DYNOWISH, E LACRIME DELLA LUNA di Paola Myriam Visconti

DYNOWISH, E LACRIME DELA LUNA di Paola Myriam Visconti

Titolo: Dynowish e le lacrime della luna
Autore: Paola Myriam Visconti
Serie: autoconclusivo
Genere: Narrativa per bambini e ragazzi
Età di lettura: dai 5 anni
Illustrazioni: Giunti
Numero di pagine: 264
Data di pubblicazione: gennaio 2024
Editore: Giunti

TRAMA


Due bambini, Ginny e suo fratello Leo, stanno tra­scorrendo le vacanze invernali a casa della nonna in un piccolo paese di montagna quando, per risolvere una serie di misteriosi e inquietanti avvenimenti, de­vono rintracciare Dynowish, il protettore dei sogni. Verranno così catapultati in una stupefacente avven­tura: i sogni di tutti sono in pericolo e vanno salvati dalle forze oscure che li minacciano. Accompagna­ti da incredibili personaggi, scopriranno i segreti di popoli fantastici e combatteranno contro creature terribili per fuggire dalle atroci trappole di un crudele mago e dei suoi alleati.

Riusciranno nell’intento in tempo per fare ritorno a casa dai genitori per festeggiare il Natale?

RECENSIONE


“Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”, diceva William Shakespeare. Siamo fatti di sogni ma anche di speranze.

Come negare questa frase? 

Fin da bambini si impara a guardare il futuro pensando di realizzare cose fantastiche, straordinarie, capaci di farci volare sulle ali della fantasia per raggiungere mete lontane che ci riempiono di entusiasmo. Siamo fatti di sogni e viviamo di essi, altrimenti, senza l’anima che scaturisce dalla nostra immaginazione, vivremmo in un mondo in bianco e nero, senza colori che ci regalino il minimo sentimento. I sogni sono quel pennello che serve a colorare le nostre giornate.
Ci permettono di immaginare qualcosa di bello e divertente, ci portano via dai brutti pensieri che a volte si insinuano dentro di noi e fanno fatica ad andarsene, così possiamo distrarci senza rimanere bloccati dalla nostra mente. Tutte le nostre passioni hanno alla base un sogno e se pensiamo a ciò che amiamo stiamo bene, quindi solo sognando possiamo essere davvero liberi.  

D’altra parte per vivere un sogno e farlo crescere bisogna lottare, anche se ci sono dei rischi. Dobbiamo avere una sorta di “fame” di sogni, perché è mangiando passo per passo che raggiungiamo davvero ciò che vogliamo.

È possibile che a volte la strada sia più ripida di quanto ci aspettavamo, oppure che qualche problema ostacoli il nostro percorso costringendoci a fermarci, ma la speranza e il desiderio di riprendere il cammino persistono comunque. 

«Se nei sogni fede avremo, sempre li realizzeremo».

Questa è una storia di sogni e di speranza, proprio come queste parole della storia confermano. Un lungo e avventuroso viaggio in cui Ginny e Leo, due piccoli fratelli protagonisti di questo libro, intraprendono per trovare Dynowish, il protettore dei sogni abbandonati. Una figura mitologica e leggendaria, metà dinosauro e metà unicorno dalle ali fatte di polvere di stelle, che ha il potere di proteggere i sogni dei bambini.

Un libro in cui si ritrovano tante metafore di vita e simboli in cui ricorrono tematiche ricche di significato come il potere salvifico dell’amicizia, la bellezza e la forza della natura, l’importanza dei legami familiari, la straordinaria connessione con gli animali, il coraggio e la fiducia di inseguire con tenacia quello che desideriamo.

“Dynowish e le lacrime della luna” trascina via il lettore in un’avventura indimenticabile popolata di creature affascinanti e tra incantesimi, pozioni, leggende antiche contenute in libri dai poteri misteriosi come fossero scrigni magici, la storia fluisce intessuta di tante altri piccoli racconti al suo interno, dove i bambini restano i veri protagonisti, piccoli eroi pieni di coraggio.

L’autrice Paola Myriam Visconti, appassionata studiosa di storia antica, ha uno stile coinvolgente e accattivante, capace di trascinare il lettore di ogni età verso il richiamo dell’avventura: un perfetto dosaggio di descrizioni e dialoghi, oggetti misteriosi, rumori sinistri, strane presenze, tutti ingredienti che esercitano un certo fascino anche nell’adulto, andando a stuzzicare quel sentimento tipicamente infantile (e non solo) della curiosità.

Soprattutto verso il proibito (come il libro che la nonna non consente di leggere) verso i misteri (come quelle che intere una strana chiave) e verso avvenimenti fuori dal comune, avventurosi appunto, quelli che si apprestano a vivere i due bambini prima dell’arrivo della notte di Natale.

Un racconto diviso in brevi capitoli che vogliono, come spesso accade nella narrazione per i più piccoli, diventare mezzo per veicolare emozioni e pensieri positivi.

I due fratelli infatti si troveranno a dover aver a che fare con il coraggio, con l’affetto che li unisce e li aiuta a superare le difficoltà, con la determinazione a inseguire i loro sogni e credervi.

«L’acqua dei temporali è il fortificante più potente al mondo. Sono le tempeste, infatti, a renderci resistenti e coraggiosi.»

La fantasia che popola il mondo dell’infanzia è il mezzo più efficace e divertente per parlare di tutto, anche di temi importanti.

Non facciamo l’errore di non inserire all’ interno di questi anche avere e inseguire i propri sogni, il motore della realizzazione di sé e la spinta a migliorarsi.

«Ricordate di custodire con cura i vostri sogni e credete sempre in essi. Non abbandonateli mai, perché non esistono sogni impossibili. L’impossibile, è solo il possibile che non riusciamo ancora a vedere».

