
CORRISPONDENZA IMPERFETTA di Laura Nottari
| Titolo: Corrispondenza Imperfetta | |
| Autore: Laura Nottari | |
| Serie: Autoconclusivo | |
| Genere: Historical Romance | |
| Narrazione: Terza persona | |
| Tipo di finale: Chiuso | |
| Editing: Ottimo | |
| Data di pubblicazione: novembre 2024 | |
| Editore: Self Publishing |
TRAMA
Edith Ellis ha un carattere spigoloso e dei trascorsi dolorosi che l’hanno costretta a lasciare Londra per ritirarsi a Sidmouth.
A ventitré anni, provata dal passato e dalla disillusione, Edith si è rimboccata le maniche dicendo addio a ogni speranza di potersi maritare. Divenuta istitutrice, coltiva ancora un minuscolo sogno: far contrarre un buon matrimonio alla sorella minore, Annabelle. Solo a quel punto, potrà trascorrere la sua vita con serenità.
Lord Esmond Theodore, Conte di Rovington, è uno dei politici più in vista d’Inghilterra, ma anche uno dei lord meno lord che il Ton abbia mai sfornato.
Ormai quarantacinquenne e tormentato dal suo stesso retaggio, il nobiluomo colleziona capelli grigi e pessimi modi. Divorziato, zoppo e pressato da una sorella tremenda, odia qualunque cosa, a eccezione del mare e di suo figlio. Stanco della gabbia sociale di Londra, decide di trascorrere l’estate dove potrà togliersi il fazzoletto dal collo: nella magione di Greyville, sperduta nell’entroterra di Sidmouth.
Greyville è lontana da tutto, ma non dal passato, a quanto pare.
Il nome Ellis, per Esmond, è una ferita mai sanata. E in quella giovane istitutrice, c’è più di un’anima affine alla sua. Miss Edith Ellis è un ricordo, un frammento creduto perso, un’opportunità per riavvolgere il tempo.
Edith non ha idea di chi sia quel vecchio Conte, legato alla parte più fosca della sua vita. Per lei, Lord Rovington è solo un uomo che, con uno sguardo, ha spezzato la sua corazza.
Il miglior e il peggior scherzo che destino e cuore potessero riservarle.
RECENSIONE
Se dovessi richiamare una parola in grado di descrivere questo romanzo non riuscirei nell’intento, perché me ne servirebbero almeno due, ovvero “oltraggiosamente stupendo”. Cosa mi fa definire questo libro così? Forse sono stata ispirata dalle stesse parole che l’autrice Laura Nottari usa nell’introduzione quando, parlando chiaro al lettore, spiega le principali ragioni che l’hanno portata a ripubblicare con una veste nuova quest’opera. Un lavoro che ha richiesto un monumentale lavoro di editing, focalizzato a raggiungere uno scopo ben preciso e molto nobile, aggiungerei: convincere i più lettori più scettici a leggere un romance storico, con occhi e mente nuovi: «Corrispondenza Imperfetta 2.0 è perfetto per chi odia i romance storici perché di storico ha solo il numero di pagine». Effettivamente, 611 pagine sono una prova inconfutabile che anche in questo libro “le dimensioni contano”… “ça va sans dire”.
Allontanarsi dai comuni stereotipi che contraddistinguono questo genere letterario, rinunciando così a pizzi e merletti e a tutto ciò che contraddistingueva l’ambiente dell’alta società inglese, è stata una delle leve introdotte dall’autrice per raggiungere l’obiettivo.
Lord Esmond non era, canonicamente, un bell’uomo. Londra vantava lord molto più affascinanti, giovani e tonici di lui. Ma nonostante la scarsa avvenenza, le rughe sul viso, i capelli ormai ingrigiti e il fisico provato da vizi e acciacchi, lui aveva armi non da poco: carisma, imprevedibilità e irriverenza.
Effettivamente, a essere particolarmente oltraggiosi sono in primis i due protagonisti, Lord Esmond Theodore, Conte di Rovington, e Miss Edith Ellis. Un nobile, nonché politico e imprenditore di grande caratura, e una semplice istitutrice, che nulla hanno sembrano avere in comune se non essere due figure imperfette, segnate da un passato intriso di sofferenze.
Lui, quarantacinquenne, ricchissimo, dal carattere scorbutico e menomato da un handicap fisico che lo ha reso claudicante; lei giovane, poco più che ventenne, orfana e senza titolo, già disincantata dalla vita, dal carattere rigido e devota a sua sorella minore, Annabelle, di cui è tutrice e che protegge con ogni mezzo.
Miss Edith Ellis incarnava una specie di dicotomia, una contraddizione tra pensiero e ruolo che la mandava, spesso e volentieri, in conflitto con se stessa. Era una delle poche donne non maritate che potevano vantare indipendenza economica.
La bravura dell’autrice è stata quella di non fermarsi in superficie, dando a entrambi una profondità emotiva disarmante che oltrepassa l’immagine ruvida e spigolosa che offrono di loro stessi. I modi di muoversi, i pensieri, gli atteggiamenti e il linguaggio li definiscono in modo nitido, mettendone perfettamente a fuoco ogni aspetto sia a livello fisico che psicologico, ma in entrambi si percepisce una fragilità d’animo e una sensibilità che coinvolgono in modo prepotente, facendo bramare per capire cosa li abbia feriti per indurirli così.
«Perché io scappo, Edith, come un ragazzino in vena di ribellioni. Faccio i bagagli, mi sfilo da ogni cosa e vado via. Mi mescolo tra la gente, mi perdo per mare. Sparisco nel mondo.»
