A STAR IS PORN di Laura Nottari

A STAR IS PORN di Laura Nottari

Titolo A star is porn
Autore Laura Nottari
Serie: auto conclusivo
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: POV alternato (Nicole e Mykola)
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: Ottobre 2021
Editore: Hope Edizioni

TRAMA


lla soglia dei quarant’anni, l’ex attrice hardcore, Nicole Midriani, si è rimessa i vestiti e fa l’assistente di produzione, dirigendo un film dopo l’altro con pugno duro.
Dopo l’aggressione ai danni di Gioia, attrice e amica di Nicole, salvata da Mykola – l’immigrato ucraino addetto alle pulizie – la donna decide per un drastico cambio di rotta.
Nicole e Gioia si mettono in proprio e fondano la A Star is Porn, che produce film hot a misura di palati femminili, basati su opere letterarie famose. In fin dei conti, quale lettrice non ha mai sognato di vedere Mr. Darcy ed Elizabeth darci dentro?
Le due offrono a Mykola un lavoro di spicco grazie alle notevoli doti nascoste del ragazzo, una delle quali di ben 25 centimetri.
Scena dopo scena, la nuova star del porno penetrerà nel cuore delle fan, puntando però a quello più inaccessibile e ferito: il cuore del suo capo, la gelida Nicole.
Ma come mostrarsi davvero alla donna amata, quando lei ha già visto tutto di te?

Un’irriverente commedia che dosa sapientemente erotismo, ironia e tematiche profonde, in un mix tutto da gustare.

RECENSIONE


Quando ho avuto tra le mani questo libro per la prima volta, l’avvertimento mi arrivò chiaro: “In questo libro le DIMENSIONI contano!”.
Come non credere a queste parole se a pronunciarle è stata la stessa autrice, Laura Nottari, che abbiamo avuto il piacere di intervistare in occasione del Salone del Libro di Torino lo scorso ottobre.

Dopo mesi da quel giorno finalmente ho avuto modo di leggere il suo romanzo, A Star is Porn, che in tutto questo tempo mi ha puntato con ostinazione dagli scaffali della mia libreria. Come non notare del resto la cover dal piglio deciso e intrigante, che reclamava spesso la mia attenzione? La sorpresa di aprire le pagine è stata notevole (d’altra parte parliamo di dimensioni, no?) non solo per aver scoperto che il (grosso) monito era fondato ma che soprattutto le misure (e che misure tra l’altro) sono effettivamente importanti in questa storia, come l’indice Nasdaq in borsa.


«Questo è il colmo. Un uomo candeggina ci fa le pulci sugli errori storici.» «Parola “ego” non si usava.» «Scusa?» Lo guardo con tanto d’occhi. «Ego» ripete «è impreciso storico. Pussy descrive stanze di Duca e… coso di Duca come ego. Ego è parola inventata da Freud molti anni dopo di vostra ricostruzione di scena.»


A dare voce a questo scambio i due protagonisti del romanzo, Nicole e Mykola, che fin dal loro primo incontro preannunciano quello che diverrà il loro rapporto: un ingarbugliato intreccio di fraintendimenti leniti da metri di tenerezza e incastrati in tonnellate di desiderio represso capace di detonare ad ogni sguardo. A rendere tutto più complicato, segrete fragilità nascoste da maschere dure come l’acciaio.


Nel gioco imbastito da me stessa, non capisco più chi ha perso e chi ha vinto. Mi sento come in una rappresentazione teatrale, con attori che recitano malissimo, senza provare, e per giunta leggendo copioni sbagliati di due trame diverse.


A Star is Porn è una storia dove non mancano ironia, intelligenza, divertimento e momenti esilaranti ma non solo, perché tra le pagine che si susseguono senza quasi accorgersene grazie alla scrittura fluida e accattivante dell’autrice, al lettore arriva altro.
Cosa? Il concetto di diversità nelle sue molteplici forme, dimensioni, culture, posizioni e ruoli, che con acume e profondità colpisce il lettore senza dargli alcuno scampo.


Con la sua salopette blu, gli occhi limpidi e lo spirito di un cavaliere, lui è l’equivalente maschile della donna acqua e sapone. Un tizio acqua e sapone che vince a mani basse, se lo si sa apprezzare. In più lui guarda, sul serio. Cerca un contatto e sembra volermi scavare anima e corpo con quei cribbio di occhi color assenzio.


