HAPPYLAND di Massimo Tivoli

HAPPYLAND di Massimo Tivoli

Titolo: Happyland
Autore: Massimo Tivoli
Serie: Autoconclusivo
Genere: Thriller Gialli
Narrazione: Prima persona
Tipo di finale: chiuso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 4 Maggio 2021
Editore: Delos Digital

TRAMA


La notte del suo dodicesimo compleanno Isko Albuera vuole morire. Questa volta, mamma e papà gli hanno chiuso la testa in un sacchetto di plastica, dopo averlo seviziato per ore. Obnubilati dall’alcool e dalle droghe, i due crollano in preda a un sonno tossico, dimenticandolo tra le braccia della morte per soffocamento. Ma persino la morte lo rifiuta: una misteriosa bambina, che tutte le volte assiste alle torture dalla finestra di fronte, riesce a introdursi in casa, salvandolo dall’asfissia. Si chiama Kasia Gadek. Ventidue anni dopo, Isko è un investigatore privato dipendente dalla droga. Kasia è diventata la sua spalla. Ma chi è realmente Kasia?

RECENSIONE


Il prologo è straziante e sconvolgente. Il lettore guarda attonito dentro una mansarda, in una parte della città dove vivono emarginati e balordi, come i genitori del piccolo Isko. Non mi sono sbagliata, avete capito bene, non genitori amorevoli ma spregevoli, vili e abietti. Che poi, leggendo quello che ha dovuto sopportare quel bambino fino ai 12 anni, non c’è parola nel vocabolario per descrivere due come loro. L’autore ce li presenta nella loro veste peggiore, lupi assetati di sangue umano, maniaci che godono della sofferenza, anche e soprattutto quella del proprio figlio. Non vi dirò se e come riuscirà a salvarsi Isko, pensate solo che sofferenze e  cicatrici come queste te le porti addosso, mica se ne vanno con un colpo di spugna. Lo scoprirete leggendo la storia che alterna ricordi del passato a vita attuale. L’unico raggio di sole o meglio di luna per Isko è Kasia che rimane, fino alla fine del libro, un personaggio misterioso e affascinante, sia da ragazzina che da adulta.

Non solo per il suo avvenente aspetto fisico ma per l’atteggiamento e per i pensieri contorti e perversi che ha in testa. Una donna egocentrica ed egoista, eppure sembra esserci ogni volta che Isko si trova nei guai


“Kasia ti inganna con l’illusione di estirparti a una vita di dolore. Non è la paura di perderla, il veleno che ti inietta nelle vene. Ma è la speranza di un nuovo inizio.”


Non so se sia l’eleganza, la sensualità di Kasia o quel velo di speranza che si porta dietro ad attrarre Isko. Li ritroviamo cresciuti, ventidue anni dopo quella maledetta notte che ha segnato le loro giovani vite, a Happyland, una baraccopoli costruita su una discarica a cielo aperto. Tutto quello che accade nello slum, il degrado, gli odori nauseanti, il fango che impantana le scarpe, vengono descritti con un linguaggio crudo, asciutto ed essenziale. Massimo Tivoli racconta  senza alleggerire nulla e tutto appare reale davanti agli occhi di chi legge.

C’è un estratto che riassume la caducità della vita e l’imprevedibilità degli eventi che non posso non citare anche perché ho scoperto che si tratta di un passaggio a cui l’autore tiene molto


“La ricchezza di fianco alla povertà, in un sodalizio indegno, senza logica, senza il senso della misura. La vita non è dolore. Ma è caos, è ingiustizia indifferente. La stessa ingiustizia di un dado lanciato in aria.”


La vita di Isko è da sempre al limite, viaggia sul filo del rasoio, un po’ come quella di tutti noi, sballottati e travolti dal destino che si diverte a giocare e a lanciare dadi. La presenza di Kasia è una piacevole e inquietante costante e mi ha lasciato tanti interrogativi e dubbi che spero l’autore voglia chiarire raccontandoci ancora di loro. La domanda che mi è rimasta è: ma chi diavolo è Kasia e quali segreti nasconde?

Lasciatevi sconvolgere e coinvolgere da questa storia.

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