L’abissale divario anagrafico e sociale che li separa contribuisce a inibire ogni desiderio, a voler spegnere ogni barlume di luce nella loro oscurità, rendendo ogni minimo avvicinamento sofferto e sbagliato, non solo per loro stessi ma anche per coloro che li circondano, perfino a chilometri di distanza dalla rigida Londra e l’inflessibile Ton.
Inammissibile ogni sconfinamento, anche di base intellettuale, che possa scalfire il rapporto di lavoro tra un aristocratico e una semplice istitutrice, chiamati a seguire destini opposti.
«Sono una complicazione che respira.» «A me sembrate solo un uomo che non può essere se stesso.»
A soverchiare ogni regola e previsione subentrano molteplici elementi, che lascio scoprire al lettore, ma non posso non menzionare la caratura personaggi comprimari straordinari, delineati in modo sublime, che prendono parte a questa storia totalmente, come l’eroico Dott. East e la tenera Annabelle, sorella minore di Edith, senza dimenticare l’empatico Howard, figlio di Esmond. Figure che restano nel cuore insieme agli stessi protagonisti.
Sono tanti gli aspetti che a mio avviso rendono questo romanzo indimenticabile, oltre alla levatura dei personaggi. Uno in particolare che mi sento di dire è legato a una sensazione, che lascia una traccia profonda, ovvero l’intimità emotiva che si innesca tra chi legge e i personaggi stessi. Impossibile non partecipare a una storia d’amore tanto dolorosa quanto appassionata e appassionante, che seppur ostacolata da mille impedimenti alterna momenti di intensa affinità elettiva, tra due anime che si scoprono profondamente simili, a un tormentato percorso di espiazione, che non trova mai pace.
Un uomo in lotta con sé stesso, che non vuole cedere a sentimenti dilanianti, nati senza chiedere permesso e che rischiano d macchiare di colpa il candore di un’anima ignara e innocente, una creatura che vuole proteggere oltre sé stesso. Il legame tra Esmond e Edith commuove e travolge proprio perché cresce piano ma in modo costante, soverchiando ogni tipo di senso, divampando come un fuoco sotto una brace fatta di segreti inconfessabili, pronti a diventare una miccia affinchè tutto bruci per non lasciare altro che cenere. La loro relazione impossibile e proibita non risparmia nessuno, neppure chi a loro è più vicino e affezionato, personaggi di enorme profondità emotiva, che acquisiranno sempre più importanza e il cui contributo sarà più che mai prezioso a farli evolvere per compiere i loro destino.
Il saper ricevere ha un valore importante quanto il dare, forse persino di più. Talvolta, è una condizione difficile da gestire. Accettare l’amore tira in ballo la responsabilità del prendersene cura. E coltivare amore richiede sacrificio.
Ad aggiungere poesia c’è l’ambientazione del romanzo, il Devonshire, con le sue tumultuose mareggiate, i boschi, i sentieri, le scogliere e le infinite spiagge che diventano il privilegiato palcoscenico della narrazione in cui si muovono tutti personaggi, fino a influenzarne animi e cambiare destini come fossero tutti vittime un sortilegio:
Greyville le apparve all’improvviso, dopo una svolta del sentiero. Gli alberi si aprirono ed eccola lì, una bolla di luce e magnificenza incastonata in uno spiazzo tra le sue colline e il blu cangiante del cielo.
Un luogo dai poteri balsamici in grado di accogliere, ritemprare, ridare speranza, fino a superare paure e smuovere emozioni sopite, lenendo ferite, anelando perdono e sovvertendo sorti che sembravano essere segnate.
Un soffione gonfio e bianco, con un lungo stelo, dondolò davanti al suo naso. Lo porgeva un silenzioso e serissimo East che, a cavallo, si era affiancato alla carrozza per darglielo. Annabelle sollevò il viso, guardò l’omaggio, poi l’omaggiante, e di nuovo il primo dei due. Lo accettò senza dire niente. Il dottore le fece un cenno del capo, spronò il cavallo e avanzò per la sua strada.
Forza, speranza, redenzione, rinascita, protezione e libertà sono solo alcuni dei messaggi che lasciano traccia tra le pagine di questo romanzo, richiamando i simboli di un fiore selvatico, il soffione, a noi particolarmente caro, tanto comune quanto amato proprio perchè intriso di significati e che qui trova spazio in una scena bellissima, tra il Dott. East e Annabelle, che vogliamo ricordare.
Corrispondenza Imperfetta conferma la bravura e l’originalità di un’autrice che non smette di sorprendere, anche per la capacità di far sognare estasiando i sensi del lettore con “descrizioni” di un erotismo raffinato ed elegante (la torta di miele non avrà più lo stesso sapore per me, sappiatelo…), la cui potenza si basa nell’aver creato una magia nella mente di chi legge, un coinvolgimento a cui rimanere indifferenti è impossibile.
La storia di Esmond e Edith “oltraggia” di meraviglia attraverso la forza, il coraggio, la dignità, e la capacità straordinaria di amare, fino a rendere liberi, che entrambi mostrano ammantando di bellezza e calore chi legge e rievocando la meraviglia dei romanzi che verranno ricordati come capolavori del romance storico. Missione compiuta, direi, Miss Nottari.
«In te c’è la mia anima, Edith» capì. «C’è tutto quello che di bene posso.» Ecco perché l’aveva amata fin da subito. Ecco perché il loro incontro era stato una folgore nel cuore. La sua anima aprì gli occhi, sorrise, prese il suo viso tra le mani e lo guidò a sé per donargli un bacio casto, semplice, d’amore.
Chapeau.
