LE RICAMATRICI DELLA REGINA di Jennifer Robson

LE RICAMATRICI DELLA REGINA di Jennifer Robson

Titolo: Le ricamatrici della regina
Autore: Jennifer Robson
Serie: Autoconclusivo
Genere: Narrativa
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Concluso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 26 Settembre 2019
Editore: HarperCollins Italia

TRAMA


Mentre osserva affascinata i deliziosi ricami che la nonna le ha lasciato in eredità, Heather Mackenzie nota che sono identici a quelli dello straordinario abito che la Regina Elisabetta ha indossato al suo matrimonio, quasi settant’anni prima. Le sono arrivati in una vecchia scatola insieme a una fotografia di nonna Ann con Miriam Dassin, celebre artista sopravvissuta all’Olocausto. Che legame c’è tra le due donne? Da dove arrivano quei preziosi ricami? Quella che a poco a poco emerge dalle pieghe del tempo è la storia di due giovani ricamatrici che lavorano presso la nota casa di moda Hartnell a Mayfair: Ann, ragazza inglese della classe operaia, e Miriam, immigrata francese sfuggita ai Nazisti. E proprio a loro, prima coinquiline, poi amiche, viene offerta un’opportunità eccezionale: realizzare lo squisito, complicatissimo ricamo che ornerà l’abito nuziale della futura Regina. Lo stesso ricamo che, dopo aver attraversato il tempo e l’oceano, condurrà Heather incontro al proprio destino.

RECENSIONE


Sono sicura che ognuna di voi, io per prima, porta nel cuore l’affetto delle proprie nonne, i loro preziosi insegnamenti e i piccoli grandi tesori che con amore ci hanno lasciato in eredità.

E’ stato così per Heather, una giornalista canadese, che al momento della morte di sua nonna Ann scopre un regalo prezioso riservato a lei, che la incuriosisce e la invoglia a voler scoprire segreti sul suo passato che da sempre le avevano tenuto nascosti.


La nonna non era mai stata propensa a rispondere alle domande; quello era un dato di fatto. Ma forse, e solo forse, non le sarebbe dispiaciuto se Heather fosse andata in cerca delle risposte.


Nel 1947, un anno in cui il mondo intero cercava di ritrovare una dimensione dopo lo strazio della seconda Guerra Mondiale, Ann Hughes lavorava presso una delle più famose sartorie londinesi che ebbe l’incarico di confezionare l’abito della sposa dell’allora principessa Elisabetta.

Fu un matrimonio che passò alla storia, come un evento grandioso per tutto il paese, che viveva un momento di felicità dopo un periodo così duro.

Erano tempi complicati, dove lavorare era l’unico modo per riuscire a mangiare e a sostenere una vita dignitosa, e dove c’erano poche possibilità per delle ragazze giovani di uscire, distrarsi e divertirsi.

Ann era una ricamatrice e con dedizione metteva in ogni suo lavoro un po’ di sé stessa, un particolare della sua vita, qualcosa che le permetteva di volare con la fantasia raggiungendo luoghi e momenti che riuscivano a farla stare finalmente bene.


La peonia continuava a vivere nella sua memoria. La vedeva chiaramente, i petali lucidi, splendenti e perfetti. Immutata. Tutta intera e viva. Ricacciò indietro le lacrime. Infilò l’ago. Sfiorò il tessuto immaginario con le dita, e ricominciò da capo.


Lavorare allo strascico della principessa quindi, anche se era un compito di grande responsabilità, diventava per lei un momento di benessere da condividere con le sue colleghe e con Miriam, la sua coinquilina nonché la persona che la comprendeva come poche e la sosteneva in ogni prova.

“Le ricamatrici della regina” è stata una lettura davvero travolgente, che ho portato avanti con molta curiosità fin da quando ho visto la sua cover allegra e colorata, integrandola con ricerche sulla storia del matrimonio reale e sull’abito da sogno della principessa esposto in vari musei inglesi.

Leggendo viene subito alla luce la forza e la dignità di due ragazze che non si lasciano travolgere dagli eventi, ma riescono a trovare il bello in ogni cosa che fanno lottando ogni giorno per vivere meglio.

Nei capitoli la narrazione passa dal presente al passato intrecciandosi alla perfezione, come la trama e l’ordito dei tessuti più preziosi, fino a creare qualcosa di davvero unico.

Questa storia è la prova che ogni forma d’arte regala magia, momenti unici che ti permettono di uscire dalla stressante routine quotidiana, arricchendo quello che si crea con una parte di noi stessi

Dopo un’intensa giornata lavorativa, dedico sempre un momento alle mie abilità manuali, mettendo da parte tutto e lasciando la testa libera di volare con la fantasia; penso che non ci sia niente di più bello.

Consiglio questa lettura a chi desidera una storia che porti speranza e forza, trarrete il meglio dalle nostre protagoniste fino a farlo vostro e a non lasciarlo più andar via.


Un approccio improntato al rispetto, alla reverenza e soprattutto alla profonda gratitudine per coloro che hanno sacrificato e perduto così tanto durante i terribili anni della guerra.

(nota dell’autrice)


Custodite sempre con sura l’eredità delle vostre nonne, perché ogni piccolo particolare narra una storia affascinante che aspetta solo di essere scoperta e raccontata.

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