IL GIGANTE COL VIOLINO di Rebecca Quasi

IL GIGANTE COL VIOLINO di Rebecca Quasi

Titolo: Il gigante col violino
Autore: Rebecca Quasi
Serie: auto conclusivo
Genere: Contemporary romance
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 2018
Editore: Self publishing

TRAMA


Diego Suarez è un interessante caso di statistica genetica.
Nato dall’incrocio tra una prostituta tossicodipendente e un violento spacciatore di origine argentina, sarebbe stato il candidato ideale ad aggiudicarsi una personalità su misura per la vita nei bassifondi, invece il patrimonio genetico dei suoi genitori lo ha colpito solo di striscio.
Con un’intelligenza superiore alla media, un sorprendente talento musicale e tanto cinismo da sopravvivenza, approda a otto anni nella vita di Maddalena Maschieri, la sua mamma adottiva. Insieme a lei e a Giovanni Dalfiume, il marito, trova un equilibrio e una stabilità che non credeva possibili. A sconvolgere di nuovo la sua esistenza sarà la nascita di Elena, figlia di Maddalena e Giovanni: l’amore della sua vita.

RECENSIONE


In attesa del nuovo romanzo di Rebecca Quasi, “Non più di dieci parole” di cui vi parlerò mercoledì 24 in occasione dell’uscita, ho deciso di rileggere e parlarvi de “Il gigante col violino” di cui questa nuova pubblicazione è lo spin-off.

Un’opera che lessi nel 2019 e grazie a cui scoprì la penna di questa autrice prodigiosa, che da allora seguo con ammirazione e infinito interesse anche per avermi fatto appassionare al romance in modi inaspettati.

A differenza della lettura di un nuovo libro, rileggere una storia che già abbiamo conosciuto offre molteplici vantaggi: sapere già che la storia non ci deluderà; ripercorrere una trama già conosciuta offrendo un certo conforto nei momenti difficili; incontrare di nuovo i propri personaggi preferiti; rivivere i momenti più emozionanti; capire meglio alcuni sviluppi della trama. Ma su tutto, rileggere un libro aiuta a immergersi nella lettura a livelli più profondi, con l’incommensurabile dono di avere svelati particolari che alla prima ci erano sfuggiti.

Quindi, come è stato rileggere questo libro a distanza di anni?

Un’esperienza appassionante, direi, perché oltre al calibro del personaggio di Diego, intenso e struggente come pochi e che già all’ora mi colpì particolarmente, ritrovare Maddalena, Giovanni, Elena e Nicola è stato catartico, mettendomi difronte a un’innegabile verità: la percezione e la comprensione delle storie cambiano con il tempo.



Quando lessi per la prima volta questo romanzo ero in un periodo di lettura cosiddetta compulsiva, quasi bulimica: leggevo ovunque, in ogni istante della giornata (perfino in macchina), smaniando di restare finalmente sola per poter afferrare il Kindle e immergermi in qualche nuova storia.

Una sensazione di totale avvolgimento emotivo che mi fece divorare in pochi mesi centinaia di titoli, molti dei quali ammetto di aver totalmente rimosso dalla mia testa. Alcune storie, però, le ricordo benissimo per le sensazioni lasciate, come accadde per questo libro: struggimento, disperazione, devozione, amore assoluto, sacrificio, accettazione, assenza di pregiudizio.

Emozioni ritrovate e forse amplificate col tempo, che permettono a “Il gigante col violino” di essere un romanzo che ho amato nuovamente proprio per la sua capacità di infondere e parlare di amore, come pochi.

Rebecca Quasi ha tracciato con delicatezza, passione ed elegante ironia (sua cifra stilistica d’eccezione) un quadro a tinte forti in cui vengono affrescati diversi strati di questo sentimento rivoluzionario: l’amore familiare, genitoriale, quello tra fratelli e, su tutto, l’amore totalizzante e immediato che si innesca tra due persone che sentono di appartenersi indissolubilmente.  



Nella storia si tracciano i destini di più persone: in primis quello di Maddalena, appassionato medico del pronto soccorso, e Giovanni, imperturbabile Commissario di Polizia che si trova ad avere a che fare con l’affido del piccolo Diego, capitato in ospedale a causa della sua disastrata situazione familiare.

Nella prima parte della storia Maddalena è il personaggio cardine nella cui vita si intersecano nello stesso momento due amori, così sconvolgenti da cambiarle la direzione dell’asse terrestre: da una parte Giovanni, con cui viene avvolta da un’istantanea (e poco celebrale) passione, e dall’altra il piccolo Diego, con cui divampa un senso materno e di protezione capace di riconvertire le sue priorità. Due amori incondizionati che creano il terreno per quello che sarà il dopo, ovvero un sentimento altrettanto dirompente che si delinea con l’arrivo di Elena, sua figlia di Maddalena, che stravolgerà dal suo primo vagito l’anima del piccolo Diego.



Un legame fraterno, assoluto, preponderante che cresce, si trasforma, aspetta, si placa fino a esplodere per essere accolto, accettato. Un percorso tortuoso quello che Elena, ragazza caparbia, diretta e incapace di scendere a compromessi, deve fare negli anni con Diego, rigoroso e protettivo, contorto dalle paure, confuso dall’amore e con un’indole di bambino cresciuto troppo in fretta, senza un’infanzia degna, con una vocazione al sacrificio fuori scala.



Diego è un protagonista magnetico, potente, reso sublime dalla passione salvifica che prova per la musica, la sua arte, il linguaggio dell’anima. È con il suo violino che Diego esprime amore, che rinasce ogni volta che suona, per lei e con lei.



In questo romanzo si parla moltissimo di senso di famiglia, e a delinearsi sul palcoscenico della storia c’è Nicola, fratello di Maddalena, che per Diego e Elena diventa un riferimento fondamentale, proprio lui, avvocato solido e imperturbabile, detto “Lo Squalo Bianco”:



Un personaggio interessante, il cui carisma graffiante emerge e si ricorda nitidamente, senza dubbio alcuno. La sua traccia è rimasta sospesa nel tempo e adesso, a distanza di 6 anni dalla pubblicazione del primo libro, la sua storia sta per essere raccontata, per la felicità di moltissimi lettori e lettrici che ne attendevano il romanzo. Come dargli torto



Un’attesa, credetemi, che ha valso ogni giorno da allora e di cui parlerò venerdì, dopo aver letto in anteprima il libro, grazie all’autrice che ha voluto condividere una copia anche con il nostro blog e di cui ringraziamo per questa opportunità.

Per il momento se non avete letto “Il gigante col violino”, fatelo: la famiglia Maschieri – Dal Fiume merita di essere conosciuta in tutte le variabili possibili. Una storia che appassiona e trascina via nelle profondità più emotive, confermando il merito di Rebecca Quasi di parlare al cuore del lettore con un linguaggio semplice e straordinario, fatto di parole accurate, dialoghi originali e personaggi indimenticabili.

Chapeau.