
BRIAN, UN DANDY IN RITIRATA di Miss Black
| Titolo: Un dandy in ritirata | |
| Autore: Miss Black | |
| Serie: Unfit vol. 5 | |
| Genere: Historical romance | |
| Narrazione: Terza persona | |
| Tipo di finale: chiuso | |
| Editing: Ottimo | |
| Data di pubblicazione: Ottobre 2023 | |
| Editore: Self Publishing |
TRAMA
«Vi siete riavvicinati?»
«No. Ma siamo d’accordo nel produrre un erede».
«Che cosa potrebbe mai andare storto».
È il 1899, Brian ha trent’anni e gli sembra di aver già vissuto tre vite, in nessuna delle quali se l’è cavata molto bene. Nella prima ha gozzovigliato in tutte le bettole di Londra – e anche in diversi esclusivi club di St. James – e ha ucciso per sbaglio un uomo durante un litigio. Nella seconda, la sua amante e la figlia frutto della loro unione sono morte di febbre. Nella terza ha viaggiato per tutto l’Oriente, senza riuscire a rimettere insieme i pezzi della sua vita.
È sicuro di essere maledetto da Dio, ma anche i dannati, prima o poi, devono rispondere alle consuetudini e ora che è tornato a Londra c’è un dovere a cui non può più sottrarsi: produrre un erede per la casata dei Northdall. L’unico problema è che sua moglie Emily non sembra molto ansiosa di partecipare all’impresa. Sarà forse perché Brian dopo il matrimonio l’ha a stento considerata? O perché l’ha abbandonata per dieci anni? Cornificata in lungo e in largo? Ha avuto un’intera famiglia illegittima mentre lei lo aspettava a casa? L’elenco dei suoi peccati è parecchio lungo, ma un erede va messo in cantiere. Sta a Brian capire come convincere sua moglie. A costo di piegarsi a ogni idea balzana, consiglio medico stravagante e alle predizioni della cartomante di Emily.
RECENSIONE
Le prove che il destino gli aveva inferto non gli avevano temprato il carattere, l’avevano soltanto lasciato prostrato, infelice, inquieto. La sua vita sembrava scritta da un romanziere sadico.
Dopo la pubblicazione di quattro volumi, la serie di Unfit si arricchisce con la storia di Brian, figlio di Lord Northdall, conosciuto nel primo libro come protagonista.
Una figura quella di Brian che ha aleggiato tra le pagine che si sono susseguite uscita dopo uscita e che gli amanti (moltissimi) di questa serie aspettavano di conoscere da tempo, inclusa la sottoscritta. A onor del vero, qualche idea sul profilo di questo trentenne era stato offerto dalla sua autrice, Miss Black. Un ragazzo dalla vita non facile, vittima di mille sfortune e colpevole di essere stato al centro di un crimine efferato, facendo tribolare non poco i suoi familiari, scomparendo nel nulla. Proprio Kajal, protagonista magistrale e carismatico del penultimo volume, lo aveva cercato oltre oceano, nella lontana America, per mettersi sulle sue tracce e capirne il destino. Qualche indizio era stato trovato, qualche filo reciso, anche se capire quel che restasse da salvare di Brian era stato piuttosto complicato se non addirittura difficile da immaginare.
In questo libro, dedicato a lui, la situazione appare evidente dal racconto dei suoi sofferti trascorsi e da come lo ritroviamo, un ragazzo particolarmente provato dalla vita. Come dare lui torto: mica facile ritornare a casa dopo aver attraversato oceani, continenti, con un bagaglio pesante di esperienze tragiche tali da valere due o tre vite, ricordi così dolorosi da cambiare l’anima e renderla marmorea, inscalfibile, insensibile. A tutto e tutti. Moglie (abbandonata) inclusa.
Non gli parlava da cinque anni. Nel ‘94 Emily era andata fin negli Stati Uniti per riportarlo a casa, poi avevano deciso di separarsi informalmente e di vivere ognuno la miglior vita possibile. Nel caso di Emily, nessuna vita.