Diverso è Mykola, ucraino e di umili origini, dotato da Madre Natura di dimensioni surreali; diversa è Nicole, proveniente da una famiglia borghese e divenuta produttrice di film porno in un mondo pervaso da uomini, dove le donne rivestono solitamente ruoli da attrici; altrettanto diversa è Gioia, stupenda e spumeggiante amica e confidente di entrambi che con il suo aspetto angelico, dai capelli rosa e il viso da bambola, stupisce con il suo carattere saggio e la sua professione di affermata attrice porno.

Si dice che la diversità sia un valore, perché essa è colore, cultura, ricchezza, scambio, crescita. Mai come oggi ognuno di noi può testimoniare quanto questo concetto sia fondante per il cambiamento personale, come accade proprio ai nostri protagonisti.


«Sei meraviglia» ha sussurrato, mentre lo prendevo in giro. Mentre prendevo in giro me stessa e il mio corpo.


Ammetto che per Mykola (alias Vladimir, Mocio-Man, Uomo Candeggina, Micio), e credo di non essere l’unica, ho provato un particolare innamoramento non solo per la sua innocenza, ma soprattutto per la capacità di aspettare, soffrire, affidarsi, superando i propri limiti e per il modo meraviglioso di amare senza paura, vivendo senza filtro i propri sentimenti.
A volte a spiazzarci è proprio il candore di chi ci ama senza riserve, chi ci rispetta senza pretendere, capace di dare il cuore in mano a chi quel cuore l’ha congelato per non farselo spezzare più.


«Non sono felice.» È la mia voce ad ammetterlo, lo fa di sua iniziativa e nonostante il no della ragione. Dannato Martini, dannati i tuoi occhi dolci, Mykola, e sia dannata anche la tua gentilezza. È così tenera che fa male.


In un mondo cinico dove l’apparenza sovrasta spesso la realtà con i suoi riflettori e la camera sempre accesa, Mykola e Nicole si incastrano l’uno nell’altra fino a non sapere più riconoscere la loro pelle, la loro mente, i loro confini riscoprendo il significato del cambiamento.

A volte è necessario alleggerirsi le spalle dal dolore, dalla rabbia e dal senso di inadeguatezza e acquisire la consapevolezza che essere diversi non solo è bello ma completa le nostre parti mancanti.

Laura Nottari ha scritto con bravura e coraggio una storia originale, che diverte ma pone anche domande su cosa sia la normalità.
Lo fa intrattenendo il lettore e al contempo andando in profondità, nel cuore dei suoi protagonisti, mettendoli in difficoltà fino quasi allo stremo delle loro forze fisiche e mentali per capire cosa siano disposti a fare per amore.
Rinuncia, attesa, fiducia saranno solo alcuni delle condizioni di quella che, fin dalle prime pagine, assume le sembianze di una sfida che diventa una feroce lotta di sentimenti, solo apparentemente non corrisposti, perché scalfire la corazze della paura a volte è impossibile, come lo è riempire i vuoti.


L’amore non travisa, non cambia forma alla realtà, non ti paragona a un nemico che non puoi sfidare né battere. L’amore è coraggio, sicurezza e certezza.


Terzo protagonista di questo gioiello è il mondo del porno, con le sue dinamiche crude, eccessive, impudiche, provocatorie. Un’industria che genera giri d’affari da capo giro, con cifre impressionanti (sempre di dimensioni parliamo!) che questa storia ben delinea, raccontando come il sesso sia in questo business lo strumento di lavoro primario, una professione che intrattiene, senza alcune pretesa educativa (e da questo punto di vista è chiaro e forte il messaggio nella storia).

Un ambiente sicuramente che richiede una particolare vocazione e in cui se si entra si deve fare i conti con l’essere etichettati per sempre:


Capisci che dall’hard non si stacca mai, che non ci sono licenziamenti che tengano, né cartellini e divise da restituire. Non c’è dietrofront, perché non è solo un lavoro, ma uno stile di vita, un’etichetta, una missione. È qualcosa che ti si stringe addosso e ti definisce, ti cambia agli occhi di tutti, specialmente a quelli di chi ti è prossimo. Una volta varcata la soglia della notorietà, ci sei dentro per sempre e fino alla punta dei capelli.


Un posto dove però possono crearsi legami, affetti come in tutti i settori di lavoro, in cui è possibile trovare una famiglia, proprio accade a Nicole, Gioia e Mykola. Una piccola tribù in cui dignità, rispetto e umanità fanno da collante ai loro membri (ops, alla fine mi è scappato!).

A Star is Porn è un romanzo che travolge irrimediabilmente, fino a poter essere dichiarato uno dei libri più belli letti quest’anno.


