
TRE PICCOLI FIORI DI VELLUTO VIOLA di Emiliano Di Meo
Titolo: Tre piccoli fiori di velluto viola | |
Autore: Emiliano Di Meo | |
Serie: Autoconclusivo | |
Genere: LGBTQ | |
Narrazione: Terza persona | |
Tipo di finale: Concluso | |
Editing: ottimo | |
Data di pubblicazione: 19 Marzo 2017 | |
Editore: Self Publishing |
TRAMA
Ci sono storie che alcuni vorrebbero impedirti di raccontare. Ti fissano portandosi l’indice davanti al naso per suggerirti di tacere.
Tacere ti permette di illuderti che alcune cose non siano successe.
Ci sono storie che alcuni non vogliono sentirsi raccontare, preferirebbero chiuderle in un cassetto e dimenticare.
Io quel cassetto ho scelto di aprirlo.
Nota: il tipo di storia trattata potrebbe urtare la sensibilità di alcuni.
RECENSIONE
“Si rese conto di sentirsi innegabilmente bene e questo gli apparve come un dono dal valore inestimabile. Non l’avrebbe né sottovalutato né sottoposto al giudizio del mondo. Non importava chi o cosa fosse Azalea o quanto in lei ci fosse di Danilo, quello che importava era il modo in cui si sentiva lui quando poteva averla al suo fianco.”
Questa affermazione mi ha fatto riflettere molto e, se leggerete questa storia, sarete d’accordo con me. Spesso pretendiamo di voler sapere cosa provano le persone, come si sentono, quando forse non lo sanno bene neanche loro. La vita è complicata per tutti e il destino spesso ci riserva situazioni e sorprese a cui non siamo affatto preparati. Quando però si trova la persona giusta, che non si preoccupa di quello che sei o che vorresti essere e accetta tutte le tue sfaccettature, allora, niente ha più importanza. E ci si rende conto che è un vero peccato lasciarsi sfuggire un’occasione che non capiterà più nella vita; bisogna trovare il coraggio di mettersi in gioco e camminare in una direzione del tutto nuova e inaspettata. Ed è proprio ciò che capiterà ai protagonisti di questa storia.
Gennaro è stato lasciato dalla moglie tanti anni fa, la magia dei primi tempi da sposati è finita subito e non aveva senso continuare. Quello che attrae di quest’uomo è il suo essere maschio, virile, sicuro di sé e dalla fisicità rude.
“Dal modo in cui camminava si intuiva che Gennaro era un uomo sicuro di sé, padrone della propria persona e a proprio agio nel mondo. Gennaro occupava in modo seducente il proprio spazio. Da nudo la sua camminata risultava ancora più disinvolta e maschile.”
Gennaro decide di andare a Roma a trovare un amico e durante il suo soggiorno estivo l’ho accompagnato nei posti più belli di questa città; l’ho visto passeggiare lungo i sentieri del parco di Villa d’Este, ammirare la fontana di Trevi o visitare la piccola chiesa barocca di Santa Maria della Vittoria. Azalea e Danilo invece sono due facce della stessa medaglia; l’autore la descrive spesso come una giovane creatura, sensuale e affascinante. Ed è proprio così che la vede Gennaro durante il loro primo incontro e il modo aggraziato di parlare e muoversi ha avuto subito un forte ascendente su di lui.
“Trovava Azalea una creatura affascinante, ma non riusciva a distinguere se a esercitare quel fascino fosse la sua condizione di incontro tra i generi o se lo sarebbe stata comunque, anche se fosse stata una donna come le altre.”
Gennaro si trova disorientato dai pensieri che non vanno d’accordo con le reazioni del suo corpo; l’identità sessuale di lei e la sua giovane età lo frenano e leggendo ho vissuto il conflitto di quest’uomo.
Non durerà a lungo l’indecisione di Gennaro perché l’attrazione e il sentimento che comincerà a provare lo trascineranno in questa avventura.
C’è un estratto che descrive la loro storia e l’intensità dei sentimenti:
“Un giorno mi apparve un angelo bello oltre ogni misura. Vidi nella sua mano una lunga lancia alla cui estremità sembrava esserci una punta di fuoco. Questa parve colpirmi più volte nel cuore, tanto da penetrare dentro di me. II dolore era così reale che gemetti più volte ad alta voce, però era tanto dolce che non potevo desiderare di esserne liberata. Nessuna gioia terrena può dare un simile appagamento. Quando l’angelo estrasse la sua lancia, rimasi con un grande amore per Dio.”
Lo stile narrativo dell’autore è elegante e delicato quando si tratta di descrivere il lato introspettivo dei personaggi. Si trasforma invece in un linguaggio esplicito e passionale nel sesso.
Emiliano di Meo è stato abile nel lasciare indizi precisi, ma ero talmente coinvolta nell’intensità della storia che li ho sorvolati e sottovalutati; mi sono così trovata a leggere un finale inaspettato che mi ha scioccato. E con l’amaro in bocca e un peso sul cuore ho chiuso il libro con la triste consapevolezza che, per ogni cosa bella che la vita ti regala, c’è sempre un prezzo da pagare.
La lettura di questo libro è consigliata ai soli adulti in quanto contiene scene di natura sessuale tra due o più uomini consenzienti.
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