Rivedere Lady Emily Acton dopo anni dall’ultima volta sarebbe per Brian di per sé affar di poco conto visti i loro pregressi (ovvero un matrimonio appena consumato) se non che a fare da cornice a questo nuovo incontro (dopo dieci anni di distanza) non fosse stata la vista di una persona in punto di morte, riversa sul letto quasi priva di sensi. Una scena a tratti surreale, al cui centro si pone simbolicamente la fine non solo di un’esistenza ma anche di un rapporto tra due persone praticamente sconosciute. Tutto qui? No, anzi. Quel che segue sarà l’inizio di molto altro.
Una lunga lotta per ritornare alla vita, riscattare esistenze, superare sensi di colpa, dimenticare maledizioni e pensare davvero a un futuro. Perché no, se non procreando, appunto.
Tra proposte indecenti, cartomanti dai poteri inspiegabili e dall’accento pseudo-francese, ginecologi molto pragmatici dal piglio duro ma efficace, attività seduttive a non finire (a più livelli sociali) e atteggiamenti (apparentemente) immorali questo quinto libro scorre via grazie all’impeccabile stile di Miss Black, che forse con questa opera dà il meglio di sé rispetto a tutta la serie. Sarà perché fulcro della storia è la bellissima nascita a ritroso di un legame mai creato tra due giovani feriti profondamente dalla vita, uniti per formalità e divisi da ogni cosa, in primis il sentimento.
Forse dovevano passare dieci anni, lui doveva conoscere il dolore più devastante che potesse capitare a un essere umano, lei doveva conoscere qualche uomo ancora peggiore di lui. Forse entrambi dovevano crescere, prima di incontrarsi.
La storia di Brian e Emily è intensa e coinvolgente, rivelando in maniera progressiva e crescente uno spesso strato di paure e fragilità che attanaglia entrambi, seppur per ragioni diverse. Il dovere coniugale e l’istinto più primitivo scalfiranno questa corazza creata da anni di distanza e indifferenza notte dopo notte, verità dopo verità, parola dopo parola, contatto dopo contatto.
Una relazione che perderà gradualmente le ciniche sembianze di un progetto per perseguire individuali obiettivi e chiari benefici per assumere i contorni di un rapporto che via via diverrà sempre più nitido, intimo, con l’ambizione di ricostruire una dimensione affettiva sulle macerie di un passato tormentato. Una sfida vera e propria, nulla da dire, che alternerà spassosi siparietti a drammatici flashback, senza farsi mancare durissimi scorci sulla realtà di un’epoca a tratti oscura, soprattutto per gli indigenti, i poveri, i bambini.
Un periodo storico in cui gli equilibri tra uomini e donne non esistevano, o perlomeno parlare di diritti per il sesso debole era quanto mai irrealistico.
Se una donna voleva divorziare, doveva dimostrare che il marito fosse stato crudele con lei e con i figli. Che fosse stato infedele non bastava. Doveva aver abbandonato la famiglia senza mezzi di sostentamento o compiuto qualche atto di vera turpitudine, come l’incesto. Se un uomo voleva divorziare, divorziava. Fine del discorso. Quando una donna si sposava, tutti i suoi beni diventavano del marito. Lei stessa diventava un’estensione del proprio coniuge.
Chiaro, no? Parleremo anche di questo stasera con l’autrice, ospite in un’esclusiva live sul nostro blog con altre sette colleghe, fondatrici di un movimento, Profondo Rosa, che vuole proteggere e difendere il genere romance da chi lo ritiene si serie B.
E vi assicuro che leggere la storia di Brian (e Emily) è quanto mai bellissimo per molte ragioni: evadere, riflettere, intrattenersi, sognare, conoscere, sorridere, immaginare e accaldarsi, perché no? Il romance offre tutto questo e anche di più.
Scopritelo con noi stasera. Ne varrà la pena, promesso.