E come in ogni favola che si rispetti si ha sempre bisogno di un po’ d’aiuto in questo non facile compito, non mi viene in mente un aiutante migliore del nostro Dynowish protettore dei sogni.

A rendere speciale questa storia anche la fondazione di un progetto, “Dynowish Foundation”, realizzato dall’autrice insieme al marito, l’artista internazionale Antonio Signorini, e grazie al supporto dei loro due figli a cui è stata dedicata la storia.

Proprio oggi in Piazza Strozzi a Firenze Dynowish è protagonista. Infatti, arriva la statua dedicata a questa creatura speciale dall’artista Signorini, grande due metri e mezzo e realizzata in bronzo e patina in oro 24 carati. Un’opera presentata in occasione dell’incontro dell’autrice con 500 bambini di diverse scuole della città, presso la bellissima libreria Giunti Odeon, (luogo unico in città di cui vi avevamo parlato nella nostra rubrica “Le nostre librerie meravigliose”) anche a conferma del legame con la CE Giunti che ha pubblicato il libro.


Un’opera come simbolo dei sogni fatta dai bambini per i bambini di tutto il mondo che ha iniziato il suo viaggio a Dubai e che presto la vedremo a Venezia, Londra, Vienna e Milano per regalare a chiunque la speranza. Un’installazione creata per il progetto Dynowish Awards ideato e promosso dalla Dynowish Foundation in collaborazione con la Fondazione Istituto degli innocenti e con il patrocinio del Comune di Firenze.

Una fondazione per contribuire a rendere i sogni realtà, proprio come dice Dynowish:

«Sono fatto di polvere di stelle, oro e sogni di bambini. La mia missione è portare gioia, ridare speranza, far sì che tutti credano nei propri sogni. Vengo dai sogni e sono apparso sotto forma di scultura e con la voce di un libro. I bambini mi chiamano ogni giorno chiedendomi di far ricordare a tutti i loro sogni. La spinta intorno a me è quella di riportare i colori dove si stanno spegnendo, di prendermi cura dei sogni abbandonati e di dare loro l’energia per inseguire i loro proprietari e farli diventare realtà.»

Tanti obietti come contribuire al miglioramento e allo sviluppo della cultura umana attraverso la diffusione e la promozione di iniziative filantropiche interdisciplinari; coltivare e intraprendere, organizzare, assistere, promuovere, coordinare tutte le attività volte a creare e stimolare la consapevolezza in tutti i campi dell’arte; promuovere, incoraggiare e sponsorizzare lavori innovativi in tutti i campi dell’arte, compresi, ma non solo, dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie, performance, video, design grafico e scrittura e, infine sostenere e collaborare con organizzazioni, enti e individui coinvolti in iniziative filantropiche e/o di beneficenza.

Quindi, i sogni sono ciò che ci rende liberi e che ci fa stare bene. Sono nostri e, attraverso essi, vogliamo qualcosa che anche in minima parte è diverso da quello che vogliono gli altri.

Sogniamo quindi per volare sempre più in alto, e come resistere alle ali stellate di Dynowish?

MEZZAMELA di Matteo Bussola

MEZZAMELA di Matteo Bussola

Titolo: Mezzamela
Autore: Matteo Bussola
Serie: Autoconclusivo
Genere: Narrativa
Narrazione: Prima persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 17 gennaio 2023
Editore: Salani

TRAMA


Cosa succede quando ti accorgi, per la prima volta, che ti piace qualcuno? Viola si è resa conto di vedere Marco con occhi diversi in un pomeriggio di ottobre, di lunedì, nel cortile della scuola media mentre sta giocando a calcio e nel cielo corrono grosse nuvole bianche, una sembra un orso. Marco invece prova qualcosa per Viola già da un po’, ma sono amici da tanti anni, e si sa che quando dici a qualcuno che ti piace poi le cose cambiano, e quasi mai in meglio. Ed è proprio lì, nel momento della consapevolezza di nuovi sentimenti, quando tutto dovrebbe essere semplice e bello, che le cose si fanno invece più difficili. Quand’è che si smette di essere amici e si diventa magari altro? Come si capisce la differenza? Come si parla a una stessa persona con una voce nuova? Con che occhi la si guarda? Come superare quel gigantesco scoglio di imbarazzo e di incomprensione senza dover ricominciare tutto da capo? Un delicato diario di educazione sentimentale che fotografa l’adolescenza e tutti i suoi cambiamenti, un romanzo sui primi amori ma anche sulle fragilità, e sullo smettere di proteggersi per paura. Perché non importa se sei maschio o se sei femmina, se il tuo corpo sta cambiando e tu non gli riesci a stare dietro, l’importante è che (ri)cominciamo a guardare gli uni negli occhi degli altri. Quel che sceglieremo di vedere, dipenderà solo da noi.

RECENSIONE


Il grande filosofo lo ha capito per primo, che l’unico modo per sfuggire alle sofferenze amorose è andare in cerca dell’anima gemella, l’altra metà della mela. 

È di Platone il mito della metà della mela, quando nel Simposio durante un banchetto Aristofane enuncia che l’essere vivente non è altro che la metà di due individui divisi al principio da Zeus che li separò per lasciarli in cerca l’uno dell’altro. 

Matteo Bussola parte da questa credenza nata grazie al suddetto mito per imbastire un piccolo romanzo dai grandi messaggi. 

Scrittore e uomo dalla spiccata sensibilità come ho avuto modo di ascoltare alla presentazione del libro in questione, Mezzamela appunto, dà alla simbologia della metà del frutto una nuova veste, sempre filosofica ma più moderna.  

Mezzamela è il simbolo di un senso di inadeguatezza nei confronti della persona che ci piace, una percezione che permea soprattutto la fase di crescita più delicata e temuta dai genitori, l’adolescenza. 


