DIETRO ANIME D’INCHIOSTRO di Marco Chiaravalle

DIETRO ANIME D’INCHIOSTRO + di Marco Chiaravalle

Titolo: Dietro anime d’inchiostro
Autore: Marco Chiaravalle
Serie: Autoconclusivo
Genere: Fantasy
Narrazione: Prima persona
Tipo di finale: Aperto
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 7 Agosto 2017
Editore: La strada per Babilonia

TRAMA


Marco, aspirante scrittore frustrato e dalla fervida immaginazione, non riesce a portare a termine i suoi romanzi. Accanto a lui c’è Mike, protagonista di una storia lasciata in sospeso e che vorrebbe poter continuare a vivere tra le pagine. Poi c’è Michelle, ex fidanzata, la cui presenza si fa sentire quando Marco inizia a frequentare Alice, la ragazza che legge sempre lo stesso libro a parte l’ultima pagina. Ma Michelle sarà lei davvero, o sarà soltanto un sogno? Attraverso riflessioni sul mondo del lavoro, sull’editoria e sulla devastazione che il terremoto ha creato nella città de L’Aquila, soffermandosi anche sulla situazione di due piccoli rom e del loro campo, Marco scoprirà che il blocco dello scrittore non è il suo unico problema. C’è qualcosa, nel suo passato, destinato a riemergere e a spingerlo a rimediare, per mettere a tacere il suo cervello inquieto e finalmente trovare pace.

RECENSIONE


L’incipit del libro mi ha subito catturata con la visione romantica e poetica dello scrittore, intento a mettere nero su bianco i suoi pensieri; poi improvvisamente il registro cambia e viene fuori la vera anima del protagonista.


“Un foglio bianco e uno scrittore.

Ogni storia comincia così.

Prima di qualsiasi inizio voi stiate leggendo in un libro, in principio, ci sono sempre un foglio bianco e uno scrittore. Le idee e i pensieri straripano dal letto della mente per bagnare, con nero inchiostro, la carta. I personaggi prendono vita, si raccontano… Una sorta di genesi in piccolo, per capirci. E’ un’immagine che mi è sempre piaciuta.

Bello, vero?

Bella stronzata!

Nella mia testa c’è una desolazione che farebbe invidia al Sahara.”


Ecco che il lettore conosce il vero Marco Bandini: svogliato, sfortunato, cinico e con il blocco dello scrittore. Non si tratta solo di questo, Marco si trova soprattutto bloccato in una vita abitudinaria; si presenta al lettore con tutti i suoi pochi pregi e i suoi tanti difetti, usando un linguaggio colloquiale, sarcastico, pungente, a tratti volgare per quanto è diretto. Il suo modo di essere menefreghista e polemico su tutto dà estremamente fastidio; man mano che si procede nella lettura però, catturati dai capitoli brevi che invogliano ad andare avanti, emerge una persona diversa, disorientata, affiorano ricordi improvvisamente e appaiono personaggi che non fanno parte di questo mondo.


“Tu credi che noi, personaggi di libri, non abbiamo ricordi? Pensi veramente che voi, scribacchini da due soldi, ci abbiate creati?”

“No?”

“Certo che no! Quella che tu stai, o meglio stavi, tentando di mettere su carta è solo una parte della mia vita! Sai quante altre storie non scritte ognuno di noi potrebbe raccontare?”


E accade che mentre stai leggendo, ti fermi a riflettere, perché non capisci se quello che Marco racconta è la sua vita reale o se tutto appartiene a un sogno. La genialità di questo libro sta infatti nel mescolare queste due dimensioni in modo tale da sorprenderti ad ogni capitolo e di arrivare alla fine, sconcertato da quello che hai letto. Una caratteristica dell’autore è quella di inserire nei libri una favola, in questo troviamo riferimenti ad Alice nel paese delle meraviglie. Marco incontrerà veramente la sua Alice, una ragazza strana, complicata, all’apparenza fragile; e proprio come il Cappellaio Matto farà di tutto per proteggerla e si dividerà tra pazzia e devozione verso questa ragazza. Il romanzo tocca anche diversi temi sociali come la crisi dell’editoria, ma ciò che mi ha colpito di più è stata la menzione del devastante terremoto dell’Aquila per non smettere mai di ricordare:


“Ripeto a me stesso che certi posti esistono e resistono nel tempo… solo per te. Se smetti di andarci, se li dimentichi, quei posti svaniranno come al risveglio da un bel sogno.”


Stavo quasi dimenticando di parlarvi di Clint e Clinton, due piccoli zingarelli che fanno la loro comparsa nel libro e saranno capaci di raggiungere il vostro cuore con le loro battute e con la loro bontà d’animo.

Arriverete alla fine senza quasi accorgervene e avrete riso e pianto insieme, vi sarete svagati e avrete sognato tanto. Ma all’ultima pagina vi renderete conto, inaspettatamente, che c’è un finale aperto; un pugno nello stomaco e allo stesso tempo un senso di libertà: cosa c’è di meglio che poter scegliere in autonomia tante soluzioni, viaggiare con la fantasia in cerca del finale che vi piacerà di più? E se avrete la possibilità di poter chiacchierare con l’autore, come ho fatto io, vi dirà che tutte le soluzioni possono andare. E vi sentirete soddisfatti di aver potuto creare tante storie anche voi. Un’ultima raccomandazione, per poter meglio apprezzare l’epilogo, l’autore consiglia di leggerlo ascoltando Fortress degli Alterbridge, di certo un sottofondo musicale da brividi!

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