Dico che ti farò impazzire a furia di provarci con te, perché pazza mi piaci ancora di più. Dico che mi hai dato un’idea geniale e che, da domani, ti seppellirò di Post-it. Te li appiccicherò ovunque: sul frigo, nei cassetti, sulla borsa, in fronte, in camera e pure in macchina.


Ragazza Pazza e Uomo Candeggina sono semplicemente indimenticabili.

FUORI TEMPO di Monica Lombardi

FUORI TEMPO di Monica Lombardi

Titolo Fuori Tempo
Autore Monica Lombardi
Serie: auto conclusivo
Genere: Contemporary Romance, Narrativa
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 18 Maggio 2022
Editore: Hope Edizioni

TRAMA


Si sentiva come un pugile al centro del ring. Tutto quello che voleva fare era colpire, colpire duro, prima che l’avversario facesse lo stesso con lei.

Un urlo, poi un pianto, lungo e disperato: così inizia la storia di Martina. 
Prosegue con un viaggio insieme all’uomo che ha sempre creduto di odiare, un viaggio verso il padre che non vede da dieci anni e che non sente più come tale. 
Fuori Tempo è la storia di una ragazza che odia il mondo perché lo ama troppo, di un uomo che non sa più come lottare per quello che ama e di un uomo che ha già perso, due volte.
È la storia di due generazioni diverse, per certi versi distanti, che scoprono di parlare ancora la stessa lingua. Fuori Tempo narra di una tempesta che spaventa e confonde, di onde che travolgono, rubano l’ossigeno, per poi trascinarci via e abbandonarci su una spiaggia lontana.
Raccontata con la stessa forza di quelle onde, questa è la storia di una giovane donna arrabbiata e coraggiosa, che scopre, anche grazie all’aiuto di chi meno avrebbe immaginato, che non avere tutte le risposte non significa per forza annegare: significa vivere.

RECENSIONE


Si dice che il tempo sia la misura del valore che ha la nostra esistenza e paradossalmente spesso accade di sprecarlo, spenderlo male, se non malissimo, svuotato di ogni senso proprio. Il risultato è che la propria vita si impoverisce, rendendoci avviliti, disperati, privi di stimoli, di interessi, di entusiasmo, di voglia di vivere proprio come accade alla protagonista di questa storia, Martina:


In ogni caso, quando bevo non ricordo. Il che è una gran fregatura, una sonora presa per il culo, perché non ricordo neanche di stare meglio, dopo aver bevuto, e non è forse per quello che uno si ubriaca? In più, il tempo che non ricordi è perso, e di tempo non ne abbiamo da scialare. Fermare il tempo. Sì, sarebbe la soluzione a tutti i mali, anche al suo male.


Un’adolescente, in procinto di diventare donna, che si trova a dover affrontare un dolore troppo grande da elaborare che spazza via la sua esistenza frantumandola in migliaia di pezzi acuminati come coltelli troppo pericolosi per non ferirsi


Non si sentiva bene nella sua pelle, potendo se la sarebbe strappata volentieri di dosso.


In pochi giorni tutto il mondo che Martina conosce scompare.
E quando ogni cosa bella sembra essere perduta per sempre, lasciando così che la sofferenza e la rabbia predominino i suoi pensieri e azioni, una richiesta da esaudire la costringe ad accettare una sfida che fin da subito appare insormontabile: un viaggio di ricongiungimento con un padre che non ha mai praticamente conosciuto, Riccardo, divenuto per lei quasi un fantasma dai contorni sbiaditi.

Ed è in questo cammino che più volte assume le sembianze di un’esperienza catartica che Martina scopre grazie a Serge, il suo accompagnatore silenzioso e rispettoso, parti di sé stessa che non aveva mai conosciuto, rimettendo insieme pezzi, elaborando un dolore mai condiviso.
Lascio al lettore il piacere di scoprire i legami e le relazioni tra i protagonisti di questo romanzo intenso e profondo perchè solo così sarà possibile vivere appieno le sue emozioni quando dovrà trovare il coraggio di attraversare la tempesta:


Il cielo azzurro le piaceva, la faceva sentire leggera, ma il cielo coperto di nuvole era qualcosa che non si stancava mai di guardare, di ascoltare. Come se potesse davvero parlarle. Non era mai uguale, cambiava nelle forme e nei colori, nella luce. Quella mattina, il sole cercava di forare le nubi, di imbrogliarle trovando un passaggio a tradimento. Sembrava esserci una qualche strategia, lassù.


Una storia che mi ha commossa profondamente e che tocca tematiche delicate come il perdono, l’elaborazione de lutto, il cambiamento, il pregiudizio, le incomprensioni, le complesse dinamiche familiari e non di meno descrive con sensibilità e consapevolezza quanto sia difficile crescere emotivamente.
Ogni dialogo e scelta narrativa propongono le difficoltà del mutamento non solo per i giovani ma anche per gli adulti.