Mentre io, non so… mi sembra di essere ancora un po’ ragazza e un po’ bambina. Né carne né pesce, come dice sempre il nonno. Mi sento come se Marco fosse diventato all’improvviso una bella mela succosa e io, invece, fossi ancora tipo a metà. Una mezzamela. 


Nello stesso tempo è un concetto che non tiene conto del valore intrinseco dell’individuo ma solo del suo involucro. 

In questo senso ribaltiamo il mito: noi siamo interi ed è l’incontro con l’amore a spezzarci a metà, permettendoci di mettersi a nudo, di farsi guardare dentro. 


La verità è che noi prima di incontrare l’amore siamo mele intere, e troppo spesso agli altri ci piace mostrare solo la nostra buccia lucida, e fermarci a quella. Ma poi, quando abbiamo la fortuna di incontrare qualcuno che ci fa battere il cuore davvero, è allora che l’amore ci spezza a metà, facendoci diventare mezzemele. Nel senso che ci offre l’opportunità di mostrare quel che siamo davvero, ciò che abbiamo dentro, proprio come i semini di una mela. 


Sono personaggi già conosciuti nel precedente romanzo per ragazzi “Viola e il blu” i protagonisti di questo tenero racconto sul passaggio dall’amicizia all’amore con tutti i timori e l’impaccio che porta con sé, ma attraverso cui l’autore accarezza una serie di altri temi importanti, su cui riflettevo, permangono grosse mancanze dal punto di vista educativo, non solo da parte delle famiglie ma della società in generale. 

Perché nessuno ci parla mai di sentimenti, di emozioni, della dirompenza e della percezione differenti che avranno nelle varie stagioni della vita e di conseguenza ci troviamo spesso impreparati a gestirli e affrontarli. 

Ed è così che davanti a qualcosa che non conosciamo e non sappiamo maneggiare la nostra fragilità diventa un problema, un ostacolo, una cosa da nascondere o camuffare perché è proprio lì dove siamo frangibili che diventiamo più vulnerabili ed esposti al dolore e, di conseguenza, più deboli. 


«Be’, soprattutto perché hanno paura di sembrare deboli. Ma non è colpa loro, è che non sono molto abituati a gestire i loro sentimenti, ad accettare le loro fragilità, non glielo insegna nessuno. E non c’è nulla al mondo che ti faccia sentire fragile come l’amore per qualcuno». 


Matteo Bussola ci dice invece che non è così, non siamo deboli, siamo solo destabilizzati, perdiamo un po’ l’equilibrio di fronte a emozioni nuove. 

Come lo sono Marco e Viola legati da una profonda amicizia che non sanno come gestire il mutare dei loro sentimenti. 

Nelle loro riflessioni e nei dialoghi con i personaggi di contorno emerge l’educazione sentimentale di questo autore capace di trattare amicizia, pregiudizio, crescita e confronto con tatto e una certa attitudine. 

Sì parla di stereotipi di genere, del giudizio degli altri, della paura di mostrare le proprie debolezze, della difficoltà di capirsi e di comunicare, del coraggio di mettersi a nudo, dell’importanza dell’amicizia e del dialogo. 

Un libro consigliatissimo ai ragazzi che possono identificarsi con i due protagonisti e le loro vicende, ma anche ai genitori per avere un assaggio di come si dovrebbe comunicare con i propri figli soprattutto nell’età dell’incertezza quando non sono né carne né pesce.

O come si definisce Viola nel libro, quando non sono ancora maturi come una mela succosa, ma assomigliano di più a una mezzamela. 


MONDO CALZINO di Brian Freschi

MONDO CALZINO di Brian Freschi

Titolo: Mondo Calzino
Autore: Brian Freschi
Serie: autoconclusivo
Genere: Narrativa per bambini e ragazzi
Età di lettura: dai 5 anni
Illustrazioni: Giulia Pintus
Numero di pagine: 32
Data di pubblicazione: 19 gennaio 2022
Editore: Sassi

TRAMA


In una grande casa piena di luoghi nascosti e ordinati esiste Mondo calzino: un piccolo cassetto scricchiolante con al suo interno tutti i calzini di famiglia! Ogni accoppiata di calzini è abituata da sempre a vivere con il proprio simile e a evitare tutti gli altri. Del resto: “Meglio stare con chi è simile a noi… Così non ci saranno sorprese!”. Ma un giorno, a causa di un incidente, il cassettone si rovescia e tutti i calzini si mischiano tra di loro! Senza più il proprio compagno, saranno tutti costretti a comunicare gli uni con gli altri… Scoprendo che forse tutte queste differenze non sono un male, ma un modo per arricchirsi a vicenda. Un racconto divertente e insolito che spiega il valore della diversità attraverso la metafora dei calzini: abituati a stare sempre appaiati con i loro simili, scopriranno che aprirsi agli altri può portare a piacevoli sorprese.

RECENSIONE


Spiegare la diversità e l’arricchimento che può offrire chi è diverso da noi  ai bambini non è sempre facile. 

A volte non è facile farle comprendere nemmeno agli adulti. 

La letteratura svolge in tal senso un ruolo vitale, veicolando messaggi di tolleranza e rispetto. 

Ecco quindi che i libri ci offrono un valido aiuto nel raccontare attraverso storie di fantasia dal significato simbolico questi concetti così importanti. 

È il caso per esempio di MONDO CALZINO un albo illustrato dedicato ai piccoli dai 5 anni in su che in modo divertentissimo racconta l’accettazione del diverso e quanto si può imparare da esso, quanto faccia stare bene essere uniti proprio nelle proprie diversità. 

Accade che in questa casa i calzini riposino in un cassetto assolutamente appaiati sempre con il proprio simile, senza mai incontrarsi o venire in contatto con calzini diversi. 

Perché così deve essere, tutto in perfetto ordine. 

