TRAMA

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Novembre 1991. I Nirvana risuonano nel mangiacassette, George H.W. Bush è alla Casa Bianca e la studentessa fissata con il cinema Charlie Jordan è in macchina con un uomo che potrebbe essere un serial killer. Josh Baxter, l’uomo al volante, è praticamente uno sconosciuto per Charlie. Si sono incontrati alla bacheca del campus per condividere il lungo viaggio verso l’Ohio. Entrambi hanno buone ragioni per voler andarsene. Per Charlie, è il senso di colpa e il dolore per lo scioccante omicidio della sua migliore amica, che è diventata la terza vittima dell’uomo conosciuto come il Killer del Campus. Per Josh, il motivo è aiutare a curare il padre malato, o almeno così dice. Più tempo passa seduta sul sedile del passeggero, più Charlie si accorge che Josh ha qualcosa di sospetto, dai buchi nella sua storia sul padre al fatto che non vuole che lei curiosi nel bagagliaio. Mentre viaggiano su un’autostrada vuota e tortuosa nel cuore della notte, una Charlie sempre più ansiosa comincia a temere di essere finita in auto con il Killer del Campus. Josh è davvero pericoloso? O il nervosismo e la diffidenza di Charlie sono solo frutto della sua immaginazione alimentata dai film? Una cosa è certa: Charlie non ha né un posto in cui fuggire né un modo per chiamare aiuto. Intrappolata in un terrificante gioco del gatto e del topo, che si svolge su strade nere come la pece e in parcheggi illuminati al neon, Charlie sa che l’unico modo per vincere è sopravvivere alla notte.

RECENSIONE

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Difficile incappare in libri che come questo, ti fanno navigare nell’ incertezza fin quasi all’ ultima pagina. 

E invece Riley Sager è riuscito a regalarcene uno, Survive the night (Sopravvivi alla notte) un  thriller psicologico che evoca immagini, rumori e sensazioni vivide, al pari di una pellicola cinematografica. 

Grazie soprattutto alla capacità dell’ autore di portarci dentro allo spazio -luogo della narrazione facendoci percepire le emozioni e le sensazioni dei personaggi attraverso i sensi, come fossimo lì con loro. 

Nonostante l’ arco temporale breve evocato dal titolo, per cui tutto avviene in una notte, all’ interno di uno spazio che l’autore fa diventare egregiamente claustrofobico, come l’automobile del protagonista, la trama trascina il lettore in una dimensione scevra dallo spazio e dal tempo. 

Si entra infatti nella mente dei protagonisti senza accorgersene, come stessimo assistendo ad un valzer oscuro tra realtà e immaginazione, in un passo a due questo tra Josh e Charlie, di cui è impossibile prevedere la direzione e il ritmo. 

Una precisa intenzione dell’ autore che caratterizza due personaggi fuori dagli schemi, seppur definiti nei loro tratti salienti altresì capaci di trasmettere un’incredibile ambiguità al lettore. 

Charlie, una giovane ragazza in fuga dai mostri che si porta dentro, eccentrica e singolare, ma schiacciata dal dolore e dalla colpa, e Josh un ragazzo all’ apparenza per bene che non mostra mai nulla oltre la sua facciata esterna. 

E quando qualche piccolo spiraglio filtra non sappiamo se collocarlo nel bene o nel male. 

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Charlie lo guarda dall’altro lato dell’auto. La sua espressione non rivela nulla. È solo una lavagna vuota di fronte alla strada aperta. Odia la sua illeggibilità. Così follemente opaco. Eppure è anche gelosa. Desidera sapere come fa. 

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La carta vincente di un thriller che gioca quasi tutta la partita sul piano psicologico di due menti che pensano e agiscono in modo completamente opposto e insieme imprevedibile. 

Ed è questa l’ incertezza di cui parlavo, non sapere dove le parole ci stanno portando fino a trovarsi di fronte a uno stato di tensione inizialmente latente che poi lentamente si insinua nelle pagine fino a toccare l’apice in chiusura di ogni capitolo. 

Questo inevitabilmente tiene ancorati alla lettura, complice anche un intento non puramente d’intrattenimento quello dell’ autore. 

I temi trattati infatti non hanno meno rilevanza dell’ aspetto narrativo e si condensano soprattutto nella protagonista Charlie, che diventa la rappresentazione della “vittima” proprio nella misura in cui è divorata dal senso di colpa. 

Incarna soprattutto la figura della vittima in quanto donna, tema quanto mai attuale. 

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Si è incolpata, si è odiata e si è punita perché è questo che viene insegnato alle donne. Dare la colpa a sé stesse. Incolpare le vittime. 

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E in quanto donna però diventa anche simbolo di solidarietà perché questa è anche una storia di amicizia. 

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«Le donne devono farlo, sai. Prendersi cura l’una dell’altra. C’è un posto speciale all’inferno per quelle che non lo fanno.» 

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Un paio di “coup de théâtre” ben piazzati e ben dosati, atmosfere cariche di tensione, nessuna certezza e grande curiosità intorno al finale. 

Una scrittura equilibrata, senza eccessi, fluida e avvincente. 

Consigliatissimo quindi, soprattutto a chi ama viaggiare di notte.

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