Il cambiamento toglie. Il cambiamento dà.


Due generazioni a confronto che imparano a comunicare mediante l’amore, il rispetto, l’ascolto e la fiducia, al di là della diversità e delle fragilità che mostriamo o che più spesso nascondiamo.

Monica Lombardi, autrice che ho conosciuto grazie al bellissimo Vite sospese, offre ai suoi lettori un libro dalle molteplici sfumature, in cui ogni parola, gesto, silenzio e dialogo hanno la capacità di ferire e lenire, di dare speranza e addolorare, di accelerare o fermare i battiti del cuore. Sensazioni contrastanti che parlano di luci e ombre, che rendono questo romanzo particolarmente profondo e intenso.


Quando siamo fuori tempo, tutto dipende da questo, dal trovare persone disposte a rallentare insieme a noi. Ad aspettarci. Finché non riusciamo a rimetterci in sincronia con la vita.


A rendere questa lettura imperdibile, l’eleganza stilistica di un’autrice bravissima a raccontare storie mediante una prosa elegante e accurata, perfetta a calibrare le giuste tonalità di narrazione per ogni situazione o scenario.

Fuori tempo è un romanzo che non si può etichettare, non è collocabile in un unico genere, caratteristica che lo eleva, a mio avviso, ad essere letto da tutti: da chi ama le storie d’amore, chi preferisce leggere per vivere un viaggio introspettivo, chi invece crede che nei libri vi sia spazio per riflettere su tematiche quanto mai attuali, come l’adolescenza e le famiglie allargate.


Era stato quel viaggio che aveva iniziato a cambiare, a sistemare le cose. Aveva avuto l’opportunità di conoscere Serge, e di prepararsi all’incontro con il padre. Aveva visto luoghi e vissuto momenti che non avrebbe mai dimenticato.


Una storia che mette al centro la natura dei legami, insieme a tutti gli effetti collaterali che li rendono complicati e ingestibili: le disfunzioni, le incomprensioni, le diversità e le distanze che cementa il tempo-

Un libro di crescita che testimonia quanto valga la pena trovare il tempo (e il coraggio) di risolversi come persona e districare i contorti intrecci emotivi che spesso ci soffocano, anche da adulti.

Martina, Serge e Riccardo faranno parte di me per molteplici motivi.

Chapeau Monica.

A STAR IS PORN di Laura Nottari

A STAR IS PORN di Laura Nottari

Titolo: A star is porn
Autore: Laura Nottari
Serie: autoconclusivo
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: chiuso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 18 Ottobre 2021
Editore: Hope Edizioni

TRAMA


Alla soglia dei quarant’anni, l’ex attrice hardcore, Nicole Midriani, si è rimessa i vestiti e fa l’assistente di produzione, dirigendo un film dopo l’altro con pugno duro.
Dopo l’aggressione ai danni di Gioia, attrice e amica di Nicole, salvata da Mykola – l’immigrato ucraino addetto alle pulizie – la donna decide per un drastico cambio di rotta.
Nicole e Gioia si mettono in proprio e fondano la A Star is Porn, che produce film hot a misura di palati femminili, basati su opere letterarie famose. In fin dei conti, quale lettrice non ha mai sognato di vedere Mr. Darcy ed Elizabeth darci dentro?
Le due offrono a Mykola un lavoro di spicco grazie alle notevoli doti nascoste del ragazzo, una delle quali di ben 25 centimetri.
Scena dopo scena, la nuova star del porno penetrerà nel cuore delle fan, puntando però a quello più inaccessibile e ferito: il cuore del suo capo, la gelida Nicole.
Ma come mostrarsi davvero alla donna amata, quando lei ha già visto tutto di te?

Un’irriverente commedia che dosa sapientemente erotismo, ironia e tematiche profonde, in un mix tutto da gustare.

RECENSIONE


C’era una volta una diversamente giovane lettrice che, nell’avventurarsi nel ginepraio che è Facebook, inciampò in alcuni estratti di un romanzo fiabesco che stava nascendo dall’arcolaio di un’autrice così incauta da piazzare stralci e stralci e stralci del suo lavoro alla mercè di chiunque passasse nei pressi della sua capanna Facebook.

La diversamente giovane lettrice, che per convenzione chiameremo con un nome a caso, Bianca Ferrari, decise di scrivere all’autrice, che per convenzione chiameremo con un nome a caso, Laura Nottari, suggerendole di dare MENO.