A volte però dagli imprevisti nascono esperienze interessanti, così quando il cane di famiglia rovescia accidentalmente il cassetto accade l’impensabile. 

I calzini riposti frettolosamente nel cassetto alla rinfusa sono costretti a interagire tra loro, a venire in contatto con calzini diversi. 


“Insomma, questa nuova convivenza forzata non sembra proprio andare per il verso giusto, e l’atmosfera si fa pian piano sempre più tesa. 

Tutti i calzini piagnucolano e si gridano contro, e nessuno vuole più avere a che fare con gli altri. 

Ormai l’unico desiderio di tutti è di ritornare nell’ordinatissimo Mondo Calzino.” 


Dapprima diffidenti alla fine iniziano a stringere amicizia, ad apprezzare ciò che li rende diversi e ad imparare qualcosa di nuovo che non conoscevano. 

Calzino Rock, calzino yoga, calzino bucato e tanti altri accompagneranno i piccoli lettori alla scoperta di quanto può essere divertente stare insieme a chi è differente da noi, nonostante le iniziali difficoltà, conoscersi e interagire crea legami e fa scoprire modi nuovi di essere e di agire. 

Un messaggio che nel secolo della globalizzazione e delle grandi migrazioni dovrebbe essere considerato superfluo. 

Purtroppo non è così, essendo ancora molti i pregiudizi e le discriminazioni nei confronti di chi riteniamo lontano, diverso da noi, ed è qui che giungono in aiuto nel diffondere il pensiero inclusivo libri come questo.  

Perché il mondo ha bisogno di ordine certo ma anche del suo opposto, per non risultare noioso, perché sia più colorato e più grande, più variegato e più interessante. Come è successo nell’ordinatissimo Mondo Calzino. 


L’AMICO RITROVATO di Fred Uhlman

L’AMICO RITROVATO di Fred Uhlman

Titolo: L’amico ritrovato
Autore: Fred Uhlman
Serie: Autoconclusivo
Genere: Narrativa
Narrazione: Prima persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 27 dicembre 2012
Editore: Feltrinelli

TRAMA


Nella Germania degli anni Trenta, due ragazzi sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva. L’uno è figlio di un medico ebreo, l’altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un’amicizia del cuore, un’intesa perfetta e magica. Un anno dopo, il loro legame è spezzato. “L’amico ritrovato” è apparso nel 1971 negli Stati Uniti ed è poi stato pubblicato in Inghilterra, Francia, Olanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Spagna, Germania, Israele, Portogallo. Introduzione di Arthur Koestler.

RECENSIONE


Ci sono temi e argomenti di tale durezza e dolore a volte che si pensa sia possibile parlarne solo in certi termini, come se la violenza e l’odio potessero essere raccontati solo mostrandola spietatamente e senza filtri. 

Non è così. 

Spesso si può parlare di dolore solo facendolo filtrare tra le righe, come un sottofondo che fa capire la drammaticità di certi eventi proprio invece grazie a parole del tutto opposte: quelle sull’amore, sui sogni, sull’amicizia, sulla giovinezza. 

Fred Hulman lo ha fatto, raccontando di un’amicizia tra due sedicenni nella Germania degli anni più terribili della storia. 

L’amico ritrovato racconta attraverso gli occhi e i ricordi di Hans ormai adulto la sua profonda per quanto breve amicizia con un nobile coetaneo ai tempi della scuola, Konradin, conte di Hohenfels. 


Poi con un gesto stranamente goffo ed impreciso, mi strinse la mano tremante. “Ciao, Hans,” mi disse e io all’improvviso mi resi conto con un misto di gioia, sollievo e stupore che era timido come me e, come me, bisognoso di amicizia. 


Di per sé le amicizie formatesi in giovinezza tendono a essere fatte di una lega dura, solida nella sua costruzione ma tenera nella sostanza composta di istinto, cuore, genuinità e sogni, perché la realtà delle esperienze non hanno ancora intaccato la purezza dello spirito. 

Se però a tutto ciò aggiungiamo il fatto che i due ragazzi in questione sono il figlio di un medico ebreo e il rampollo di una nobile famiglia filonazista negli anni 30 allora un legame così può assumere connotazioni ancora più importanti. 

Ce la farà un affetto così forte come quello tratteggiato a resistere ad un background agli antipodi, alle diversità di pensiero, di religione, al condizionamento delle famiglie, all’ideologia nascente e dilagante del disprezzo e dell’odio razziale? 

Tutto questo è condensato in poche pagine, perché più che un romanzo questa è una novella che però ha tutte le caratteristiche del romanzo, solo in miniatura, come viene spiegato nella prefazione: uno stile molto descrittivo, tanto da immergere il lettore nei verdi paesaggi della Svevia, nei suoi colli azzurrini, e nei profumi della Foresta Nera, dove i boschi scuri, odorano di funghi e di resina, una narrazione in prima persona volta a rievocare il passato, che avvicina molto il lettore al narratore e alla sua sensibilità di sedicenne immerso nelle fatiche adolescenziali, che si nutrono dell’insicurezza di sé e dell’ l’incertezza del futuro, in cui tutti possiamo riconoscerci nonostante il periodo storico differente. 


Non andavo mai a casa loro né loro venivano mai a trovare me. Un altro motivo della mia freddezza, forse, era che avevano tutti una mentalità estremamente pratica e sapevano già cosa avrebbero fatto nella vita, chi l’avvocato, chi l’ufficiale, chi l’insegnante, chi il pastore, chi il banchiere. Io, invece, non avevo alcuna idea di ciò che sarei diventato, solo sogni vaghi e delle aspirazioni ancora più fumose. Volevo viaggiare, questo era certo, e un giorno sarei stato un grande poeta. 


Man mano che si procede nella lettura si passa ad una narrazione che comincia a far intravedere il precipitarsi degli eventi, che annunciano l’oscurità che sta per ammantare la ridente e vivace Stoccolma. 


