
IL RITORNO DI THOMAS WOOD di Estelle Hunt
Titolo: Il ritorno di Thomas Wood | |
Autore: Estelle Hunt | |
Serie: Amori vittoriani vol.2 | |
Genere: Historical Romance | |
Narrazione: Terza persona | |
Tipo di finale: Concluso | |
Editing: ottimo | |
Data di pubblicazione: 26 Febbraio 2021 | |
Editore: Self Publishing |
TRAMA
Thomas Wood e Olive Ashdown sono stati amici, un tempo, quando il candore dell’infanzia nascondeva il divario sociale che li separava: lui, figlio dell’amministratore dei Conti di Warleigh, lei figlia minore del Conte, destinata a essere merce di scambio matrimoniale. L’innocenza è poi svanita, un giorno dopo l’altro, e un sentimento proibito ha preso il posto dei giochi tra bambini, fino alla notte che ha stravolto le loro vite. Ma, mentre Thomas fantasticava di cambiare la propria condizione per essere degno di lei, Olive era costretta a mentire pur di allontanarlo dalla vendetta del proprio padre.
Sette anni dopo, Thomas fa ritorno in Inghilterra. Non è più il ragazzo indigente dal cuore spezzato, bensì un uomo facoltoso che si è lasciato il passato alle spalle, sebbene nei suoi pensieri più nascosti non abbia mai smesso di desiderarla.
Quando i segreti verranno alla luce, l’amore sarà forte abbastanza da abbattere ogni ostacolo?
RECENSIONE
<<Ti amo>> gli disse intrecciando le loro dita. La voce le uscì incredibilmente ferma, sebbene il cuore pompasse con violenza inaudita. << Ho amato solo te, il mio compagno di giochi, il mio amico, il mio primo e unico amore. Amerò solo te, l’unico uomo della mia vita.>>
Può un amore sbocciato tra mille difficoltà, nutrito di sguardi rubati, carezze agognate, quello che fa aumentare i battiti del cuore, accelerare il respiro e ardere di passione resistere al risentimento, alle bugie, allo scorrere del tempo?
Se la penna è quella senza sconti e a volte lacerante di Estelle Hunt, lo scoprirete grazie alla sua ultima fatica, l’attesissimo secondo volume della serie degli amori vittoriani: Il ritorno di Thomas Wood.
Un ritorno molto atteso anche dalla sottoscritta, quello di poter immergermi nuovamente nell’ottocento vittoriano attraverso la sua mirabile scrittura, che se con il primo volume di questa serie mi aveva incantata, di nuovo con questo secondo non ha deluso le mie aspettative.
Sono felicemente tornata a osservare un po’ più da vicino, non nego con un innocuo tocco voyeuristico, la complicata famiglia Ashdown e contemporaneamente ho piacevolmente ritrovato molti personaggi conosciuti nel libro precedente.
In una narrazione che alterna flashback a eventi presenti, l’autrice questa volta ci racconta, come solo lei sa fare, di un amore travolgente e struggente ma impossibile.
Lo fa attraverso la figura di Olive, sorella di Rupert, figura che aveva mantenuto un basso profilo nel precedente romanzo ma sulla quale aleggiavano un alone di tristezza e malinconia che facevano presagire eventi importanti.
Lady Olive Ashdown è una bambina nata negli agi ma privata di ogni attenzione o affetto. Sarà nella tenerezza dei giochi e della reciproca compagnia del figlio dell’amministratore della tenuta di campagna, Thomas Wood che Olive troverà calore e conforto.
Un ragazzino allampanato, inizialmente guardingo poi affettuoso e protettivo con il quale instaurerà da subito un legame fortissimo senza avere consapevolezza del divario sociale esistente tra loro.
Le loro rispettive solitudini saranno il terreno su cui germoglierà una profonda amicizia che nello scorrere degli anni vedrà tramutarsi gli abbracci spontanei, le carezze confortevoli, il prendersi per mano, in gesti che perderanno gradualmente l’innocenza dell’infanzia, ma avranno la sostanza del desiderio, dell’aspettativa, dell’irrazionalità, alimentando un amore potente, feroce e appassionato quanto possono esserlo i sentimenti giovanili.
Quante volte si era sentito morire per quell’amore folle e violento e quante volte era rinato al suono della sua voce, al tocco delicato delle sue mani. Fino a morire del tutto e per sempre, durante quell’unica, magica notte.
La bellissima campagna inglese della magione di Brighton Manor è la cornice perfetta allo sbocciare di questo sentimento che matura attraverso giochi sul fiume, ritrovi nelle radure, storie raccontate, messaggi e incontri segreti, tutti elementi di cui ho apprezzato contemporaneamente il romanticismo e il sapore del proibito, capaci di suscitarmi tenerezza e frustrazione insieme.
