
CUORE NERO di Silvia Avallone
| Titolo: Cuore nero | |
| Autore: Silvia Avallone | |
| Serie: auto conclusivo | |
| Genere: Narrativa | |
| Narrazione: terza e prima persona | |
| Tipo di finale: Chiuso | |
| Editing: Ottimo | |
| Data di pubblicazione: maggio 2024 | |
| Editore: Rizzoli |
TRAMA
Lโunico modo per raggiungere Sassaia, minuscolo borgo incastonato tra le montagne, รจ una strada sterrata, ripidissima, nascosta tra i faggi. ร da lรฌ che un giorno compare Emilia, capelli rossi e crespi, magra come uno stecco, unโadolescente di trentโanni con gli anfibi viola e il giaccone verde fluo. Dalla casa accanto, Bruno assiste al suo arrivo come si assiste a unโinvasione. Quella donna ha lโaccento โforestoโ e un mucchio di borse e valigie: cosa ci fa lassรน, lontana dal resto del mondo? Quando finalmente sโincontrano, ciascuno con la propria solitudine, negli occhi di Emilia โ โprivi di luce, come due stelle morteโ โ Bruno intuisce un abisso simile al suo, ma di segno opposto. Entrambi hanno conosciuto il male: lui perchรฉ lโha subito, lei perchรฉ lโha compiuto โ un male di cui ha pagato il prezzo con molti anni di carcere, ma che non si puรฒ riparare. Sassaia รจ il loro punto di fuga, lโunica soluzione per sottrarsi a un futuro in cui entrambi hanno smesso di credere. Ma il futuro arriva e segue leggi proprie; che tu sia colpevole o innocente, vittima o carnefice, il tempo passa e ci rivela per ciรฒ che tutti siamo: infinitamente fragili, fatalmente umani. Con lโamore che solo i grandi autori sanno dedicare ai propri personaggi, Silvia Avallone ha scritto il suo romanzo piรน maturo, una storia di condanna e di salvezza che indaga le crepe piรน buie e profonde dellโanima per riempirle di compassione, di vita e di luce.
RECENSIONE
Questa รจ una storia di redenzione ed espiazione in cui perdersi, ritrovarsi e commuoversi con il cuore sanguinante, graffiato e ferito dalla consapevolezza dellโesistenza del male intorno a noi, del suo potere e di quanto sia difficile sopravvivere dopo esserne stati contaminati.
Il lunedรฌ di novembre in cui Emilia e suo padre imboccarono il sentiero chiamato Straโ dal Forche e risalirono il bosco di castagni che separa Sassaia dal resto del mondo, era il giorno dei morti. Riccardo continuava a pensare che un posto del genereโuna minuscola frazione isolataโnon fosse adatto a cominciare una nuova vita: non per sua figlia, non dopo quello che aveva passato e, soprattutto, non da sola. Ma Emilia procedeva.
A partire dalle prime pagine, il richiamo al viaggio รจ fortissimo. Il racconto inizia con lโarrivo della protagonista, Emilia, giovane ragazza di appena trentโanni, in un posto sperduto, isolato, un luogo primitivo, poco civilizzato, dove il tempo si รจ fermato e la natura predomina sullโuomo.
Le ortiche che spuntavano tra un gradino e lโaltro erano rigogliose come mai Emilia ne aveva viste. Sembravano voler sbarrare il passo ai dissennati come lei che avevano creduto di potersi trasferire in un posto simile. Un posto che la respingeva. Che non ammetteva nessuno che fosse giovane e vivo. Dove le case erano allโottanta per cento disabitate, dimenticate e vuote. Ma era proprio questo, no? Il motivo.
Una destinazione che sembra piรน una punizione, autoinflittasi per fuggire, seppellirsi e nascondersi dal mondo, ma sarร proprio qui che Emilia troverร la sua rinascita grazie a chi, come lei, รจ stato stravolto dal dolore del male, subendolo inesorabilmente.