Il lungo e crudele processo che mi avrebbe portato a perdere le mie radici era iniziato e già le luci che avevano guidato il mio cammino si stavano affievolendo. 


Non si viene però afferrati dall’angoscia perché i terribili eventi che si stanno affacciando al presente dei due protagonisti vengono fotografati nella loro assurdità proprio attraverso i pensieri dei due ragazzi così presi, immersi e coinvolti nel fondamento del loro affetto amicale che i fatti storici finiscono per restare in secondo piano, sullo sfondo di cui parlavo all’inizio. 

Il lettore sa quale sarà la gravità e la portata di tali eventi ma sente, anche grazie alla profondità e al realismo descrittivo dell’ ambientazione sia fisica che temporale con cui l’autore racconta questo legame, che un affetto di tale portata in qualche modo dovrà per forza sopravvivere allo tsunami che sta per abbattersi sull’Europa e sul mondo. 

Il lettore spera quindi, perché è proprio la speranza che ha resistito nei tremendi anni del nazismo e della guerra. 

Una lettura questa che è stata assegnata a mio figlio quattordicenne per le vacanze natalizie e che mi è capitata quindi per caso, ma non a caso in questo periodo. 

Ho deciso di leggerlo ed è stata una scoperta, nella sua semplicità e brevità è stata una carezza, un tocco di tenerezza e nostalgia che mi hanno commossa. 

Adatta per questo sia a ragazzi che adulti. 

Da questo libro è stato tratto anche un film del 1989 di produzione francese per la regia di Jerry Schatzberg. 

Un racconto che commuove, per tutti coloro che desiderano ricordare e hanno ritrovato qualcosa o qualcuno nonostante pensassero di averlo perso per sempre. 


IL REGALO PIU’ GRANDE di Peter H. Reynolds

IL REGALO PIU’ GRANDE di Peter H. Reynolds

Titolo: Il regalo più grande
Autore: Peter h. Reynolds
Serie: autoconclusivo
Genere: Narrativa per bambini e ragazzi
Età di lettura: dai 5 anni
Tipo di finale: Chiuso
Numero di pagine: 40
Data di pubblicazione: 31 ottobre 2013
Editore: Ape Junior

TRAMA


Il regalo di Roland era proprio piccolo… Lui desiderava un regalo più grande! Molto molto più grande! Età di lettura: da 5 anni.

RECENSIONE


Forse è proprio vero che ormai Natale è diventato solo corsa ai regali, grandi e piccoli.

Anzi meglio se grandi.

Per il bambino protagonista di questo albo illustrato Roland, è sicuramente così.

Ricevuto per Natale un regalo a suo dire di piccole dimensioni comincia a desiderare intensamente di ricevere un regalo più grande.

Ma si sa a volte non si è capaci di accontentarsi e si finisce per desiderare sempre di più, forse troppo.


“GRANDE? Questo non è GRANDE neanche come la mia casa! Quando dico grande, intendo GRANDE!” gridò.


Non è un bambino che si perde d’animo Roland e se da un lato questa sua caparbietà nel cercare di realizzare il proprio desiderio è apprezzabile dall’altra però questa ostinazione lo trasforma in un protagonista incontentabile, eccessivo, capriccioso e poco simpatico.

Sarà forse la magia del Natale ma fortunatamente alla fine Roland capirà che non sono le dimensioni a decretare il valore di un regalo, e che spesso proprio nelle cose piccole si nascondono tesori di cui non possiamo fare a meno.

Un libro essenziale nel testo e nelle illustrazioni ma dalla grande capacità comunicativa.

Da leggere con i propri bambini anche per trasmettere loro il messaggio che questa festività non può tradursi solo nell’aspetto più materiale dello scambio dei doni.

Il senso di questa festa è prima di tutto stare con le persone amate, condividere tempo con i propri cari.

A riprova che le dimensioni non contano e a volte ingannano, questo libro seppur piccolo e perciò adatto alle manine dei piccoli lettori a cui è rivolto, riesce a veicolare questo grande messaggio, potente e per niente scontato in tempi moderni, con semplicità e immediatezza.

Da regalare e regalarsi, per restare in tema.


PROF, POSSO ANDARE IN BAGNO? di Enrico Galiano

PROF, POSSO ANDARE IN BAGNO? di Enrico Galiano

Titolo: Prof posso andare in bagno?
Autore: Enrico Galiano
Serie: unico spettacolo
Genere: Commedia
Spettacolo teatrale
Tipo di finale: Chiuso
Data: 9 Dicembre 2022
Produttore: Ascom

TRAMA


Enrico Galiano accompagna il pubblico in un viaggio speciale tra storie vissute in classe e vere e proprie lezioni di storia, letteratura e grammatica: per portare la scuola fuori da scuola, con l’idea che possa essere ancora un luogo di bellezza.

RECENSIONE

Ormai appassionata ai lavori di Enrico Galiano recensito il suo ultimo
libro, intervistato durante una sua presentazione, l’ultimo tassello che mi
mancava era assistere al suo spettacolo teatrale PROF, POSSO ANDARE IN BAGNO?

Potevo farmi scappare l’occasione?

Ovviamente no, ecco perché l’ho seguito in quel di Sedegliano presso il
teatro Plinio Clabassi venerdì 9 dicembre in una piacevolissima serata.

Come sempre è capace di fare, il nostro professore ha saputo coniugare risate e
momenti di riflessione in uno spettacolo su misura per giovani e meno giovani (nel
linguaggio odierno per generazione Z e boomer) in alternanza con momenti
musicali ad opera dell’amico e co-protagonista Pablo, cantautore forse
incompreso ma assai comunicativo.

Enrico Galiano ha strutturato lo spettacolo come una giornata scolastica,
con suddivisione oraria per materie e ovviamente l’irrinunciabile ricreazione.

