SPLINTERED SAGA di A.G. Howard

SPLINTERED SAGA di A.G. Howard

Titolo: Splintered saga
Autore: A.G. Howard
Serie: Splintered
Genere: Urban Fantasy
Narrazione: Prima persona
Tipo di finale: chiuso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 30 Marzo 2017
Editore: Newton Compton Editori

TRAMA


Alyssa Gardner ha scoperto di avere un dono speciale: riesce a sentire i sussurri dei fiori e degli insetti. Tutte le donne della sua famiglia hanno avuto la stessa sorte, fin dai tempi della sua antenata Alice Liddell, colei che ha ispirato a Lewis Carroll il suo celebre libro. E lei sta per compiere una scoperta che le cambierà completamente la vita: il Paese delle Meraviglie esiste davvero, non è una finzione ma un’incredibile verità. È un luogo molto più oscuro di come l’abbia dipinto Carroll e quasi tutti i personaggi sono in realtà perfidi e mostruosi. Per sopravvivere e per salvare sua madre da un crudele destino che non merita, Alyssa dovrà rimediare ai guai provocati da Alice e superare una serie di prove straordinarie. Tra insidie, pericoli e creature spaventose (dal Bianconiglio alla malvagia Regina Rossa) avrà al suo fianco Jeb, il suo migliore amico, di cui è segretamente innamorata e l’ambiguo e attraente Morpheus, la sua guida in quelle ignote lande incantate.

RECENSIONE


Mi è stato chiesto di scrivere una recensione di un romanzo che mi piace e io ho subito pensato in grande, non a un solo libro, ma a una saga, questa incredibile serie urban fantasy di A. G. Howard.

La serie è composta da:

  1. Splintered (che in inglese significa scheggiato), pubblicato in Italia col titolo Il Mio Splendido Miglior Amico.
  2. Uninged (scardinato, svitato), Tra Le Braccia Di Morfeo.
  3. Ensnared (intrappolato), Il Segreto Della Regina Rossa.
  4. Untamed (selvaggio) 6 Cose Impossibili (sequel, tre racconti)
  5. The Moth In The Mirror (novella che si colloca tra Splintered e Unhinged, solo in inglese)
  6. Alice The Absent: A Splintered prequel story (novella prequel, solo in inglese)

Il primo volume, Splintered, che poi dà il nome alla serie, è uscito nel 2013. Se riuscirete a superare il fastidio per il ridicolo titolo in italiano che richiama più un film con Carlo Verdone che un fantasy, rimarrete coinvolti in una storia eccezionale, dichiaratamente ispirata ai romanzi di Lewis Carroll, Le Avventure Di Alice Nel Paese Delle Meraviglie, (1865) Attraverso Lo Specchio E Quel Che Alice Vi Trovò, e ambientata parzialmente in quel mondo magico.

Se soffrite di entomofobia, ossia della paura verso gli insetti, inizialmente questo primo capitolo potrà farvi storcere la bocca ma vi posso assicurare che alla fine riuscirete a guardare una falena con sguardo diverso, visto che il fascinoso e misterioso protagonista maschile, Morpheus, si trasforma appunto in falena, ed è proprio lui che dà il titolo alla novella The Moth In The Mirror (La Falena Nello Specchio) purtroppo non tradotta in italiano a causa delle solite motivazioni prettamente economiche delle case editrici.

Il primo libro si apre nell’assoluta normalità, con una disincantata occhiata sulla vita dell’adolescente Alyssa Gardner, ragazza problematica, dalla famiglia disfunzionale da quando la madre è stata ricoverata in una clinica per malattie mentali. La sua passione è lo skateboard e l’arte; e il suo miglior amico, il bellissimo outsider e artista di talento, Jeb.

