TROPPO VICINO AL SOLE di Verdiana Rigoglioso

TROPPO VICINO AL SOLE di Verdiana Rigoglioso

Titolo: Troppo vicino al sole
Autore: Verdiana Rigoglioso
Serie: Autoconclusivo
Genere: Contemporary romance
Narrazione: Prima persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 21 Settembre 2021
Editore: Land Editore

TRAMA


Stefania e Roberto sono una delle coppie più brillanti che i media italiani abbiano mai incontrato: lei, giovane e bella, è una scienziata tanto geniale quanto stravagante, ormai famosa in tutto il mondo per le sue incredibili scoperte. Roberto ha un lavoro appagante, un aspetto sempre impeccabile e nessuno scheletro nell’armadio. Una coppia che sembra capace di affrontare qualsiasi ostacolo… eppure, non è tutto oro quel che luccica.

Vorrebbe tanto essere una persona comune, Stefania, ma la sua mente geniale l’ha sempre fatta sentire un po’ esclusa, e forse anche un po’ fuori dalle righe. Quando però incontra Roberto, il suo desiderio di avere una vita come tutte le altre sembra finalmente esaudirsi: il loro è un amore totalizzante, talmente forte che niente e nessuno sembra poterlo sradicare. Eppure, giorno dopo giorno, Stefania sente che Roberto nasconde delle ombre che rischiano di mettere a repentaglio non solo il loro amore, ma tutto ciò che lei è sempre stata.

Quando, dopo un terribile evento accaduto all’improvviso, Stefania rischierà di perdere tutto – ma soprattutto se stessa – dovrà trovare la forza di rialzarsi e di credere di nuovo nell’amore… riuscirà a farlo?

RECENSIONE


Vittima e carnefice sono due sostantivi che non dovrebbero lasciare dubbi sul ruolo di ognuno eppure a volte il gioco psicologico che si instaura tra essi può rendere il confine che li distingue meno evidente, creando incertezza.

In questo senso la penna di Verdiana Rigoglioso è stata molto abile nel delineare dei personaggi che impariamo a comprendere a piccoli passi, facendoci un’idea di loro, la cosiddetta prima impressione, che pagina dopo pagina viene capovolta.


L’ora della verità, eh? Doveva pur arrivare. Devo ammetterlo: sei stato bravo, così dannatamente bravo a farmi passare per carnefice.”


Così come è riuscita a portarci dentro lo stato d’animo di una persona che subisce violenza in modo sottile e sempre più profondamente, mostrando come uno spirito calpestato, umiliato da chi proclama di amarci si sgretoli pian piano, come un muro all’apparenza solido che comincia a cadere a pezzi fino a crollare.

Con “Troppo vicino al sole” l’autrice racconta un matrimonio di come se ne vedono molti, una confezione splendida fuori, che racchiude al suo interno dinamiche tossiche, insane.


“Per tutto il tempo, prima dell’incidente, il dolore si è nascosto così bene da scomparire dietro tutto al resto; ma era lì e faceva il suo corso, scavava dentro di me come un carcerato che prova a evadere.


Il racconto di un anno e poco più di un matrimonio di quelli che, visti da fuori provocano ammirazione e anche invidia, il ritratto di bellezza, complicità e tenerezza ma che nasconde tutt’altro.

Anche il lettore inizialmente è portato a crederlo, perché sono piccoli i dettagli che farebbero pensare altrimenti, non saltano subito all’occhio, parole all’apparenza innocue, regali che sembrano perfetti, ma perfetti per chi?

Imposizioni mascherate da richieste, mania di controllo mascherata da semplice gelosia, disapprovazione mascherata da consigli.

Stefania è una donna di 37 anni realizzata professionalmente nientemeno che come scienziata, famosa, geniale, se vogliamo anche controcorrente, una protagonista fuori dal comune.

Una donna che sogna e pensa in grande, indipendente, quasi iperattiva nel lavoro, legata a pochi amici e alla famiglia che non cerca la felicità tradizionale ma vive intensamente il presente.

È una personalità complessa come può esserlo quella di una mente sempre in moto impegnata a creare il futuro che però sembrerebbe assaporare la normalità grazie all’incontro e all’amore di Roberto.

