
FALLING DOWN, L’EDUCATORE di Anna Chillon
Titolo: Falling Down, l’Educatore | |
Autore: Anna Chillon | |
Serie: Autoconclusivo | |
Genere: Contemporary Romance | |
Narrazione: Prima perosna (Eileen) | |
Tipo di finale: Chiuso | |
Editing: Ottimo | |
Data di pubblicazione: 30 Ottobre 2021 | |
Editore: Self Publishing |
TRAMA
“A volte ti sembra di cadere, invece stai solo imparando a volare.”
Un ultimo atto di coraggio, una piccola spinta, e sarei precipitata dal venticinquesimo piano di un grattacielo di Chicago, mettendo fine a tutti i miei problemi. Sarebbe andata così, se lassù non avessi incontrato lui. Evans, l’uomo più cinico in cui potessi incappare, pensò di fare di me il suo esperimento. Colpevole, senza speranze… Chi ero io per rifiutare? Seguirlo fu facile, il difficile venne dopo. Ciò che pretese mi sconvolse: lui non era chi sembrava. Fin dall’inizio mi scontrai con la sua volontà d’acciaio e i suoi modi anticonvenzionali. Ma resistetti. Sarebbe davvero riuscito a dare un nuovo senso alla mia vita? Oppure, alla fine, gli avrei chiesto di ricondurmi in cima a quel grattacielo? Tre mesi di pianti, risa, segreti da svelare, frantumi da seppellire, insieme ai batticuore più folli che avessi mai provato. Poi avrei avuto il mio verdetto.
RECENSIONE
Una parte di me era terrorizzata, l’altra invece ambiva soltanto alla pace assoluta pregustando il meraviglioso cessare del dolore: solo una piccola spinta, mi diceva, e sarà tutto finito. Lo avevo calcolato: venticinque piani erano sufficienti perché tutto finisse in pochi istanti.
Venticinque piani, venticinque anni. Un piano per ogni anno di età. Un’altezza da terra sufficiente a morire, un’età troppo giovane per resistere ad un senso di colpa divorante. Il mondo visto dall’alto, una grande città che brulica di vita è lo scenario che apre “Falling Down” ultima opera di Anna Chillon, che ho avuto il piacere di leggere in anteprima e di cui aspettavo con frenesia l’uscita.
Un’attesa premiata perchè questa storia graffia, come la penna della sua creatrice, che se dovessi definire userei il termine “sperimentatrice”, perchè capace di mettersi alla prova in generi diversi, dal fantasy, all’erotico fino al contemporary romance, con consapevolezza e bravura, mediante trame originali e ricche di sfumature, come questo libro, davvero particolare, a tal punto da non essere catalogabile su un genere specifico.
“Falling Down”, cadere giù, calare. Un’azione apparentemente comune che mediante questa storia si avvalora di maggior significato, ovvero quello della scoperta di non sapere mai quanto in basso si possa scendere, quanto possa essere catartico piombare verso la propria oscurità, circondati dal buio interiore intriso di paure, senso di colpa e quella patologica inadeguatezza che rende incapaci di stare al mondo e meritarsi qualcosa di bello.
E’ quello che accade a Eillen, protagonista di questa storia, divorata da demoni troppo grandi da affrontare. E’ grazie a lei che conosciamo la sua storia, narrata in prima persona e che non lascia scampo al lettore, costretto ad entrare nella sua mente, a vedere con i suoi occhi, a respirare le sue esitazioni e vivere l’importanza dell’attimo che le cambierà il corso della vita. Un’incontro che assume le sembianze di un momento quasi mistico, spirituale.
Non so se fossi più io a stringere le sue nocche tra le mie o lui a tenermi al guinzaglio, fatto sta che tenevo forte quella mano in cui stavo riponendo la mia misera vita. Non avevo altro a cui aggrapparmi.
Logan Evans, quarant’anni, lavavetri. Chi è veramente? Un salvatore di anime dannate oppure un angelo della morte? Rispondere a questa domanda rappresenta il filo conduttore di questa storia, divisa in due parti, un forte richiamo alla metafora del bivio che apre il romanzo:
“Sliding doors”, ecco cosa stava accadendo. Mi trovavo davanti a un bivio dalle proporzioni gigantesche e in entrambi i casi mi attendeva l’ignoto.