Sembra l’inizio di un romanzo giovanile di denuncia della società contemporanea ma, già dopo poche pagine, il sovrannaturale, come in un’opera teatrale di Harold Pinter, irrompe improvvisamente in quella quotidianità borghese e noi cadiamo in una serie di eventi paranormali che ci conducono nella fiabesca tana del Bianconiglio, per scoprire che di fiabesco non c’è proprio niente ma, anzi, è un mondo completamente reale, con le sue leggi, le sue regole, i suoi strani abitanti.

Partendo dal famoso libro di Carroll, la Howard lo rivisita magistralmente, a mio modesto avviso. Dimenticate la versione, seppur affascinante, del cartone animato della Disney, qui ne siamo ben lontani. La scrittrice costruisce una storia onirica, con scenografie caleidoscopiche e punkeggianti, irresistibili, un ritmo veloce, trascinante, che ci avvince nelle sue spire magiche senza darci tregua, catapultando il lettore accanto ad Alyssa (un nome che non è altro che un’altra versione del classico Alice), discendente dell’originaria Alice Liddell che finì in quella che è un’Altra dimensione, reale tanto quanto quella umana. La Howard pesca e mescola sapientemente da Carroll, da Neil Gaiman e da Tim Burton, ottenendo un effetto finale fantasmagorico, e caratterizza il personaggio più affascinante, Morpheus, come sosia di Brendon Lee, l’attore morto tragicamente durante le riprese del film Il Corvo.

Il personaggio di Morpheus è il mio preferito in tutta la saga, egli esercita quel fascino misterioso che da una parte ci fa temere delle sue buone intenzioni, dall’altro ci spinge ad abbandonarci fra le sue braccia. Da Morpheus ci si sente attratti come ci si può sentire attirati dal Lato oscuro di Anakin Skywalker in Star Wars: multisfaccettato, ambivalente, misterioso, pericoloso ma maledettamente affascinante.


Lui solleva una mano e inclina il cappello con un gesto incredibilmente sexy «Tu mi desideri, ammettilo!»

Anche se quello che ha detto non è del tutto falso, non glielo confesserò mai «Perché dovrei desiderarti?

Lui mi mostra tre dita e fa il conto alla rovescia «Misterioso. Ribelle. Inquieto. Tutte qualità che le donne trovano irresistibili.»

(Morpheus e Alyssa, da Splintered)


L’autrice, non paga di aver trasformato Alice in una ragazza punk e averla affiancata a un Brucaliffo uguale a Brendon Lee, unisce alla magia del Mondo delle Meraviglie anche il richiamo della vita terrestre, rappresentato da Jeb, l’artista umano pieno di talento e di guai, che ricorda vagamente lo splendido James Dean di Rebel Without A Cause (Gioventù Bruciata), ma con più testa sulle spalle, capace di gettarsi attraverso lo Specchio pur di seguire e proteggere la ragazza di cui è innamorato.

Proseguendo con la serie, i libri seguenti, ovviamente, non sono più intrisi da quel senso di straniamento che ci ha assaliti col primo capitolo, quando la quotidianità borghese di un romanzo che pare di denuncia alla società, viene rotta dall’erompere del sovrannaturale; con gli altri siamo già totalmente immersi in quell’atmosfera, anzi, le piccole parti nel mondo umano sono, stavolta, quelle ad apparirci maggiormente strane, perché sappiamo già che sono destinate ad avere un ruolo marginale. La Howard costruisce una trama originale pur ispirandosi largamente a una storia già nota, aggiunge particolari geniali e personaggi di contorno che non hanno nulla da invidiare a quelli principali: anche noi cadiamo nella tana del Bianconiglio e veniamo condotti laddove vuole la scrittrice, ricostruendo pezzo per pezzo un puzzle che potremo capire totalmente soltanto una volta sistemato l’ultimo tassello: niente è scontato.

I personaggi sono del genere che preferisco: vividi e multisfaccettati, con lati in ombra e lati alla luce, non i classici tipi fissi delle fiabe come il buono più puro della neve e il malvagio fino al midollo. Sono personaggi contrastanti, che mutano, che si evolvono, che possono crescere o regredire, come gli esseri umani, e quello che farà il percorso più lungo e difficile sarà Morpheus, e forse proprio per quello lo ameremo di più.