Per fortuna l’autrice non ascoltò l’ingenua lettrice e diede DI PIU’.

In tutti i sensi possibili.

Centimetri.

Pagine.

Risate.

Amore.

Posizioni.

Cocktail e sushi.

Ancora risate.

Frasi memorabili (Ti scopro pezzo per pezzo, amore, come Prato Fiorito su Windows).

E in questa fiaba magica, raccontata magistralmente, ogni lettrice poté trovare un principe azzurro dotato di un come un cavallo, una bacchetta magica dalle dimensioni pregevoli, dalla fattura unica, una fata trasformata in strega da un cattivo stregone maschilista, retrogrado e bastardo, un incantesimo capace di spezzare la maledizione e un bellissimo lieto fineeeehhhhahhhhahehhehahah.

Ecco. La mia recensione di ASIP – A star is porn di Laura Nottari non potrebbe essere più inappropriata di così. La storia di Mykola (addetto alle pulizie con un manico memorabile… della scopa, cosa state pensando?) e di Nicole (ex pornostar passata dall’altra parte della macchina da presa), però, sa essere davvero una favola.

Di quelle con materassi troppo molli che spaccano schiene e ginocchia, di quelle cui il kamasutra fa una pippa (e ce n’è anche di quelle, by the way), di quelle in cui il conflitto raggiunge livelli che bruciano dentro, perché tutti siamo stati Mykola e tutti vorremmo incontrare un uomo come lui e non solo per le sue doti fisiche, che in tutta onestà, pur essendo al centro del romanzo, sono la parte “meno memorabile” di lui.

Quando Laura mi ha concesso di leggere questo romanzo in anteprima, non nascondo che la mia curiosità e la mia aspettativa erano incredibilmente alte, perché gli estratti che aveva postato li avevo trovati geniali. E devo anche ammettere che di solito le aspettative mi ammazzano il piacere della lettura, perché raramente ritrovo in ogni pagina quel lampo di genio che ho letto nell’estratto.

E invece mi sono ritrovata a ridere per delle patatine col ketchup, a piangere (a piangere SUL SERIO), ad “accaldarmi”, a sperare, a ringhiare contro Nicole, a voler entrare nelle pagine per accogliere il dolore dei protagonisti, a chiedermi perché questo romanzo NON L’HO SCRITTO IO?

Sì, si parla di porno.

Se ne parla con arguzia, con intelligenza, con una ricerca che sarà anche stata piacevole, ma è approfondita. L’ambientazione è più che verosimile, sembra realistica, non è buttata a caso per fare folklore, ma è come se fosse un personaggio in più, con tutte le sue caratteristiche dettagliate, presente non come una cornice che abbellisce il tutto, ma parte integrante del quadro.

E si parla di amore.

Di autoamore, non di autoerotismo.

Di quell’amore che qualcuno ti toglie con parole gravi, che scavano e creano buchi che non sono colmabili neanche con 25 bellissimi e memorabili centimetri.

Di quell’amore che possiamo ritrovare solo smettendo di ascoltare quelle voci che hanno voluto ferirci perché non potevano guardarsi allo specchio e vedere la loro inadeguatezza e così l’hanno buttata su di te.

E poi magari arriva un ragazzino che sa di candeggina e ha occhi più verde del verde. Che non ha paura di se stesso, che indossa costumi improponibili e sa i classici a memoria. Che ti inchioda alle tue paure e te ne libera, lasciandoti libera.

Ma non sola.

E se non è una fiaba questa… io davvero non so cosa lo sia.

Ho ringraziato Laura allo sfinimento per aver scritto questa storia.

La ringrazio ancora qui, pubblicamente.

Per me il 2021 ha il sapore di… ASIP – A star is porn

(certo che siete proprio perverse, eh!)

Recensione a cura di Bianca Ferrari in esclusiva per Reading Marvels


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VERSO IL FRASTUONO DEL CAOS di Carmen Jenner

VERSO IL FRASTUONO DEL CAOS di Carmen Jenner

Titolo: Verso il frastuono del caos
Autore: Carmen Jenner
Serie: autoconclusivo
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: POV alternati (Jake, Ellie)
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 4 Aprile 2019
Editore: Hope Edizioni