Non svelerò gli argomenti delle lezioni per non togliere il gusto della
scoperta a chi vorrà assistere allo spettacolo, posso dirvi però che le lezioni
hanno saputo tenere accesa l’attenzione, strappato innumerevoli risate e
offerto un’interessante occasione di riflessione su temi di una certa
importanza.

A testimonianza che si può parlare di tutto anche con leggerezza riuscendo a
raggiungere un pubblico eterogeneo, compresi i ragazzi (molti, infatti, gli
alunni della scuola primaria e media del paese presenti in sala con i loro
insegnanti) con un linguaggio semplice ma incisivo, attuale e anche irriverente
al punto giusto.

Enrico Galiano passo dopo passo sta dando vita e promuovendo con mezzi disparati una visione di scuola onesta, inclusiva, rispettosa dell’individualità di ognuno che prova a tirare
fuori dai ragazzi la luce che hanno dentro, una scuola insomma che chi è
insegnante come me vorrebbe vivere e che tutti vorremmo aver frequentato.

Nota finale ma importante, le offerte in caso di ingresso libero o un
eventuale costo dei biglietti per assistere al suddetto spettacolo vanno in
beneficenza per l’associazione STILL I RISE (https://www.stillirisengo.org/)
che anche grazie alla consistente cifra di 55.000€ finora raccolta tramite lo
spettacolo di Enrico Galiano, costruisce scuole nei paesi del terzo mondo.

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Quando arte e solidarietà si incontrano un po’ si realizza la magia, ed è
così che anche una sala teatrale diventa scuola.

Perché scuola è anche e soprattutto dove si insegna che il bene collettivo è
patrimonio di tutti, e a volte per realizzarlo bisogna osare, perché, citazione, “a volare
troppo bassi si muore.” 

UNA GIORNATA D’AUTUNNO di Nadia Al Omari

UNA GIORNATA D’AUTUNNO di Nadia Al Omari

Titolo: Una giornata d’autunno
Autore: Nadia Al Omari
Serie: La famiglia coniglietti
Genere: Narrativa per bambini e ragazzi
Età di lettura: dai 4 anni
Illustrazioni: Richolly Rosazza
Numero di pagine:28
Data di pubblicazione: 7 febbraio 2019
Editore: Risfoglia Editore

TRAMA


Arriva l’autunno sulla collina dei soffioni e un giorno, mentre tutti sono impegnati nelle loro faccende, Leila è triste. Non ha ancora imparato ad andare in bicicletta senza le rotelle, ma il suo fratellone Sam le promette: «Ti aiuterò io…».

RECENSIONE


Potevamo noi di Reading Marvels non dedicare uno spazio ad un libro per piccini ambientato sulla collina dei soffioni?

È qui che vive la famiglia coniglietti che trascorre le proprie giornate immersa nella natura.

Anche i piccoli di casa coniglietti hanno problemi abbastanza simili a quelli dei bambini: Leila infatti non riesce ad imparare ad andare in bicicletta senza rotelle.


In questo via vai di coniglietti impegnati, solo Leila se ne sta in disparte.

E’ da diversi giorni che ha tolto le rotelle alla sua biciclettina, ma ancora non ha imparato ad andarci senza perdere l’equilibrio.


Un problema che si presenta proprio durante la stagione autunnale, una stagione in cui non solo la natura si veste con nuovi colori ma in cui anche la vita domestica comincia un po’ a cambiare.

Si gustano nuovi sapori offerti dai frutti e dalle verdure di questa stagione, si possono ancora trascorrere belle giornate all’aria aperta, ideali per esercitarsi con la bicicletta, però i primi freddi invogliano anche a godersi il calduccio di casa insieme ai propri cari.

In questa storia leggera ma molto piacevole la famiglia coniglietti mostra ai piccoli lettori proprio questo: tanti modi diversi e divertenti in cui i due fratelli protagonisti possono trascorrere una tipica giornata d’autunno, titolo del libro, in mezzo a foglie colorate, castagne, zucche, in compagnia di nonni e genitori, impegnati in attività disparate all’aria aperta e attività creative, alcune delle quali facilmente attuabili anche a casa.

I due fratelli non solo ci raccontano attraverso le bellissime illustrazioni tutti i prodotti di questa stagione ma anche dell’affetto che li lega, che si traduce non solo nel giocare insieme ma anche nell’aiutarsi reciprocamente.

Perché cosa c’è di più bello che poter trascorrere in mezzo alla natura una meravigliosa giornata d’autunno con chi si ama?

Una lettura semplice dalle illustrazioni molto colorate, sui toni tipici di questo periodo di cambiamenti, in cui dominano il rosso e l’arancione colori che scaldano, un calore che riguarda anche il piacere della condivisione con chi amiamo.

Potrete trovare un libro della famiglia coniglietti per ogni stagione.

Adatto ai più piccoli sempre affascinati dalla natura che li circonda.


CHI ME L’HA FATTA IN TESTA? di Werner Holzwarth e Wolf Erlbruch

CHI ME L’HA FATTA IN TESTA? di Werner Holzwarth e Wolf Erlbruch

Titolo: Chi me l’ha fatta in testa?
Autore: Werner Holzwarth e Wolf Erlbruch (illustratore)
Serie: autoconclusivo
Genere: Narrativa per bambini e ragazzi
Età di lettura: dai 3 anni
Tipo di finale: Chiuso
Numero di pagine: 24
Data di pubblicazione: 1 settembre 2016
Editore: Salani Editore

TRAMA

Una terribile catastrofe piomba sulla piccola Talpa in una tranquilla serata di primavera: è marrone e a forma di salsiccia – ma non è una salsiccia – e la cosa peggiore è che le è caduta esattamente in testa! Ma chi è il colpevole? Per stanarlo la nostra Talpa dovrà svolgere approfondite, puzzolenti indagini…

RECENSIONE


<<Ma che schifo!>> esclamò la piccola Talpa. << Chi è che me l’ha fatta in testa?>>

(Miope com’era, non poteva scoprirlo da sola.)


