
OSSESSIVAMENTE di Autori vari
Titolo: OssessivaMente | |
Autore: Autori vari | |
Serie: Autoconclusivo | |
Genere: Narrativa | |
Narrazione: Prima persona | |
Tipo di finale: Concluso | |
Editing: ottimo | |
Data di pubblicazione: 25 Maggio 2021 | |
Editore: Intrecci Edizioni |
TRAMA
Un gruppo eterogeneo di autori a cui piace mettersi in gioco, si è riunito per sperimentare un progetto in cui ognuno, a modo suo, affronta ed esplora il variegato tema delle ossessioni e delle sfaccettature della mente umana, spesso assai complicata e affascinante da decifrare. In questi racconti si farà la conoscenza con personaggi dipendenti dai social, artisti incompresi, aspiranti suicidi, amori epistolari, donne segnate da rapporti sbagliati, vittime di voci inquietanti, stalker paranoici, uomini tormentati da orridi incubi e anziani pregni di ricordi dolorosi. Una raccolta di racconti in cui il lettore potrà scavare insieme agli autori nella mente dei loro protagonisti.
RECENSIONE
Due sono i fili conduttori che uniscono i racconti di questa raccolta: le ossessioni nelle loro più svariate forme e l’intensità con cui gli tutti autori le hanno raccontate. Non vorrei dilungarmi troppo per non farvi perdere la meraviglia e la sorpresa di leggerli; ma voglio dedicare alcune righe a tutti i nove elaborati per congratularmi con la personale visione di ciascun autore. Vi svelo una curiosità, ho deciso di leggere omettendo il nome dello scrittore, alcuni li conosco bene e ho voluto provare a indovinare quale fosse il loro racconto. Mi chiedete se ci sono riuscita? Alcuni si, uno ho sbagliato alla grande e ho anche avuto l’opportunità di incontrare nuovi e talentuosi autori che mi hanno stupito per la narrazione cruda e schietta delle loro storie. Partiamo dal primo racconto che ho riconosciuto per la scrittura pacata, sobria e incisiva di Marzia Accardo che mi ha colpito con l’ossessione epistolare del suo protagonista.
“Da troppo tempo non vivo più nella vita reale, aspetto solo una sua lettera, non faccio altro che pensare a lei, o per meglio dire all’idea che mi sono fatto di lei.”
Per il racconto Spine di Caterina Franciosi invece pensate a chi cerca di disciplinare la quotidianità con gesti e regole maniacali. Ci si aggrappa a dei rituali perché se dentro è tutto in subbuglio, almeno all’esterno, si pretende e si ricerca un senso che dia ordine alla vita.
“Tutto è silenzioso, le altre commesse se ne sono già andate. Solo io mi attardo ogni giorno per almeno mezz’ora dopo la chiusura – a volte anche di più – a ricontrollare ogni cosa. Ogni minimo dettaglio. Non ero così, una volta. È stata tutta colpa sua.”
Nel successivo racconto Mosaico di Massimo Tivoli c’è un artista incompreso e geniale, che si rilassa e riesce a dissolvere rabbia e frustrazioni realizzando dei mosaici alquanto originali ma di macabra bellezza.
“I tasselli che plasmo per i miei mosaici sono ognuno di natura e provenienza diversa. Sono il risultato di un lavoro ossessivo, maniacale. Le mie opere possono apparire surreali, a primo acchito, un po’ scoordinate.”
In Incubus di Sara Bezzecchi ci sono incubi che travolgono di notte e che segnano di giorno, immagini che sono così vive da sembrare vere
“Fermatevi, siete impazziti!” Mi faccio strada a spintoni tra i corpi flaccidi degli abitanti e scaccio via immediatamente la sensazione sgradevole che ha quel breve contatto.”
E poi proseguo a leggere Look di Monica Pancin dove la protagonista è convinta di essere vittima di pettegolezzi da parte degli altri
“Penso solamente alla mia salute mentale: tenere d’occhio gli altri mi permette di avere il controllo su quello che dicono di me e di difendermi.”
Ma sarà proprio così? Finisco il racconto divertita ma frastornata e con mille pensieri in testa.
A volte capita che non si riescano a sopportare più i giorni ordinari che si susseguono senza stimoli e si decida di porre fine alla vita; ce ne parla Elisa Mura con ironia ne L’aspirante suicida. Credete che sia semplice morire?
“Addio mondo insipido e crudele! Addio gente infingarda e indifferente! Che il mio spettro possa tormentarvi in eterno!”
Inizio con una risata amara il prossimo racconto e vengo subito attratta da queste parole:
“Anime colate in riflessi di gelatina, marciscono in coppe di carne. Il desiderio riempie il cucchiaio. Il cliente si sazia con il sangue. Tu devi solo guardare”
Ho guardato attentamente tutto, non ho potuto farne a meno perché le immagini mi hanno riempito gli occhi e le voci mi hanno sussurrato insistenti nelle orecchie. Visioni e parole crude e brutali, come la scrittura di Danilo Cinelli ne Il coniglio. Finisco il racconto e ho bisogno di una pausa ma La buona azione di Fernando Salamino mi attira. Pensate che mi sia meritata un po’ di calma dopo aver ingurgitato tanta ansia? Vi assicuro di no perché immaginavo di distrarmi, invece i ricordi dolorosi tornano sempre a galla
“Nessuno può essere buono sempre. Si cade. Si cade. Qualche volta si cade.”
L’ultimo racconto Per un pugno di follower è di Dario Mondini che racconta dell’ossessione per social e follower: non c’è più vita sociale, solo contatti virtuali, scambi di like, algoritmi da seguire per essere sempre in alto in classifica e verificare costantemente lo stato di avanzamento delle notifiche
“Sono diventato merce di scambio, un numero.”
Una persona ha delle ossessioni quando, in modo involontario, si ritrova la mente assillata da idee o immagini ricorrenti. La parola ossessione deriva infatti dal latino “obsideo” che significa assediare: la persona è quindi bombardata da pensieri fissi che deve per forza assecondare e da cui non riesce a liberarsi. Inquietudine, senso di disagio, amarezza e terrore sono le emozioni che mi ha suscitato la lettura; mi sono immedesimata in alcuni personaggi e, anche se consapevole della finzione della storia, quello che mi ha fatto saltare i battiti e disorientato è stato realizzare che potrebbe capitare anche a me. O forse ne sono dentro fino al collo, ho la stessa angoscia e non so come venirne fuori. Le ossessioni badate bene non sono riservate alle persone disturbate o folli, tutti le abbiamo sperimentate e, con alti e bassi, ci conviviamo.
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