TRAMA


Jake Tucker è un uomo a pezzi. A ventidue anni, ingenuo e inquieto, si è arruolato nel Corpo dei Marines. Nove anni e quattro missioni dopo, Jake ritorna sul suolo americano, anche se la sua mente è rimasta saldamente radicata nelle sabbie dell’Afghanistan, insieme agli uomini che non ce l’hanno fatta.
Ferito, annientato e gettato via dalla guerra, Jake ha come compagnia solo il suo cane, Nuke, una sindrome da stress post-traumatico e il senso di colpa del sopravvissuto. Per nove anni non è passato istante senza che non si sia chiesto quando per lui sarebbe stato l’ultimo giorno, ma c’è ben poco conforto nel fatto che sia ancora vivo, quando nessuno del suo plotone lo è più.
Ellie Mason non ha tempo per gli uomini spezzati dalla vita. È troppo impegnata a cercare di portare del cibo in tavola. E fare fronte alle esigenze di Spencer, suo figlio, affetto da autismo, talvolta è come combattere dietro le linee nemiche. Come se destreggiarsi nei campi minati dell’essere una madre single non fosse sufficiente, Ellie si sente attratta da quel tranquillo Marine, solitario quanto lei. Ma ha già amato uomini traumatizzati, e ne è uscita straziata.
Ambientato nel pittoresco scenario di Fairhope, Alabama, Ellie e Jake si ritrovano coinvolti nel frastuono del caos.
L’amore è guerra. Solo il più forte sopravvive, e la resa è inevitabile.


RECENSIONE


Ho combattuto la loro guerra per nove anni. Adesso, mi sveglio ogni giorno per combattere la mia. Tutto quello che ho è il mio senso di colpa e il mio cane, la cui vita è dedicata ad assicurarsi che non vada fuori di testa e mi faccia saltare le cervella sui muri della mia casa vuota. Tutto quello che mi è rimasto è “niente”, e l’ho pagato un prezzo fin troppo alto.


Non è la prima volta che mi capita di leggere romanzi i cui protagonisti sono militari tornati dal fronte, reduci tormentati come accade proprio in questa storia. Rispetto ad altre letture questa storia mi ha particolarmente colpito per la profonda autenticità nel raccontare, senza fare sconti, il vissuto di chi si è lasciato alle spalle la guerra avendo difronte a sé la più dura da affrontare, ovvero la battaglia per riprendere una vita degna di essere ritenuta tale.

Jake è un Marine che al rientro a casa si ritrova a fare i conti con sé stesso, con quello che ne è rimasto in verità. DPTS, quattro lettere che indicano una patologia tanto invalidante quanto insidiosa, ovvero Disturbo Post Traumatico da Stress. Soffrirne significa trasformarsi in un individuo traumatizzato, in preda ad allucinazioni, incubi, attacchi di panico e ossessioni persecutorie che rendono angosciante anche il suono di un clacson portando a essere violenti o maneschi, come posseduti da demoni interiori troppo forti da combattere. Uno stato che riduce all’isolamento e che spesso viene sottovalutato o peggio non riconosciuto. Incredibile pensare che ad oggi solo in America ne soffre quasi il 30% dei militari che rientrano da missioni di guerra.

Con magistrale bravura, l’autrice Carmen Jenner alza il velo su questo argomento, spesso fin troppo banalizzato ma che invece merita grande accuratezza e consapevolezza nell’essere testimoniato proprio per la sua gravità e complessità, nonchè per l’estrema difficoltà di uscirne. In questa storia la sofferenza di Jake è viva, si percepisce nei suoi pensieri, emerge dai suoi ricordi mediante flashback che spuntano impazziti come pallottole nella sua testa e che col tempo sono divenute schegge acuminate conficcate sotto pelle. Solo così è possibile comprendere la ritrosia a farsi toccare, la scelta della totale solitudine e la fragilità a ricadere in temibili dipendenze come l’alcol e i farmaci. L’unico sostegno su cui ripone la tenuta dei suoi precari equilibri è Nuke, compagno di vita a quattro zampe nonché cane guida addestrato per aiutarlo nelle crisi.

Se è vero che spesso il dolore allontana le persone, è pur vero che a volte provarlo alimenta la sensibilità verso la sofferenza altrui. Forse è questa significativa empatia a tessere il filo che legherà il destino di Jake a quello di Ellie, giovane ragazza madre che entra nella sua vita per puro caso.

Una connessione istantanea che si incunea al primo sguardo fin dal loro incontro, anche grazie a Spencer, figlio di Ellie.


«Spencer soffre di autismo e SPD», dico in fretta. Una parte di me odia dover spiegare la diagnosi di mio figlio. Non è che me ne vergogni, e so che, come genitore di un figlio affetto da autismo, dovrei essere disponibile a rispondere alle domande nella speranza di poter eliminare l’orribile marchio associato a questa sindrome, ma talvolta puoi parlare fino a esaudire il fiato senza che ciò modifichi il pregiudizio delle persone.