L’atmosfera un po’ scherzosa del carnevale mi ha fatto propendere per proporre un piccolo classico della letteratura per l’infanzia che è molto conosciuto tra i piccoli lettori.

“Chi me l’ha fatta in testa?” tratta un un tema interessantissimo per i piccini, affascinati da un naturale processo biologico che fino a qualche tempo prima hanno espletato nel pannolino, e anche per i più grandicelli che non resistono durante la lettura dal farsi grasse risate.

La povera talpa protagonista, appena messa fuori la testa dalla propria tana incorre in un incidente veramente molto fastidioso, lo stesso che potrebbe capitare a noi umani appena usciti di casa se il cielo fosse sorvolato da uccelli.

Solo che mentre per noi sarebbe impossibile individuare il colpevole qui la talpa non si arrende, diventa investigatrice e si appresta a cercare il colpevole di aver evacuato sulla sua testa.

Perché un’indagine sia svolta con attenzione si sa, bisogna raccogliere con dovizia molti particolari ed è così che il testo propone illustrazioni, descrizioni minuziose corredate persino di suoni onomatopeici su molteplici e differenti tipi di escrementi che producono animali diversi i quali cercano di discolparsi fornendo prova concreta del come la fanno.

Non lasciatevi disturbare dalla particolarità dell’argomento, perché se per un momento provate a leggere il testo con un’attenzione quasi scientifica e con la leggerezza che accompagna l’infanzia vi scoprirete a sorridere per la geniale semplicità con cui viene affrontato questo argomento.

Un argomento che a volte si ritiene ancora tabù o poco elegante, che invece va affrontato con i bambini con assoluta serenità e che è capace di provocare molta ilarità se usato con intelligenza, come in questo caso.

Dal sorriso passerete al ridere di gusto anche voi in un susseguirsi di pagine dove la vera protagonista ebbene sì, è la cacca, per giungere, in un clima di attesa e curiosità, ad un divertente finale.

Questo piccolo albo che per le caratteristiche tecniche si presta molto alla lettura animata da parte di un adulto, non stanca mai, è spassoso e come venne definito al tempo del suo successo si può veramente definire “la rivincita colta dell’escremento” a riprova del fatto che si può parlare di tutto se lo si fa con classe.


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URLO DI MAMMA di Jutta Bauer

URLO DI MAMMA di Jutta Bauer

Titolo: Urlo di mamma
Autore: Jutta Bauer
Serie: autoconclusivo
Genere: Narrativa per bambini e ragazzi
Età di lettura: dai 3 anni
Tipo di finale: Chiuso
Numero di pagine:32
Data di pubblicazione: 13 febbraio 2020
Editore: Nord-sud Edizioni

TRAMA


Cuore tempestoso di mamma. Un libro per ricucire l’amore.

Dall’editore: l’amore di una mamma per il suo piccolo è inesauribile. Lei come nessun altro, sa proteggere, confrontarsi, e rassicurare.

RECENSIONE


Stamattina la mia mamma ha urlato così forte, che mi ha mandato in mille pezzi.


Quasi a poter sentire il rumore come di un vaso che si rompe, l’incipit di questa storia evoca da subito una sensazione familiare e potente, che tutti almeno una volta nella vita abbiamo provato.

La  prima volta che ho letto questo libricino mi sono commossa perché di nuovo una lettura, anche se per l’infanzia, mi ha riconfermato quanto sia grande la potenza delle parole.

Poche, semplici, efficaci e se accompagnate dalle giuste immagini anche d’impatto.

Perché anche se questo è un libro piccolo nelle dimensioni, breve nel numero di pagine, molto semplice nel linguaggio e nelle illustrazioni è un testo che custodisce in sé e fa uscire in modo dolce ma dirompente un grande messaggio.

Quanti di noi da piccoli si sono sentiti rotti, frantumati di fronte ad un severo rimprovero della nostra mamma?

Il titolo evoca proprio un episodio di questo tipo, un urlo della mamma pinguino nei confronti del suo piccolo talmente forte da romperlo in mille pezzi.

Perché è così che ci si sente quando qualcuno che amiamo si arrabbia con noi: quando siamo bambini è la mamma la figura che incarna l’amore assoluto ed è la paura di aver perso questo amore che ci fa sentire disgregati.

Ma credo si possa ricondurre una sensazione simile anche al vissuto adulto: un modo di dire recita infatti “mi sento a pezzi” per indicare uno stato d’animo di dolore o sofferenza emotiva per esempio.

Quando finisce un amore, un’amicizia o un qualsiasi legame affettivo è compromesso la sensazione è un po’ quella di non sentirsi più interi, di avere pezzi mancanti.

Una sensazione che ho provato e che riconosco sempre ogni volta che leggo questo libro.

Come figlia ricordo la sensazione di paura e vulnerabilità nel pensare che l’amore materno possa venir meno dopo un rimprovero acceso.

Come mamma riconosco il senso di colpa che può nascere in un genitore quando per motivi disparati, può capitare di perdere il controllo: motivazioni che possono dipendere non solo dalla condotta della prole, ma dal nervosismo, dalla stanchezza, o da altre mille ragioni.

Nella sua dolce semplicità il libro racconta come superare questo senso di colpa e trovare il coraggio di chiedere scusa, di cercare di riparare ad una reazione eccessiva.

Ci sono infatti dei tipi di amore che così come ci hanno spezzettato sono anche in grado di ricomporci.

Il simbolismo espresso in questo albo illustrato racconta proprio questo, come l’amore materno sia in grado di rimettere insieme i pezzi rotti del proprio figlio.

