OUTLAW LOVE di Laura Pellegrini

OUTLAW LOVE di Laura Pellegrini

Titolo: Outlaw love
Autore: Laura Pellegrini
Serie: American Navy Raiders Series
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: POV alternato (Drake e Emily)
Tipo di finale: Concluso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 24 Settembre 2021
Editore: Self Publishing

TRAMA


Si dice che chi si detesta alla fine finisca per amarsi, perché non esiste sentimento simile all’amore tanto quanto l’odio.

Drake Reed, nome di battaglia Predator, è un Navy Seal sfacciato e sicuro di sé che della guerra ha visto ogni più orrenda sfumatura.

Emily Taylor, soprannominata Condor dai suoi stessi colleghi, è un’avvocatessa penalista che non perde mai una causa. Abituata al lusso e a essere viziata, considera il suo antagonista al pari di un troglodita maleducato.

Lei lo disprezza per i suoi modi rozzi, lui adora sfotterla e metterla sempre in difficoltà.

Per uno scherzo del destino, saranno costretti a condividere lo stesso tetto.

Detestandosi pur volendosi terribilmente.

Tra schermaglie sarcastiche, ironia e un’attrazione quasi impossibile da gestire, tra i lussi scintillanti di Los Angeles e Santa Barbara, chi vincerà la partita?

L’astuta avvocatessa che non cede mai o il Seal abituato ad avere sempre ciò che vuole?

RECENSIONE


Quando finisce un bel viaggio resta sempre un po’ di malinconia, soprattutto se quanto si è vissuto ci ha fatto stare bene, lasciando ricordi bellissimi.

Leggere l’ultimo capitolo della trilogia “American Navy Raiders Series” di Laura Pellegrini è stato un’esperienza indimenticabile regalando la profonda sensazione di aver fatto parte di un viaggio con tanti amici, ognuno col suo carattere, pregi e difetti. Tutti però accomunati dall’essere un po’ spericolati e amanti delle emozioni forti, come quando si è ad alta quota per poi capire, solo una volta atterrati, l’intensità vissuta.

“Outlaw love” richiama già dal titolo il connubio attorno al quale ruota questa storia, letteralmente “amore fuori legge”, un sentimento vissuto fuori dagli schemi, che sconfina in qualcosa di sbagliato fino ad essere in grado di sfidare le regole di un rapporto intricato, come quello che lega i due protagonisti, Drake Reed e Emily Taylor, rispettivamente imputato e legale difensore.
Ruoli difficili perfino scomodi rivestiti da due personalità equivalenti: orgogliosi, passionali, amanti del proprio lavoro, quasi irriducibili nelle loro convinzioni. Una storia, intensa e avvincente, che intreccia sentimenti, suspense ed un profondo senso di amicizia nelle pieghe più oscure della legge.


Il buio porta con sé sempre troppi mostri e io sono sempre in minoranza. Non li combatto neppure più. Mi mordono il cuore e li lascio fare per il breve tempo che riesco a chiudere un occhio, cosa che ormai capita davvero di rado.


Soldato valoroso, amico fidato, uomo ruvido e irreprensibile che difende e protegge a discapito di sé stesso, preferendo l’azione alle parole, che ha imparato e sopravvivere senza dipendere da nessuno. Ecco a voi Drake, detto “Predator” dai suoi colleghi.

Ma la guerra non lascia integro nessuno, e neppure un uomo così solido e coriaceo può resistere a lungo in un contesto disumano come un territorio devastato da un conflitto. L’autrice lo presenta fin da subito spogliato delle sue certezze, spezzato, consumato nella mente e segnato da eventi che ne hanno minato la sua stabilità emotiva.

Drake emerge per un forte carisma ed una virilità magnetica che lo rendono un protagonista assoluto, e meritevole di essere scoperto pagina dopo pagina, attraverso i suoi sguardi, nei pungenti dialoghi ma soprattutto nei suoi lunghi silenzi.


E non posso fare a meno di pensare a quanto sia bella, perfetta, fredda e fintamente distaccata. Mi piacerebbe chiederle cosa nasconde sotto tutta questa professionalità che sbandiera, ma decido di starmene zitto.


Quale donna potrebbe tenere testa ad un uomo così destabilizzato?
Forse nessuna se non dotata di una volontà di ferro e abituata a vivere secondo rigidi schemi mentali come Emily Taylor, professione avvocato e discendente da un’autorevole famiglia inserita ai massimi livelli politici e legali.

Due mondi che si scontrano per necessità e diametralmente opposti per background sociale e familiare, che si ritrovano a condividere tempo e spazio. Una lotta vissuta anche interiormente che mette in guardia, lacera fino a cedere all’attrazione più spietata, qualcosa che non lascia pace a nessuno dei due.

Fidarsi sarà la loro missione, vincere il processo la loro sfida, per salvare un onore macchiato e rendere giustizia ad una vita innocente.
Una nuova guerra da combattere giocata però su un terreno diverso e forse non meno infido del lontano deserto, ovvero quello di un sistema che rischia di marcire sempre di più ad ogni udienza, scricchiolando tra verità falsificate, vecchi rancori e violazioni alle procedure del codice militare.

Una trama che assume le sembianze di un copione da film, in cui dialoghi serrati e scene degne di una sceneggiatura cinematografica delineano con accuratezza il palcoscenico di un processo con deposizioni, testimonianze e arringhe al cardio palma, proprie di un remake del film “Codice d’onore” 2.0.

Laura Pellegrini chiude in bellezza la trilogia dei Seals, una serie bellissima, che è salita d’intensità ad ogni storia e che vale la pena essere assaporare senza fretta.

Rispetto alle precedenti storie, caratterizzate da più ironia la prima e più introspezione la seconda, “Outlaw love” è indiscutibilmente il libro più intenso e coinvolgente della serie, grazie ad una trama più incentrata sull’azione e a due protagonisti vittime di una folle attrazione che cresce ad ogni capitolo e che va di pari passo con gli avvenimenti collaterali del processo.


Sappiamo entrambi che le cose ci stanno sfuggendo di mano e che per quanto fingiamo di non vederci, collidiamo.


Giustizia, onore, sentimenti, rinascita e profondo senso di amicizia contraddistinguono “American Navy Raiders Series”, una lettura in anteprima di cui ho goduto ogni parola, ogni dialogo, confermando il talento di un’autrice che non smette di stupire per la sua versatilità, che non ha paura di mettersi in gioco continuamente spaziando tra generi diversi e che ad ogni storia mette la sua firma con abile precisione.

Tornare da un viaggio da sempre nostalgia, alcuni la chiamano “Sindrome del viaggiatore, o di Wanderlast”, e si sa che chi chi ne soffre non si limita ad amare i viaggi perché paradossalmente chi ne soffre ne ha bisogno. Un bisogno intrinseco di muoversi, di sperimentare e di vivere. Un’ansia costante che si placa solo quando si è in viaggio o anche quando si sta leggendo, come nel mio caso.

Al prossimo viaggio Laura. Io ho già la valigia pronta.


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