Un bambino speciale che rappresenta tutto il mondo per Ellie, dando significato alle sue giornate, a definire i suoi stati d’animo, a determinare le sue preoccupazioni, a donarle gioia. Una dimensione intima a due in cui amore e dolore si mischiano come accade per chi è vicino a persone che soffrono di disturbi complessi come quello del “disordine dell’elaborazione sensoriale”, che impedisce al cervello di percepire in modo corretto stimoli esterni e interni. Un’invalidità che ha reso la vita di Spencer e e sua madre piena di incertezze e alla perenne ricerca di una modalità sostenibile di convivere con una patologia così terribile. L’autrice è bravissima a descrivere le loro sensazioni, che alternano fiducia a paura, sollievo a terrore, mediante dialoghi struggenti.


Lui libera le mani dalla mia stretta e mi afferra una cioccia di capelli, che comincia a sfregarsi tra le dita, ancora e ancora. È un fatto sensoriale, qualcosa che fa da quando è piccolo per calmarsi. Questa è l’unica situazione in cui mi è permesso stare così vicino a mio figlio e, sebbene ogni crisi mi distrugga ogni volta un pezzetto di cuore, ci sono una tale quiete e armonia nell’essere in grado di confortarlo, di stringerlo e di accarezzargli la fronte in questo modo.
Sulla moquette della mia stanza, con le tende aperte e la pioggia che martella sul tetto, ritrovo la pace tenendo mio figlio tra le braccia. Mi sento utile, necessaria, e per la prima volta dopo tanto tempo, mi sento una buona madre. Anche se solo per un istante.


Un legame commuovente che impone rinunce, che consuma togliendo ogni spazio a disposizione laddove l’amore è ingombrante, esclusivo.

L’incontro tra Jake ed Ellie lo segna un destino beffardo, abile a sparpagliare le carte in tavola fino a porli difronte ad uno specchio. Un riflesso in cui riconoscere le stesse ferite e intravedere simili cicatrici per identificarsi nel dolore dell’altro. Ma concedersi, permettersi un futuro è un’altra meta, forse irraggiungibile.


Tutto ciò che conta è che il mio cervello la considera come una minaccia alla mia sanità e il pensiero che, quando sono con lei, sono solo un uomo normale e non qualcuno scampato a una zona di guerra, segnato e terrorizzato dalla propria ombra.


“Verso il frastuono del caos” è una storia che racconta un percorso di dolore, lo spiega, ne definisce i contorni, senza mai essere banale ma anzi offrendo un quadro autentico in cui molte persone vivono ai margini di una società che ci vorrebbe tutti “normali”.

Un romanzo di rinascita che supera i facili stereotipi di un amore nato tra due persone spezzate. Un viaggio difficile, a più fermate, lento e in costante salita perché costellato di continue esitazioni, brevi risvegli, profondo senso di inadeguatezza e l’eterna paura di non potercela fare. Un po’ come accade davvero nella vita reale dove spesso non ci sono scorciatoie per arrivare in fondo, soprattutto quando si hanno carichi fin troppo pesanti da sopportare. Resta la fiducia, quella di credere che forse dividere il peso in due fa andare più lontano. A volte, sì, può accadere.

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LA STORIA CHE VOLEVAMO di Marion Seals

LA STORIA CHE VOLEVAMO di Marion Seals

Titolo: La storia che volevamo
Autore: Marion Seals
Serie: Autoconclusivo
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: P.O.V. alternati (Ego e Dawn)
Tipo di finale: Concluso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 20 Settembre 2019
Editore: Hope Edizioni

TRAMA


“Io avevo un unico obiettivo: giocare a football. Ero grosso e cattivo, veloce e coordinato, intelligente e determinato. Ecco perché risultavo un vincente, perché non permettevo a niente e a nessuno di ostacolarmi.”

La cosa che Gregory “Ego” Madden desidera di più nella vita è vincere il campionato con i California Bears, diventare il più famoso wide receiver della storia e riscattare un passato da emarginato. Il suo innato talento potrebbe garantirgli un futuro di successo e denaro, se solo fosse capace di controllare la rabbia che lo divora.


“Io ero strana, non sapevo socializzare, ma ero brava in ciò che facevo, io non ero spazzatura, lo avevo dimostrato a loro e a me stessa, soprattutto. Il fatto che non lo urlassi al mondo, che non lo esprimessi con rabbia e aggressività, non significava che fosse meno vero.”

La cosa che Dawn Riddle desidera di più nella vita è laurearsi e poi specializzarsi in Paleontologia. Ha sempre preferito la compagnia dei libri a quella dei suoi coetanei e ha potuto frequentare l’università solo grazie a una borsa di studio. Nella sua vita, segnata dal dolore e dalle rinunce, non c’è spazio per niente altro.