Nel caso specifico di ricucire letteralmente i pezzi del povero cucciolo di pinguino sparpagliati per il mondo

La costanza, l’affetto e la capacità della mamma di chiedere scusa permetteranno di ricomporre il piccolo pinguino e ritrovare la sicurezza e la serenità che si provano nel sapere di essere amati sempre, anche quando sbagliamo.

Perché tutti sbagliamo, anche gli adulti nel difficile compito di crescere i propri figli, ed è l’amore incondizionato che consente di riparare a questi errori.

Un libro ormai entrato a pieno titolo tra i classici della letteratura per l’infanzia che nella sua tenerezza è capace di rapire grandi e piccoli.

I primi per la potenza del messaggio e i secondi per la dolcezza che traspare dal testo e dalle illustrazioni simpatiche e accattivanti.

Un libro che mostra come si possa ricucire sempre l’amore, se ci sono la volontà, la capacità di andare oltre alle emozioni del momento, se si è in grado di mettersi in discussione, di chiedere scusa, di accettare la nostra umanità imperfetta.


CARO BABBO NATALE di Martha Brockenbrough

CARO BABBO NATALE di Martha Brockenbrough

Titolo: Caro Babbo Natale
Autore: Martha Brockenbrough(Illustrazioni Lee White)
Serie: Autoconclusivo
Genere: Narrativa per bambini e ragazzi
Età di lettura: dai 5 anni
Tipo di finale: Chiuso
Numero pagine: 32
Data di pubblicazione: 7 novembre 2017
Editore: DeAgostini

TRAMA


Un libro illustrato per bambini dai 4 anni. Una storia divertente, accompagnata da colorate illustrazioni, per scoprire il fascino dell’autunno. Un album illustrato corredato da una breve Ogni anno Lucy scrive a Babbo Natale, ma pian piano la sua fede inossidabile cede il passo al dubbio: come può un vecchietto panciuto infilarsi dentro i camini e portare regali in tutto il mondo? Lucy vorrebbe chiederlo proprio a lui, ma si trattiene. Fino alle feste dei suoi otto anni, quando decide di scrivere non più la solita letterina, ma un messaggio a sua madre: “Cara mamma… sei tu Babbo Natale?”. Ciò che riceve in risposta è una verità commovente, rivelatrice e intrisa di tutta la magia del Santo Natale. “Non c’è nessun Babbo Natale che si infila nei comignoli. Perché lui è molto più di questo. È l’amore per gli altri, è la magia del donare.”

RECENSIONE


Quante letterine nel mondo e negli anni hanno avuto questa intestazione: caro Babbo Natale…

Questo è il titolo di un libro che ho conservato gelosamente fino a che non è arrivata l’età giusta per poterlo leggere con mio figlio.

Attenzione infatti, non è un libro per bambini piccoli benché l’età di lettura indicata sia 5 anni.

Questo è un libro che aiuta genitori e figli nel delicato ma inevitabile momento in cui i piccoli ormai cresciuti cominciano ad avere qualche dubbio sull’esistenza di Babbo Natale.

Non c’è un’età specifica quindi per leggerlo, ma penserei più al momento giusto che non è uguale per tutti: quello in cui un po’ di infanzia scivola via per essere messa nel cassetto dei ricordi, con i sogni, la fantasia, la gioia e il sapore tutto speciale che solo la spensieratezza di questo periodo ha e che questa festività ci ha saputo regalare quando eravamo piccoli.

Tutti ci siamo trovati a porre questa domanda da bambini e poi a dovervi rispondere prima o poi da genitori: in questo libro accade proprio questo.

Lucy è una dolce bambina che nello scorrere degli anni intrattiene una corrispondenza proprio con il Babbo di rosso vestito.

Ogni anno esprime un desiderio per Natale non mancando mai però nella sua letterina di esprimere il proprio affetto per il vecchio signore il quale incredibilmente le risponde!

La particolarità di questo albo illustrato è non solo la tenerezza della storia, che lascia a piccoli e grandi un messaggio bellissimo, ma anche la presenza all’interno delle pagine delle buste con le lettere che si scambiano Lucy e Babbo Natale.

Potrete estrarle e leggerle con i vostri figli diventando testimoni della crescita di Lucy e dei cambiamenti che questa comporta anche nell’espressione dei suoi desideri per le feste.

Per giungere alla fine all’ultima lettera, quella che racchiude tutto il senso della storia, che mi ha commosso sin dalla prima lettura e  ogni anno quando la ritrovo è così.

Perché in modo molto semplice ma intriso di poesia è nell’ultima lettera del libro che la mamma di Lucy dà alla propria non più piccola figlia un insegnamento che è prezioso per tutti e in ogni momento dell’esistenza.


Babbo Natale è un maestro che ci insegna a credere. Per tutta la vita dovrai avere fede: nella tua famiglia, nei tuoi amici, in te stessa… perfino nelle cose che non puoi vedere o toccare.


Credere a Babbo Natale è in realtà un atto di fede, che non muore con la scoperta che questa figura non esiste perché in realtà non è così.

Egli continua ad esistere come simbolo di quella fiducia che dobbiamo continuare ad avere anche quando la strada si fa irta.

Negli affetti, nell’amore che riceviamo ma soprattutto in quello che doniamo.

Anche se l’abbiamo dimenticato, troppo presi a dare una forma materiale a questa festività, Natale in fondo è questo: la giornata in cui celebriamo l’importanza del donare agli altri.

L’albo trae ispirazione dalla realtà, e la testimonianza riportata in quarta di copertina racconta proprio l’episodio accaduto all’autrice nel dover rispondere alla fatidica domanda da parte della figlia.

Questo potrebbe essere un bel regalo di Natale, un piccolo tesoro di letteratura per bambini capace di parlare anche agli adulti.

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