Non ci sarร bisogno di dirlo, ma se uno decide di vivere in un borgo spopolato รจ perchรฉ vuole lasciarsi alle spalle quella stagione della vita in cui accadono le cose. In cui gli eventi ti travolgono, ti stanano, ti cambiano. A saperlo, dellโarrivo di Emilia, non ci avremmo dormito la notte. Infatti da quel giorno, come dicono accada con lโarrivo di un figlio, smisi di dormire.
Un fuggiasco, un eremita di oltre trentโanni, asociale, con la barba incolta, quasi un disadattato. ร cosรฌ che si descrive Bruno al lettore, perchรฉ รจ proprio grazie a lui che il racconto prende vita, un uomo buono, un maestro di scuola.
Emilia e Bruno sono due ragazzi vulnerabili, traumatizzati, che vivono da clandestini, in fuga da loro stessi, incapaci di sopravvivere a sensi di colpa, inabili a perdonarsi, che si ritrovano lโuno difronte allโaltra, riconoscendosi nelle fragilitร , negli spigoli e nelle paure, accomunati dalla stessa primitiva voglia di vivere, comunque, al di lร della crudeltร del passato.
Due solitudini, segnate dal prima e il dopo, che messe davanti a uno specchio non potranno altro che mostrare le loro cicatrici, quasi fossero macchie inflitte dalle loro oscuritร .
Due vite in cui l’adolescenza รจ stata negata, che si ritrovano a scoprire di voler sognare un futuro, di trovare un pezzo di bene lucente in un mare cupo di male.
Scoprire da chi e cosa entrambi stiano fuggendo sarร catartico e struggente, allo stesso tempo, perchรฉ non vi รจ via piรน difficile di quella che si fa per ritrovare un riscatto che non si pensava di meritare, una redenzione data per persa perchรจ immeritata.
Sentivo tutta la mia solitudine e la sua solitudine che si aggrappavano e si annientavano a vicenda su quella piazza e mezza che sapeva di chiuso, di bosco, di ricordi. Lโunico bagliore acceso tra le montagne.
Silvia Avallone ha scritto un romanzo potente, magnetico, che spiazza e che colpisce lโanima come una sciabola, facendo restare senza fiato. Un racconto di una bellezza introspettiva impeccabile, che ha il potere di irrompere nella realtร che viviamo ogni giorno, che pone domande scomode a cui รจ impossibile restare indifferenti.
La narrazione fluisce alternando il presente e il passato di Emilia, permettendo al lettore di farsi avvolgere sempre piรน nelle spire di segreti inconfessabili e veritร indicibili, di voler capire cosa abbia lโabbia resa intoccabile e impenetrabile nel suo dolore.
Devi perdonarti di essere viva, Emilia
Una lettura che impone riflessione, innescando un doveroso atto di cambiamento nel lanciare facili giudizi laddove si sia difronte a colpe irrecuperabili.
Silvia Avallone induce a guardare dallโaltra parte della barricata, oltre il buio delle celle piรน oscure. Un romanzo che basa la sua forza proprio nello scavare dentro il lettore, ammantandolo di speranza, riempie il cuore di perdono e pretende lโaccettazione, quella verso sรฉ stessi e gli altri, mostrando che ci si salva solo grazie allโamore, quello piรน incorruttibile, che non chiede permesso e avvolge, scagliando luce laddove lโanima si รจ oscurata e macchiata di nero. Ma anche grazie all’amicizia, una forza speciale che supporta, alla famiglia, che ama e accetta in modo totalizzante, e a chi riveste un ruolo di educatore che sprona, che puรฒ fare la differenza.
Una storia indimenticabile che mette al centro le emozioni piรน intense, come la compassione, la rabbia, la tristezza, la vergogna, il senso di colpa, il rimorso e la gioia di credere ancora al bene che predomina sul male.
Un corto circuito emotivo che consente al cuore piรน ferito e morente di essere scosso, di riprendere i battiti e palpitare ancora e vivere, nonostante tutto il male fatto e subito.
Aveva due vite, anche lei, come tutti. Il raccontabile era la punta innocua dellโiceberg; lโindicibile era se stessa.
Chapeau.