La prima parte si sviluppa in modo più introspettivo, in cui le emozioni sovrastano le azioni, facendo predominare un lungo flusso di coscienza che ricorda il cinema “Kammerspiel”, in cui ad essere in primo piano è la percezione delle sfumature nelle emozioni dei protagonisti.
Come accade nei primi capitoli di questa storia, che offrono un viaggio a tappe, in cui Isabelle, che ha preso il posto di Eileen, sperimenta diverse fasi emotive: la disperazione, la rassegnazione, la lotta con l’orgoglio, la rinuncia.
Pagine intime che inducono il lettore a immergersi in un complesso ed enigmatico rapporto a due tra l’educatore e l’allieva, come a rimarcare il ricorrente dualismo che pervade la storia: la vita e la morte, la salvezza e la colpa, il bianco e il nero, l’accettazione e il rifiuto, binomi contrapposti che duelleranno in un intenso processo di espiazione.
Sul grattacielo avevo pensato a lui come a un angelo, invece era il negromante che uccideva Eileen ogni giorno un po’ di più per ottenere l’oggetto il cui nome non era Eileen, da comandare a bacchetta.
Si dice che «Insegnare è facile come scagliare pietre dall’alto di un campanile. Mettere in pratica quello che si insegna invece è difficile come portare pietre in cima al campanile.» Uscire dal guscio e mettersi in gioco dopo aver imparato a poter usare le ali sarà la sfida di Isabelle, riuscire a consentirle di volare la scommessa di Logan.
A volte è più facile sentirsi protetti in una prigione, per quanto dura, che uscire e vivere davvero, soprattutto quando la vita inizia a calare le sue carte più faticose in un susseguirsi di scoperta e vecchie fragilità, consapevolezza alternata a dubbi, con nuovi orizzonti da guardare e vecchi demoni da affrontare.
La seconda parte di questa storia è leggermente più dinamica della prima, anche se tutto continua a ruotare, oltre i protagonisti, intorno a pochi personaggi comprimari, tra cui Noah e Yuko, rifugiati e sopravvissuti anche loro come Isabelle ma al contempo portatori di esperienze dolorose offerte a lei come fossero illuminanti pezzi di un puzzle da ricostruire, che svelerà il senso della vita.
Anna Chillon regala ai suoi lettori la storia di Logan e Isabelle come fosse una scatola segreta fatta di molteplici strati di carta da svelare, da capire e aprire con cura, aiutati dalla magistrale attitudine di questa scrittrice a tenere il ritmo della narrazione lento o ritmato, a seconda del contesto e dello stato emotivo dei suoi protagonisti. Una tortuosa sospensione verso l’ignoto di un libro che si scopre pagina dopo pagine fino a che il lettore ne vuole di più, fino a voler capire cosa ci sia nel profondo.
Lo stile di narrazione è evocativo e ricco di metafore utilizzate ad arte per richiamare sentimenti, ispirare emozioni:
Così vicino a lui mi sentii fortificata. I defunti si dileguarono con la pesantezza dei loro rimpianti, indeboliti da un sentimento che vinceva sul dolore. Un sentimento tenace, benché lieve sullo spirito, come una nevicata di primavera.
“Falling Down” è un viaggio straordinario che fa pensare, arricchisce portando il lettore in una dimensione ricca di riflessioni importanti: quanto un senso di colpa possa invalidare o indurre all’autolesionismo, quanto sia vitale concedersi il perdono, trasformare le proprie debolezze in punti di forza e salvarsi, anche da noi stessi.
Una lettura profonda che consiglio senza dubbi o perplessità, fino ad indurmi ad aggiungere un nuovo aggettivo a descrivere Anna Chillon, ovvero “osservatrice dell’animo umano”, ovvero capace di costruire trame così potenti da rendere i suoi libri avventure introspettive formidabili.
Chapeau.
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