
SEI IL MIO SOLE ANCHE DI NOTTE di Amy Harmon
Titolo: Sei il mio sole anche di notte | |
Autore: Amy Harmon | |
Serie: Autoconclusivo | |
Genere: Contemporary Romance | |
Narrazione: Terza persona | |
Tipo di finale: Concluso | |
Editing: ottimo | |
Data di pubblicazione: 19 Marzo 2015 | |
Editore: Newton Compton Editori |
TRAMA
Ambrose Young è bellissimo, alto, muscoloso, con lunghi capelli che gli arrivano alle spalle e uno sguardo che brucia di desiderio. Ma è davvero troppo per una come Fern Taylor. Lui è perfetto, il classico protagonista di quei romanzi d’amore che Fern ha sempre adorato leggere. E lei sa bene di non poter essere all’altezza di un ragazzo del genere… Ma la vita a volte prende pieghe inattese. Partito per la guerra dalla piccola cittadina di provincia in cui i due giovani sono cresciuti, Ambrose tornerà trasformato dalla sua esperienza in prima linea: è sfigurato nei lineamenti e profondamente ferito nell’anima. Fern riuscirà ad amarlo anche se non è più bello come prima? Sarà in grado di conquistarlo? Saprà curarlo e ridargli la fiducia in sé? Versione moderna de La bella e la bestia, il nuovo romanzo di Amy Harmon – dopo il grande successo di I cento colori del blu – ci dimostra che in ognuno di noi convivono una parte mostruosa e una meravigliosa creatura e che solo l’amore può essere capace di farle andare d’accordo.
RECENSIONE
Parlarvi di questo libro non è facile, come accade ogni volta che una storia supera il confine di un romanzo, divenendo un capolavoro, così prezioso che anche raccontarlo richiede cura e attenzione, come per un’opera d’arte così intrisa di bellezza e poesia da contemplare in religioso silenzio in attesa che l’emozione avvolga il cuore di luce.
E sono proprio le emozioni ad essere parte essenziale di questo romanzo di Amy Harmon, non a caso considerata una delle voci narranti più autorevoli a raccontarle, perché capace di scrivere storie così profonde da divenire, per coloro che le leggono, esperienze indimenticabili da ricordare per sempre. Libri struggenti che racchiudono messaggi mai banali, raccontati con poesia e dosata commozione, come accade in questo romanzo.
“Sei il mio sole anche di notte” è titolo italiano del libro, traduzione, a mio avviso discutibile, del più potente originale “Making faces”, letteralmente “fare smorfie, mimare con la faccia”. Apparentemente due semplici parole che riportano ad un gesto infantile tipico dei bambini ma che durante la lettura si arricchiscono di significati profondi, come a tracciare le linee di un disegno che pagina dopo pagina si svela sempre più complesso e stratificato, in cui molteplici argomenti come la guerra, la violenza sulle donne, il bullismo, l’emarginazione e la diversità si intrecciano nella storia fino a renderla un mosaico prezioso, come un’opera d’arte.
I protagonisti di questa storia sono Fern e Ambrose, due giovani ragazzi che poco hanno a che fare tra loro.
Fern è una ragazza semplice, non bella, che nessuno nota e che non vuole farsi notare. Altruista, sincera e dotata di una grande auto ironia, quello che la rende davvero particolare è la profonda consapevolezza, nonostante la giovane età, che ha di sé stessa, dei suoi pregi e difetti. Ama leggere romanzi d’amore e adora stare con suo cugino Bailey, affetto da un’invalidante malattia degenerativa. Un legame, il loro, simbiotico da quando sono nati che li ha resi col tempo confidenti, fratelli, migliori amici.
Minuta e pallida, con i capelli rosso fuoco e lineamenti ordinari, Fern sapeva di non essere il tipo di ragazza che attirava gli sguardi. In genere veniva ignorata, e certo non era la donna dei sogni di nessuno. Aveva vissuto un’infanzia tranquilla e sottotono, perfettamente consapevole della propria mediocrità.