Quello che il lettore sarà accompagnato a vivere sarà un graduale cambiamento che caratterizzerà la personalità di Stefania, un vero e proprio spegnimento della sua indole come descrive perfettamente questo estratto:


E mentre me lo chiedevo tu mi prendevi a schiaffi la dignità: mi calpestavi l’allegria e uccidevi la mia voglia di vivere.


Difficilmente decifrabile fino al lento scoprire di determinate dinamiche sarà la personalità del marito di Stefania, Roberto, che conosciamo attraverso i ricordi e i racconti di lei.

Questo personaggio si impone davanti al lettore in modo che definirei strisciante, non cammina in mezzo agli altri personaggi ma si insinua in mezzo alle parole, mostrando via via  una personalità dai lati oscuri ma ben camuffati.

Una personalità che finirà per schiacciare quella della moglie nel modo più subdolo e sottile, cioè manipolandola, insinuandole dubbi, minando le sue sicurezze, facendo leva sulle sue fragilità come donna, come scienziata, come moglie tanto da scatenare in lei colpa, vergogna, senso di inadeguatezza.


Ma lei non sa cosa significhi diventare un pezzo di arredamento – una donna non desiderata, una massaia perennemente in prova. Non sa niente di ciò che mi è successo. E io un po’ mi vergogno. Non voglio più vergognarmi, ma non so come fare.


L’aspetto più interessante di questo libro è stata sicuramente la capacità dell’autrice di raccontare la violenza psicologica di cui è vittima Stefania in modo tutt’altro che esplicito.

In principio quest’uomo pare perfetto, premuroso, accomodante, innamorato svelando solo a tratti atteggiamenti volti a inibire la moglie sotto tutti i punti di vista.

È così che leggendo cominci a storcere il naso in certi passaggi, si accende una piccola antenna che capta qualcosa che non va attraverso dialoghi che a mano a mano che si procede nella lettura prendono la consistenza di un comportamento disfunzionale all’interno della coppia.

L’insinuarsi dei dubbi, dei timori di Stefania, la sua trasformazione in una donna insicura, oppressa dal senso di vergogna ma soprattutto dal senso di colpa prende concretezza lentamente e inaspettatamente.


Era colpa mia, ne ero consapevole: colpa del mio orgoglio, che non gli aveva perdonato la gelosia dei mesi precedenti. Colpa del mio voler per forza avere una vita sociale anche al di fuori del matrimonio; della mia testa che non si era mai fermata.


Credo che lo stile di narrazione che adotta l’autrice, cosparso di flashback, di riflessioni e dialoghi brevi ma intensi, sia perfetto per raccontare una tematica come questa, proprio in virtù della complessità di questo argomento.

Sarà una lotta quella che ingaggerà Stefania contro sé stessa, contro il senso di colpa di non sentirsi una moglie adeguata per un uomo che sembrerebbe darle tutta la comprensione, l’amore e la gentilezza del mondo.

Tanto da non riuscire più a distinguere se i comportamenti  del marito siano o meno accettabili, e ritenersi l’unica colpevole, responsabile dei loro contrasti, dei loro problemi e dell’ infelicità coniugale che ne deriva.

Importanti nel processo di guarigione di Stefania saranno le figure affettive che le ruotano intorno, tra tutte spiccano Leandro e il padre di lei, figure positive di uomini che controbilanciano quella  di Roberto.

Leandro simbolicamente rappresenta lo specchio di Stefania, in cui lei può vedere riflessi sia il proprio dolore che la propria voglia di vivere, mentre suo padre è colui che l’ha spronata fin da piccola a volare sempre più in alto.

Perché per Stefania non è mai stato un problema spingersi a volare alto, sempre più vicino al sole, finché purtroppo non incappa in un uomo che come le ali di cera di Icaro la farà precipitare.

Ricominciare da dove si è caduti sarà difficile ma il messaggio di rinascita del libro è forte e chiaro, si fa strada prepotentemente in mezzo all’angoscia e al dolore della protagonista.

Un messaggio importante contro la violenza di ogni tipo certamente, ma soprattutto contro quella che cova sotto le braci di quello che viene definito amore ma amore non è.

Grazie all’autrice per aver dato voce ad un tema importante con realismo, competenza e creatività a ricordarci come le nostre azioni abbiano sempre delle conseguenze sugli altri, ci plasmano nel bene e purtroppo forse ancor più nel male.


“Siamo tutti la somma di ciò che ci è stato fatto.”


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