«Hai aperto il vaso di Pandora dentro di me, liberando le fantasie e le emozioni di un Netherling, e ora non è più possibile richiuderlo.»

(Morpheus e Alyssa, da Ensnared)


La saga si conclude in modo geniale con il terzo capitolo Il Segreto Della Regina Rossa, dove l’autrice supera ogni aspettativa, soprattutto nella scelta di come sciogliere l’intricatissimo nodo dell’amore fra tre creature. Il triangolo è sempre un’arma a doppio taglio, in un romanzo, come nella vita vera, poiché, inevitabilmente, qualche lettore rimarrà deluso dalla scelta dell’autore, qualcuno soffrirà. In Letteratura, spesso uno del trio si rivela non degno d’amore oppure, semplicemente, finisce per soffrire più degli altri due; o, se possibile all’interno del proprio genere letterario, gli viene inventata una scappatoia (basti pensare alla famosa saga Twilight e al modo in cui finisce Jacob Black, l’altro aspirante al cuore di Bella Swan). Ma la Howard, qui, ha inventato qualcosa di strepitoso, aiutata dal genere proprio del romanzo: è un fantasy, molto è concesso, appunto, alla fantasia, alla magia, si possono prendere strade che un romanzo classico non può permettersi.

Il quarto libro, Untamed, 6 Cose Impossibili, titolo ripreso da una frase della Regina di Cuori nel romanzo di Carroll, (Alice rise: «È inutile che ci provi», disse; «non si può credere a una cosa impossibile.» «Oserei dire che non ti sei allenata molto», ribatté la Regina. «Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz’ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione.») contiene tre racconti che ci mostrano eventi che, credetemi, vorrete assolutamente approfondire una volta finiti i primi tre libri, per me è stata una graditissima conferma scoprire che questo quarto capitolo non era un mero espediente editoriale per racimolare ancora denaro da una saga che vende.

Consigliatissimi, a chi sa leggere in inglese, anche le due novelle seguenti, che ci danno ancora qualcosina in più.

La saga è disseminata da citazioni che ho apprezzato moltissimo ma, anche per un lettore non in grado di cogliere i tanti riferimenti, la storia è davvero piacevole, intensa, la forma scorrevole, induce a continuare la lettura anche quando i basilari bisogni primari c’indurrebbero a smettere. Le atmosfere sono ipnotiche, cupe e sensuali, una rivisitazione davvero particolare di un classico come Alice ritenuto erroneamente un libro per bambini, la Howard coglie tutto ciò che sta dietro, laddove un bambino, leggendo il romanzo di Carroll o guardando il film d’animazione della Disney, coglie soltanto la superficie stramba e giocosa.

La scrittura è accattivante, le parti più tormentate vengono talvolta alleggerite dalla figura ironica e sarcastica di Morpheus, che, per il senso dell’umorismo, a una lettrice fantasy come me ha ricordato quel personaggio eccezionale che è Magnus Bane della saga Shadowhunters di quell’altro genio urban fantasy che è Cassandra Clare.

Un motivo in più per leggere questa straordinaria saga, soprattutto se acquistate in cartaceo, è per le artistiche copertine.

Assolutamente consigliato a chi ama l’Urban Fantasy, il Paranormal Romance, i retelling, la cultura Punk, i visionari film di Tim Burton; e gli onirici racconti e il fumetto Sandman di Neil Gaiman.

Per alcune tematiche affrontate e la passione sprigionata dal triangolo, consiglio la lettura a un pubblico dai quattordici anni in su.

Sconsigliato a chi ha la fobia degli insetti ma, se riuscirete a vincerla almeno un poco, come ho fatto io, scoprirete un meraviglioso mondo.

Recensione a cura di Paola Garbarino, in esclusiva per Reading Marvels.

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