
UNFIT Vol. 2 FORTUNE di Miss Black
Titolo: UnFit Vol.2 Fortune | |
Autore: Miss Black | |
Serie: Amori di Tre Ragazze Impresentabili | |
Genere: Historical Romance | |
Narrazione: Terza persona | |
Tipo di finale: Concluso | |
Editing: ottimo | |
Data di pubblicazione: 5 Giugno 2021 | |
Editore: Self Publishing |
TRAMA
La Stagione 1889 è iniziata e che cosa possono mai fare tre sorelle impresentabili nel grande melting pot londinese, attraversato da moti suffragisti e lotte di classe, affollato di slum dove la povertà è inaccettabile e percorso da avanguardie culturali, crocevia per uomini e donne di ogni cultura e religione, in cui nobili e plebei si trovano a condividere la stessa aria inquinata dal fumo di mille caminetti?
Be’, ma chiaramente vestirsi come meringhe e andarsi a inginocchiare davanti alla Regina!
La sorella maggiore, Rachel, per la verità si è già accasata, nientemeno che con un marchese, ma le due minori, Vera e Fortune, sono ancora a piede libero.
Fortune ad accasarsi non è poi molto interessata, anche se con la famiglia del suo tutore legale le frizioni sono continue. Quindi se la fila il più spesso possibile per coltivare amicizie diverse con le donne più rivoluzionarie in città. Un’occupazione non priva di rischi, dato che le manifestazioni di protesta spesso finiscono con l’arresto di tutti i partecipanti.
Sua cugina Laura non capisce proprio che cos’abbia in testa per mescolarsi con certa gente, quando tutti gli scapoli di Londra le girano attorno. Il problema è che nessuno tra gli scialbi figli dell’aristocrazia del regno costituisce una buona accoppiata intellettuale per Fortune… nessuno tranne uno: il sulfureo, scandaloso, donnaiolo impenitente, giocatore d’azzardo, scapestrato Lord Grey, terrore di ogni madre con una figlia in età da marito.
Ecco, con lui Fortune non si trova male. Peccato che anche solo farsi vedere in sua compagnia potrebbe distruggere la reputazione di tutte le ragazze della famiglia.
Che cosa potrebbe mai andare storto?
RECENSIONE
Aspettavo con trepidazione il secondo capitolo di questa serie, per conoscere finalmente la storia della ribelle Fortune, la minore delle sorelle Vessemer che nel primo libro, Unfit vol. 1, di cui è protagonista la maggiore Rachel, aveva fatto marginali apparizioni mediante accorate lettere inviate alle sorelle per raccontare la sua nuova vita a Londra.
Racconti dettagliati e minuziosi capaci già di rivelare un’indole tenace, a conferma del marchio di fabbrica delle sorelle Vessemer:
Lei e le sue sorelle costituivano un’eccezione nell’alta società inglese, lo sapevano. Erano istruite, curiose, indipendenti.
A questo comune tratto di famiglia, in Fortune si aggiunge una personalità originale e combattiva che si amplifica grazie ad uno spirito orgoglioso e indipendente, tale da renderla insofferente verso il nuovo ambiente in cui si è trasferita, ricco di convenzioni, regole da rispettare, e per questo molto diverso da quello in cui è cresciuta, in campagna, senza l’oppressione dell’esposizione sociale.
Una delle particolarità che si colgono in questo godibilissimo romanzo è quanto la città sia il perno attorno al quale non solo si sviluppano gli intrecci tra i vari personaggi, sia protagonisti che comprimari, ma anche un contesto ricco di contraddizioni in cui convivono realtà contrastanti che si intersecano fino a confondersi.
Da una parte la patinata superficie dell’alta società in cui merletti, panciotti, pipe e sguardi ammiccanti sono la cornice imbellettata in cui borghesia e aristocrazia si mischiano per fronteggiarsi e spesso contendersi unioni, legami, amicizie in una perenne lotta di classe, in cui è la convenienza a padroneggiare, per mantenere privilegi e raggiungere ambiti status sociali.