Solo tra le braccia del buio, la luce risplende.
Questa è la storia del loro incontro.


RECENSIONE


“Amo la luce perché mi mostra la via. Ma amo anche il buio perché mi mostra le stelle.” Og Mandino


Dawn Riddle è una ragazza albina con un passato complicato dietro di se’. Cresciuta senza genitori e aiutata dalla forza dell’amore di suo fratello, vive contando sulla sua grinta.

Studia paleontologia con ottimi risultati, dedicandosi  alla sua carriera universitaria, allo scopo di tenersi alla larga dalle persone che la discriminano per la sua diversità, a cominciare da un’inopportuna compagna di stanza, che la deride e le nega la possibilità di ambientarsi e di vivere serenamente quei momenti per lei così importanti.

Durante un episodio spiacevole, viene difesa da Gregory “Ego” Madden, un affascinante giocatore di football, da sempre interessato solo a storie fugaci e di poca importanza.

Ego sembra il classico ragazzo a cui non manca nulla, ma dentro di sé nasconde una rabbia irrisolta e incontrollata scatenata da un passato  tormentato che condivide con difficoltà.


Perduta.

Per la prima volta compresi il reale significato dei racconti di certe ragazze, storie che avevo sempre trattato alla stregua di miti e leggende metropolitane. Avevo sempre trovato ridicola l’idea che un semplice sguardo, così come la vicinanza di un ragazzo potessero provocare un simile scompiglio in cervello e cuore. Potessero far sentire… perduta.


Per lui conquistare Dawn rappresenta una sfida, una squallida scommessa fatta con i suoi compagni di squadra, ma più tempo passa con lei più si rende conto di aver bisogno di proteggerla, di farla sentire importante, nonostante siano all’apparenza così diversi.


Dovevo fare maggiore attenzione con la Fatina, dovevo ricordarmi che, per quanto timida, dietro quell’aria spaesata c’era una mente che funzionava, e molto bene.


Ho visto tanta magia in questo incontro, emozionandomi insieme a loro, e sorridendo scoprendo i piccoli traguardi che raggiungono,provando a venirsi incontro e impegnandosi per   essere all’altezza l’uno dell’altra.

Due anime così diverse che si completano solo prendendosi per mano e stando insieme.


Da che avevo memoria, la paura era sempre stata la mia fedele compagna; prepotente e beffarda, tornava a ricordarmi sempre la mia diversità, a rammentarmi perché non potevo essere normale, sussurrandomi parole cariche di veleno che avevano il sapore della sconfitta, della delusione. Mai, neanche nei miei sogni più audaci, avrei creduto possibile accettare mani estranee su di me, con la naturalezza con cui la mia pelle stava accogliendo quelle di Ego.


La storia e’ raccontata in prima persona, a capitoli alterni, dalle voci dei due protagonisti, che aiutano il lettore e vivere insieme a loro tutte le infinite emozioni contrastanti che la lettura regala.

Le descrizioni sono accurate e particolareggiate, capaci di farvi immaginare senza difficoltà la scena esatta in cui si sviluppano gli eventi descritti.

Questo libro per me e’ stato una sorpresa, inizialmente sembrava la classica lettura scontata, ma andando avanti ho trovato emozioni profonde e riflessioni preziose.

La diversità di Dawn la espone a essere derisa, bullizzata da chi dovrebbe invece accoglierla ed aiutarla.  Spesso forse non ci rendiamo conto di quanto, troppo spesso, vengano messe da parte quelle persone considerate “diverse”, proprio perché non riusciamo a comprendere fino in fondo cosa significhi per loro esserlo.

Questo è un argomento molto attuale, che mi fa pensare a tutti quei ragazzi che per paura del giudizio degli altri si tengono tutto dentro, con conseguenze spesso tristi e irreparabili.

E a tutti coloro che discriminano le persone più fragili per il colore della loro pelle, o per l’orientamento sessuale e non si rendono conto che per apprezzare davvero qualcuno bisogna guardare oltre.

Quindi il messaggio più prezioso che questa lettura mi ha regalato è che non bisogna mai avere paura di essere se stessi, dandosi agli altri completamente e aprendo il cuore a chiunque abbia bisogno di supporto, comprensione e aiuto, superando pregiudizi e superficialità.

Lo consiglio a chi non ha paura di mettersi in gioco, nonostante tutto; a chi non ha paura di amare, nonostante le differenze.

Leggetelo per farne tesoro.


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