La prima inevitabile davanti allo sbocciare di un amore che ha tutte le caratteristiche dell’impeto giovanile quali l’ardore, l’intensità, l’inesperienza e anche un tocco di ingenuità, la seconda acuita dalla battaglia che i ragazzi combatteranno strenuamente ma inutilmente contro i loro sentimenti, consapevoli una volta cresciuti di andare contro le regole sociali dell’epoca e accresciuta dal non potersi vedere, toccare o parlare liberamente.
In questa narrazione la pioggia è un elemento che conferisce ulteriore drammaticità a particolari momenti delle vicende, quasi a simboleggiare le lacrime che inevitabilmente scorreranno nel susseguirsi degli eventi.
Una pioggia scrosciante che assume più significati simbolici, rimarca dolorosamente le distanze di estrazione sociale, rappresenta la tempesta interiore che scuote gli animi dei due ragazzi ed ha ha il sapore del presagio, lasciando intuire il decorso drammatico delle vicende.
Il suo di cuore, sotto le sferzate di quell’addio, andò in pezzi. Immobile sotto la pioggia, le scrutò il viso un’ultima volta, per imprimerselo bene in mente. Non l’avrebbe più rivista, gli stava concedendo pochi attimi intrisi di pioggia e di dolore e lui bevve tutto, stordendosi di sofferenza.
Chi conosce questa autrice sa bene infatti che raggiungere la vetta comporta intraprendere sentieri ripidi, impervi, contorti, e in questo romanzo li ho percorsi tutti, consapevole che gli ostacoli sarebbero stati molti.
Se nel precedente volume questi erano insiti all’interno della coppia di protagonisti, questa volta provengono da fuori, ma da molto vicino, da un mondo che non permette di colmare il divario sociale nemmeno in nome dei sentimenti e che considera la donna solo come merce di scambio nel mercato matrimoniale.
È nella propria casa che Olive trova i più acerrimi oppositori alla sua felicità, che spezzeranno crudelmente il legame con Thomas, gettando entrambi in un tunnel di disperazione, in un oblio dei sensi in cui si limitano a sopravvivere più che vivere.
È nella seconda parte del libro che i protagonisti si ritrovano più maturi ma segnati profondamente dalla loro separazione: il dolore che Thomas ha tramutato in risentimento e Olive in lacerante tristezza, riemergerà col ritorno di lui ed il loro incontro, ma non potrà niente contro i sentimenti che ancora abitano i loro cuori.
Trovo sempre eccezionale come l’autrice riesca a trasmettere le emozioni dei suoi personaggi attraverso sguardi, silenzi, gesti, carezze, parole cariche di passione, il suo stile fortemente emozionale mi ha fatto toccare con mano la passione incontenibile prima e l’atroce sofferenza di entrambi dopo, logorati dagli anni di distanza, dall’aver dovuto soffocare prima l’amore e poi il dolore.
Le vicende di Olive, spezzano il cuore, ma sebbene questa figlia addestrata ad obbedire ad una madre gelida, assoggettata da un padre padrone, ignorata dal fratello, allontanata dal proprio amore, possa all’apparenza sembrare fragile e remissiva, in realtà non lo è affatto.
Di nuovo Estelle Hunt ci tramanda la forza di spirito delle donne, che nel caso di Olive sta nella capacità di sacrificio, nella rinuncia e nell’accettazione del suo destino a favore dell’uomo che ama.
Sì, Olive aveva ben presente cosa significava spegnersi, esaurirsi, perdere pezzi di cuore e vivere comunque. Aveva una crepa nera nel petto che pulsava mantenendola in una sembianza di vita. Thomas, invece, pareva aver dimenticato. Doveva essere felice, per lui, non era forse la felicità ciò che gli aveva augurato il giorno in cui gli aveva detto addio ?
Contemporaneamente Thomas un uomo che ha saputo trarre forza dalle sofferenze per elevarsi socialmente e realizzare i propri obiettivi, venendo a patti con verità taciute e segreti svelati si ritroverà a guardare oltre il proprio dolore, che nella giovinezza lo aveva talmente offuscato da renderlo egoisticamente cieco di fronte al proprio orgoglio ferito e al cuore spezzato.
Grazie a questa incredibile autrice per averci regalato di nuovo uno storico perfettamente contestualizzato, con personaggi ad alta carica emotiva, che riescono a trarre forza dalle loro sofferenze, capaci di amare con intensa passione.
Una storia d’amore struggente che diventa un giardino in cui nascondere messaggi sotto ad un vaso di piante profumate e se mi capitasse di trovarne uno vorrei trovarvi questo messaggio, che è un’universale verità:
<< L’amore è davvero la peggiore delle malattie e la migliore delle medicine. >>
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