Dall’altra, al di sotto della superficie, il mondo sommerso in cui ricchi e miserabili si confondono e laddove serpeggia la dissolutezza più diffusa, spesso praticata dai soggetti più insospettabili, che fanno della morale la loro bandiera ma che nei vicoli più oscuri e periferici trovano rifugio per sfogare le loro depravazioni.
In otto mesi, Fortune aveva imparato che, per sopravvivere, la cosa migliore era mimetizzarsi con loro. Come una zebra nella savana, le cui strisce verticali servono a confondersi nell’erba alta, Fortune aveva assunto una facciata noiosa e rispettabile. O almeno ci aveva provato.
La città come dimensione intrigante e in continuo fermento che intrattiene, diverte ma che allo stesso tempo può divenire trappola e prigione. Sono le convenzioni e il rispetto dell’etichetta a predominare, in cui è la forma a definire la sostanza.
In questo panorama raccontato con incisiva credibilità, Fortune emerge naturalmente agli occhi di tutti di quelli che la conoscono, in un modo fin quasi pericoloso attirando su di sé l’invidia di molte fanciulle nonché l’attenzione di chi dovrebbe essere tenuto a debita distanza. Una naturale propensione ad essere notata, non solo per la bellezza ma per la colta intelligenza, una virtù fin troppo scomoda perché Fortune sopravvive dietro una coltre di invisibilità, l’unica a renderla davvero libera.
Quello che cercava era un marito disposto a restare sullo sfondo e a non interferire con la sua vita. Trovarne uno non doveva essere semplice, ma Fortune non voleva credere che fosse del tutto impossibile.
Una giovane anacronistica per la sua epoca e che incarna lo spirito ribelle del movimento delle «Suffragette» con determinazione, facendo dell’emancipazione femminile il baluardo per conquistare il proprio posto nella società, e provando a compensare l’enorme peso degli uomini, detentori delle sorti delle vite delle donne, fossero queste sorelle, figlie o mogli.
Uomini che, a differenza delle donne, sono sollevati da ogni vincolo o dovere, capaci di costruirsi un’esistenza senza legami o costrizioni, come Francis Landon, decimo Duca di Grey.
Fortune ebbe lo stesso l’impressione di essere stata colta in fallo. Come se Grey la vedesse per ciò che era, nonostante tutti gli sforzi profusi per mimetizzarsi. Un elefante in una cristalleria, invece di una zebra nella savana.
Schietto, superficiale ma capace di una memoria formidabile e di recitare poesie in francese di Baudelaire; poco avvezzo alle convenzioni e completamente avverso ai legami ma in grado di un’onestà disarmante e di difendere chi crede negli ideali.
Lord Gray vive al di sopra delle regole, Fortune le regole vuole fingere di rispettarle per vivere, per quanto possibile, libera. Tanto apparentemente diversi, quando intensamente simili.
Due anime indipendenti, colte, ironiche che grazie ad una profonda intimità intellettuale ed un’irrefrenabile alchimia fisica verranno coinvolti nelle spire di un vortice che non potranno evitare, fino a che passione, scandali, fughe e allontanamenti cambieranno il loro destino. Un percorso che oltrepassa i rigidi schemi di una società che li vorrebbe stereotipati ma che contrastandoli consentirà loro di evolvere e superare castranti pregiudizi personali, fino a portarli a scoprire l’amore più salvifico.
Anche questa volta Miss Black ha superato le aspettative dei suoi lettori, offrendo un romanzo fluido e appassionato che delinea l’importanza nonché la bellezza di essere liberi e potersi esprimere come si vuole, al di là delle convenzioni e nel rispetto della propria natura.
Un concetto attuale che in questo libro trova massima espressione, e che nonostante sia ambientato nel periodo vittoriano offre messaggi profondamente contemporanei.
«La invito a non dimostrare tanta familiarità con mia sorella. Per una donna è un attimo perdere il bene più prezioso. Non la virtù, come predicano gli ipocriti, ma la reputazione, che dell’ipocrisia è la corona».
Non vedo l’ora di sapere cosa combinerà la mezzana delle sorelle Vessemer, Vera, apparentemente la più conciliante delle tre ma che sono sicura ci riserverà delle sorprese.
Ci vediamo in autunno!
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