. Non voleva farlo. Non lo avrebbe fatto. Se lo avesse spento sarebbe morta.  


Il sogno, quello di diventare una skipper professionista, osteggiato da un padre protettivo. Il conflitto generazionale tra genitori e figli è una delle tematiche che offre questa storia. L’autrice delinea benissimo la complessità dei rapporti familiari, mostrando quanto sia difficile per un genitore lasciare spazio di espressione ai figli e quanto, d’altra parte, sia complicato per un figlio capire quanto l’assenza di sostegno alla realizzazione di un progetto personale celi spesso l’istinto irrefrenabile di protezione generato dall’amore più profondo.


In un mondo pieno di persone stabili lui era un cercatore. Non riusciva a stare fermo nello stesso luogo per più di un mese. E detestava la regolarità, le abitudini, l’assenza di stimoli e di cambiamenti.


Ryan è uno dei protagonisti maschili che ho apprezzato se non amato di più, tra le storie lette di Vera Demes. Un uomo e non un ragazzo, seppure appena trentenne, forgiato dal mare, calmo, rassicurante, riflessivo e al contempo coraggioso. Libero, capace di un equilibrio personale ben consolidato che gli permette di stare in pace con sé stesso, anche e soprattutto nella piena solitudine.

Spesso si dice che la solitudine può insegnarci più cose rispetto a qualsiasi compagnia. Nonostante siamo creature sociali che necessitano dell’interazione per crescere e imparare a vivere, il segreto sta sempre nell’equilibrio. Infatti, i momenti di solitudine sono essenziali per la nostra salute mentale; si tratta di momenti di calma e connessione interiore, proprio come accade a Ryan durante le sue traversate in solitaria.


Cercava la sfida perché non poteva farne a meno, perché solo così riusciva a comunicare con la parte più nascosta di sé.


Levante e Ryan, due emisferi opposti, due personalità così diverse da divenire simili perché è nell’amore per il mare e la voglia di libertà che trovano l’inizio della loro connessione.

La libertà di essere sé stessi, al di là delle etichette o dei comuni stereotipi di vita dettati dalla società.
Le persone capaci di disconnettersi da tutto quello che le circonda, dai giudizi e dalle aspettative che gli altri possono riversare su di esse, sono caratterialmente più libere, più creative e disposte a trovare nuove opportunità, come insegnerà Ryan a Levante.

Un messaggio che non si può non condividere e che fa respirare a pieni polmoni il corpo e la mente, regalando l’effetto lenitivo di acquisire questa consapevolezza e connetterci meglio con noi stessi. Una sensazione preziosa, che ci è particolarmente mancata negli ultimi due anni.

In un periodo difficile che sembra non avere fine, Vera Demes ha scelto di raccontare una storia dove la ricerca della libertà è portata all’estremo, in cui si respira il senso dell’avventura più intenso. Un libro capace di far immergere il lettore in luoghi, emozioni, sensazioni autentiche, col sale sulla pelle, il corpo sferzato dal vento e il rumore del mare che sfiora la chiglia della barca.


La bellezza di ciò che lo circondava, la luce che si scioglieva sull’acqua provocando arcobaleni, le nuvole candide che fluttuavano nel cielo assumendo forme sempre diverse lo portavano con costanza da lei, all’amore che aveva saputo ispirargli come un imprinting inalterabile.


Chiunque abbia avuto l’opportunità di vivere un’esperienza in barca a vela non potrà non riconoscere tra queste pagine i suoni e gli odori che si respirano durante la navigazione, richiamando il senso profondo di pace e libertà che annulla ogni emozione negativa, amplificando i sensi e riportandoci a contatto con la natura.

Il mare da sempre è un maestro di vita. Attraverso le sue profondità misteriose, i pericoli che nasconde, la sua enorme vastità e la sua grande forza insegna ad avere rispetto, riconoscere i nostri limiti, avere disciplina e umiltà, imparare l’attesa, adattandosi a ogni cambiamento.


Era una cercatrice. Proprio come lui. E il solo modo per placare l’energia che le scorreva dentro sarebbe stato lasciarle imboccare la sua strada, qualunque essa fosse.


Levante e Ryan, due cercatori, uniti dal viaggio e divisi dall’esperienza. Il loro viaggio li porterà alla scoperta di emozioni impensabili, così forti e travolgenti da mettere paura, così inspiegabilmente salvifiche da placare insicurezze, colmare vuoti, ampliare orizzonti emotivi inesplorati.

Un itinerario che infonderà loro fiducia e che consentirà ad entrambi di accettarsi ma anche di crescere, scoprendo nuove parti di sé, dotati del coraggio necessario a lasciare gli ormeggi e navigare in un oceano tanto sconfinato quanto insidioso. Come spesso è il vissuto di ognuno di noi.

Levante è una storia che fa bene al cuore, che permette di evadere completamente, anche grazie alla prosa magnifica di una scrittrice in grado di nutrire l’immaginazione del lettore con accurate descrizioni di scene, luoghi per non parlare di un linguaggio tecnico che definisce quanto l’amore per il mare e la conoscenza del mondo velico siano parte di sé stessa.

Ed è questo personale coinvolgimento a rendere questa lettura potente e coinvolgente: in ogni pagina si è presenti insieme ai protagonisti, in ogni dialogo e situazione.


Gli circondò il torace con le braccia sottili e vi appoggiò il viso per alcuni lunghissimi secondi. Poi si staccò e gli sorrise. «Grazie. Grazie di tutto questo». Ryan non le rispose. Si limitò a guardarla. E a placare quella sensazione improvvisa.


Vera Demes rapisce il lettore tra le impetuose onde del Pacifico, le pericolose raffiche di vento dell’oceano Atlantico, il cielo infinito del mare di Sardegna, gli esotici colori delle isole Azzorre, annullando la paura della solitudine e permettendo di respirare vita e libertà.

Dopo questo racconto credo che sognare sarà un viaggio più intenso e Windy Baby resterà per molto tempo impressa nel profondo di chi vorrà conoscere la sua storia.

Forse anche il grande Cousteau l’avrebbe letta, amandola profondamente:

“Il mare, una volta che ammalia, trattiene per sempre una persona nella sua rete di meraviglie.”

E noi di meraviglie parleremo sempre.