Da quando aveva solo dieci anni Fern è segretamente innamorata di Ambrose, il bello della scuola e campione di lotta nella squadra del suo liceo. Ad Hannah Lake, piccola cittadina dove vivono, Ambrose è una celebrità locale non solo grazie ai suoi meriti sportivi, ma anche per il fatto di possedere un animo gentile e altruista. Un ragazzo venerato come un eroe e amato da tutti, che passa la maggior parte del tempo in compagnia dei suoi quattro inseparabili amici.
Per Fern, Ambrose era la perfezione assoluta, un dio greco in mezzo ai mortali, un personaggio da fiaba o da film. A differenza degli altri ragazzi, portava i capelli, scuri e mossi, lunghi fino alle spalle, e a volte li gettava indietro perché non gli ricadessero sugli occhi castani, incorniciati da ciglia lunghe e folte.
Due vite vissute agli antipodi, come le sponde opposte di un fiume destinate a guardarsi ma senza potersi toccare, salvo poi l’arrivo di accadimenti che con la forza devastante di una tempesta inondano tutto cancellando confini e cambiando destini. Il fiume diventa mare e in esso tutto si confonde: il bene col male, il dolore con la felicità, l’amore con l’indifferenza, l’eroismo con la vigliaccheria, la vita con la morte.
Eventi che segnano la fine dell’età dell’innocenza e l’inizio di quella adulta, in cui cambiare prospettiva diventa imperativo e vivere il presente obbligatorio.
Ma non tutto accade per lasciare solo macerie. Spesso è nei cambiamenti che è possibile rinascere davvero per vedere con nuovi occhi che oltre l’apparenza ci sono verità inaspettate che svelano che quello che si è sempre creduto spesso è più lontano dalla realtà ma più vicino a noi, accorciando distanze che sembravano incolmabili, congiungendo gli estremi in un unico punto.
«La vera bellezza, quella che non svanisce e non crolla, ha bisogno di tempo. Di fatica. Di una resistenza incredibile. È la goccia lenta a creare una stalattite, il tremito della Terra a dare origine alle montagne, il continuo infrangersi delle onde a spezzare le rocce e smussare i margini più aspri.»
Uno stile di narrazione potente ed evocativo trasforma questo romanzo in un’opera straordinaria in cui personaggi originali e di raro spessore, tra cui Bailey, diventano simboli di speranza, a vedere oltre la facile superficie perché è al nostro interno che si trova l’essenza di ognuno di noi. La nostra faccia in quanto tale è falsa, è solo una parte del nostro corpo ma non rappresenta quello che siamo veramente, che in verità non ha un volto. Un principio che richiama in modo forte una delle basi portanti della religione cattolica, tema molto caro all’autrice, ovvero come Dio che ci ha creato a sua immagine e somiglianza, perchè è appunto essenza.
Il tema religioso trova spazio nella storia in modi diversi, dall’idolatria malsana che vive su di sé Ambrose, quasi come fosse un Dio pagano, fino alla fede, quella più pura, di credere al di là della comprensione che ci sia sempre un significato in quello che ci accade nella vita e soprattutto che le persone che inaspettatamente troviamo nel nostro cammino siano spesso coloro di cui abbiamo bisogno in un preciso momento.
«Forse ognuno di noi è un pezzo di quel puzzle. Tutti insieme creiamo l’esperienza che definiamo vita. Nessuno di noi riesce a vedere il ruolo che svolge o l’immagine finale. Forse i miracoli cui assistiamo sono solo la punta dell’iceberg. E forse non riusciamo a riconoscere le benedizioni che derivano da eventi terribili».
Gli inconsapevoli eroi di questa storia prendono per mano il lettore, bagnandola con il calore dell’amore e della speranza, per insegnare a superare la paura, imparare ad accettare la perdita e adattarsi al cambiamento, perché si può essere eroi in modi inaspettati e scoprire che la vera bellezza dell’animo umano si propaga da dentro di noi dimostrando che l’amore è la meraviglia più grande di tutte.
Un romanzo che commuove e irrora il cuore di sapiente poesia e delicatezza attraverso l’immenso talento di Amy Harmon che ha il dono di trasformare la lettura in un’esperienza introspettiva che lascia il segno.
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