
TABULA RASA di Mary Durante
Titolo: Tabula rasa | |
Autore: Mary Durante | |
Serie: Autoconclusivo | |
Genere: LGBTQ | |
Narrazione: Terza persona | |
Tipo di finale: chiuso | |
Editing: ottimo | |
Data di pubblicazione: 17 Gennaio 2020 | |
Editore: Self Publishing |
TRAMA
Tabula rasa. È così che Tyler sente la propria mente quando si sveglia, confuso e dolorante, in una stanza sconosciuta. Ricorda solo il suo nome e pochi sprazzi di un passato carico di abusi, che hanno segnato la sua pelle e la sua psiche. Nella casa in mezzo al nulla dove comincia il suo nuovo presente, ogni giornata diventa presto uno sforzo per la sopravvivenza. C’è la mente che non risponde al suo volere. Ci sono gli incubi che lo aggrediscono, strascichi di un tempo in cui veniva trattato come uno schiavo da tormentare e deridere. E poi c’è Butch, l’uomo che ha trovato accanto a sé al proprio risveglio. Dice di averlo strappato ai suoi vecchi aguzzini, sembra prendersi cura di lui, ma al contempo rimane un minaccioso carceriere che lo possiede e ha le chiavi della sua nuova prigione. Se davvero non vuole fargli del male, per quale motivo non gli permette di uscire? E perché oscilla tra la figura di un salvatore e quella di un carnefice di cui avere paura. Tra momenti di terrore e inaspettate parentesi di gentilezza da parte di quel gigante taciturno, Tyler deve cercare la verità sul proprio passato, per poter ricostruire se stesso.
ATTENZIONE: Il romanzo contiene scene che potrebbero urtare la sensibilità del lettore, si consiglia la lettura a un pubblico adulto e consapevole. Accenni di abusi e traumi passati. I personaggi sono comunque tutti maggiorenni.
RECENSIONE
Questo romanzo intenso, doloroso e introspettivo mi ha coinvolto fin dalla trama e poi, pagina dopo pagina, la storia di Tyler si è svelata.
Lo stile narrativo che ho apprezzato molto è diretto, duro e coinvolgente; una scrittura che unisce angst e tenerezza, amore e sangue, azione e colpi di scena. Tante descrizioni, un linguaggio schietto e pulito e una delicatezza nel mostrare le emozioni dei protagonisti e farle arrivare. La vita di Tyler viene raccontata in tre diversi archi temporali: si inizia dal presente, si passa alle vicende del passato e si ritorna al presente. Tyler è un ragazzo spezzato, alla ricerca della propria identità, dopo aver subito degli abusi; attraverso parole dure, ricordi intrisi di una paura gelida e divorante, l’autrice ci porta nella mente di Tyler e nei suoi incubi ricorrenti.
La paura scorre tra le pagine e lascia brividi sulla schiena e sul cuore, non solo per la crudeltà dei fatti ma anche per l’ambientazione del romanzo. Tutto si svolge in quattro mura, una casa immersa in un bosco silenzioso, avvolto nella nebbia, che accentua il senso di angoscia e smarrimento di Tyler. Frammenti di ricordi che all’inizio aveva cancellato cominciano a riaffiorare e gli feriscono i pensieri; Tyler non riesce a mandarli via, continua a ricordare il dolore, le umiliazioni, le risate di scherno, il sangue, tutto che si ripete all’infinito.
“C’erano troppe voci, troppe immagini a infestargli la mente, quando quel buio ammantato di silenzio si chiudeva su di lui minacciando di inghiottirlo.”
Ci si affeziona subito a questo ragazzo, ai suoi incubi, alle sue urla, alle sue ferite che hanno lasciato profonde cicatrici sul corpo e che prima o poi guariranno, mentre quelle che gli hanno toccato l’anima non scompariranno mai. Quando ci si trova a perdere la propria umanità, quando si viene ridotti come un animale, ritornare alla normalità e riconquistare la propria liberta è un percorso lungo e difficile. Se anche Tyler fosse riuscito a ricostruire sè stesso, le crepe sarebbero rimaste per sempre.
“Lottare avrebbe solo peggiorato la sua posizione, senza fornirgli alcuna possibilità di uscirne vittorioso, e lui era così stanco. Stanco di avere paura, stanco di pensare di essere qualcuno di più rispetto a un corpo da usare e abusare. Stanco di desiderare di essere una persona, quando non ne aveva la possibilità.”
E qui entra in gioco Butch, un uomo misterioso ed enigmatico, tanto che non si riesce a capire per buona parte del libro se sia il suo salvatore o il suo carnefice.
L’aspetto incute timore e allo stesso tempo rassicura, sia il lettore che Tyler. Questo perché Butch e’ una persona che sceglie con cura le parole da dire; parla con gli occhi, con i gesti, con i silenzi ed è il personaggio che ho sentito di più.
Con il suo modo di fare aiuta Tyler a prendersi una pausa dai suoi incubi e a ricostruire la sua vita, un frammento alla volta. Ma è comunque un personaggio che nasconde dei segreti: perché ha salvato Tyler, perché lo cura ma non lo lascia libero di uscire?
“Non importa quanta merda ti circondi. Hai una vita sola, e devi trarne il meglio. C’è sempre il modo per non sprecarla.”
Tyler crederà a queste parole, si raggomitolera’ contro il torace muscoloso di Butch e raggiungerà un equilibrio. Dopo una esperienza così scioccante non sarà possibile per Tyler tornare a essere la persona che era prima; può però ancora sperare di avere un futuro. Ma il passato ritorna prepotente e i colpi di scena si susseguono.
Ci sarà un lieto fine? L’autrice assicura di sì, e anche io ve lo confermo, bisogna solo vedere a che prezzo
“Sarebbe stato Tyler, nel bene e nel male. Un Tyler pieno di crepe e di ombre, che ricordava il passato e che era pronto a gettarsi nel futuro assieme all’uomo che amava.”
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