
IL FERRO E LA SETA di Pitti Duchamp
| Titolo: Il ferro e la seta | |
| Autore: Pitti Duchamp | |
| Serie: auto conclusivo | |
| Genere: Historical romance | |
| Narrazione: Terza persona | |
| Tipo di finale: chiuso | |
| Editing: Ottimo | |
| Data di pubblicazione: aprile 2024 | |
| Editore: Mondadori |
TRAMA
Il barone Ferrante De Martis ha tutto sotto controllo. Nessuno nelle sue terre si sognerebbe di disubbidirgli, tantomeno ora che Napoleone è arrivato in Toscana. Finché non giunge Antonia Moretti al seguito della cugina Bianca, la sua promessa sposa. Altezzosa, arrogante, Antonia è la creatura più bella che Ferrante abbia mai visto, e come tutta la famiglia crede che lui sia una bestia rozza e incivile. Loro saranno anche privi di titoli, ma almeno conoscono l’educazione. Per fortuna non è Antonia a doverlo sposare: lei andrà a Parigi, dove sarà introdotta alla corte imperiale. Per quanto impossibile, però, quell’uomo terribile e bellissimo, con occhi così dolci, si rivela un mistero sempre più intrigante…
RECENSIONE
Se c’è una cosa che ammiro particolarmente in Pitti Duchamp è l’amore che ha per la storia, per le sue origini e la sua terra, la Toscana. In questo nuovo romanzo, uscito per la collana “Passione” di Mondadori, la talentuosa autrice racconta ai suoi lettori le vicende che videro il Granducato di Toscana, antico stato italiano esistito per quasi trecento anni (fino al 1859), divenire obiettivo espansionistico di Napoleone Bonaparte. Un periodo storico di grandi conflitti e cambiamenti, con il vicino vento rivoluzionario francese, in cui l’Italia era divisa e in Toscana, dopo la caduta dei Medici, era subentrata la dinastia degli Asburgo-Lorena, il cui potere era minacciato da Bonaparte. Tra giochi di palazzo, alleanze, cospirazioni e dilaganti rivolte, prende vita questo romanzo, grazie non solo a questo scenario storico tumultuoso ma soprattutto per due protagonisti che infervorano la lettura:
All’improvviso Antonia ebbe caldo e un’impellente necessità di bere acqua per ridare salivazione alla bocca asciutta. L’ascia di quell’Ercole del fango si ruppe all’ennesimo taglio: il manico si spezzò in due e la lama rimase incastrata nel ceppo.
Un barone dai modi rozzi e burberi, Ferrante De Martis, abituato a stare in campagna tra la sua gente e poco propenso alle formalità, e Antonia Moretti, giovane e bellissima borghese, educata come una nobildonna e intrisa di forti ambizioni.
Che indicibile villano, pensò stizzita Antonia. L’aveva fatta sentire di troppo, uno scarto, e lei non era affatto abituata a sentirsi così.
Quando si incontrano per la prima volta diffidenza e disprezzo fanno sì che sopportarsi sia impossibile, come del resto non notare alcuni particolari l’uno dell’altra che imprimono sensazioni sconosciute in entrambi. Lui tanto virile e carismatico quanto capace di uno sguardo dolcissimo, lei fiera e superba ma di una bellezza spiazzante.
Ma non vi è pericolo alcuno che possa scalfire le loro vite, non vi è progetto o contratto che li veda insieme, se non una breve circostanza. Il destino però ha in serbo per loro qualcosa di più, ben più arduo e complesso che una forzata conoscenza mettendoli difronte all’inimmaginabile: una passione sfrenata, una guerra imminente, l’agonia della perdita, una gelosia travolgente, la crudeltà delle bugie, il dolore del tradimento, il senso di colpa e l’amore per la propria terra d’origine.
—Antonia—le disse accarezzandole la guancia con il dorso della mano—stai già volando via da me e io non farò niente per trattenerti, questo deve esserti chiaro. Ho doveri e responsabilità e il posto accanto a me non può essere occupato da un drappo di seta frusciante che scivola tra le dita e si sgualcisce appena si cerca di stringerlo un po’.—E tu sei ferro, così rigido, così semplice. Non ti si deforma con la forza, eppure il fuoco della passione ti ha piegato—lo provocò lei.
Entrambi saranno messi difronte a moltissime sfide soprattutto personali, in cui dovranno attendere, affidarsi, resistere ed evolvere, mentre tutto intorno crolla inesorabilmente. Due anime profondamente rivoluzionarie e coraggiose, che la minaccia dell’occupazione nemica metterà difronte allo specchio dei loro limiti e credenze.
Erano ferro e seta loro due, Ferrante così rigido, lei così fluida, capace di tenere i piedi in due staffe e scivolare dall’una all’altra con disinvoltura. Eppure il luogo in cui stava meglio era proprio quello, tra le braccia di Ferrante.
Pitti Duchamp si conferma maestra nel portare il lettore nell’anima dei suoi tormentati e affascinanti personaggi, mai banali e sempre vigorosi, e più che mai vivi. Non solo, la sua penna, accurata ed elegante dallo stile evocativo come poche, accompagna ogni scena con minuziose descrizioni che rendono partecipe chi legge, in un viaggio coinvolgente che prende vita: sontuosi salotti, cucine in pieno fermento, campagne dai paesaggi pittoreschi, il sentore vivo dei profumi antichi, come quello delle lenzuola di lino pulite e quello della pelle di pesca di una giovane donna.
Antonia e Ferrante sono forse tra i personaggi che risultano tra i più amati e riusciti dall’autrice, non solo per sua stessa ammissione nelle note finali visto il legame che la unisce all’ambientazione del libro, ma anche per l’intensità di questa storia, in cui si racconta non solo un amore sofferto e impossibile ma in cui si scopre la fierezza di un popolo incapace di sottomettersi all’oppressore e che riscopre la sua dignità.
Da leggere assolutamente.
