
LAURA: UN AMORE DI INIZIO SECOLO (Unfit Vol. 6) di Miss Black
| Titolo: Laura: Un amore di inizio secolo (Unfit Vol. 6) | |
| Autore: Miss Black | |
| Serie: Unfit vol. 6 | |
| Genere: Historical romance | |
| Narrazione: Terza persona | |
| Tipo di finale: chiuso | |
| Editing: Ottimo | |
| Data di pubblicazione: Marzo 2024 | |
| Editore: Self Publishing |
TRAMA
«Ha letto Karl Marx? Io non ci ho capito un accidenti».
«No, ma me l’hanno spiegato. Tra noi proletari ha un certo successo».
«Mi piacerebbe afferrarne i fondamentali».
«Non dica così, miss Nemme. Per essere una padrona, è già pericolosamente vicina al socialismo».
Il 1900 è iniziato da pochi mesi e l’onorevole miss Laura Nemme, ventinove anni nubile, non prevede cambiamenti nella propria vita. A sposarsi ha rinunciato, proprio lei che voleva essere la prima tra cugine e amiche, e ormai si occupa a tempo pieno dell’azienda di famiglia, una grande tessitoria nell’East End di Londra.
È qua che conosce Thomas Walken, il nuovo macchinista arrivato da poco da Manchester. Walken ha dovuto lasciare la sua città d’origine dopo aver partecipato agli scioperi indetti dai sindacati. Nessun padrone era più disposto a dargli lavoro e lui ha una figlia quattordicenne da mantenere. Ma con la lotta di classe e il socialismo ormai ha chiuso, così assicura a Laura. Sarà un dipendente modello.
Tra i due nasce presto una simpatia sconveniente, un’attrazione senza possibili sbocchi. Troppa è la differenza di ceto, vengono da due mondi diversi.
Se solo l’amore fosse ragionevole…
RECENSIONE
Se c’è una cosa che ammiro in Miss Black è la sua capacità di raccontare storie intelligenti, che intrattengono sollecitando l’immaginazione senza mai perdere del tutto il filo dalla realtà, matrice costante dei suoi romanzi in cui l’ispirazione si concretizza con tematiche sociali e/o politiche accuratamente studiate. Non perdere mai una sua uscita è doveroso, quindi, se non altro anche per conoscere protagonisti e personaggi particolarmente originali, come Laura.
Laura non aveva la minima esperienza con gli uomini. Non era mai stata baciata, non aveva mai avuto avventure. Era così rispettabile da annoiarsi da sola. Le fantasie che aveva su Walken erano prive di una forma precisa. Si immaginava di essere baciata, sì. Che lui la stringesse, come l’aveva stretta la notte dell’incendio.
Un’imprenditrice emancipata e indipendente che, dopo anni di inutile attesa nel trovare un uomo da sposare, decide di vocare la sua vita alla gratificazione personale attraverso il lavoro. Una scelta di vita moderna compiuta in risposta alla mancanza di un marito, a dimostrazione delle opportunità che una donna ricca, possidente di azienda, poteva cogliere (ma che in poche facevano). La storia è ambientata nell’Inghilterra di inizio XX secolo, epoca contraddistinta da grandi cambiamenti, in cui essere a capo di una fabbrica non era semplice, figuriamoci se donna. Una posizione che la mette in difficoltà non solo con chi appartiene alla sua dimensione di vita ma anche con chi è alle sue dipendenze:
La forza lavoro della tessitoria era composta per lo più da individui di umili origini, e Laura aveva da tempo imparato che il popolino spesso era più conservatore e bigotto dell’aristocrazia. A molti non piaceva dover obbedire a una donna, operaie comprese. Alcuni ritenevano che il suo ruolo fosse scandaloso. Che avrebbe dovuto essere sposata e con figli, non dettare la strategia di produzione. Secondo alcuni, specie tra i nuovi arrivati, Laura non poteva che essere una ragazzetta ricca cui la famiglia consentiva di giocare a fare l’imprenditrice.
Socialismo, prime lotte sindacali, suffragio universale erano alcune delle rivoluzioni in corso e che travolgono Laura con l’incontro con Thomas Walken, neo-assunto capo macchinista della fabbrica. Un uomo profondamente idealista ma anche concreto che non può permettersi di sognare o avere desideri se non provvedere al bene di sua figlia Sarah. Un personaggio che colpisce in modo particolare proprio per il suo modo di pensare e di agire, davvero realistico: distrazioni o debolezze che rischino di mettere a repentaglio il lavoro non sono più ammessi, come già successo in passato, in cui la sua indole ribelle lo messo nei guai.
Sarebbe stato facile immaginare un protagonista maschile di stampo “alpha”, che combatte contro il sistema senza pensare alle conseguenze. Miss Black supera facili stereotipi, lo sappiamo, ritraendo ad arte un uomo che è straordinariamente virile grazie proprio alle sue fragilità di padre di famiglia, devoto al bene della figlia, e di uomo attanagliato da un bruciante desiderio verso una donna che si impone di rispettare non solo perché suo datore di lavoro, ma soprattutto perché troppo distante dal suo mondo.
Che senso aveva? Come un po’ tutto in quella storia, nessuno. Se miss Nemme fosse stata una bottiglia di vino, sarebbe stata su uno scaffale troppo alto, in un negozio troppo caro e con un’etichetta in una lingua straniera. Così era.
L’attrazione che si innesca tra Laura e Thomas si fonda non solo sul reciproco richiamo fisico ma soprattutto su un’affinità elettiva che entrambi sentono viva, come se riconoscessero di appartenersi grazie allo stesso spirito di ribellione che li accomuna.
Era uno dei motivi per cui le piaceva: la dignità temperata dal realismo. Che fosse disposto a ingoiare l’orgoglio se serviva a proteggere il futuro di sua figlia, ma non per rendersi personalmente più comoda la vita.
Una storia d’amore affrescata in un’epoca storica in evoluzione che avvolge il lettore in modo sublime. Laura e Thomas si amano intensamente e a mio avviso verranno amati da chi li leggerà, proprio per il loro modo dignitoso e appassionato di liberarsi dalle ipocrisie e vivere appieno il sentimento che li lega, non senza conflitti interiori ed esteriori, intendiamoci. Ma è noto che le storie romance, che Miss Black rende sempre inappuntabili, si sviluppano proprio su delle difficoltà da superare, dinamiche narrative che in questo libro si mostrano benissimo soprattutto grazie al contesto socio-storico che le rappresenta.
Un’altra storia imperdibile a firma del manifesto “Profondo Rosa”, un movimento lanciato proprio grazie a questa autrice eccentrica («Quindi, ecco il problema: sangue Ackerley, alias Black») che, insieme ad altre sette talentuose colleghe, a ogni uscita testimonia e ricorda il valore del genere romance in tutte le sue molteplici sfumature. E per citare uno dei loro slogan:
«Il rosa, come tutti i generi, può essere scritto e gustato come puro intrattenimento oppure fruito come qualcosa di più profondo… addirittura può essere entrambe le cose perché no?»
#Cheilromancesiaconte
Evviva il ROMANCE, soprattutto evviva le belle storie, da non perdere, come queste.
